Stairway to Purgatory-Lo specchio di lapislazzuli di Eve

Ennesimo esperimento strambo

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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Da Casa Winchester o dal Paradiso

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    Buon pomeriggio a tutti ^_^
    Sono venuta a postare altri due capitoli *sono riemersa dall'oltretomba e sono ritornata a postare (faccia sconvolta di tutti)* in cui vediamo i protagonisti di Alphas alle prese con un caso curioso e le Moire un tantinello arrabbiate..Mi auguro che vi piacciono, ho fatto del mio meglio ma sono abbastanza titubante :unsure:...Sono dei capitoli di transizione e pian piano la storia si sta sviluppando...Incrocio le dita ^_^ Buona lettura :pray: :pray:

    03/Settembre/2026 ore 07,30 In un corridoio di un Hotel

    “Allora che cosa senti Rachel? Possiamo entrare?”
    Una ragazza di vent’anni appoggiò l’orecchio della stanza e si concentrò. In quella stanza era successo di tutto e di più. L’odore acre e pungente del sangue riempiva la stanza, misto ad altri odori che la fecero pensare a film splatter e anche ad altre cose. Si erano divertiti in quella stanza e la vittima bè.. Con un nodo alla gola disse “Qui qualcuno è stato brutalmente ucciso”
    “Oltre al sangue che cosa hai sentito?” domandò un’altra voce seria, un uomo di mezz’età dai capelli bianchi e gli occhi castani, incorniciati da lenti quadrate
    La ragazza agitò i lunghi capelli castani e borbottò imbarazzata “Ehm…preferisco non dirlo dottor Rosen ”
    Il dottor Rosen si morse il labbro e poi disse all’altro uomo di colore “Butta giù la porta Bill”
    L’uomo prese la ricorsa e buttò giù la porta grazie alla scarica di adrenalina e l’ex poliziotto si trovò a una scena davvero raccapricciante. Sembra tutto immacolato, tranne per una parete dove una donna di poco più di ventisette anni era crocifissata alla mura e una grossa macchia di sangue si era allargata nella sua schiena. Le escoriazioni, i lividi erano dappertutto..Chi poteva essere così crudele? Rachel si portò la mano alla faccia e scosse la testa “Povera ragazza”
    “Sembra quasi una scena di Dexter” disse Bill disgustato “Non vedo l’ora di prendere questo maledetto Alphas e imprigionarlo”
    I tre erano Bill Harken, un’ex poliziotto, il dottor Lee Rosen, un psichiatra e Rachel Pirzad e facevano parte di un gruppo, appoggiato dal governo, che catturano gli Alphas, persone comuni con capacità straordinarie, se si rendevano pericolose. Bill e Rachel erano degli Alphas buoni, Bill con una forza straordinaria e Rachel con i cinque sensi sviluppati. Il dottore guardò la scena e disse “Hanno fatto un lavoro niente male”
    “Credo dottor Rosen che lei ha lavorato un po’ troppo con gli Alphas” disse Bill scuotendo la testa e poi notò uno strano rumore proveniente dal divano di pelle nera. Un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri stava vomitando.
    Aveva unghie retrattili come i gatti.
    “Credo che sia l’Alphas che stiamo cercando” disse il Dottor Rosen preoccupato “Portiamolo fuori”
    Il ragazzo si fece trascinare fuori e dopo una volta nel corridoio cominciò a tossire violentemente “Lei, lei..”
    “Ti dobbiamo portare via” disse il dottor Rosen “Ti sei reso colpevole di omicidio”
    Il ragazzo lince digrignò i denti e scosse la testa disgustato “Io non posso aver ucciso nessuno..”
    Fu un attimo che Bill lo prese per il bavero della camicia e il ragazzo cominciò ad annaspare. La faccia stava diventando cianotica e l’ex agente dell’Fbi gli abbaiò contro “Ed allora la ragazza si è procurata quei graffi da sola, non è così?”
    “No, no” disse il ragazzo sempre più spaventato “Sto dicendo la verità”
    E quando Bill lo lasciò cadere sul pavimento, ci fu un fenomeno strano. Una luce strana lo avvolse tutto e poi i suoi occhi si chiusero definitivamente. Il dottor Rosen prontamente cercò la pulsione vitale ma impallidì. Era morto.
    “Dottor Rosen?” domandò Bill spaventato
    “Bill è morto” disse il dottor Rosen con la faccia corrucciata.
    “Dottor Rosen non l’ho stretto così forte da provocargli l’occlusione delle vie aree”
    “Lo so” disse il dottor Rosen in tono grave “Questo ragazzo è morto per cause inspiegabili..Tutta questa situazione è inspiegabile”
    “Dottor Rosen, Bill” disse Rachel terrorizzata “Chiudete le tende e aprite una sola luce”
    L’ex agente e il psichiatra si guardarono un po’ stupefatti e fecero come diceva la ragazza e quando la stanza fu quasi completamente in penombra fecero una scoperta agghiacciante. Sulla parete erano disegnate delle ali di luce nera.
    “Ma che cosa..?”
    Un angelo, c’era un angelo ucciso. E sotto ai suoi piedi c’era un Alphas morto. La situazione stava sfuggendo letteralmente di mano. Il dottor Rosen prese il cellulare e cominciò a digitare un numero. Rachel disse spaventata “Un Alphas morto, una ragazza angelo..Dottor Rosen?”
    “Dobbiamo chiedere aiuto” disse il dottor Rosen impertubabile “Dobbiamo chiedere aiuto ai fratelli Winchester”
    Poi calò il silenzio, un silenzio che offuscava l’anima e il cuore.. E in una foresta una donna dai capelli neri e gli occhi chiari gridò il disappunto. Un altro figlio morto.
    Tempo imprecisato-Lassù sulle nuvole

    “Io lo ammazzo” disse una donna furibonda “Io gli strappo il cuore con le mie mani e chiedo ad Ade di trafiggerlo con la Spada di Poseidone”
    “Atropos” disse una donna con fare indulgente “Stai calma”
    La ragazza dai capelli biondi e gli occhi castani si girò come una furia verso un’altra ragazza dai capelli castani a boccoli e gli occhi verdi e gridò “Mi dici di stare calma Cloto? Qualche miserevole figlio di puttana mi ha rubato la mia forbice”
    “Da come parli sembri Dean Winchester”
    “Non mi interessa a chi assomiglio” disse Atropos “Le Forbici di Nyx sono di mia esclusiva proprieta Cloto. Sono morte dieci persone in più questa settimana di quanto è descritto nella mia agenda”
    Cloto, la Moira della Nascita, sospirò e non disse nulla e continuò a intrecciare un filo. Un filo che doveva determinare la nascita di un nuovo essere umano, mostro, demone o angelo. Da qualche settimana stava avendo difficoltà a produrre il filo della nascita. Appena arrivata a finirlo e gli trasmetteva una parte della sua essenza, il filo si spezzava e si doveva ricominciare di nuovo daccapo. Qualcuno stava giocando a fare il Dio e questa cosa la stava snervando un tantino. E se snernava lei, figuriamoci Atropos.
    “Non mi bastava Balthazar..”
    “Ehi amore” disse l’angelo dai capelli rossicci con un leggero sogghigno “ Tu mi chiami e io rispondo”
    “Sei stato tu a rubarmi la forbice?” disse Atropos furibonda
    “No” disse Balthazar guardandola negli occhi “Non è nella lista delle cose che vorrei avere per Natale”
    La Moira si guardò le mani e la rabbia le salì improvvisamente. Se non era stato Balthazar, chi le rimaneva? L’angelo si avvicinò a lei e le asciugò le lacrime e le promise “Scoprirò chi te li ha rubate”
    “Non mi fido di te”
    “E io di te” disse l’angelo birichino “Ma sono venuto ad aiutarti e lo farò fino in fondo”
    Poi l’angelo precipitò dalle nuvole e comparve Lachesi, arrabbiata. Gettò un Filo di Persefone in un cestino di nuvole e non disse nulla. Cloto la guardò comprensiva e disse “Quante persone hai fatto rinascere?”
    “Nessuna” disse Lachesi in tono frustato “Neanche Nath mi ha potuto aiutare..Ho fallito totalmente”
    Neanche Lachesi era riuscita nel suo intento. Qualcuno stava scombinando di nuovo l’equilibro in tono tanto sconsiderevole e loro che erano artefici del Destino, le ragazze più temute del Paradiso, erano impotenti. Potevano solo aspettare. E Atropos si sentì inutile.
     
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  2. sahany09
     
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    Ben tornata. :)
    Per una che viene dall'oltre tomba, direi che sei sempre pimpante.
    Stavolta voglio vedere dove andrai a parare. ;)
    Comunque, sempre ok.


     
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    Grazie Sahany :wub: Molto gentile ^_^
    Bè buon pomeriggio a tutti,
    oggi svelo la misteriosa serie a sorpresa...Allora è Guild Hunter, una serie creata dalla bravissima Nalini Singh, in cui gli angeli creano vampiri e di cui vanno i miei complimenti per aver creato una bella serie. Gli eventi sono dopo il secondo libro della saga "La carezza del buio"...E appare anche un nuovo personaggio di mia competenza, questa volta..ma non vi dico nulla per non rovinarvi la sorpresa. Comunque volevo dire che ogni cosa che scrivo è puramente di fantasia e non ha riferimento con la realtà. Spero che vi piacciano ^_^ Io ce l'ho messa davvero tutta :pray: :pray: Buona lettura :)

    07/Settembre/2026 ore 23,31 Rifiugio degli Angeli

    “Potrei spezzarti ancora una volta?”
    “E pensi che così mi spezzerai angioletto?” ridacchiò una donna dai capelli biondi, allargando le ali color della notte. L’angelo baciò l’interno delle ali e rilasciò la polverina angelica, estendendo l’estasi che c’era tra di loro. La loro era una storia d’amore controversa, un amore sul filo del rasoio. Ed era proprio questa paura che rendeva tutto così interessante.
    “Non sarebbe una cattiva idea” disse l’angelo con uno sguardo che prometteva sesso “Devo ancora decidermi”
    “Deciditi in fretta caro angioletto” disse la ragazza con sguardo malizioso “Sto diventando abbastanza brava a danzare con gli angeli”
    “Potrei lasciarti lentamente cadere”
    Elena deglutì e dopo saltò giù dal letto, in preda alla paura. Fece avanti e indietro mentre l’angelo si adagiava languidamente sul letto, mostrando un corpo muscoloso, così magnifico da fare invidia a tutti gli uomini sulla faccia della Terra. Un essere capace di bontà e di una crudeltà, immaginabile a un essere umano. Non per niente era Raphael, l’arcangelo di New York, un angelo che non aveva avuto scrupoli a gettare un vampiro per dimostrargli chi comandava tra di loro. Un essere magnifico, con i riccioli neri e occhi come zaffiri triturati. Lei era una Cacciatrice che doveva catturare i vampiri che sfuggivano agli angeli, prima dei cent’anni di schiavitù. Infatti viveva in un mondo dove gli angeli avevano il potere di creare i vampiri. E da quando aveva acquistato le ali, a causa di Raphael, era diventata la prima angelo cacciatrice. Erano agli antipodi, sapeva benissimo che se avesse combinato qualcosa di sbagliato, Raphael non ci avrebbe pensato neanche un attimo a buttarla dal balcone. Dopo averle spezzato le ali ovviamente. La loro era una storia d’amore abbastanza controversa.
    “Essere spezzati da te è molto allettante” disse Elena “Ma mi domando che fine abbia fatto l’arcangelo di Pechino, dopo la battaglia?”
    Il pensiero dei Rinati le fece accapponare la pelle… Ne aveva viste tante nel corso della propria vita, non si era mai impressionata per nulla… ma i Rinati erano una cosa che non poteva tollerare. Persone morte nella loro tomba che erano state ripescate solo per un capriccio di un arcangelo femmina, tanto potente quanto pericoloso. Era inconcepibile.
    “L’arcangelo di Pechino si è ormai evoluto” disse Raffaele enigmatico “Non appartiene più a questo mondo e non penso che dovremmo preoccuparci”
    “Non starai entrando nello stato di Quiete vero?” domandò Elena preoccupata.
    L’ultima volta che Raphael era entrato nello stato di “Quiete”, era diventato talmente freddo e privo di sentimenti che era stata costretta a sparargli alle ali, creando una magnifica cicatrice dorata. Faceva paura. E sinceramente non voleva che ritornasse di nuovo così. La loro storia era in bilico ed essere ancora un angelo alle prime armi, bè non giocava a suo vantaggio.
    Raffaele la guardò con un’occhiata penetrante e disse asciutto “No”
    “Meno male” sospirò la Cacciatrice mettendosi gli stivali e poi dicendo dubbiosa “Pensi che oggi posso lasciare il mio fucile calibro 45 con i proiettili speciali o la Troia Reale farà la sua comparsa?”
    Raffaele stava per ribattere quando un arcangelo femmina fece la sua comparsa, allargando con fare teatrale le ali color bronzo e muovendosi come una modella. Aveva il corpo fasciato in un morbido vestito di seta, aperto sulla schiena, per le ali, i capelli castani acconciati in boccoli e gli occhi verdi come smeraldi in un prato curato. Michela. Tanto bella quanto miserevolmente stronza. Da quando si erano conosciute, Elena e Michela si erano odiate a pelle e più di una volta Michela aveva cercato di fare fuori Elena. Con scarsi risultati però.
    “La Troia Reale è a tua disposizione” disse Michela furibonda “Elena mi aspetto di danzare con te”
    “Nei tuoi sogni magari” disse Elena ringhiando “Ah non mi piacciono i menage a trois, li trovo noiosi”
    “Non è una buona cosa farmi arrabbiare” disse l’arcangelo in tono mellifluo.
    “Ma io non sono come tutti quelli che ti sei scopata” disse Elena non lasciandosi intimorire “Io potrei ridurre le tue ali in colabrodo”
    E dicendo questo accarezzò il calco della pistola Smith&Wesson con fare intimidatorio. Michela la guardò con fare spaventato e furioso al contempo.
    “Aspettati di trovare da sola” ringhiò Michela “Ho voglia di giocare con te”
    Raffaele li lasciò battibeccare ancora un po’ poi disse in tono grave “Cosa sei venuta a fare?”
    L’arcangelo mosse con fare teatrale i boccoli e disse rattristata “Non avete sentito le ultime novità?”
    “No, non abbiamo acceso la radio sulle ultime novità, la connessione dà problemi” disse Elena sbrigativa “Ma evita il tono triste perché non ti si addice”
    “D’accordo cacciatrice” disse Michele, mettendo tutto il veleno possibile sulla parola cacciatrice “Da qualche tempo i vampiri che sono stati creati dagli angeli subiscono delle modifiche”
    “In che senso modifiche?” disse Raffaele curioso.
    “Escono senza anima” disse Michela rabbuiata “La loro anima esce fuori e muoiono in seduta stante e così anche gli angeli”
    “Non è possibile” disse Raffaele meditabondo “I nostri vampiri non sono i figli di Eve”
    “Eve?”
    “Un angelo ignorante” disse Michela con fare sprezzante “Eve è la Signora dei mostri del Purgatorio e ogni mostro che esiste sulla Terra, bè può essere considerato figlio suo. Tranne i nostri”
    “Scusami non mi sono informata su Wikipedia” disse la ragazza con sarcasmo.
    “Avevo sentito parlare del fatto che i mostri di Eve avevano avuto problemi” disse Raphael pensieroso “Ma non pensavo che…”
    “Dovremmo chiamare a Hesediel, l’arcangelo femmina che presiede ai mostri del Purgatorio?” disse Michela speranzosa “Mi manca quell’arcangelo”
    Elena non credette alle proprie orecchie.. Michela era speranzosa di incontrare un arcangelo? Questa era buona. E lei che pensava che Michela non gli importava di niente e di nessuno, a parte, ovviamente, se stessa.
    “Vorresti dire che esistono altri arcangeli, oltre al Quadro?”
    “Hai fatto un ottimo acquisto devo dire Raph” disse Michela sarcastica “Cerco che esistono altri arcangeli, alcuni sono stati scelti per creare vampiri e altri no” poi le diede un’altra frecciatina “Tu non varresti nulla al cospetto di Hesediel”
    Raphael non disse nulla, concentrato come era, quando all’improvviso un uomo dai capelli neri e le ali color azzurro cielo arrivò da loro. Illium, il suo fiorellino blu. L’angelo sorrise in modo anemico ad Elena e poi all’improvviso si accasciò a terra, apparentemente morto. Elena gli toccò la giugulare e sbiancò “è morto”
    Un filamento color lapislazzuli uscì dalle sue ali.. Un filamento della sua anima. Qualcuno stava minando la sua anima dall’interno.
    “Ora mi credete?” disse Michela con fare sdegnato.
    Raffaele la guardò imperturbabile e disse “ Chiamate il Quadro. Dobbiamo indire un’altra riunione al più presto”
    Poi l’arcangelo di New York e Michela uscirono ed Elena restò sola. Vide un articoletto che elogiava le lodi dei Winchester e delle loro mogli. Una delle quali era Hesediel, l’arcangelo delle Dominazioni e arcangelo del Purgatorio. La cacciatrice pensò che forse era buono parlare con loro.
    “Elena?”
    “Arrivo Raffaele”
    Era diventata un angelo. Ma era ancora pur sempre una Cacciatrice. E lo sarebbe stata.
    08/Settembre/2026 ore 19,45 Casa Winchester

    Il crepuscolo stava lentamente scomparendo, lasciando spazio a un cielo blu scuro e un uomo stava accanto alla moglie, tenendole la mano e sussurrandole parole confortevoli. Sobbalzò quando qualcuno bussò alla porta.
    “Si è svegliata?”
    Dean Winchester guardò il fratello che si trovava al capezzale della moglie con i figli. Sam sospirò e disse rattristato “No”
    Dean si sedette accanto a lui e cercò di alleggerire la situazione, non trovando lo spirito per fare battute “Sicuramente farà dei bei sogni”
    Sam Winchester fece mezzo sorriso poi il suo cuore sprofondò, vedendo la moglie priva di conoscenza. Aveva affrontato Lucifero all’inferno, aveva affrontato Seymeraza sotto le spoglie della Fenice ed aveva incontrato la morte sotto Sandalphon… Ogni volta che potevano considerarsi mezzi felici, succedeva qualcosa di soprannaturale a interrompere tutto. E che diavolo. E ora che era diventata l’arcangelo a difesa dei mostri del Purgatorio…
    “Cass ha preparato da mangiare” disse Dean cercando di risollevare il morale “Ha preparato un halibut”
    “Un halibut?” disse Sam perplesso “Si è messo a guardare Gordon Ramsay?”
    “Già” disse Dean ghignando “Potrei essere geloso” e poi dicendo serio “Non sopporto di vederti così, stai male. Non mangi da troppo tempo”
    Dean Winchester non riusciva a sopportare che suo fratello si combinasse in quel modo. Sapeva dell’amore speciale che univa lui e Christine, un amore quasi nato per caso, e che era stata la salvezza di Sammy. Era stata un toccasana per lui, così Violet per lui.
    Sam Winchester gli rivolse un sorriso anemico e disse “No non ti preoccupare, sto bene così”
    Poi si rivolse ai suoi figli e disse “ Andate a mangiare voi due”
    Michelle e Nathaniel scossero la testa sconfortati “No papà vogliamo restare qui”
    “Voi dovete mangiare” disse Sam imperioso, assumendo la potenza di Chamuel “Vi dirò quando mamma si risveglia”
    Nathaniel e Michelle guardarono il padre ancora una volta e dopo, presa la mano dello zio Dean, lasciarono la madre e il padre da soli. Una volta solo, Sam scoppiò a piangere. Si era trattenuto a stento di fronte ai suoi figli ma ora poteva sfogarsi liberamente. Era rimasto forte fino a quando non ne aveva più la forza.
    Christine Lilyane Moonshine era sdraiata nel letto di casa con le ali spalancate, in preda alle allucinazioni, come se vivesse un inferno personale. Da quando era svenuta nella spiaggia, non aveva più riavuto conoscenza. Dalle ali stavano uscendo dei filamenti argentati e lei gridava “No perché lo fai?”
    “Il Purgatorio..” disse spalancando gli occhi e ripiombando nel buio.
    Sam non potè fare altro che prendere la mano di sua moglie. Christine Lilyane Moonshine, Hesediel, la Fenice, l’Arcangelo del Purgatorio. Semplicemente una parte della sua vita.
    *
    Intanto che Sam aspettava pazientemente che la sua amata si svegliasse, i figli si unirono a Jensen e Mary che stavano mangiando l’halibut di Cass. Mary si alzò da tavola e abbracciò i due cugini. Michelle la guardò sorridendo e Nathaniel altrettanto. Si sedettero insieme, per un po’ mangiarono in silenzio. Poi..
    “Sono sicuro che la zia uscirà dallo stato di incoscienza” disse Jensen speranzoso.
    “Speriamo” disse Nathaniel in tono cupo “Neanche da Lachesi le cose stanno andando bene”
    La sorella lo guardò e gli chiese con fare indagatore “ Perché cosa succede Nath?”
    Il Nephilim angelico, il prescelto della Moira della Rinascita spalancò le ali nere dietro di sé e disse “Coloro che dobbiamo fare rinascere ci muoiono nelle braccia. Qualcuno sta giocando in modo sporco con il Purgatorio”
    Tra di loro calò un silenzio pesante. E non sapendo quello che dire, continuarono a mangiare. E a sperare che Christine si svegliasse. A volte era tremendamente difficile essere i figli di due arcangeli.
    *
    Intanto che Sam stava con Christine e Nathaniel, Michelle, Jensen e Mary si confortavano a vicenda, Dean, Violet e Cass erano in salone a cercare di evocare Eve, la Signora del Purgatorio, per avere delle spiegazioni riguardo in merito a ciò che stava succedendo. Violet prese dalla credenza un panno di daino e lo diede a Dean. Il cacciatore cominciò a strofinare la canna del fucile, tanto per fare qualcosa. Tanto per avere la mente occupata.
    “Non sopporto di vedere Sammy in questo stato” disse Dean rattristato “Una volta che erano felici..”
    “Già” concordo Violet mesta e poi rivolgendosi a Cass “ Come procede il rituale di comparizione di Eve?”
    “Ho quasi finito” disse Castiel in tono solenne “Dean apri le tende per favore”
    Dean Winchester si alzò e aprì le tende color amaranto, lasciando intravedere la luna che stava sul cielo e facendosi che un raggio di luna colpisse la ciotola di platino che stavano utilizzando. Cass aggiunse delle erbe magiche alla ciotola e ci fu uno strano fenomeno. Un piccolo tornado di fuoco si sviluppò nella stanza e una donna comparve davanti ai loro occhi, spazientita, con le braccia conserte “Ci voleva così tanto a convocarmi?”
    Eve, la Madre di Tutti i Mostri, era comparsa davanti ai loro occhi, sulla groppa di un enorme drago a tre teste. Aveva lunghi capelli neri e occhi color ghiaccio. Le sue braccia erano rigate e sul suo volto c’era la sofferenza. Fissò interessata Violet e poi i suoi occhi si fermarono su Castiel. Il sorriso che si dipinse fu enigmatico.
    “Sai qualcosa su questa storia?” disse Dean bellicoso.
    “Uh Dean mi ero dimenticata quando tu fossi così educato” disse Eve sarcastica, sedendosi su una sedia “Per favore ha lasciato il dizionario per caso?”
    “Eve” disse Violet preoccupata, interrompendo sul nascere la discussione tra suo marito e la Signora del Purgatorio “La mia amica Christine è priva di conoscenza e noi siamo preoccupati per lei”
    Eve non disse nulla per un po’ e poi disse contrita “Qualcuno sta utilizzando le forbici di Nyx, le forbici che Atropos utilizza per uccidere le persone, per minare l’anima del Purgatorio. E Christine ne paga le conseguenze come arcangelo del Purgatorio”
    “Crowley” disse Dean sprezzante “Ci scommetto l’Impala”
    La Signora dei Mostri sbuffò e disse “Può essere anche Lucifero per me, ma non posso permettere che qualcuno utilizzi la forbice di Nyx per fare del male ai miei figli”
    “Che madre premurosa” disse Dean sarcastico “Quindi dovremmo di nuovo essere i prescelti dei regni ultraterreni?”
    “Bè è pur sempre una professione” ridacchiò Eve “Diciamo di sì”
    “Sono pronto a tutto per salvare Chris” disse una voce conosciuta e Sam Winchester fece la sua comparsa in cucina “Dicci cosa dobbiamo fare”
    Eve lo guardò ammirata e poi disse a Castiel “Hai mai sentito parlare di Raphael di New York?”
    Cass non rispose subito e disse storcendo gli occhi “Ne ho sentito parlare”
    Dean lo guardò allibito e disse “Cass sbaglio o è lo stesso Raphael che giocava ad essere Dio?”
    Castiel lo guardò con il suo sguardo color mare in tempesta e scosse la testa “No, è un altro arcangelo, ma non per questo meno crudele di chi conosciamo” poi si rivolse a Eve “ Da quando hanno deciso di creare dei vampiri, si sono scissi da noi”
    “Angeli che creano vampiri?” domandò Dean stupefatto “Ok io ci rinuncio”
    “I vampiri che lo creano escono tutti senza anima e così anche gli Alphas in tutto il mondo” disse Eve preoccupata “L’utilizzo spropositato delle forbici di Nyx sta creando enormi problemi”
    “Forse abbiamo perso un passaggio” dissero Dean e Violet corrugando la fronte “Chi sono gli Alphas?”
    “Gli Alphas sono persone che nascono con poteri speciali mentali” disse Sam “Hanno vari tipi di potere”
    “ E la gente crede erroneamente che siano semplici esseri umani” disse Eve contrita “In realtà sono discendenti del Purgatorio, incarnati in corpi umani”
    “Ok dovremmo collaborare con il caro Raphael e con questi Alphas” ricapitolò Dean arcigno “Ma per fare cosa?”
    Eve prese un candelabro d’ametista e sorrise “Recuperare il mio specchio di lapislazzuli in grado di ripristinare le anime di tutte le persone morte e vanificare l’operato di chi cerca di minare il Purgatorio”
    “Basta chiamare Balthazar allora” disse Dean alzando le spalle.
    “No se lo specchio è rotto in mille pezzi e i loro pezzi sono dispersi” disse Eve spegnendo sul nascere le speranze di Dean “Vi aspetta un lungo viaggio”
    “E che cavolo” disse Dean arrabbiato “Il percorso facile?”
    “Vi annoiereste di sicuro” disse Eve, gettando un’altra occhiata divertita e indagatrice a Violet “Comunque vi consiglio di chiamare Sheeira Kalievra Moonshine per risolvere il problema di Christine”
    “E chi sarebbe?” domandò Sam curioso.
    “La sorella minore” disse Eve “Un angelo ribelle”
    Detto questo scomparve, lasciando più dubbi che risposte. Con una nuova missione da compiere, per la salvaguardia dei tre regni ultraterreni. Eve scosse la testa rabbuiata e poi ritornò nel Purgatorio. Il destino non si deve chiamare. Si deve solo aspettare. Sam risalì in camera e la cercatrice d’angeli prese il cellulare e digitò un numero. Era ora di chiamare Dimitri.
    11/Settembre/2026 ore 6,32 In una villetta privata

    L’odore di salsedine le arrivò alle narici mentre si avvicinava lentamente alla casa color verde marino e la osservava con fare disgustato. Sheeira Moonshine, angelo ribelle dei Vasi di Collera, allargò le ali in vista dell’alba. A differenza della sorella maggiore, lei era bionda, occhi azzurri, più muscolosa e con una propensione a mandare a vaffanculo coloro che osavano farle del male o offenderla. Ma nonostante questo era legata a Christine.Tutto era silenzioso. Tutti dormivano della grossa.
    Lì abitava una persona che l’aveva ferita a morte. E doveva fargliela pagare, in un modo o nell’altro. Con un’occhiata addormentò l’husky che stava a guardia della casa e i gatti che gironzolavano attorno al gazebo. Non le piaceva fare del male agli animali. Con uno scattò aprì la porta e cominciò a camminare silenziosamente, salendo in punta di piedi. Arrivò davanti alla camera della persona che cercava.
    “Sbam”
    “Ma che cavolo” imprecò Sheeira, sbattendo contro il muro “Ma sono finita nella casa dei puffi?”
    Il Vaso di Collera si calò per entrare nella camera della ragazza. Era la classica stanza di una ragazza che amava leggere, divertirsi ed essere amata. Ma aveva combinato uno sgarro e non poteva passarla liscia. Non era Christine che avrebbe perdonato. Si sedette accanto a lei e sussurrò “Spero che dormi bene principessa”
    La ragazza si raggomitolò e continuò a dormire, incurante di tutto. Sheeira scosse la testa, davvero incredula. Stava per alzare la spada per farle vedere tutto il dolore che lei aveva provocato, quando un leggero strattone alle ali le comunicò che Christine era in pericolo di vita. Per un po’ lo ignorò e poi non ce la fece più. Rimise la spada di smeraldo e onice nel fodero “Non ne vale la pena”
    Avrebbe voluto darle una lezione, ma a volte la lezione te la dava la vita. Sheeira chiuse la luce nella stanza e la ragazza nel letto si svegliò, confusa. I suoi occhi castani fissarono il buio e poi si alzò. Non avrebbe mai saputo che un Vaso di Collera le aveva fatto visita durante la mattinata. Non avrebbe mai saputo che doveva essere punita. Continuò a fare le sue mansioni e a non sapere quello che l’indomani le avrebbe riservato.
    “Mi sa tanto che hai un angelo custode da qualche parte” disse Sheeira allargando le ali e librandosi nell’aria del mattino “Oh forse sono io che non voglio farti del male”
    Gettò un petalo di rosa rossa nel mare e si girò a guardare la casa “Addio”
    Poi scomparve per sempre dalla sua vista. Diretta a casa Winchester.
     
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  4. sahany09
     
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    Mia cara Gabrielle, purtroppo devo dirti che non conosco la serie da te nominata e ciò costituirà per me un piccolo handycap che mi renderà più difficile seguire la tua storia, ma, per fortuna, possiedo un buon intuito che mi aiuta quando mi trovo in difficoltà. A parte questo, ti rinnovo i miei eterni complimenti per la tua fiction e ti dico che.....
    fra non molto ritorno. Non strapparti i capelli !!! Fa male. ;)
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Grazie Sahany per i complimenti ^_^
    Bè cercherò di mettercela tutta per farvi capire tutta la mia fanfiction ^_^ Se avete dei dubbi, cercherò di risolverli ^_^ Eh lo sai che io sono una persona complessa e mi piace giocare con vari crossover, diversi tra di loro. Sono fatta così. Spero che il nuovo personaggio, la sorella minore di Christine, ti incuriosisca, la piccola Sheeira Kalievra Moonshine ^_^
    Eh non ti preoccupare per lo strappamento dei capelli..Aspetterò con pazienza il tuo ritorno ^_^
    Mi sono strappata i capelli per tutta l'estate per una cosa che mi ha fatto male al cuore e sinceramente vorrei solo un pò di serenità :unsure:
     
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  6. sahany09
     
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    Mi dispiace che ti sia strappata i capelli per un motivo triste, ma sono felice che non l'abbia fatto per il mio annunciato ritorno.

    A presto. :)
     
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  7. Vivaldi4love
     
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    Interessante, ma devo capirci meglio :)
     
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    Grazie ad entrambe :wub:
     
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    Buon pomeriggio a tutti ^_^
    In occasione della festa degli arcangeli ecco i nuovi capitoli di Stairway to Purgatory, in cui vediamo i protagonisti di Alphas, Violet telefonare a suo fratello Dimitri e Lucifero e Michele che parlano ^_^ Ormai lo avrete sospettato chi è il demone che sta torturando i mostri del Purgatorio..inutile dirlo :shifty: Qualche volta riemergo dall'oltretomba Spero che vi piacciano :pray: :pray: Buona lettura book

    13/Settembre/2026 ore 3,32 del mattino Appartamento privato

    “Dottor Rosen ma c’era proprio bisogno di svegliarci ora?”
    Un uomo dai capelli rasati si stropicciò gli occhi e si stiracchiò le braccia, prendendo al volo una brioche lanciata da una donna dai capelli castano scuro, anch’essa assonnata. Mentre mangiava, guardò il cielo nero trapuntato di stelle e mugugnò qualcosa d’indecifrato. Anche egli era un Alphas e come dono aveva la capacità di saper coordinare mente e i movimenti del corpo. Doveva tutto al dottor Rosen, che lo aveva salvato e lo aveva preso sotto custodia, nonostante fosse stato influenzato dal “Fantasma”, un Alphas in grado di manipolare la mente delle persone. Il dottor Lee Rosen aspettò con pazienza che si vestissero e dopo disse serio “C’è bisogno di tutti gli Alphas”
    “Abbiamo trovato un altro Alphas da catturare?” domandò l’uomo interessato.
    “Forse sì e forse no Cameron” disse il psichiatra enigmatico “Vi aspetto all’ufficio tra 5 ore. È della massima urgenza”
    La donna e l’uomo si guardarono sconcertati e stavano per chiedere altre informazioni, quando la porta d’ingresso si chiuse. Il dottor Lee Rosen non era mai stato così misterioso.
    *
    “Sei sicuro di quello che stai dicendo Bill?” domandò Cameron stupefatto “A me pare così assurdo quello che dici”
    “Se vuoi ti faccio un grafico tridimensionale al pc” disse Bill furibondo, sentendo l’adrenalina scorrere nelle vene e la vena del collo pulsare pericolosamente “Ti ho detto quello che io , il dottor Rosen e Rachel abbiamo visto. Pensavo di aver visto il peggio durante il mio servizio alla Fbi ma in realtà..”
    “Avete proprio visto un angelo?” interruppe un ragazzo di vent’anni entusiasta, battendo le mani “Un vero angelo?”
    “Bè Gary” disse Rachel bilanciando le parole; sapeva che Gary ci sarebbe rimasto male se lo avesse totalmente disilluso “Non sappiamo se era veramente un angelo..”
    “Gli avete visto le ali, quindi era di sicuro un angelo” disse Gary convinto delle sue parole e intanto gesticolava nell’aria.
    Tutti si guardarono negli occhi, incapaci di proferire parola. Gary era un Alphas con problemi autistici, in grado di sintonizzarsi con le onde elettromagnetiche degli apparecchi tecnologici. Il suo dono era la trasduzione. Il ragazzo continuò a muovere le onde elettromagnetiche e si perse nel suo mondo. Una donna dai capelli castano scuro mosse con eleganza i boccoli e disse “Un angelo, ali comprese?” poi si rivolse a Cameron sconcertata “Ti ricordi quell’Alphas che ci aveva fatto credere di essere in Paradiso?”
    “Quello che agiva sulla ghiandola pineale e che ha quasi ucciso i suoi fedeli?” disse Cameron sbuffando “E chi se lo dimentica, stavamo per fare un barbecue casalingo per colpa sua Nina”
    Nina era anch’essa un Alphas con il dono della iperinduzione, ovvero sia la capacità di manipolare a proprio piacimento la mente delle persone. Un po’ come il “Fantasma”, ma con la differenza che era buona lei. E, come Cameron, doveva molto al dottor Lee Rosen.
    “Avete trovato una ragazza crocifissa al muro, molto probabilmente un angelo” aggiunse vedendo che Gary la guardava in modo storto “E un Alphas con le unghie retrattili come i felini che improvvisamente muore sotto i vostri occhi, senza l’anima. Quasi quasi chiamerei i
    Il dottore si tolse le lenti squadrate, si passò la mano sugli occhi e disse preoccupato “Non è ne sono sicuro Nina. Ma sono quasi convinto che..” si fermò incuriosito “Rachel cosa c’è?”
    Rachel aveva come dono la sinestesia, ovverosia la capacità di saper ampliare i propri sensi, con l’unico difetto di ampliarli uno per volta. Vagò in giro per la stanza, odorando e non sentendo minimamente quello che i suoi colleghi stavano dicendo. Un odore dolce, ammaliante le ottenebrava i sensi, facendole ricordare momenti spensierati della sua infanzia. Ma era tecnicamente impossibile…
    “Sento uno strano odore” disse la ragazza spaventata “Sento come odore di mele caramellate”
    “Nina hai per caso portato la torta di ieri sera?” domandò Cameron stupefatto.
    “Veramente no” disse Nina “L’abbiamo lasciata a casa ricordi?”
    “Siete cattivi” disse Gary mettendo il broncio e con le braccia conserte “Non mi avete portato nulla”
    Bill Harper prese la pistola dalla fondina, mise alcune pallottole nel caricatore, e gli tolse la sicura e si guardò intorno guardingo, l’espressione da agente Fbi “State attenti”
    Si mosse intorno al tavolo sospettoso e disse a Rachel “Senti ancora qualcosa di importante?”
    La ragazza si concentrò, ampliando prima l’olfatto poi l’udito, e mormorò sconvolta “No, non sento più niente”
    “Gary mettiti in contatto con la telecamera” disse il dottor Rosen serio “Vedi se riesci a ricavarne qualcosa dai filmati delle registrazioni”
    Il ragazzo si mise a lavoro e le sue mani toccarono le onde elettromagnetiche della telecamera, visionando un centinaio di fotogrammi al secondo. Aggrottò la fronte e disse meravigliato “Io non vedo nulla qui, non c’è ness..”
    Non ebbe nemmeno il tempo di dire alcunchè, che lui e i suoi amici vennero sbattuti da una parte all’altra della stanza, trattenuti da una forza invisibile. Un dolore inaspettato li prese nelle viscere e cominciarono a urlare terrorizzati. Una risata sguaiata e incontrollabile li percosse e sentirono come se qualcuno stesse rompendo con una forbice le loro vene e arterie. Un dolore assurdo e inimmaginabile. Come se qualcuno stesse violando impunemente la loro anima. Poi una voce femminile disse furibonda “Adesso basta, hai superato il limite”
    Gli Alphas crollarono esamini nel pavimento e tutti fissarono una ragazza dai capelli castani e gli occhi azzurri, comparsa all’improvviso, che ricambiava perfida e materna al contempo il loro sguardo. La cosa particolare era che non toccava il pavimento, ma fluttuava con grazia ultraterrena tra strisce di fuoco immateriale. Il dottor Rosen non credeva ai suoi occhi.
    “Buonasera ragazzi”
    La Signora del Purgatorio era lì davanti ai loro occhi.
    15/Settembre/2026 ore 01,43 Capannone privato

    La notte era inoltrata, la luna nascosta dietro una nuvola nera e un rumore sommesso e monotono rompeva la quiete in un capannone industriale, nei pressi di Chicago. Un uomo si girò sorridendo maligno. Il vestito gessato che aveva, in qualche modo contrastava con l’ambiente che lo circondava, contrastava con l’aria di morte e di cattiveria. Era come un pittore che giocava con le sue tele, non tenendo conto di loro. Attorno a lui c’era un mucchio di cadaveri, ogni specie di mostro del Purgatorio. L’odore acre e metallico del sangue ricopriva le particelle di polvere e sudore.
    Una donna licantropo sputò sangue e disse “Non ci tirerai nulla”
    “Davvero?” disse l’uomo alzando lo sguardo “Non sarei così tranquilla cara lupacchiotta”
    “Se tu fossi Cappuccetto Rosso ti mangerei”
    “Che pensiero delizioso” disse il demone mellifluo “Ma non è ora…Dimmi dov’è il Purgatorio?”
    “Vai a quel paese”
    “E dove vorrei andare” disse il demone in tono falsamente meditabondo” Vuoi dirmelo”
    La donna licantropo per tutta risposta gli sputò in faccia e il demone, contrariato ma sorridente, gli ficcò un pugnale d’argento e vide il lampo di vita scomparire dagli occhi. Un leggero terremoto scandì la morte di Licaona, una dei mostri Alphas femminili. Il demone scosse la testa, perché era tutto tremandamente difficile? Voleva un’informazione, per Lucifero!
    “Ho tutta la notte per voi” disse un uomo ridacchiando “Certe notti la macchina è calda e dove ti porta lo decide lei..”
    “Ma che bravo” si congratulò il prigioniero sarcastico “Peccato che le audizioni per X-factor sono appena terminate”
    L’uomo ridacchiò lusingato e cominciò a affilare la lama di un paio di forbici di onice con decorazione di zaffiri e turchesi. Il prigioniero sbarrò gli occhi terrorizzato e sibilò, snudando i canini, ottenendo un suono simile a un gatto arrabbiato. Sapeva che lo aspettava un’altra seduta di tortura. Le forbici di Nyx, le forbici di Atropos. Le forbici che tagliavano il filo di Persefone, e così la vita.
    “Sai mi sento come Indiana Jones”
    “Ma non mi dire” disse il prigioniero tremando di freddo “E cosa vorresti scoprire?”
    Il demone maneggiò con crudeltà le forbici e dopo un minuto le urla del vampiro terrorizzarono le persone nel raggio di cinque isolati. La lama della forbice perforò lo sterno ed arrivò fino al cuore, cercando quella parte luminosa denominata anima. La forbice di Nyx cominciò a raschiarla e il demone disse in tono mellifluo “Dove si trova il Purgatorio?”
    “Fottiti” disse il prigioniero furibondo “Non ti dirò nulla”
    “Pensavo che Eve vi avesse insegnato le buone maniere” disse il demone falsamente meditabondo, guardandolo di sottecchi “E ritenta sarai più fortunato”
    Continuò a penetrare sempre più a fondo con la forbice e il vampiro urlò dal dolore. Nell’oscurità un angelo li stava osservando. E il vampiro cominciò a pregare che qualcuno li salvasse.
    “Eve salvaciii”
    “Oh la mammina cara non verrà di certo” sghignazzò il demone divertito “Che ne dici di sposare la notte?”
    Il vampiro non colse l’occasione dell’ironia e si girò a vedere la sagoma di una ragazza di circa ventotto anni, dai capelli castani e gli occhi bucati. E la tortura continuò.
    “Hesediel aiutaciiiiiii”
    Da lontano un campanile di una chiesa suonò tre volte. E al terzo ritoccò il vampiro morì.
    16/Settembre/2026 ore 4.32 del mattino Casa Winchester

    “Pronto chi parla?”
    La voce di una bimba di 6 anni rispose all’improvviso al telefono, lasciando di stucco la cercatrice d’angeli “Chi siete?”
    “Mi chiamo Violet e sono un’amica di tuo papà” disse Violet un po’ impacciata, non aspettandosi minimamente che rispondesse una bambina “Me lo puoi passare?”
    Un attimo di silenzio…poi la bambina posò la cornetta cominciò a strillare “Papà c’è la zia al telefono” in sottofondo la bambina disse eccitata “Quando la posso conoscere? Quando, quando?”
    “Molto presto tesoro mio” disse il cercatore di demoni sorridendo “Adesso vai, altrimenti domani mattina ronfi sul banco”
    “Io voglio stare con te, papà” insistette la bimba “Posso?”
    “No mia demonietta no” disse Dimitri gentile ma inflessibile “Domani mattina devi essere operativa”
    Per un po’ si sentirono i passi strascinati nel pavimento e alla fine il rumore di una porta chiusa. Violet rimase sconvolta dall’estrema dolcezza di Dimitri. Forse aveva giudicato un po’ troppo quel fratello ancora troppo sconosciuto. Forse era vero che “l’abito non fa il monaco!” Dimitri rimase un po’ a osservare se Rhiannon era andata a dormire, poi con deliberata lentezza prese la cornetta del telefono.
    Violet rimase interdetta per un paio di secondi quando una voce maschile prese il telefono e disse “Dimmi tutto Viole”
    “Hai raccontato a tua figlia che sono sua zia?”
    “Dovevo forse dirgli che eri mia amante?” disse Dimitri sbuffando ironico “So che i nostri rapporti non sono stati tutti rose e cuoricini, ma sei sempre mia sorella”
    “E un cercatore di demoni” interruppe una voce sarcastica.
    “Ciao Dean” disse il cercatore di demoni stanco “Quando ti metterai in testa che sono una persona apposto?”
    “Forse mai” disse Dean sospettoso “Forse perché crei demoni”
    “Ma con i tempi che ci sono, non ci metterei la mano sul fuoco su di loro” disse Dimitri e si sentì un rumore come una sedia spostata. Nel frattempo era arrivato Sam in cucina e stava ascoltando con attenzione. Dean lo guardò, Sam alzò le spalle in modo sconfitto. Nessun segno di miglioramento da parte di Christine, nonostante le cure.
    “Dimitri sai qualcosa a proposito di Sheeira Kalievra Moonshine?”
    Un attimo di silenzio…poi il cercatore di demoni disse incerto “Può darsi, perché?”
    “Perché mia cognata sta per morire brutto figlio di puttana” disse Dean strappando di mano la cornetta del telefono a Violet “E perché il tempo sta correndo”
    “Hesediel si sente male?”
    “Una cura per le orecchie no?” disse Dean perdendo le staffe “Sì Hesediel sta male”
    Il cercatore di demoni si morse il labbro e disse “Quello che so, da cercatore di demoni, che Sheeira Kalievra Moonshine è un angelo ribelle, appartenente alla categoria dei Vasi di Collera..”
    “Questo lo sapevamo anche noi genio” disse Dean “Vogliamo sapere se ci puoi aiutare a rintracciarla”
    “L’ultima volta che ho percepito Sheeira era nei pressi di una casa privata in una cittadina siciliana, a pochi passi dal mare per risolvere una faccenda sospesa” disse Dimitri dubbioso “E adesso…”
    “Adesso?” domandarono Violet, Dean, Sam e Cass all’unisono.
    “Adesso si trova a casa vostra” disse Dimitri serio.
    E in quel momento qualcuno suonò alla porta.
    Tempo imprecisato- Tra il Paradiso e l’Inferno

    “Lucifero”
    Un urlo, un richiamo, un ordine…Il Serafino Caduto si fermò a mezz’aria e disse seccato “No”
    L’arcangelo della giustizia divina si appoggiò sul lembo di una nuvola in quel luogo pieno di fiamme e di nuvole soffici e prese la spada di luce e di diamante, la luce di Dio e disse “Non ho più molta pazienza”
    “Fatti una cura di Valium” disse Lucifero ironico “Fatti curare da Freud”
    Michele fece una giravolta e Lucifero la parò all’altezza della vita, creando scintille di fuoco e solo dopo un po’ Lucifero riuscì a sventare l’attacco del suo fratellino. L’arcangelo non ci riusciva a credere, di solito Lucifero era svelto in attacco. La Grazia lo stava cambiando letteralmente. Stava ritornando a essere il Serafino splendente, colui che aveva portato con fierezza e gentilezza la fiaccola divina. Colui che, all’inizio del mondo, aveva creato il pianeta Venere.
    “Dobbiamo ripristinare l’equilibro” disse Michele senza mezzi termini “Riconsegnami la grazia angelica Lucifero e ritorna a essere quello che sei”
    “Cosa?” strillò Lucifero, spalancando le dodici ali, la potenza di un angelo decaduto che si estendeva oltre i confini dell’anima e del cuore “Che cosa Michele? Ritornare a essere prigioniero?”
    Lucifero lo fissava paonazzo e Michele annuì, una maschera di freddezza nel viso, il ruolo dell’arcangelo in tutti i sensi “Si devi ritornare a essere il cattivo”
    In cuor suo Michele non voleva che Lucifero ritornasse il Signore dell’Inferno, ma era il loro destino e dovevano combattere. Alla fine di tutto il Drago doveva essere sconfitto, anche se significa fare un fraticidio. Anche se significa uccidere una parte della propria vita. Tutto era stato prestabilito. Ma si poteva aggirare il destino?
    “Ancora no” disse Lucifero combattivo “La Pizia mi ha raccontato una cosa”
    “Tu hai fatto la tua parte” disse Michele inflessibile “Non c’era bisogno di scomodare Sibilla”
    “Mi ha raccontato che qualcuno sta uccidendo i mostri del Purgatorio con la forbice di Nyx” disse Lucifero irato, ormai stufo dell’atteggiamento di Michele “E sai bene che più i mostri muoiono, più Hesediel muore”
    Michele sbuffò colpito, alzando le sopracciglia “Devo dire che Hesediel ti ha colpito davvero a fondo” e poi gli disse furioso “Ma cosa succederà quando tu ritornerai a essere cattivo? Io non posso permettere che tu le faccia del male. E lo sai bene”
    A testimonianza di quello che aveva detto, la sua mano si era appoggiata sull’elsa. Nei suoi occhi c’era tutto il potere dell’arcangelo della giustizia. E Michele non era tipo da fare minacce a vuoto. Era troppo radicato il bene in lui. Era l’essenza del Bene.
    Mi-cha-el: Chi come è Dio!”
    Un urlo, un motto che avrebbe sentito molto presto.
    Lucifero non rispose subito e rimase colpito dal fratello. A dispetto di tutto, Michele ci teneva a Hesediel, ma doveva mostrare inflessibilità e imparzialità. Anche lui sapeva che, una volta ritornato al suo ruolo, avrebbe sicuramente fatto del male a Hesediel. Il suo amore era un amore plumbeo, un amore che costringeva e teneva prigionieri. Che rendeva “captivi”. Gli vennero in mente le torture che le aveva affibbiato durante la sua permanenza all’Inferno. A volte il voler troppo bene, rovina il cuore e l’anima.
    “Usare una forbice del Paradiso nei confronti del Purgatorio può creare gravi squilibri tra i due regni, il Purgatorio può impazzire e il Paradiso indebolirsi “disse Lucifero e disse irriverente “Saresti così insensibile da permetterlo?”
    “Ci hanno scambiati le anime per caso?” disse Michele “Ti preferivo prima”
    “Su questa cosa non posso che concordare” disse Lucifero ridacchiando e poi disse serio “Che cosa ne pensi?”
    Michele non rispose subito, guardò i suoi commilitoni, i quali guardarono Lucifero con odio e sospetto, poi a sorpresa ripose la spada nella guaina, suscitando il clamore generale. Un giovane arcangelo si avvicinò timoroso “Signore..”
    Ma Michele lo interruppe con un gesto gentile e fermo della mano destra “Non adesso”
    “D’accordo” concesse Michele “Ma dopo mi ridarai la grazia?”
    “Parola di caporale” disse Lucifero in tono cerimonioso “Vogliamo andare vostra altezza?”
    E insieme l’Arcangelo della giustizia e il Serafino Caduto volarono per il Concilio degli Arcangeli e del Coro Celestiale. Per l’equilibro ultraterreno.
     
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  10. sahany09
     
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    Una buona notizia: conosco la serie Alphas. Ho visto qualche puntata, abbastanza per sapere chi sono ii vari personaggi e il loro poteri.

    La scena finale di questo episodio: :mmm: Michele prova a fidarsi di Lucifero? Oppure, sotto, sotto, c'è la sorpresa?

    In ogni caso, come sempre: bravissima !!!
     
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    Eh chi lo sa Sahany :rolleyes: Con Michele e Lucifero tutto è possibile, non credi?
    Grazie mille per i complimenti, sei sempre molto gentile
     
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  12. sahany09
     
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    CITAZIONE
    Con Michele e Lucifero tutto è possibile, non credi?

    Come minimo. Con quei due, anche l'impossibile è possibile.
    Vediamo cosa inventerai.
    A presto. :)
     
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  13. Vivaldi4love
     
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    io non mi fiderei di Lucy -_- però Micky è sempre splendente :wub:
    Bellissimi capitoletti... Alphas è una bella fiction ma a me ricorda Heroes ma in formato povero, comunque sempre belle idee :)
     
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    Grazie mille Romy :wub: Sono contenta che ti siano piaciuti :kissing:
     
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    Buon pomeriggio a tutti ^_^
    Ecco a voi un nuovo capitolo di Stairway to Purgatory, dove si vedrà la comparsa di Sheeira, la sorella di Christine, una sorella un pò particolare..Io ho fatto del mio meglio e spero che il risultato vi possa piacere..e che possiate apprezzare il mio lavoro :unsure: Spero che vi piaccia :pray: :pray: Non mi resta che augurarvi buona lettura :)

    16/Settembre/2026 ore 5,37 del mattino-Casa Winchester

    Mentre Lucifero e Michele si accingevano ad andare al Concilio degli Arcangeli e del Coro Celestiale per cercare di salvare ancora una volta l’equilibro ultraterreno, a Casa Winchester suonarono un’altra volta. Tutti si guardarono negli occhi, senza sapere cosa fare. Suonarono una terza volta, insistendo, questa volta, anche pesantemente. Un suono lungo e prolungato si propagò nell’aria di casa, come il fischio di un treno. Una figura femminile si stagliava nella luce smorta dell’alba, il sole appena sorto dalle colline, ricoprendo di rosa antico gli alberi del giardino.
    “Qualcuno si degna di aprirmi?” disse una voce seccata, battendo i piedi nella moquette “O devo aspettare che Michele arrivi pattinando?”
    Sam Winchester si alzò e si stava apprestando ad aprire la porta, quando Dean lo fermò sospettoso, con il fucile a canne mozze pronto all’utilizzo “Potrebbe essere una trappola Sammy, non sono sicuro”
    “Dean” una sola parola detta in tono inflessibile “Anche se là fuori ci fosse Lucifero, gli aprirei la porta, se servisse a salvare mia moglie e la madre dei miei figli. Tu non lo faresti per Violet?”
    “Ma non sappiamo nulla di lei” obiettò il fratello maggiore costernato “E so bene quanto tieni a Chris, così come io e Violet”
    “Lo so” disse Sam mesto, contorcendosi nervosamente le mani; un’ombra di stanchezza si stagliò nei suoi occhi chiari, in un mix di essenza angelica e umana al contempo “Ma che alternativa ho?”
    “Non lo so, qualsiasi altra cosa” sbottò Dean arrabbiato e si rivolse a Violet “E tu non dici nulla?”
    La ragazza era rimasta in disparte durante la disputa dei due fratelli e, sentendosi messa in messo, sospirò e cominciò a parlare. Anche per lei la situazione di Christine era complicata e auspicava davvero con tutto il cuore che l’arcangelo si riprendesse al più presto. Da quando si era dichiarata suo arcangelo protettore, Christine era stata colpita la maggior parte delle volte, compresa da lei. Avevano tentato di separarle, di separarsi, ma invano. Prima o poi ritornavano insieme. E comprendeva bene sia il punto di vista sia di suo marito che di suo cognato. Dean la continuò a fissare esterrefatto.
    “Anche io, come Sammy, tenterei di fare questa strada” disse Violet continuando ad assaporare il suo caffè.
    Al piano di sopra, nella camera da letto degli ospiti dormivano raggomitolati i quattro figli Winchester, esausti per avere fatto una notte a sorvegliare la salute di Christine. Era un periodo davvero stressante anche per loro. Nathaniel era anche stato da Lachesi per riportare in vita un intero villaggio nel sud del Mondo. Cass era di sopra a sorvegliare che tutto era apposto. Dean si sedette sconfitto “D’accordo, ma poi non dire che non ti avevo avvertito”
    “Starò attento”
    A quel punto Sam tolse le catene alla porta, disinnescò i meccanismi di difesa contro angeli, demoni e qualsiasi creatura soprannaturale di loro conoscenza, e si trovò di fronte una ragazza di 19 anni, dai capelli biondi a boccoli, gli occhi azzurri che lo guardava in modo arcigno e disinteressato, masticando una chewing gum in modo sfacciato, con le ali che sbattevano in modo impercettibile alla luce del sole, creando dei riflessi particolari. A parte il colore dei capelli e degli occhi, la somiglianza con Christine era notevole. Sembrava che ci fosse uno specchio davanti a sé.
    Un momento di silenzio e poi..
    “Era ora” sbottò la ragazza infastidita “Sei arrivato direttamente dall’Alaska per aprirmi?”
    Sam la squadrò sospettoso e inclinando la testa a sinistra disse ironico “Può darsi”
    “Tu sei Chamuel?” gli domandò in modo spiccio “Riesco a percepire la tua essenza”
    Per un po’ nessuno dei due disse nulla, concentrati come erano a studiarsi l’uno con l’altro. Sheeira assomigliava molto a Christine fisicamente, pur con qualche lieve differenza, ma, dal punto di vista del carattere erano totalmente differenti. L’aura di collera che proveniva da Sheeira era impressionante. Era come osservare lo specchio plumbeo di sua moglie.
    “E tu dovresti essere Sheeira” disse Sam in tono gelido “La sorella di Christine?”
    “Devo dire che mia sorella ha fatto bene a sceglierti” disse Sheeira in tono enigmatico e dopo disse in tono sbrigativo, guardando l’interno della casa “Dov’è mia sorella?”
    “Di sopra” indicò Sam “Ti faccio strada”
    Sheeira entrò con fare elegante e le sue ali cominciarono a fremere senza controllo. Dalla cucina Dean e Violet la osservarono incuriositi, Dean era pronto a fare fuoco in caso di pericolo, ma Sheeira non diede alcun segnale di voler fare casino. Il Vaso di Collera sorrise enigmatica all’indirizzo di Violet, un sorriso che nascondeva molto e forse niente. Un sorriso che scoprì alcuni denti. Salirono in silenzio le scale. Arrivarono alla porta di Christine, ma Sam, tuttavia, non aprì la porta. Sheeira lo guardò, come se avesse sospettato questo gesto. Gli occhi azzurri si illuminarono ironici e si mise con le braccia conserte. Al di là della porta si poteva sentire il respiro affannato e affannoso di Chris. Stava davvero male. Si sentivano alcune voci sovrapporsi l’una sopra l’altra. Era la stessa Christine a dire quelle voci.
    “Dove si trova?”
    “Mai” gridò l’arcangelo in preda agli spasmi “Preferisco morire”
    “Ma come” disse un uomo ridacchiando “Una bella e giovane fanciulla come te.. la parola è come uno stiletto non è vero?”
    “Noooooooooooooooooooooooooooooooo”
    “Oh ma che è peccato” ridacchiò l’uomo “Credo proprio di avere calcato un po’ troppo la mano”
    Poi tutto si fece silenzio. Sheeira guardò Sam in attesa della sua mossa. La mano destra di Sam era appoggiata sulla maniglia della porta.
    “Ti posso assicurare che non farei del male a mia sorella” promise Sheeira in tono sincero “Anche se potessi, non lo potrei fare, sarebbe come strapparmi un’ala”
    “Come mai spunti ora?” disse Sam sospettoso, una mano sulla maniglia e l’altra sull’impugnatura di una spada angelico-demoniaca. Era una spada forgiata direttamente in Purgatorio e da Cassiel in persona. Uccideva indistintamente angeli e demoni. Un solo colpo e di Sheeira non ci sarebbe stata traccia.
    “Perché prima non c’era nessun bisogno di me” disse Sheeira in tono annoiato, corrugando la fronte ad ogni strillo della sorella maggiore “Ma dopo il tuo bacio e quello di Lucifero, bè ha bisogno di qualcuno che compensi la sua parte cattiva. Ed eccomi qui”
    “Intendevo dire, perché ti sei fatta viva adesso?” insistette Sam
    A quelle parole, Sheeira avvampò pesantemente, si rigirò un bracciale di lapislazzuli e agata e disse misteriosa “Non sono affari che ti riguardano”
    “Sono affari che mi riguardano, visto che si tratta della salute di mia moglie e della madre dei miei figli” disse Sam combattivo “E io non mi fido di te”
    Le loro urla attirarono l’attenzione di Dean che prese il fucile a canne mozze e dichiarò bellicoso “Io vado di sopra e vado a sparare a quella stronza”
    “Aspetta” lo fermò Violet “Lascia fare a Sam”
    Dean la guardò e si sedette, cominciando a pulire l’arma e gettando occhiate sospettose al soffitto con il lampadario di ferro battuto.
    “Neanche io caro” disse Sheeira in tono sbrigativo “Ma sono qui esclusivamente per Christine”
    “A te di Christine non te ne importato nulla” rincarò Sam “Se ti fosse importato qualcosa, saresti venuta molto prima”
    “Ah” disse Sheeira in tono mesto “Non pretendere di conoscermi Sam, non lo pretendere”
    Sam si morse il labbro, ancora incerto, poi vedendo l’impazienza negli occhi di Sheeira, il cacciatore aprì lentamente la porta. Con un guizzo degli occhi notò che nel braccialetto c’era un nome a caratteri gotici “Ignitia”
    “Ignitia?” domandò curioso “ Chi è?”
    “Nessuno che ti riguarda” disse Sheeira distogliendo lo sguardo “Posso andare a salvare mia sorella o devo chiedere un permesso speciale?”
    “Colei che spunta dal fuoco” disse Sam traducendo e corrugando la fronte “Chi è? Una ragazza che hai ucciso?”
    Una risata triste e sofferta provenne dalla bocca di Sheeira, un suono straziante “No, se mai è lei che mi ha ucciso il cuore e la mia dignità” poi disse spazientita “Posso entrare ora o devo fare un altro test della personalità?”
    Sam aprì la porta e Sheeira si precipitò al capezzale della sorella maggiore. Per un po’ rimase lì a fissarla, Christine con la faccia affondata sul cuscino, le piume delle sette ali che perdevano consistenza e fremevano debolmente, il corpo dell’arcangelo scosso da tremori e convulsioni varie. Dei fili d’argento si dipanavano dalle sue ali, i mostri del Purgatorio uccisi senza alcun rispetto, e lei, come arcangelo del Purgatorio, si prendeva tutti i dolori. Un rivolo d’acqua salmastra scendeva dai fianchi, lungo le gambe, graffiando la pelle. Il simbolo che le sirene stavano morendo. Nelle mani unghie retrattili si agitavano, si spezzavano e si conficcavano di nuovo con forza nella pelle. Sam era frustato da questa situazione. Sua moglie era combinata davvero male. Il cacciatore vide l’espressione di Sheeira, ma non seppe decifrarla. Sembrava frustata, furibonda e triste al contempo. L’angelo ribelle prese la mano della sorella e chiuse gli occhi, auscultando il respiro del cuore e quello della grazia. Poi si rivolse a Sam in tono solenne “Sono arrivata giusto in tempo”
    “Puoi aiutarla?”
    “Certo” disse Sheeira in tono sicuro.
    Poi cominciò a spalancare le sue cinque ali e dal mezzo uscì una piuma color nero inchiostro. La piuma galleggiò per un po’ e dopo si arrestò a mezz’aria. Sheeira la maneggiò con cura e dopo la tramutò in una fiammella color argento. Con un abile movimento della mano la posizionò vicino al cuore di Christine e si allontanò.
    Per un po’ non successe nulla, poi l’arcangelo della giustizia e della misericordia cominciò a girarsi nel letto e cominciò a ridere, in un modo che a Sam fece gelare il sangue nelle vene. Non sembrava neanche lei. Gli occhi da castani erano diventati nero gaietto e la sua voce proclamava vendetta assoluta “Io squarterò tutti coloro che oseranno fare loro del male”
    Nelle sue mani comparve un pugnale d’ametista. Alzò il braccio destro vicino al viso, come se fosse in procinto di pugnalare qualcuno. Non era più Hesediel.
    “Che cosa hai fatto?” disse Sam arrabbiato
    Sheeira non si fece impressionare e disse in tono solenne “ Una tua piuma Sam”
    Sam la fissò accigliato ma dopo spalancò le ali e prese una sua piuma bronzea. La piuma fluttuò tra di loro, materia d’essenza arcangelica che, non appena toccò la mano di Sam, si tramutò in un rivolo di acqua sorgiva. La potenza Fece come aveva fatto Sheeira e posizionò il rivolo d’acqua sorgiva accanto alla fiammella. Le due essenze si combinarono insieme, in un mix di bene e d’odio, e per un po’ non successe nulla. Poi Christine sollevò la testa di scatto, gli occhi che si muovevano velocemente, la bocca si spalancò, rilevando i canini della Lince, preda dello scontro tra il bene e il male. Poi pian piano gli occhi da neri divennero marroni. Il marrone di Hesediel. Sam sorrise sollevato.
    “Io proteggerò il Purgatorio e il Paradiso con la mia vita” mormorò e poi cadde di nuovo in un sonno profondo. Ma almeno il respiro era regolare. Le ali si acquietarono e le ferite ricominciarono a rimarginarsi, lasciando poco più che lievi cicatrici.
    “Adesso Chris è salva” disse Sheeira in tono fermo “Il mio lavoro è finito”
    Sam la guardò sconcertato, mentre Sheeira ritirava le ali sulla schiena “Come te ne vai via?”
    “Ho fatto quello che dovevo fare” disse Sheeira “Più di questo non posso fare”
    Sheeira guardò per un attimo la sorella maggiore e sul suo volto comparve un sorriso di sollievo. Christine adesso era rannicchiata su un fianco e dormiva dalla grossa. Era molto cucciolosa. Finalmente un sorriso si dipingeva sul suo volto. Ma fino a quando tutto questo sarebbe durato?
    “Te ne vai un’altra volta” disse Sam esterrefatto “Non ti importa..”
    “Mi importa di mia sorella” disse Sheeira arrabbiata “Ma ha la sua famiglia e io non sono nessuno”
    Poi un mugolio confuso distrasse il cacciatore e con gioia notò che la moglie si stava riprendendo. L’arcangelo si alzò sui cuscini e guardò tutto in modo confuso.
    “Sam” disse Christine aprendo gli occhi “Sei qui?”
    Sam guardò meravigliato e dopo si precipitò dalla moglie e sorrise “Amore sono qui”
    “Mi potresti dare un bicchiere d’acqua?” domandò Christine in tono affannato “Ho sete”
    “Certo” disse Sam in tono gentile, facendo materializzare un bicchiere d’acqua “Tieni”
    L’arcangelo della giustizia e della misericordia prese il bicchiere con mani malferme e cominciò a sbrodolarsela addosso “Che cosa mi è successo?”
    “Eravamo nella spiaggia insieme ai bambini quando sei improvvisamente svenuta” disse Sam “Tu cosa ti ricordi?”
    Per un po’ l’arcangelo non disse nulla, chiudendo gli occhi, come se tutto l’arredamento della stanza fosse il set di un film dell’orrore “Dolore, dolore e dolore Sam”
    Sam le prese la mano e per un po’ non si dissero nulla. L’arcangelo della giustizia e della misericordia si alzò un po’ di più nel letto e disse stranita “Come hai fatto a farmi uscire dalla mia situazione?”
    “Mi ha aiutato tua sorella”
    “Mia sorella?” domandò Christine stupefatta e poi un lampo di comprensione “Sheeira!”
    La giovane donna bionda sorrise e a quelle parole il Vaso di Collera si avvicinò e disse “Noto con estremo orrore che sei ancora viva”. Ma nonostante le brutte parole, i suoi occhi esprimevano gioia e sollievo. Sam guardò le due sorelle, così simili nell’aspetto e dissimili nel carattere, scontrarsi. Sembravano l’una lo specchio luminoso e plumbeo dell’altra. Christine si alzò dal letto e si avvicinò a Sheeira.
    “Sei sempre la solita stronza”
    “E tu la solita pappamolle” disse Sheeira ridacchiando “Ti ci voleva un po’ d’inferno nelle vene”
    Un attimo di silenzio e dopo le due sorelle si abbracciarono, il bene e il male, e Christine disse stupefatta “Ma non eri morta?”
    “Ti sembro morta scusa?” disse Sheeira vagamente offesa “Hai un opinione molto bassa di me sorella”
    “Ti ho visto morire” ribattè Christine cocciuta.
    Sheeira a quelle parole corrugò la fronte e spiegò “Sì, ero morta ma poi qualcuno mi ha riportato in vita. Chiamalo Dio o come cavolo vuoi, ma ha ritenuto che fossi importante”
    “Porti il bracciale?”
    “Sempre e comunque” disse Sheeira in tono amaro “Mi ricorda l’errore”
    “Come fai ad amare una persona che ti ha pugnalato al cuore e ti ha infiammato con il veleno delle anime? Come fai ad amarla?” domandò Christine sconcertata.
    Sheeira sospirò e un sorriso rassegnato si dipinse sul suo volto “E tu perché stai nella stessa casa con la persona che ti ha gettato più e più volte all’inferno?”
    Christine sorrise “Colpita e affondata”
    “Le avrei strappato il cuore se si fosse azzardata a pugnalarmi, specie se ero incinta” sussurrò Sheeira furibonda “Hai rischiato grosso con lei”
    Hesediel prese la sua collana d’ametista e la tormentò, poi scosse la testa e disse “Non la conosci”
    “Può darsi” disse Sheeira accomodante “Può darsi”
    Da lontano un uccello cantò e la stanza si illuminò di un bagliore arancione. Era arrivato il tramonto. Sam le guardò ancora e poi si rivolse a Sheeira “Hai intenzione di andartene via?”
    Sheeira ridacchiò “Penso proprio di no. Non ho mai visto mia sorella così interessante”
    E in quel momento entrarono Cass e i bambini che si precipitarono da Hesediel, che li abbracciò calorosamente. Per un po’ nessun parlò, concentrati come erano nell’ammirare un arcangelo, o meglio un madre con i propri figli.

     
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