Crossover Charmed/Supernatural:Un amore impossibile

FanFiction by Dany P.H.

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  1. Dany P.H.
     
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    Scusate tantissimo, mi sono accorta di non aver pubblicato la fine della ff.
    Ecco gli altri due restanti capitoli.

    PS Non so come mai nei dialoghi la prima lettere non si visualizza maiuscola, siccome nel file di word risulta esatto :/


    CAPITOLO 7 – VINCERE LA PAURA
    <<come agisce Barbas?>>, chiese allarmato Sam.
    <<È proprio quello che stavamo cercando di dirvi, prima che voi cavalieri erranti iniziaste a mostrare la vostra spavalderia>>, rispose Phoebe seccata.
    <<barbas si nutre delle paure delle persone. Fa credere loro che siano reali fino ad ucciderli>>, chiarì Paige. <<qual è la paura di Dean?>>, si affrettò a dire.
    <<non lo so, Dean non è certo il tipo di persona che si confida così facilmente>>.
    <<È tuo fratello, dovrai pur sapere qualcosa>>.
    <<no, non accadrà ancora. Non potrai costringermi a torturarli>>. Dean alzò il capo e rivelò ai presenti i suoi occhi neri, privi di speranza.
    <<dean!>>, urlò Paige. <<tu sei una brava persona, non torturi le persone. Tu le salvi>>, la ragazza prese fra le mani il volto di Dean, cercando di farlo ragionare.
    Tuttavia il ragazzo era perso nel suo mondo, mentre Barbas continuava a sussurrargli frasi per renderlo insicuro. <<hai ceduto così facilmente. Il tuo destino è scritto ormai. Sarai perfetto come demone della tortura. Infliggerai a quelle vittime così tanto dolore che ti supplicheranno di essere uccise. Sarà così Dean. Sarai una vergogna per John, per Bobby e nemmeno il tuo fratellino ti vorrà più accanto. Accettalo!>>.
    <<no, nooo… basta! Vattene>>.
    <<pensa di essere tornato all’inferno. Un demone l’ha costretto a torturare le anime. Pensavo l’avesse superato>>.
    <<ok, cerchiamo di mantenere la calma>>, disse Paige. <<phoebe a che punto sei con la pozione?>>.
    <<manca un ingrediente, ma non ricordo quale>>.
    <<vai a consultare il Libro, mentre io cerco di calmare Dean>>.
    <<va bene, cerco di fare in fretta>>.
    <<sam vai con lei, qui è tutto sotto controllo. Mi raccomando fai in modo che Barbas non giochi con le tue paure>>.
    Ma qualcosa non andava.
    Sam aveva lo sguardo fisso e gli occhi sbarrati. L’espressione del terrore. Il demone aveva già fatto centro, e se non stava attenta la prossima sarebbe stata lei.
    <<jessica>>, sussurrò Sam.
    <<no, Sam. Qui non c’è nessuna Jessica… Sam!>>.
    Phoebe venne bloccata da una strana forza e i suoi corti capelli castani, divennero lunghi e biondi. <<che cosa sta accadendo…?>>.
    Sam fece un passo verso di lei, << questa volta ti salverò, te lo prometto!>>. Ma più lui si avvicinava a Phoebe e più la ragazza veniva trascinata verso la parete, e poi in su, incollata al soffitto.
    <<jessicaaaa>>. L’urlo di Sam fu straziante. Era l’urlo di chi sapeva ciò che stava per accadere, e nonostante ciò avrebbe assistito alla morte di una persona che amava per la terza volta.
    <<sam, di cosa hai paura? Chi è Jessica? Parlami!>>. Ora Paige si trovava davanti a lui, perdendo di vista per un istante Dean.
    <<ma perché mai nessuno ha paura dei conigli? Teneri, pelosi e innocui coniglietti… perché?>>, disse esasperata la ragazza.
    Ma sapeva benissimo che quello non era il momento per scherzare. Una scintilla attirò la sua attenzione, alzò la testa e una goccia di sangue gocciolò sul suo candido viso.
    <<sam è una finzione. Ti prego ascoltami o Phoebe morirà>>.
    Sam continuava a guardare quella ragazza che aveva amato più della sua stessa vita, la stessa ragazza che dopo alcuni secondi sarebbe morta bruciata fra le fiamme.
    <<mi dispiace…>>, disse Sam, incrociando il suo sguardo.
    <<no, lei non morirà. Se mi credi, se vinci le tue paure sarete salvi entrambi>>. Paige schiaffeggiò Sam più forte che poteva, attirando la sua attenzione.
    <<ascoltami bene, lei non è Jessica e mi spiace per ciò che le è successo. Qualsiasi cosa sia accaduta. So che hai paura, ma tutto questo non è reale. Lei è mia sorella, e non lascerò che me la portino via. Sam ti prego… guardala>>.
    Paige vide che Sam stava ritrovando il controllo, vide una luce nei suoi occhi e subito dopo si calmò.
    L’aspetto di Phoebe tornò normale, la larga macchia di sangue sparì, come se niente fosse mai accaduto e la magica forza che la teneva immobile al soffitto l’abbandonò, lasciandola cadere dritta al suolo.
    Sam la prese al volo, con i riflessi che solo un cacciatore poteva avere.
    <<ti ringrazio>>, disse lei.
    Paige tirò un sospiro di sollievo. <<phoebe di cosa hai paura?>>.
    <<penso che Barbas giocherà ancora con le persone che amo. Cercherà di ucciderti, o mi farà credere che Piper è morta>>.
    <<piper sta bene, è in ospedale e con lei c’è Leo. Non le può accadere nulla di male. Per quanto riguarda me, beh siamo rinchiusi in questa casa… quale pericolo potrei correre? Se rimaniamo concentrati, non ci saranno altri problemi>>.
    <<andiamo a prendere il libro delle ombre>>, disse infine Phoebe a Sam.
    <<bene… e io penso a Dean>>. Si girò pensando di trovarlo ancora lì, ma il ragazzo era sparito.

    (continua...)

    CAPITOLO 8 – FIDATI DI ME
    Paige, mentre cercava il ragazzo che molti anni prima le aveva rubato il cuore, scavò nel profondo della sua anima. Non voleva che Barbas la prendesse alla sprovvista, così si chiese quale fosse la sua più grande paura.
    Durante il loro primo incontro il demone aveva sfruttato il suo terrore per gli spazi chiusi, i piccoli spazi chiusi senza via di fuga. Che le facevano mancare l’aria, soffocare. Ma dopo quell’episodio si accorse che aveva superato la claustrofobia. Poteva prendere l’ascensore con tranquillità o entrare in stanze più piccole di una cabina armadio. Aveva superato tutto quello. Poi pensò che come Phoebe, aveva paura di perdere le persone che amava. Ma del resto, quale umano non aveva quella paura? Comunque si rasserenò immediatamente, ripetendosi nella testa le stesse parole che aveva pronunciato poco prima alla sorella.
    La sua famiglia era al sicuro, e se un’altra persona a cui teneva fosse comparsa in fin di vita al suo capezzale avrebbe saputo che non era la realtà. Erano bloccati, e come loro non potevano uscire, anche il resto delle persone al di fuori dalle mura non potevano entrare.
    E allora cosa… con cosa avrebbe potuto giocare Barbas?
    <<pensa Paige!>>, disse la ragazza a bassa voce, arrabbiandosi con se stessa per non arrivare ad una conclusione. Non voleva dare quel vantaggio al demone. Se si fosse preparata, a ciò che avrebbe assistito, avrebbe vinto in partenza.
    Con tutti quei pensieri, non si accorse di essere arrivata in cantina. In fondo era il posto più ovvio da controllare. Il posto più isolato della casa… ed il posto perfetto per torturare le povere anime che sarebbero cadute vittime di Dean.
    Sentì delle urla e capì di essere nel posto giusto.
    <<non voglio>>, disse il ragazzo mentre afferrava l’ennesimo arnese per le torture.
    Un uomo lo supplicava di fermarsi, di smetterla, di non dargli altro dolore.
    <<papà scusa..>>, sussurrò il Winchester maggiore, prima di infilargli un lungo ago sotto l’unghia.
    John Winchester urlò a lungo. Quel grido entrò in Paige, che si fermò sentendo che le forze l’abbandonavano. Un urlo così lungo che sembrava non finire mai.
    <<dean smettila>>.
    Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono e fu allora che Paige comprese.
    Dean era stato costretto a torturare anime innocenti, e se suo padre era legato a quella grossa ruota poteva significare una sola cosa. Anche Dean era orfano, proprio come lei. In quel momento lo sentì più vicino di prima, più vicino che mai.
    Nelle sue lacrime carpì tutto il dolore che il ragazzo aveva provato, la sua infanzia interrotta, i sentimenti rinchiusi in un angolo per non provare più niente. E poi lo strazio più grande. Sam le aveva rivelato che suo fratello era morto e finito all’inferno. E che lì dopo giorni, mesi o chissà quant’altro tempo, fra le grinfie del suo demone torturatore era stato costretto a far tutto ciò che aveva passato lui, ad altre anime innocenti.
    <<non è colpa tua. Hai resistito più di quanto si possa immaginare. Ti hanno costretto a torturarli… ma ora sei vivo, sei qui con me. So che tu sei più forte di Barbas…non cedere alle sue visioni>>.
    Dean la guardò, ancora con gli occhi completamente neri, ma ciò che vedeva e sentiva era ben diverso.
    Davanti a lui c’era Alastair, il demone che l’aveva torturato. La stessa Paige, che gli stava realmente davanti, era stata trasformata in una delle proiezioni del demone della paura.
    <<voglio farti un regalo Dean, siccome sei riuscito a resistermi per ben trent’anni. Uccidi le Halliwell, sono delle grandi seccature per noi demoni, sai? E io risparmierò tuo fratello>>.
    Al suo fianco comparve Sam, in preda a spasmi. <<ti prego Dean, ferma tutto questo>>, riuscì a dire nel solo attimo di calma che il demone gli concesse, e poi tornò a gridare per il dolore.
    <<salvalo. Non hai salvato né me, né tua madre. Salva tuo fratello>>, supplicò John ancora legato.
    Paige si girò con lo stupore stampato in volto. Sicuramente Barbas stava intraprendendo un discorso che solo Dean poteva ascoltare.
    E poi davanti a Dean riapparve la strega.
    <<la sua vita per quella di tuo fratello>>, la voce di Alastair risuonò nella testa del ragazzo.
    E poi Paige, agli occhi di Dean, diventò per la seconda volta il demone della tortura.
    <<ti ho dato una scelta. Ma ora sono stanco di aspettare. Sarà per la prossima volta, magari riuscirai a salvare la povera piccola Jo>>. Alastair si protese verso Sam per infliggergli il colpo di grazia, ma Dean lo prese per il collo e lo spinse verso la ruota.
    L’immagine di John scomparve e Paige si ritrovò legata al suo posto.
    <<non torturerai più nessuno, maledetto figlio di puttana!>>.
    Alastair rise, e la testa di Dean fu inondata di voci.
    <<uccidila>>.
    <<un’ ultima tortura per la tua salvezza e quella di tuo fratello. In fondo l’hai già fatto in passato. Non sei così buono come credi Dean. Fallo!>>.
    <<salvami>>, disse Sam a terra.
    E poi comparve il volto di Lisa, di Jo, di Bobby e di tutti coloro che Dean amava. <<salvami>>.
    Quelle voci, quei volti, girarono intorno a lui, fino a che si rialzò completamente vuoto.
    Afferrò un coltello dalla lama affilata, Alastair aveva ragione, l’aveva già fatto in passato. Lui non era un salvatore. Lui era capace solo di uccidere.
    Si diresse verso Paige, legata e impotente. Ora la vedeva, la ragazza che aveva amato tanto tempo prima. Il suo primo amore. E pianse, e chiese scusa, ma non poteva perdere Sammy.
    <<paige so che capirai>>, pronunciò fra i singhiozzi mentre lacerava il vestito della ragazza e faceva passare la lama sulla sua pelle nuda.
    Il sangue iniziò a scendere lungo il braccio, fino a trovare le dita e a gocciolare sul pavimento.
    <<tu non sei così, Dean. Tu hai un cuore grande>>, disse la ragazza che aveva sentito solo le ultime voci, intuendo la tortura mentale che Barbas stava infliggendo all’amico.
    Dean accarezzò la guancia di Paige, e poi, proprio dove l’attimo prima c’era la sua mano calda, passò la fredda lama.
    <<dean>>, gridò Paige, cercando di non sentire il dolore e concentrarsi su di lui.
    Lui si girò per un secondo, e guardò Sam che ancora si contorceva sul pavimento.
    <<scusa… scusa…Non voglio farti del male, ma se non soffri Sammy morirà. Lui è mio fratello, so che puoi capirmi. Paige… scusa>>.
    <<dean, Sam non è qui… non è qui! Ti prego ascoltami, è una visione di Barbas. Sam è al sicuro, è in soffitta con mia sorella. Si proteggeranno a vicenda>>.
    <<no, lui è lì. Per terra. Alastair lo ucciderà, se io non uccido te>>.
    Paige ragionò velocemente, nonostante il dolore stesse diventando lancinante. Aveva capito che Dean aveva paura di ricadere nelle mani del demone che l’aveva torturato, ma ancora di più di diventare lui stesso il demone della tortura. Credeva di portare sofferenza e morte non solo a chi amava, ma a tutte le persone che lo circondavano. E ovviamente, per cercare di salvare il fratello, avrebbe addirittura ucciso.
    La strega non si capacitava di questo, l’avrebbe torturata fino alla morte. Lui. Dean, il ragazzo a cui teneva così tanto. Era bastato un solo giorno per cedere nuovamente al suo fascino. Aveva sentito il suo cuore accelerare, quando lo aveva baciato sulla guancia, solo un’ora prima… e anche pochi secondi prima, nonostante la stesse torturando. Il tocco caldo della sua mano aveva acceso qualcosa in lei.
    Se lei si fosse trovata al suo posto, se stessero torturando Phoebe al posto di Sam, mai avrebbe ceduto a quel ricatto. Lei non avrebbe ucciso Dean per salvare la sorella, avrebbe agito diversamente, avrebbe cercato una soluzione migliore, anche sotto pressione. C’era sempre una strada alternativa.
    E l’amore che provava per quel ragazzo si trasformò in rabbia. Si chiese perché s’infatuasse sempre di ragazzi che non tenessero davvero a lei. Si chiese come mai, i ragazzi che le piacevano, la sfruttavano sempre per una cosa o per l’altra. Si disse che non sapeva scegliere bene il partner e che alla fine avrebbe passato una vita di sofferenza e solitudine, fino alla morte.
    Lo guardò per un’ ultima volta, prima di sentire la sua pelle bruciare come se fosse dentro il fuoco dell’inferno.
    Eppure sentiva quel ragazzo così simile a lei…
    <<non sei in te Dean>>.
    Notò che una ciocca dei capelli del ragazzo era diventata bianca, segno che la paura aveva preso il sopravvento e che, di lì a poco, sarebbe morto. Non prima di uccidere lei, comunque.
    <<lo so. Siamo uguali. Ed io non ti ucciderei mai, per salvare mia sorella. Non ucciderei un innocente per salvare una persona che amo. E so che se ti fermi un attimo a riflettere capirai che dico la verità. Nel tuo corpo non c’è un minimo di malvagità. Porresti fine alla tua vita, piuttosto che recare sofferenza ad altri>>.
    <<ti sbagli>>. Il ragazzo era passato al ferro ardente.
    Paige gridò, ma poi sorrise. Aveva capito il gioco di Barbas. Lei aveva paura di rimanere sola. Ecco la sua debolezza. Aveva paura che alla fine si sarebbe innamorata di un uomo che non la ricambiava, o che nonostante tutto l’avrebbe sempre messa al secondo posto.
    Ma sapeva che non era sola. Aveva le sue sorelle. Aveva Leo. Uno splendido nipotino, e un secondo in arrivo e avrebbe perso la sua nascita. Piper ci sarebbe rimasta male, perché voleva bene alle sue sorelle, e le voleva accanto in un momento simile. Lei lo sapeva.
    Per quanto riguardava Dean. Era vero, probabilmente lui non provava quello che lei sentiva. Probabilmente non gli tremavano le gambe quando lei gli stava a fianco. Probabilmente non aveva sentito niente quando lei le aveva dato quel bacio innocente. Ma sapeva che non l’avrebbe mai torturata per salvare la vita del fratello. Avrebbe preso a calci in culo quel demone, anche fino alla morte, pur di difendere un innocente.
    Il piano di Barbas prese forma nella sua mente fino a diventare chiaro come la luce.
    Se Dean avesse ucciso Paige con le sue stesse mani, sarebbe morto vittima del demone della paura. Poi sarebbero arrivati Phoebe e Sam, quando ormai era troppo tardi. Paige le aveva detto di non preoccuparsi, che non poteva morire, intrappolata in quella casa. La stessa Phoebe non sarebbe morta fra le fiamme incollata a quel soffitto come aveva detto a Sam, perché era solo una visione, le fiamme non erano vere. Ma gli strumenti di tortura su quel tavolino sì, lo erano eccome. E Paige sarebbe morta realmente se non avesse fermato il cacciatore di demoni, avverando la più grande paura della sorella. Così sarebbero morti tutti e tre, e per quanto riguarda Sam… non sapeva se perdere il fratello l’avrebbe ucciso, ma ne era quasi certa. Barbas questa volta era stato molto più furbo dell’ultima volta. Con il minimo sforzo avrebbe attirato nella sua trappola tutti e quattro. Se Paige fosse morta avrebbe attivato la sua trappola mortale, e meglio, vista la situazione… un cerchio infernale.
    La strega, metà angelo bianco, non poteva orbitare fuori perché Barbas aveva eretto un muro magico intorno alla casa troppo potente da essere spezzato. Sperò comunque che almeno i suoi poteri non le fossero stati portati via. Provò ad orbitare una catena, e riuscì a liberarsi.
    Si avvicinò a Dean e gli passò una mano fra i capelli.
    <<dean, sono Paige, la stessa Paige che ti aveva confidato che i suoi genitori erano morti… ricordi? Ero triste, e non volevo confidarmi con nessuno, e poi sei arrivato tu...>>.
    <<io porto solo dolore, stammi lontana>>.
    <<no, tu sei un eroe. Hai sacrificato la tua infanzia, la tua adolescenza… la tua intera vita per seguire tuo padre nella sua lotta contro il male>>.
    <<io ho torturato degli innocenti>>.
    <<sei stato costretto a farlo… chiunque l’avrebbe fatto. Là, da solo, nella bocca dell’inferno… senza speranza, senza via d’uscita. Non lo capisci? Ti hanno costretto. Non eri veramente tu>>.
    <<io non sono migliore di quel demone e alla fine prenderò il suo posto>>.
    <<non provare nemmeno a pensarlo. Continuavi a chiedermi scusa. I demoni provano piacere nel torturare, nell’ infliggere del male alle persone… tu no. Tu soffri, tu senti delle emozioni, tu sei umano Dean>>.
    <<no!>>. Afferrò il coltello che aveva usato prima, ancora con la lama sporca del sangue fresco della ragazza.
    <<tu non vuoi uccidermi. Lo so>>. Gli strinse la mano. <<cosa provi?>>.
    <<io… non … sento… niente>>, disse esasperato il ragazzo.
    <<tu sei buono Dean. Ieri mi hai aiutata, mi hai fatto credere in me stessa, e so che non sono la prima persona che hai soccorso. Grazie a te ho salvato Phoebe. Tu l’hai salvata! Ti prego ascoltami. Ti fidi di me?>>, sussurrò, alzandosi in punta di piedi.
    Appoggiò le sue morbide labbra sulle sue screpolate.
    Dean rimase fermo immobile, ma quando Paige lo baciò per la seconda volta e schiuse le labbra, si lasciò trascinare da quel momento. Fece scivolare una mano lungo la schiena della ragazza e l’attirò a sé, quasi da farle male. Si nutrì di quel bacio, come se fosse linfa vitale, come se lo riportasse alla vita. Entrambi assaporarono quel lungo bacio passionale, che si era fatto strada in alcune delle loro notti, in quelle dolci notti in cui si concedevano di sognare. Durante quelle poche notti in cui riuscivano a rinchiudere i dolori ed il male in un armadio, e lasciarsi finalmente andare alla felicità che desideravano dal loro primo incontro.
    Quando i loro sguardi si incrociarono, Paige ritrovò finalmente quei meravigliosi occhi verdi che mai era riuscita a dimenticare. <<dean>>.
    Lui le sistemò la ciocca dietro l’orecchio e si concesse ancora un minuto, immerso nella pace. <<grazie>>.
    <<ora siamo pari>>, scherzò lei.
    <<ma ora veniamo a noi, maledetto figlio di puttana. Abbiamo una certa fretta, dobbiamo assistere ad una nascita…. Quindi mostraci la tua brutta faccia, e facciamola finita>>.
    In quell’istante Phoebe e Sam li raggiunsero con la pozione pronta stretta fra le mani.
    La strega notò che entrambi erano sporchi di sangue ed infine la ciocca bianca fra i capelli di Paige e del cacciatore. <<state bene?>>.
    <<adesso sì>>, le sorrise la sorella.
    La luce dell’alba bucò prepotente le pareti stregate dalla maledizione del demone.
    <<oggi avete vinto voi, ma non credete di avermi sconfitto>>. La voce di Barbas li raggiunse e poi ci fu il silenzio totale.
    Dean strinse forte la Halliwell minore, <<hai bisogno di cure>>.
    <<non ora, sto per diventare zia. E se non arriviamo in tempo Piper si trasformerà in una furia>>.
    <<non scherza>>, li avvertì Phoebe.
    <<quando saremo là, Leo penserà a tutti noi>>.
    <<tesoro tu non puoi orbitare in queste condizioni>>. Phoebe abbracciò la sorella, sicura che stesse nascondendo la gravità della situazione.
    <<andremo con la mia bimba>>, propose Dean agitando le chiavi della sua Impala.
    Arrivarono appena in tempo per assistere al miracolo della vita.

    <<sam, ora che mi ricordo… potresti seguirmi un attimo in casa. Dovevo ancora mostrarti quella cosa…>>, esordì Phoebe nel raggiungere il vialetto di casa Halliwell, dopo essere rimasti tutto il pomeriggio con Piper, in quella stanza d’ospedale.
    Sam era intelligente, ma era pur sempre un uomo. Ma Phoebe, l’esperta in amore, aveva capito subito che alla sorella serviva qualche minuto di privacy.
    <<dunque ci siamo…>>, ruppe il ghiaccio Dean, sapeva che presto o tardi sarebbe giunto quel momento.
    <<potreste rimanere qui, ci serve una mano nella lotta contro il male>>, ma anche mentre lo pronunciava Paige sapeva già come sarebbe andata a finire.
    <<san Francisco ha già tre streghe potentissime. Io e Sam dobbiamo andare da chi non ha questa fortuna>>.
    Paige si appoggiò all’Impala senza mai interrompere il contatto con Dean.
    <<vieni tu con noi. Non ti piacerebbe viaggiare in giro per il mondo?>>.
    <<sai che non è possibile. Le mie sorelle hanno bisogno di me… sai, il potere del trio… e tutto i resto>>, Paige sorrise guardando l’asfalto, mentre il suo cuore piangeva.
    <<già>>, pronunciò amareggiato il ragazzo.
    In fondo era quello il loro destino, salvare vite sacrificando le loro.
    <<ma ci sentiremo, no?>>.
    <<ti chiamerò, e quando potrò verrò a trovarti. Qualche volta anche il male fa una piccola pausa. Dovremo approfittare di quei momenti>>.
    Sapevano che forse era una bugia, ma nessuno ebbe il coraggio di pronunciarlo ad alta voce. La loro vita era così piena di morte e pericoli, che si ritenevano fortunati ad essere arrivati fino a quel giorno. Nonostante ciò programmarono i loro prossimi incontri con sincerità che proveniva dal cuore.
    <<non credo mi basteranno>>, Paige singhiozzò. Non voleva perderlo una seconda volta, l’unica amara consolazione era che questa volta ci sarebbe stato un addio.
    <<È l’unica via>>.
    Dean si abbassò, mentre il tramonto tingeva il cielo di rosa e baciò quella ragazza che era riuscito a fargli amare uno stupido film natalizio. Rimasero abbracciati a parlare delle loro avventure fino a che non scese la notte.
    <<dimenticavo, questa appartiene a te>>.
    Dean s’infilò nella tasca l’amuleto che Sam gli aveva regalato quando erano piccoli, avrebbe voluto dirle di tenerlo, per non dimenticarsi di lui, ma quella collana era piena di ricordi.
    Perciò si sfilò l’anello che portava sempre all’anulare e lo infilò nel dito della ragazza.
    <<un po’ grande. Non puoi fare una delle tue fatture e stringerlo?>>.
    Paige passò l’altra mano sopra, <<non potrei per la stupida regola del profitto personale, ma il destino è in debito con noi>>. L’anello si modellò perfettamente al dito affusolato, diventando della misura giusta.
    <<portalo sempre con te, tornerò a riprenderlo>>.
    L’impala rombò inghiottita da quella notte illuminata dalla luna piena, la sola custode delle ultime parole di due innamorati.
    <<promesso?>>.
    <<promesso>>.
    FINE
     
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