Stairway to Purgatory-Lo specchio di lapislazzuli di Eve

Ennesimo esperimento strambo

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  1. sahany09
     
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    Che tipa Sheeira !!! Però, in fondo, è brava.
    E anche tu lo sei, come sempre. :)
     
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  2. Vivaldi4love
     
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    ah però mi ero persa qualche avvenimento! Brava!!!
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Grazie Sahany e Romy :wub: Siete sempre molto gentili :wub:
    Buon pomeriggio a tutti,
    con un ritardo abissale, sono riemersa dall'oltretomba come Persefone quando riceve il lasciapassare da Ade, ecco a voi un altro capitolo, dove compaiono gli Alphas..è un capitolo di transizione in vista di nuove emozioni :unsure: La storia si sta sviluppando pian piano e io sto camminando con essa...E spero che vi piaccia :) Non so se sarà all'altezza delle altre ff ma per quanto vale io ce la sto mettendo tutta :unsure: Buona lettura o almeno lo spero :pray: :pray:

    17/Settembre/2026 Sede centrale degli Alphas ore 7,45 del mattino


    “Non è possibile”
    Il dottor Rosen non credeva ai propri occhi. Tutto questo andava oltre a tutto quello in cui aveva sempre creduto. La Signora del Purgatorio era proprio lì davanti ai propri occhi. Pensava che fosse una sorta di leggenda, una favola da raccontare ai bambini…E invece..
    “Non sono un’allucinazione dottor Rosen, non svanisco con un battito di ciglia” disse Eve un po’ spazientita e guardando la stanza con vivo interesse “Devo dire che avete proprio gusto nell’arredamento “ prese un vaso di cristallo valutandone la forma “Murano? Devo dire che i Veneti ci sanno fare con la sabbia”
    Poi con un leggiadro movimento fece cadere il vaso e dalle schegge comparirono delle farfalle dalle ali di fuoco. I magnifici insetti volteggiarono un po’ per la stanza, lasciando solo un vago sentore di fumo e di esperienze primaverili. E anche una vaga essenza del supernaturale.
    Per un po’ osservarono la strana ragazza, spuntata fuori dal nulla, aggirarsi per la stanza e valutare attentamente ogni singola cosa. Aveva troppa grazia e troppa sicurezza di sé per essere una semplice umana. Non appoggiava i piedi per terra ma fluttuava, quasi il suo corpo fosse immateriale. Non era una creatura di questo mondo. Lo si vedeva dal modo in cui si comportava. Non sapevano se fidarsi di lei oppure no. Bill lanciò un’occhiata di avvertimento a Cameron, il quale, con il linguaggio dei segni lo avvertì “Non lo fare”
    L’agente dell’Fbi disse, sempre con il linguaggio dei segni, sospettoso “Non sappiamo chi è. Non sappiamo se ci possiamo fidare di lei”
    Per un po’ nessuno disse nulla e il dottor Rosen notò che Eve aveva alzato gli occhi al Cielo e sembrava quasi divertita di quello che stava succedendo. Era davvero singolare. Bill aveva appena messo la mano nella fondina che racchiudeva la sua pistola calibro 38 e mezzo. Fece scattare la sicura e si stava apprestando a sparare, se solo Eve ne avesse dato motivo.
    Eve rimase in silenzio, la testa metà alzata al soffitto, come di un predatore che fiutava la preda…Poi
    “Se fossi in te poserei quell’arma” disse Eve con fare serafico “Non sono venuta per farvi del male. Sono qui per chiedere il vostro aiuto”
    Bill non credette alle proprie orecchie. Come aveva fatto a sentire che aveva preso la pistola dalla fondina? Perfino Rachel non aveva sentito nulla. E lei aveva il dono della sinestesia. Chi meglio di lei poteva sentire quello che stava accadendo? Tutti si guardarono smarriti. Gary sussurrò “Cavoli, è davvero forte” Eve fece un sorrisetto di trionfo. L’agente Fbi era sempre più esterrefatto. Quella Eve era davvero singolare.
    “Bill” disse Eve sorridendo, rendendo la voce più flautata “Posa quell’arma, io non sono una vostra nemica”
    Come se si fosse attivato un impulso, Bill posò la pistola nella fondina e sbattè gli occhi. Eve si appoggiò a una sedia e guardò tutti con un misto di curiosità e severità, mettendo le gambe incrociate. L’aura che emanava in quel mentre era qualcosa di impressionante. Per un po’ nessuno parlò poi..
    “Ragazzi lei è Eve” disse il dottor Rosen un po’ emozionato “Lei è..”
    “La Signora del Purgatorio” concluse Nina corrugando la fronte “La madre di tutti i mostri”
    “Vedo che ti sei informata” disse Eve, guardandosi le unghie feline e Nina non seppe capire se fosse ammirata o seccata da quell’informazione “Sono davvero colpita” poi disse “Ma preferirei che non si chiamassero mostri. Ho conosciuto umani che in quanto a bastardaggine, bè non sono secondi ai miei figli”
    “Allora esistono davvero?” domandò Gary meravigliato “I draghi, le sirene?..”
    Eve sorrise materna, facendo illuminare di felicità il ragazzo “Certo caro” poi guardò tutti gli Alphas e confessò “Anche voi siete del Purgatorio”
    A quella rivelazione calò un’atmosfera glaciale. Bill disse incredulo, sbuffando “Certo come no. Ci manca solo di sapere che Babbo Natale è il figlio della Befana e possiamo ritenerci soddisfatti”
    “Potrei confermarti che è la pura verità” disse Eve in tono pacifico, come se stesse tranquillamente parlando del tempo fuori “E sapeste le litigate che si fanno…Poveri elfi del Natale che li sopportano”
    “Oh poveri noi” disse Rachel e non facendosi vedere da Eve, mimò il gesto di dire che era una pazza.
    “Rachel io non solo ci sento ma ci vedo perfettamente” disse Eve “Non scambiare la mia dolcezza e la mia comprensione per stupidità”
    A quelle parole l’Alpha spalancò la bocca meravigliata e non replicò.
    “Noi del Purgatorio?” disse Cameron stupefatto “Mi sa che lì in Purgatorio vi manca una rotella”
    “Puoi anche non credermi Cameron” disse Eve accondiscendente “Puoi anche screditarmi ma non cambierà il succo della questione. Voi siete del Purgatorio”
    “Siamo solo dotati di geni particolari che ci rendono, sì diversi dagli altri, ma questo non significa che siamo di un’altra specie o addirittura di un altro regno” disse Bill ragionando “Tutta semplice scienza umana, niente di complicato. Cose che si possano semplicemente spiegare con analisi in laboratorio. Non siamo creature del soprannaturale come dici tu”
    “Bill” esclamò il dottor Rosen imbarazzato.
    A quelle parole Eve si arrabbiò e disse furibonda, con gli occhi divenuti improvvisamente dorati e i capelli neri svolazzanti, sulla schiena si aprirono due ali di drago con un’estensione di quattro metri per ala “Esseri umani. Lo sapevo che stare qui, avrebbe imbastardito la nostra razza. Voi che, anche con il soprannaturale a un palmo di naso, a cinque millimetri dalla vostra faccia, dite che c’è una spiegazione ragionevole, che tutto si possa spiegare con la vostra beneamata scienza. L’arcobaleno? Solo goccioline d’acqua dove la luce si riflette. Voi che, dite ai mostri di essere schifosi, quando, invece, siete schifosi voi. Non c’è mai niente di semplice nella vita, è un’immensa incognita nella vita.”
    “Non avrei mai pensato che se la prendesse così tanto” disse Cameron sottovoce
    “Già” concordò Rachel, guardando la Signora del Purgatorio “Sembra molto convinta di quello che va a dire”
    Tutti gli Alphas si misero a guardare la diatriba tra Bill e Eve. Sembrava che nessuno dei due volesse dare spazio all’altro. Erano entrambi irremovibili. Erano entrambi testardi. Sarebbe stato un bello scontro.
    “Ma che prove che ci sono?” disse Bill dubbioso “Io non credo a una che spunta fuori dal nulla”
    “Ma certo” acconsentì Eve, mettendo le mani avanti e nei suoi occhi brillò una luce particolare, una luce terribile “Mi sembra più che giusto. D’altronde hai perfettamente ragione, sono solo una che è spuntata fuori dal nulla” poi diede una stoccata finale “Ma sarai davvero coraggioso come dici di essere?”
    Bill disse altezzoso, alzando le spalle e guardandola con aria di sfida “Certo sorella”
    “Come vuoi tu amore” concesse Eve “Ma non dire che non ti avevo avvertito”
    Bill prese la pistola, la fece scattare, mise tre pallottole nel caricatore, mise la sicura e la fissò con uno sguardo di sfida e di consapevolezza di quello che stava succedendo. Non sarebbe stata quella ragazzina a fermarlo. Purgatorio, ma che sciocchezze. Nessuno degli Alphas si arrischiò di parlare o di gesticolare, bè a parte Gary, intento a controllare le frequenze elettromagnetiche del circondario. L’atmosfera sembra quella di un duello western. L’agente dell’Fbi era curioso di sapere che cosa avrebbe fatto Eve.
    “Bill sta attento” lo avvertì il dottor Rosen cauto “Eve non è come tutte le altre”
    “Ho affrontato numerose cose nella mia carriera da agente” disse Bill un po’ baldanzoso “Non sarà questa una ragazzina a farmi paura”
    “Che galante” disse Eve in tono sarcastico “Ti ringrazio per avermi dato della ragazzina. E poi dicono che i cavalieri di un tempo non esistono più. Dovrei dirlo a una certa mia amica”
    “Vuoi combattere o vuoi restare qui a fare salotto?” disse Bill un po’ seccato.
    “Volevo dare la giusta atmosfera” disse Eve “Ma si vede che sei un uomo che dà molto peso alle cose d’azioni. Ammirevole, direi”
    La ragazza si alzò dalla prova e cominciò a danzare, creando delle onde elettromagnetiche, di ectoplasma, di sensazioni e di fuoco e le combinò insieme. Nella stanza si scatenò un piccolo terremoto e al centro del pavimento si formò un portale dimensionale, dove si poteva vedere fiamme e vegetazione combinate insieme. Il Purgatorio. Un luogo molto diverso dal Paradiso e dall’Inferno, in quanto combinava in un solo frangente la quintessenza dei due regni. Il regno dove i mostri cacciavano solo per sopravvivere, senza badare alla bontà o la malvagità dello spirito. Ne uscì un uomo dalle corna in fronte e molto muscoloso che fissava arcigno Bill. Spalancò la bocca e si vide una chiostra di denti aguzzi, neri. Era il Minotauro del Labirinto di Minosse. Quando la mitologia incontrava la realtà…
    Il Minotauro fissò con fare arcigno e divertito Bill e disse “Per le tette di Pasifae. Umano, i miei saluti”
    “Cosa hai intenzione di fare Eve?” domandò il dottor Rosen teso.
    Intanto Bill non diceva nulla, totalmente concentrato su quello che stava accadendo. Il Minotauro lo guardava con fare sardonico. Sembrava molto sicuro della sua forza.
    “La prova è questa” disse Eve in tono calmo “Se non riuscirai a sconfiggerlo, allora non sei del Purgatorio” poi disse divertita “Quella non ti serve, si gioca ad armi pari”
    “Certo come no” commentò Cameron sarcastico “Vorrei proprio vederli combattere ad armi pari”
    E con un gesto leggiadro gli tolse la pistola dalle mani e tolse le pallottole dal caricatore. Poi li guardò curiosa e disse “Potete incominciare”
    E mimò il gesto di sventolare una bandiera.
    L’uomo toro cominciò a muggire e a caricare. Bill lo schivò, facendo una finta a destra e gli diede una gomitata in mezzo alla colonna vertebrale. Un mugolio da parte della strana creatura e quest’ultima si girò con uno scatto inumano. Con una mano afferrò il collo di Bill e lo sollevò da terra, facendogli mancare l’aria. La faccia di Bill stava diventando cianotica, a causa della mancanza di ossigeno. Bill scalciò con i piedi, nel tentativo di dare un calcio al basso ventre. Ma la presa era ferrea.
    “Non fai più il gradasso, non è vero?” lo stuzzicò il Minotauro “Non parli più?”
    “Lasciami stronzo” disse Bill con voce strozzata “Lasciami..”
    “Non ti ho sentito” lo schernì il Minotauro “Come si dice?”
    “Lasciami..”
    E intanto la sua voce diminuiva di intensità, ogni minuto che passava, facendo perdere il poco colore che aveva in faccia…
    “Basta Eve” disse il dottor Rosen preoccupato “Penso che Bill abbia dimostrato tutto”
    “Aspetta” disse Eve “Non avere fretta di concludere lo spettacolo. Il meglio deve ancora arrivare”
    Tutti gli Alphas stavano guardando, impotenti, il cambiamento nella faccia di Bill e Rachel strillò arrabbiata, incapace di trattenersi “Ci dici che non sei nostra nemica e poi…?”
    “Allora aveva ragione la Speranza a uscire dopo” disse Eve scuotendo la testa incredulo “Credete in più nelle disgrazie che nei veri miracoli”
    “Se Bill viene ucciso, non sei più mia amica” disse Gary, continuando il suo lavoro di sorveglianza “No, non sei più mia amica”
    “Guarda mio piccolo discendente” disse Eve in tono materno “Credo che noi saremo amici per un bel pò’”
    E a un certo punto videro Bill animarsi di una nuova forza. Un’aura color zaffiro lo circonfuse. Muovendosi con le gambe, diede un calcio e si ritrovò una strana arma addosso. Era una spada d’argento, con l’elsa in rubino e granato rosso, con la punta fatta d’osso. Un osso di drago per l’esattezza. Il mostro ruggì arrabbiato, Bill le diede un calcio potentissimo, tanto che la creatura cominciò a sputare sangue. Era sangue nero con qualche pagliuzza blu chiaro. Sangue del Purgatorio. Il Minotauro si rialzò da terra, ansimando, guardando Bill furibondo ma con un rispetto profondo che l’agente non si sarebbe aspettato “I miei rispetti, umano”. Cominciò a correre, lo prese per la gamba sinistra, lo fece stare a mezz’aria ma ormai l’agente dell’Fbi era pronto. Fletté il busto in avanti, toccò le spalle del mostro e gli diede una testata fortissima. La craniata gli dette un vantaggio enorme. Il Minotauro lasciò la presa, disorientato e Bill stava per caricare il colpo finale con la spada d’ossa quando Eve interruppe tutto “Puoi andare Minotauro”
    I due contendenti guardarono straniti Eve.
    “Sicura mia signora?” domandò il Minotauro con il fiatone “Posso sconfiggerlo se voglio e dimostrargli che noi del Purgatorio valiamo”
    “Come la Garnier” commentò Nina ironica.
    “Certo” disse Eve in tono solenne “Siete già pochi”
    Il Minotauro guardò ancora una volta stupefatto la sua Signora e Creatrice e poi, con un inchino che denotava il più assoluto rispetto e devozione, si liquefece in una poltiglia nera che si introdusse nelle scanalature del pavimento per poi scomparire. Come se non fosse mai esistito. Gli Alphas erano sempre più stupefatti, il primo di tutti era Bill.
    Eve lo guardò con un misto di sufficienza e allegria “Ho chiarito i tuoi dubbi mio cavaliere?”
    “Ma come?” disse Bill confuso, guardando la magnifica e terribile arma che teneva “Come ho fatto..?”
    “L’arma che tieni si chiama Eracleum Gladius” disse Eve in tono solenne “Solo un appartenente al regno del Purgatorio può farla materializzare dal nulla”
    “E chi mi dice che non sei stata tu?” disse Bill in tono sospettoso “Chi mi dice che non hai fatto qualche tua stramba magia?”
    Eve storse un po’ la bocca e disse un po’ spazientita “Perché non sono io la discendente in linea diretta con Eracle” a quella rivelazione Bill non trovò le parole e la Signora del Purgatorio ne approfittò “Pensavi davvero che la tua forza derivasse dal nulla?”
    Bill non seppe cosa dire e si accasciò nella sedia, ancora sconvolto dalla rivelazione. Nina, muovendosi con eleganza, disse pragmatica “Quindi ognuno di noi ha un discendente del Purgatorio?”
    “Chi di più e chi meno” disse Eve in tono vago e spensierato “Ma sì”
    Ma interruppe i desideri di Nina “Ma non ho tempo per fare un’altra prova. Ho bisogno del vostro aiuto per salvare il Purgatorio. Il tempo sta scorrendo troppo in fretta e l’equilibro si sgretola, ogni secondo che passa. E io non posso assolutamente farlo”
    “Come possiamo aiutarvi?” disse Cameron interessato.
    “Oh adesso si ragiona” esclamò Eve e continuando “Mi è giunta voce che abbiate trovato un Alphas felino e un angelo crocifisso al muro. Bè quello che avete visto è stato dovuto all’uso improvviso e sbagliato della forbice di Nyx”
    “Esistono gli angeli” disse Gary in tono estasiato “Esistono gli angeli. Lo sapevo, lo sapevo”
    “Bravo hai avuto ragione” disse Nina accondiscendente.
    “La forbice di Nyx” disse Rachel curiosa “Cos’è?”
    “Un altro modo per chiamare l’arma di Atropo, una delle Moire della mitologia greca” intervenne il dottor Rosen “La leggenda vuole che Nyx, la Dea della Notte, la donò a Atropo il giorno stesso della sua nascita e la decretò come Moira della Morte. La forbice di Nyx viene, altrimenti, nota come Aletheia Gladia, la Spada della Verità, perché nel momento della morte tutta la verità viene a galla”
    “Forse sto sognando tutto” disse Bill scuotendo la testa “Ci mancava questa cosa”
    “Questa forbice o spada” disse Eve imperturbabile, ignorando lo scetticismo di Bill “Ha il potere di uccidere le anime di qualunque essere vivente, compresi i mostri e sta causando diversi problemi all’interno del mondo ultraterreno. E io non posso permetterlo”
    “Che madre premurosa” disse Bill ancora scettico, stando attento a non farsi sentire da Eve “Sono quasi commosso”
    “Più sussurri, più il vento mi porterà il tuo messaggio” disse Eve piccata “Stai attento Bill”
    “Ma non sappiamo nulla sul soprannaturale” disse Cameron realista
    Eve cominciò a ridere e lo guardò di sottecchi “Non penserai mica che vi lascio andare così? Sarete accompagnati. Non mando i miei discendenti da soli”
    “Da chi?” domandò Nina in tono pungente “Da qualche altro dei tuoi mostri?”
    “Li conoscete i Winchester?” domandò Eve, ignorando il tono pungente dell’Alpha.
    “Sam e Dean Winchester?” domandò Gary in tono eccitato, muovendo le mani a destra e a manca alla ricerca di un ipotetico segnale elettromagnetico “Quei due? Forte”
    “E chi sarebbero, scusa?” domandò Cameron corrugando la fronte “Scommetto che sono quattro scapestrati che..”
    “Oh sono gli Indiana Jones del soprannaturale” disse Gary contento, mentre una luce di contentezza gli brillavano negli occhi “Insieme alle mogli..”
    “Ok abbiamo capito” disse Nina in tono gentile “Grazie mille Gary per la spiegazione” e poi disse in tono spiccio rivolta a Eve “Che cosa dobbiamo fare?”
    Eve intrecciò le dita e disse “Dovete ripristinare il mio specchio di lapislazzuli e fare in modo che si che le anime distrutte, possano altresì ricostituirsi. Una delle mogli dei fratelli Winchester si chiama Christine Lilyane Moonshine ed è l’arcangelo del Purgatorio e l’arcangelo delle Dominazioni Hesediel. La completa distruzione delle anime potrebbe comportare la sua morte”
    “Dove si trova?” domandò il dottor Rosen, riprendendo la parola dopo un sacco di tempo “ Non posso lasciare i miei Alpha in giro”
    “Lee, Lee” disse Eve scuotendo la testa “Credi davvero che lascerei che qualcuno li possa fare del male?”
    E a quelle parole Eve batté le mani e un mostro diverso cominciò a materializzarsi accanto a ciascun Alpha. Una sirena guerriera comparve a fianco di Rachel, un elfo vampiro a fianco di Nina, una Ondina a fianco di Gary, una fata felina a fianco di Cameron e un’Amadriade a fianco di Bill.
    “Saranno le loro guardie del corpo” disse Eve liquidando la questione “Solo voi e gli altri prescelti potranno vederli. Mi aspetto grandi cose da voi”
    “Aspetta” disse il dottor Rosen.
    “Se mi vuoi chiedere se so come finirà la questione” disse Eve, anticipando la domanda “Non posso dirti nulla, Lee. Spero solo che siano all’altezza delle aspettative”
    “No” disse Lee sconfortato “Come faranno a incontrare i fratelli Winchester?”
    “Una sorpresa non è una sorpresa, se ne sveli ogni sua componente” disse Eve in tono enigmatico.
    Poi svanì in un turbine di fuoco nero ed ectoplasma. Tutto avrebbe potuto essere un sogno, se non fosse stato dannatamente reale.
    “Benissimo, alla ricerca di uno specchio magico, senza nemmeno una mappa del tesoro” disse Bill sconfortato “Io vado a bere”
    Nessuno osò controbattere. A volte anche i miracoli hanno bisogno di incentivi.


     
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  4. sahany09
     
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    Wow!! Sempre più incredibile, nel senso positivo del termine !!

    Gli Alphas ci stanno, essendo dotati tutti di qualche potere. I Winchester, gli "Indiana Jones" del soprannaturale !! Definizione azzeccata e simpatica.

    CITAZIONE
    Gabrielle.
    La storia si sta sviluppando pian piano e io sto camminando con essa...E spero che vi piaccia Non so se sarà all'altezza delle altre ff ma per quanto vale io ce la sto mettendo tutta

    Non fare paragoni. :) E' inutile. Ogni storia che ciascuno di noi scrive è diversa dalle altre e ha caratteristiche sue proprie. Continua a scrivere ciò che ti va di scrivere. Noi leggiamo, vero ragazzi? ;)
     
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    Grazie mille Sahany ^_^ Sempre molto gentile :wub: Eh sì ogni storia è unica a se e spero di saperla valorizzare al meglio :unsure: Buon pomeriggio a tutti,
    oggi un nuovo capitolo della ff..qui abbiamo una digressione sui personaggi della saga "Guild Hunter" della bravissima Nalini Singh, a cui vanno tutti i miei complimenti ^_^ Come potete vedere tra Elena e Michaela non corre buon sangue.. Pian piano tutti i fili della storia verranno dipanati ^_^ E ognuno avrà il proprio ruolo. Sto seguendo la storia pian piano e sto crescendo anche con essa ^_^ Il mio è un umile collage, un ipotesi su come vari telefilm e questa saga possano cooperare insieme ^_^ Spero che vi piaccia :pray: :pray:


    18/Settembre/2026 ore 12,35 Sala Rubino-Convegni-Rifugio degli Angeli


    “La situazione è più disperata di quanto potevamo immaginare”
    La voce dell’arcangelessa Michaela si fece sempre più grave, mentre illustrava ai suoi colleghi i grafici con le morti dei vampiri e degli angeli. Nell’ultimo periodo c’era stato un incremento della mortalità angelica e vampiresca, tanto che era stato necessario sollecitare la nascita di nuovi bambini angeli. Erano sì una razza potente, che godevano dell’immortalità, un’immortalità pagata a caro prezzo, e certamente non potevano permettersi di scomparire totalmente. Il Quadro, gli arcangeli più potenti, si trovavano in un’enorme sala, al terzo piano del Rifugio degli Angeli, situata a est, con un enorme vista su una catena di montagne, a cercare una soluzione al loro problema. La sala era decorata con autentica maestria e il nome Sala Rubino derivava dal magnifico lampadario attaccato al soffitto. Tutti valutarono le proposte di Michaela, quando Elena disse sbuffando “Tutto quello che dici è lodevole. Ma puoi evitare di fare questo tono triste perché ti fa sembrare..” e qui assunse un tono falsamente meditabondo “Patetica”
    Una lama di un elemento più duro del diamante comparve nelle mani di Elena, a conferma della sua velata minaccia. Essere un angelo aveva i suoi vantaggi.
    Un’occhiata di zaffiro la gelò fino al midollo, uno sguardo che prometteva piacere e anche qualcosa di più oscuro “Non ora Elena”
    “Grazie Raphael” disse Michaela in tono vellutato “Elena si deve chiedere il permesso”
    “Va all’inferno” disse Elena stizzita “Tu e Lucifero fareste una bella coppia”
    Per un attimo Elena ebbe l’impressione che il volto di Michaela si rabbuiasse ma poi l’arcangelessa tornò a guardarla, con la solita arroganza e superbia. Il lupo perde il pelo..
    “Dopo di te mia cara” disse Michaela, guardandola con i suoi sensuali occhi verdi “Poi non dire che non sono generosa”
    La Cacciatrice e l’arcangelessa si guardarono in cagnesco e fu solo un leggero bussare alla porta che li distrasse. Michaela fece un sorrisetto di trionfo ed Elena ebbe l’irrefrenabile voglia di salire in camera. A prendere il fucile. Ovviamente. E pensò alla Corporazione, a Sara, alla piccola Zoe… aveva voglia di stare con loro, non con qualche angelo con la mania della grandezza. Che si divertiva a uccidere un vampiro, solo perché è stato sgarbato.
    Una voce vellutata, un profumo di y-lang-y-lang e cioccolato, un profumo esotico e anche molto intenso, avvolse tutti quanti e Dimitri, uno dei vampiri, appartenente ai Sette di Raphael, s’annunciò “Mi dispiace interrompere questo thè pomeridiano angelico” e detto questo strizzò l’occhio a Elena e poi disse serio “Ci sono dei problemi”
    “Da come lo dici sembra che stai andando a uno spogliarello” disse Elena ironica
    “Peccato che non sei tu l’ospite d’onore” disse Dimitri divertito “Avresti tutti i vantaggi”
    E detto questo snudò la bocca e fece vedere i suoi canini perfettamente bianchi e aguzzi. E rilasciando nell’aria tutto il suo fascino e il suo profumo. Lo faceva apposta.
    “Che tipo di problemi ci sono Dimitri?” disse Raphael in tono pratico e guardando il vampiro in modo eloquente.
    Dimitri deglutì vistosamente e accorgendosi che aveva tutta la loro attenzione disse “Tutti gli umani che fanno il processo per diventare vampiri, perdono l’anima e muoiono”
    Un mormorio di sgomento passò dagli arcangeli.
    “Neanche messi nelle camere ibernatiche?” volle informarsi Raphael
    “No, sire” disse Dimitri sconfortato “Non appena mettiamo la tossina angelica, la tossina che può trasformarli in vampiri, dal loro corpo esce un filamento lapislazzuli e muoiono”
    “Grazie Dimitri” disse Raffaele con voce distante “Puoi andare”
    Il vampiro fece un inchino profondo e mandò una scia di profumo sensuale all’ indirizzo della cacciatrice. La cacciatrice ringhiò e prese l’impugnatura del coltello. Il vampiro le mandò un bacio e poi fuggì via. Dimitri si divertiva sempre a stuzzicarla con i suoi odori ma in fondo si era abituata alla sua mania. Era un mondo duro, sporco e anche meschino quello del cacciatore, un mondo dove niente e nessuno ti regala nulla e dove, dietro il semplice sorriso, potevi trovare il più perfido e anche sensuale degli assassini. Da bambina, molto tempo prima che quell’essere immondo uccidesse la sua famiglia, sua madre le aveva raccontato di angeli al servizio dell’uomo. Ma poi alla fine aveva dovuto fare i conti con la più dura delle verità. Che, tranne qualche eccezione, erano degli stronzi assoluti. E lei di uno stronzo si era innamorata.
    Quella dichiarazione gelò tutti quanti. Una voce morbida, carezzevole, come di una mamma che cullava un bambino commentò sconvolta “Non ci voleva”
    “Ne sai qualcosa cara?” disse l’arcangelo al fianco “Ne sai qualcosa Hannah?”
    L’arcangelessa si alzò dalla poltrona d’oro, cominciò a girare intorno al tavolo, lasciando che il suo morbido abito volteggiasse e guardò tutti con morbidi occhi castani, occhi che potevano dare amore ed essere spietati al contempo “Ne so qualcosa Eliah, purtroppo ne sono qualcosa ”
    “Potresti dirci i tuoi sospetti cara?” domandò Eliah comprensivo.
    “Molto probabilmente si tratta della forbice di Nyx” disse rattristata.
    Elena cominciò a guardarsi intorno e si rese conto che avevano tutti una faccia inorridita. Certe volte non li riusciva a capire. Perfino Michaela era spaventata. Ma come la Troia Regale era spaventata? Ma forse perché era un angelo cacciatrice, da troppo poco tempo per cercare di capirli. Quegli angeli che avrebbero fatto concorrenza a Lucifero in persona.
    “La forbice di Nyx?” domandò Dimitri incuriosito, facendola apposta a mettersi accanto a Elena “Sire ma non l’avevamo distrutta?”
    “Ma tu non eri andato via?” domandò Elena stupefatta.
    Dimitri le rispose con uno sguardo indolente e sensuale.
    “Sono troppo curioso di assistere a questo thè pomeridiano” disse Dimitri con fare annoiato “Poi non volevo stare un minuto senza di te”
    Elena alzò gli occhi e non replicò e spalancò le ali, solo per il piacere di sbatterle in faccia al vampiro, il quale gli lanciò la sua occhiata più minacciosa.
    “Atropo è stata molto furba” disse Raphael riflettendo “Dovevo immaginare che non era quella… Sembrava troppo facile distruggerla sotto il fuoco delle fiamme e del sangue del vampiro”
    “Qualcuno mi può dire che cosa è questa forbice di Nyx?” domandò Elena arrabbiata “Mi sento come una bambina che aspetta di alzare la manina”
    Una risata maligna e il viso bellissimo e velenoso s’illuminò di un perverso piacere “Mi ero quasi dimenticata che la cacciatrice” e sottolineò con malignità l’ultima parola “fosse così ignorante”
    “La Forbice di Nyx, o Aletheia Gladia è l’arma che Atropo ha per spezzare il filo di Persefone” disse Raphael tetro “O per meglio dire l’anima di tutti quanti”
    “Quindi stiamo parlando di un’arma che potrebbe distruggere tutto il mondo?”
    “Brava” disse Michaela in tono sarcastico “Impari in fretta”
    “E come possiamo ripristinare tutto?”
    Tra gli arcangeli calò il silenzio. Almeno fino a quando una ragazza comparve. E nel viso di Michaela comparve un sorriso che ad Elena gelò il sangue.
    “O si un modo ci sarebbe”
     
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  6. sahany09
     
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    Mmmm....che atmosfera quest'assemblea!! E che brave personcine la frequentano !! Tutti d'amore e d'accordo, eh?
    Brava, come al solito, Gabry.
     
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    Io sono una cercatrice del mistero e del paranormale, viaggio nel cuore della notte e caccio i vostri incubi..Vivo tra le tenebre e una nuova alba

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    Da Casa Winchester o dal Paradiso

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    Buon pomeriggio a tutti ^_^
    Prima o poi anche io ritorno qui...Sembro Persefone con il permesso speciale da parte dell'Ade Ecco qui un nuovo capitolo, dove troviamo Lucifero in Paradiso a parlare con gli altri arcangeli. Ci saranno delle novità, io ce l'ho messa tutta e spero che vi piaccia :pray: :pray:
    Grazie Sahany per i complimenti :wub: Si tra gli arcangeli di Guild Hunter non c'è un rapporto cosidetto "idiallico"...E ancora faccio i miei complimenti a Nalini Singh per aver caratterizzato bene i personaggi. Io che li riprendo è solo un omaggio a quest'autrice.
    Vi posso solo augurare buona lettura :pray: :pray:

    Tempo Imprecisato-Concilio degli Angeli e degli Arcangeli e del Coro Celestiale

    L’atmosfera all’interno della sala del Concilio Celeste era abbastanza difficile e tutti si guardarono, come se non credessero a una sola parola di Lucifero. Come dare loro torto. La sala era molto particolare, con il soffitto pieno di stelle, pareti di fuoco, il pavimento di essenza di luce lunare, a pochi passi da una delle tante entrate del Purgatorio. Metatron, Binael, Raffaele, Michele, Gabriele, Raziel guardarono Lucifero e confabularono tra di loro. Erano rimasti tre giorni e tre notti umane (un battito di ciglia d’angelo per l’esattezza ) ad ascoltare il Serafino Caduto affermare che era tutta opera della Forbice di Nyx, o Aletheia Gladia, la forbice della Moira Atropo a fare tutto questo casino, a fare sì che i mostri del Purgatorio, gli angeli del Paradiso e i demoni dell’Inferno perdessero la loro anima, il loro cosiddetto filo di Persefone . La situazione era insostenibile anche in Paradiso. Neanche con Seymeraza si era arrivato a tanto. E dire che lui aveva avuto come brillante idea di uccidere tutte le legioni angeliche e demoniache, solo perché non si erano dimostrate all’altezza del compito. Il che era tutto dire. Ma distruggere l’anima…
    “Avete intenzione di farmi la radiografia per caso?” sbottò Lucifero seccato.
    Una risata sommessa si levò dal concilio e un uomo dai capelli castani e gli occhi d’ambra lo valutò, appoggiando la testa sulla spalla destra. Gabriel.
    “Fratellino ti sei fatto un esame di coscienza?” disse Gabe in tono ammirato e sarcastico “Meglio tardi che mai”
    “Spero che non sarai arrabbiato con me per la ferita al cuore” disse Lucifero “Mi sono lasciato prendere un po’ dalla mano. Sai sono un tipo molto focoso”
    Gabe scostò un lembo della camicia angelica, fatta di filamenti di stelle e chiarore di luna, facendo risaltare la ferita lunga circa ventisette centimetri e sorridendo misterioso. Lo aveva accusato di essere un bambino petulante. Sorrise senza nessuna gioia. Non era per niente che il suo nome significava “La Forza di Dio”.
    “No” disse Gabe incrociando le dita “Ormai ti conosco troppo bene. Ma ti giuro che danzerò sulla tua grazia se oserai fare di nuovo del male a mia sorella”
    E lo avrebbe fatto. Nessuno poteva permettersi di toccare Hesediel. Tranne Chamuel ovviamente. Non avrebbe mai dimenticato le grida di terrore di Hesediel all’inferno e non avrebbe certamente ripetuto l’esperienza. C’era mancato tanto così che partorisse Nathaniel all’Inferno.
    “Non ho nessuna intenzione” disse Lucifero sincero.
    Ed era la pura verità. Da quando aveva avuto di nuovo in dotazione l’anima, sentiva il desiderio di proteggerla. Non certamente di distruggerla. Ma quanto sarebbe durata?
    “Lo spero per te” disse Gabe minaccioso “Vogliamo concludere questo thè oppure no? Ho una madre che deve partorire a breve”
    Un angelo dai capelli rossicci e penetranti occhi grigio-viola si alzò dallo scranno e cominciò ad avvicinarsi al Serafino Caduto. Quando era senza grazia, lui era immune dal potere straordinario e irresistibile di Metatron. Lo scriba di Dio. Adesso invece non lo era più. Poi Metratron parlò e fu come se la melodia del vento e il tocco del fuoco s’incrociassero. Era per quello che era scelto come arcangelo dei Serafini. Era il più potente arcangelo mai creato e molto raramente si interessava delle faccende umane. La sua forza non risiede nella spada, come suo fratello Michele, ma in qualcos’altro, qualcos’altro che qualsiasi demone avrebbe pagato fior di milioni. L’essenza dell’Universo.
    “Non così vicino” sghignazzò Lucifero divertito e dentro di sé tremava “Potrei pensare che vorresti baciarmi”
    Metatron lo fissò solenne e si girò a guardare Michele, il quale scosse la testa sconcertato ma anche orgoglioso di Lucifero. Non era da tutti fare battute di spirito all’arcangelo dei Serafini. Era buono ma non certamente stupido. Poteva distruggere una persona senza nemmeno utilizzare la forza bruta.
    “Lucifero tu ci hai appena detto che l’equilibro è stato sconvolto dall’utilizzo spropositato della Forbice di Nyx, o Aletheia Gladia, in quanto lo hai visto nella visione della Pizia” disse Metatron in tono solenne “E vorresti aiutarci?”
    L’ultima frase aveva il sapore di un dubbio. Metatron rimase lì a contemplare il silenzio.
    “Mi pare di avervelo spiegato” disse Lucifero seccato “Una visita all’amplifon no?”
    L’arcangelo dei Serafini sorrise distante e congiunse le mani “ Noto che, con o senza la grazia, tu sei sempre il solito angioletto impertinente. Tu e Gabe ve la giocate. Tu ci vuoi aiutare perché è la tua grazia che lo comanda. Perché hai di nuovo un’anima che ti giudica e che ti fa fare la cosa giusta. Perché, come dice il caro Freud, hai un Super Io che ti impedisce di fare delle cose di cui poi potresti pentirtene. È la Grazia che ti fa parlare. Chi ci dice che, dopo tutto questo, tu non prenderai di mira Hesediel?”
    “Già” fece il verso Gabe “Non si può dire che sei stato un gentiluomo con lei”
    “Io non voglio più tornare all’Inferno” disse Lucifero in tono combattivo “Non voglio più essere a capo di una massa di mostri, la cui ragione d’essere è quella di uccidere e distruggere tutto ciò che incontrano”
    “La Grazia è meglio dell’Ace Gentile per ripulire le nefandezze dell’animo” ironizzò Gabe colpito.
    “Puoi ironizzare” disse Lucifero punto sul vivo “ Ma all’Inferno non ci torno”
    “Tu ci dovrai tornare all’Inferno” disse Raziel in tono pratico, come era di norma l’arcangelo dei Misteri “Tu da sempre sei stato designato come l’Avversario di Michele e come tale deve essere fatto. Il Destino o la Moira non si può certamente cambiare”
    “Veramente si può fare” sussurrò Gabe a Binael “Sai l’arma…”
    “Ma è andata perduta, molto tempo fa” disse Binael sconcertato, richiamando alla mente le sue conoscenze da bibliotecario “E poi le Moire..”
    “Gabe, Binael” disse Metatron in tono di biasimo “Le chiacchere dopo la riunione”
    “Designato” disse Lucifero in tono sdegnato “Dimmi un po’ Raziel hai idea di cosa significa avere l’Inferno dentro?”
    “Non è questo il punto” disse Raziel flemmatico “Cadendo, precipitando dal Quinto Cielo, hai deciso di fare la tua scelta”
    “Scelta?” rise Lucifero senza nessuna gioia “Io sono caduto perché..”
    “Perché consideravi gli esseri umani degli aborti” disse Gabe annoiato “Lo sappiamo”
    “Adesso, invece, con la grazia mi sento appunto un angelo nuovo” ribatté Lucifero irritato “Io voglio aiutarvi”
    Raffaele stava per ribattere quando Metatron interruppe tutto. L’essenza angelica dell’arcangelo dei Serafini era davvero potente. Lucifero sorrise trionfante e Raffaele fece comparire un pugnale angelico. Il pugnale di Raffaele era intriso di un veleno molto potente, che avrebbe ucciso ogni angelo ribelle. Il pugnale si chiamava Pharmacovya, dal greco pharmacov, ovvero sia veleno.
    “Tu con o senza la grazia sei sempre stato uno stronzo” disse Lucifero in tono velenoso “Io sarò stato birichino… ma tu ah. Allearsi con i demoni per ottenere la guarigione di una città. Oh povera Cordoba”
    Raffaele alzò il braccio, la mano stretta a pugno, gli occhi ridotti a fessure, quando le sei ali di Metatron lo bloccarono. Raffaele soffiò irritato “Hai offeso la mia città”.
    “Non era mia intenzione” si schermì Lucifero, mettendo le mani avanti “Ho detto solo la verità”
    “Ti porterò io all’Inferno, stanne certo” disse Raffaele irritato.
    “Mettiti in fila” disse Lucifero “Se dovrò tornare all’Inferno, ho già il mio accompagnatore personalizzato”
    E detto questo strizzò l’occhio a Michele.
    “Anche se non ci fidiamo di te” disse Metatron in tono pratico, interrompendo il diverbio tra Raffaele e Lucifero “Non possiamo fare a meno di farlo. Cosa hai visto nella visione della Pizia?”
    Lucifero si tormentò le mani, spalancò le ali di piume nere e disse “Ho visto Crowley che torturava i mostri del Purgatorio per ottenere l’ingresso”
    “Alla fine ha deciso di portare a termine il suo folle piano” disse Michele sconcertato e furibondo “Lo dicevo io che si doveva immergere l’Aletheia Gladia all’interno di una bacinella di acqua angelica”
    “Quello che è stato fatto, non può essere ripristinato” disse Metatron, gli occhi grigio-viola pieni di una saggezza e di un potere enorme “Anche se Crowley riuscisse a varcare la soglia del Purgatorio e convincere Persefone, l’antica guardiana, non durebbe a lungo”
    E calò un silenzio carico di molti significati. Metatron non era certamente un tipo da fare minacce inutili. Fu lui in persona a fare il rituale per strappare la grazia a Lucifero.
    “Tu cosa suggerisci Lucifero?”
    “Eve ha parlato del suo specchio di lapislazzuli” disse Lucifero evasivo “Che potrebbe risolvere tutto”
    Per un po’ nessuno parlò. Poi lo sguardo grigio-viola di Metatron si fermò su Lucifero. Uno sguardo che poteva rivelare una verità nascosta e imperscrutabile. Il suo volto era una maschera.
    “Davvero?” disse Metatron alzando un sopracciglio “Ma lei lo sa che non esiste più?”
    Lucifero lo guardò sgomento e disse in tono strozzato “Stai scherzando?”
    “Binael vai vedere” disse Metatron.
    L’arcangelo dei Troni, l’arcangelo bibliotecario del Paradiso, mosse impercettibilmente i fili di stelle e essenza dell’aria, alternando il tempo e lo spazio, avvicinando gli eventi passati, futuri e presenti. E vide tutto quello che c’era davvero. Vide un arcangelo danzare sulle schegge di un grande specchio di lapislazzuli e macchiarlo di sangue. Il suo sangue corrose il vetro, la sabbia divenne piccolissima e tutto finì. Alla fine l’arcangelo era felice e consapevole che aveva fatto di tutto. Accanto a sé c’era una bimba di sette anni dalle ali color viola chiaro. Hesediel.
    “L’ho fatto per te amore mio” disse l’arcangelo “Perché tu non debba ripercuotere il mio stesso destino…La misericordia a volte è un pugnale a doppia lama”
    La bimba, la piccola Hesediel, nata dall’essenza di Venere e dall’essenza della misericordia, si stropicciò il vestito nervosa, ma consapevole di quello che era stato fatto. Era ancora il periodo in cui l’Universo stava muovendo i primi passi. L’arcangelo diede un bacio di benedizione alla piccola “Il Coro delle Dominazioni è tuo Hesediel. Abbi cura e saggezza”
    Un fugace sguardo color indaco, l’arcangelo spalancò le sue otto ali e poi scomparve. E la piccola Hesediel rimase a guardare l’immensità e lo splendore dell’Universo. Una lacrima solitaria scomparve nell’incavo del collo. Creando il Sole.
    “Quindi è stata lei?” disse Lucifero stupefatto “Ma perché?”
    “La conosci” disse Metatron “L’ha preservata dalla sua natura”
    “Quindi se io ricostruissi..” disse Lucifero in tono strozzato.
    “La risposta la sai già Lucy” disse Metatron senza nessuna pietà “Rifletti”
    E d’un tratto il Concilio divenne silenzio. E Lucifero aveva preso la sua decisione. Guardò Michele che disse “Mica ti posso lasciare senza sorveglianza”
    Almeno Michele era una variabile fissa.
    “Se ricostruissi lo specchio..” disse Lucifero, con un orrore vacuo negli occhi e nella voce.
    “Fratello avrei voluto non averti dato la grazia”
    E insieme precipitarono dal Settimo Cielo da dove la riunione era stata indetta.
     
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  8. sahany09
     
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    Lucifero in Paradiso? Bella novità. Beh... Lucifero è sempre un angelo.
    Comunque i battibecchi non finiscono mai. Mai un attimo di pace, nemmeno in Paradiso. Poi ...con Gabe...
    Sempre brava. Questi personaggi mi affascinano.


    Letta la mia? Tra poco dovrei tornare. :)
     
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  9. Vivaldi4love
     
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    Awwwwwwwwwwww Lucy e Gab!!!
    Ma soprattutto la storia dello specchio e della piccola Hesediel! :o
    Posso confermare che sono preoccupata? :unsure:
    Bellissimo capitolo!
     
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    Buongiorno a tutti,
    non preoccupatevi, la mia anima da scrittrice è viva e vegeta
    Innanzitutto grazie mille Sahany e Romy ^_^ Siete sempre molto gentili :wub: Sono contenta che vi sia piaciuto ^_^ Bè sappiamo tutti come siano gli angeli di Supernatural e ho voluto essere fedele, per quanto possibile, alle caratteristiche dei personaggi ^_^ Oh Lucifero e Gabe sono una coppia formidabile ^_^ La storia dello specchio e della piccola Hesediel sarà molto interessante,posso dire solo questo ^_^
    Ecco a voi tutti un altro capitolo della fanfiction (dopo aver chiesto il permesso ad Ade..mi sento tanto Persefone nell'Averno) dove vediamo Christine chiaccherare con la sorella minore Sheeira. Un capitolo semplice, leggero, in una storia che spero vi regalerà colpi di scena ^_^ Io, perlomeno, ho fatto e faccio del mio meglio ^_^ Buona lettura :pray: :pray:


    19/Settembre/2026 ore 17.55 Casa Winchester

    La stanza si stava avvolgendo nelle ombre misteriose dell’imbrunire di settembre, creando dei giochi di luce. Il giorno stava lentamente morendo, una luce rosata-arancione dipingeva le pareti e nella stanza c’erano solo tre persone. Due di esse erano sollevate che la terza fosse sana e salva. Tutte e tre avevano un sorriso che faceva brillare gli occhi. I figli di Christine. Nathaniel e Michelle Winchester. Tutti e tre erano seduti nel letto.
    “Ti senti bene adesso mamma?”
    Christine sorrise indulgente e scompigliò i capelli dei suoi due figli e disse “Si adesso sto molto meglio”
    Li tenne stretti a sé un altro po’ di minuti, assaporando ogni singolo istante di una normale vita familiare, senza diatribe tra angeli, demoni e compagnia fissa e variabile, e poi disse, guardando il colorito spento e le occhiate di entrambi i figli “Andate subito a riposarvi”
    Michelle scosse la testa, caparbia “No, mamma, vogliamo stare un po’ con te”
    E come per ribadire questo concetto, la strinse forte a sé. Nathaniel e Michelle avevano due caratteri diversi, Nathaniel era un po’ riflessivo e pacato, Michelle più estrosa e dinamica, ma entrambi erano molto attaccati alla madre.
    L’arcangelo della giustizia e della misericordia accarezzò dolcemente la guancia della sua secondogenita e ribattè “No Michelle. Anche se soffrivo per il Purgatorio, ho captato la vostra presenza che mi vegliava. Hai” poi guardò anche Nathaniel “Avete bisogno di riposarvi”
    “E se poi ti risenti di nuovo male?” domandò Nathaniel preoccupato “Vogliamo starti accanto”
    Christine sorrise di fronte alla preoccupazione dei suoi figli e ogni giorno che passava, era sempre più fiera e orgogliosa di loro. Michelle era diventata una delle allieve più brave di Asclepio, il dio della Medicina e Nathaniel era il più bravo apprendista che la Moira Lachesi avesse potuto immaginare. Guardò Sheeira, la quale ricambiò con fare annoiato e sicuro e rassicurò i figli “Non preoccupatevi”
    I due figli la guardarono con insistenza e dissero “Staremo accanto a te”
    “A volte mi domando se siete i figli di Sam e io” disse Christine con un sorriso stanco “Andate a dormire, su”
    “Ci chiamerai se ti senti di nuovo male?” disse Nathaniel con fare inquisitorio.
    Christine gli rivolse il più bel sorriso materno che una mamma può concedere a un figlio “Certo, ma adesso andate a riposare”
    Nathaniel e Michelle la guardarono, ancora increduli, e poi uscirono dalla stanza. Christine sospirò. Era tremendamente difficile per lei essere così distante dai figli. Lassù in Paradiso, agli angeli veniva insegnato a non lasciarsi trasportare emotivamente. Ma sulla Terra era tutto diverso. Poi da quanto era diventata l’arcangelo del Purgatorio, la situazione era degenerata. Come poteva fare il lavoro a cui era destinata e nel contempo essere una madre perfetta? Si sentiva coinvolta in ogni singola cosa che succedeva. Nel Purgatorio stava per succedere qualcosa di grosso.
    Un fruscio alle sue spalle e Sheeira commentò sdegnata “Sei sempre stata la solita succhia-miele”
    “Succhia-miele?” domandò Christine ironica “Dove hai coniato questo termine?”
    “Ehi sono sempre stata l’artista della famiglia” disse Sheeira vantandosi, spostando i voluminosi capelli biondi “Non offendere la mia intelligenza”
    L’arcangelo delle Dominazioni sorrise all’atteggiamento della sorella e anche Sheeira ne fu contenta. Certo non avevano avuto moltissimi rapporti durante i secoli, ma il loro legame era molto stretto. Sheeira non era nata come angelo ribelle dei Vasi di Collera, ma lo era diventata, a seguito di alcuni fatti durante la sua carriera di angelo. Una delle ali di Sheeira, nella parte iniziale, era corrosa dal veleno delle anime.
    “Saresti stata una brava Dominazione” disse Christine, quasi persa nei suoi pensieri.
    “Io alle dipendenze di mia sorella?” disse Sheeira in tono schizzinoso “Fossi matta”
    Ma lo disse in un tono quasi intenerito.
    “L’hai sempre portato quel braccialetto” disse Christine, adesso improvvisamente seria “Non te ne separi mai”
    Sheeira guardò apatica il braccialetto di lapislazzuli e agata con il nome e disse “Anche se potessi, non lo farei”
    “Le vuoi bene?” domandò Christine a bruciapelo.
    Sheeira la guardò furibonda, gli occhi azzurri come un cielo di tempesta, poi disse sospirando “No, non più. Ma è stata pur sempre una mia protetta” poi disse “Neanche tu ti sei fatta levare la cicatrice”
    Christine chiuse gli occhi. Se lo ricordava bene, come se fosse successo ieri. Violet, posseduta da Sandalphon, darle un fendente allo stomaco. La sua preoccupazione era stata più per Nathaniel che per se stessa. La lama era arrivata a quasi due centimetri dalla placenta e aveva rischiato il distacco. C’era mancato così poco.
    “Centrata in pieno” disse Christine sorridendo e poi disse “Sei con noi?”
    “Sai l’avventura è il mio mestiere” disse Sheeira, muovendo i capelli biondi con disinvoltura “Sono con voi, compagnia dell’anello”
    Christine rise e Sheeira con lei. Fu in questa atmosfera di allegria che Dean aprì la porta e disse “Siete attese sotto”
    Nel suo tono c’era qualcosa di più. Le sorelle si guardarono negli occhi e poi scesero sotto.
     
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  11. sahany09
     
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    Mi piace sempre la tua disinvolta gestione della mitologia.
    Continua così.


    Citazione:
    "Siete attese di sotto"....:mmm:
    Chissà da chi? Immagino la faccia seria di Dean. Era serio?

    Compatibilmente con i tuoi impegni, non farci aspettare troppo. ;)
    A presto. :)
     
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    Sono contenta Sahany che apprezzi la mia disinvolta gestione della mitologia Sei troppo buona ^_^ Eh chissà chi verrà dai bros e dalle compagne...Mistero :shifty:
    Buongiorno a tutti,
    con grande sorpresa di tutti, non vi faccio aspettare troppo...Ricordate che Atropos aveva incaricato Balthazar di scoprire chi aveva preso la sua Forbice di Nyx? Bè Balthazar l'ha fatto ma ci sono delle novità...Bè lascio a voi il piacere di scoprirlo ^_^ Spero che vi piaccia, io ho fatto del mio meglio ^_^ Buona lettura :pray: :pray:

    Tempo imprecisato-Lassù sulle Nuvole-Reggia delle Moire

    Mentre il sole scendeva dalle nuvole e li dipingeva di quel calore dorato che solo il tramonto donava, o meglio quello che i grechi chiamavano heliobasileus, ovvero “il trionfo del sole”, la Moira della Morte prese un arco di betulla, rivestito d’oro, incoccò una freccia d’argento, tese la corda più che poté, e dopo scoccò. La freccia fece un movimento leggiadro e sinuoso, ricoprì un breve tratto e si ficcò al centro di un bersaglio, posto a circa centocinquanta metri da dove era Atropos. La Moira della Morte era vestita con una tunica lunga fino al ginocchio, aderente in vita, con una fascia dorata che partiva dalla spalla sinistra e che attraversava diagonalmente il vestito. Erano passati circa otto giorni da quando aveva inviato Balthazar per scoprire dove era la Forbice di Nyx.
    “Io vorrei sapere dov’e quell’angelo spennacchiato” disse Atropos arrabbiata “Deve assolutamente riportarmi la forbice di Nyx”
    “Atropos calmati” disse Cloto in tono flemmatico “Agitarsi non serve”
    Atropos fulminò con lo sguardo la sorella, la quale stava continuando a tessere fili della vita “Devo restare calma, Cloto. Calma dici? Sono morte cento persone in più per colpa di un essere che mi ha usurpato il mio lavoro e gioca all’Allegro Dio”
    “Anche se ti agiti, non comparirà magicamente” disse Cloto, intrecciando fili di vita e maledicendo anch’ella colui che aveva rubato la forbice della sorella. Era da circa sette notti che provava a tessere il filo della vita di un cherubino ed ogni volta falliva.
    “Questa persona sta lesionando il lavoro, non solo mio, ma anche tuo e quello di Lachesi” disse Atropos esasperata “Quante persone sei riuscita a far nascere oggi?”
    Cloto guardò la sorella e poi con mestizia disse, mentre il filo della vita si sfibrava “Neanche una”
    “Lo vedi?” disse Atropos, mettendosi le mani ai fianchi “Lo vedi? Qui c’è perfetta e assoluta anarchia. Tutti pensavano che io mi diverta a uccidere le persone e a fargli incontrare Thanatos. Ma non è assolutamente così. So che hanno amato, gioito e che non vogliono lasciare questo mondo. Ma come tutto è iniziato, tutto deve finire. È un compito amaro ma qualcuno lo deve fare”
    “Io e te siamo come due facce della stessa medaglia” ammise Cloto “Entrambe siamo indispensabili per l’equilibro della vita, così come Lachesi..”
    Poi una luce color blu e violacea comparve all’improvviso, interrompendo il discorso di Cloto, e Balthazar fece la sua comparsa. Comparve con la sua solita baldanza, ma c’era qualcosa nei suoi occhi che indicava preoccupazione. L’ala destra di Balthazar era ferita in più punti, ma Atropos aveva come unico punto fisso, solo la Forbice di Nyx o l’Aletheia Gladia.
    “Pensavo che ti fossi perduto per strada” disse Atropos furiosa “Allora, la Forbice?”
    “Non è con me” disse Balthazar semplicemente, poi rivolse la sua attenzione a una scatoletta di cioccolatini, assaporandoli con lo sguardo “Sono cioccolatini alla violetta? I miei preferiti,grazie”
    “Hai voglia di scherzare?” disse Atropos, gli occhi ridotti a due fessure “Allora che cosa hai fatto? Una gita di piacere?”
    “Sono di provenienza della Francia?” domandò Balthazar, mettendo uno in bocca “Buoni”
    Atropos si morse il labbro, stando attenta a non lasciarsi trasportare dalla rabbia e disse “Cosa è successo Balthazar?”
    “Credo che dovreste prendere un architetto” disse Balthazar, storcendo il naso ed ignorando di proposito Atropos “Questo posto è orrendo”
    “Balthazar”
    Cloto aveva appena alzato lo sguardo sull’arcolaio che utilizzava per filare i fili della vita.
    “Oh ciao Cloto” disse Balthazar sorridendo “ Ti trovo bene”
    “Se non vuoi che mia sorella ti incenerisca” disse Cloto “Ti consiglio di dire subito quello che hai da dire”
    “Non potremmo aspettare che finisca Affari Tuoi?” disse Balthazar speranzoso e intanto sintonizzò il televisore.
    “Lo voglio sapere ora!” ruggì Atropos furibonda, prendendo il piccolo aggeggio elettronico e incendiandolo con lo sguardo “Io non mi aspettavo che tu fossi uno stronzo così. Allora non te ne importa davvero nulla?”
    Balthazar perse la sua solita baldanza e disse in tono serio, l’aura angelica che lo circonfuse “So chi ha preso la Forbice di Nyx o, quella che viene chiamata angelicamente, Aletheia Gladia”
    “Vuoi il rullo di tamburi?” disse Atropos sarcastica.
    “Crowley” disse Balthazar.
    Il nuovo re dell’Inferno stava facendo tutto quel casino. Quel piccolo demone, divenuto re dell’Inferno dopo l’acquisizione della grazia da parte di Lucifero, stava scombinando l’equilibro dei tre regni ultraterreni. Non poteva assolutamente tollerarlo. Atropos prese la falce di Atena e disse bellicosa “Lo vado ad ammazzare”
    “Dove pensi di andare?” disse Balthazar, scuro in volto.
    “A fare la manicure a Crowley, ovviamente” disse Atropos.
    “Non puoi” disse Balthazar “Dobbiamo pensare a una strategia”
    Un attimo, un colpo secco e la mano destra della Moira della Morte diede un ceffone a Balthazar. L’angelo incassò il colpo e continuò a stare fermo, mentre Atropos continuava a sfogarsi “Come mi puoi dire che devo pensare a una strategia? Molte persone sono morte per colpa di Crowley”
    Balthazar continuò a lasciarla fare e poi disse a bruciapelo “Rischieresti il tutto per tutto?”
    La Moira della Morte restò spiazzata da quella frase e disse “Cosa intendi dire?”
    Balthazar stava per rispondere, quando entrò Lachesi e lui scomparve. Ancora verità non dette, nascoste, come una nuvola che copre il sole. Lachesi si buttò sul divano “I fili di Persefone stanno perdendo potenza”
    “I miracoli non ci sono mai quanto si vuole, vero?” disse Atropos in tono pungente.
    Ma dentro di sé era inquieta. Cosa intendeva dire con il rischiare tutto per tutto? C’erano troppe cose non dette, troppe verità da rilevare.
     
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  13. sahany09
     
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    CITAZIONE
    “Io vorrei sapere dov'è quell'angelo spennacchiato”

    :laughing: :laughing:
    Bellissima !! Balthazar è la solita faccia tosta. Troppo forte !!
    Brava Gabry.
    Però sono rimasta con la curiosità di sapere chi aspettava di sotto Christine e Sheeira. ;)

    A presto.
    anche con la mia ff. :)
     
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    Buon pomeriggio a tutti :wub:
    Grazie Sahany ^_^ Bè Balthazar è davvero troppo forte come angelo...Mi è dispiaciuto tremendamente quando se ne è andato :cry: Lui, Gabe e Cass sono tra i miei angeli preferiti ^_^ E per quanto riguarda la curiosità di sapere chi aspetta Christine e Sheeira...bè dovrete aspettare ^_^ Il protagonista di questo capitolo è Lucifero...Vi ricordate la storia dello specchio di lapislazzuli e della piccola Hesediel? Bè Lucifero incontrerà l'arcangelo che ha distrutto lo specchio di lapislazzuli all'inizio...Troverà risposte o no? Spero che vi piaccia :pray: :pray: Io ho fatto del mio meglio ^_^ Buona lettura :pray: :pray:

    Poi da giovedì è iniziata la seconda stagione di Alphas



    Tempo imprecisato-Al di là del Paradiso e in mezzo al Purgatorio

    Il sole stava lentamente tramontando in quel luogo meraviglioso, dipingendo di una luce sanguigna e violacea gli alberi di betulla dal tronco argentato e i fiori color arancio, i quali si protendevano al cielo come servitori fedeli. Era da tanto tempo che Lucifero non andava lì, almeno dalla sua creazione, avvenuta quando l’Universo era solo una delle tante idee del Padre. Molto tempo prima che lui si lasciasse ammaliare dalle idee folli di Seymeraza, segnando così il suo destino da angelo caduto, da demone. Quel luogo richiamava la spensieratezza di quanto si era bambini e non si pensava a nulla. Era un luogo ameno, incontaminato, un luogo che iniziava dal nono cielo, laddove Metatron custodiva la Sacra Fonte della Vita e della Morte, laddove le Moire Atropos e Cloto immergevano, all’inizio dell’anno, l’Arcolaio di Zoe e la Forbice di Nyx, e finiva in mezzo alla foresta del Purgatorio. Un luogo avvolto da un eterno crepuscolo, da un’eterna sospensione del tempo. Un luogo che ispirava pace e serenità, un luogo dove tutti si sentivano in pace con la propria coscienza. Un piccolo usignolo di fiume si posizionò lungo i petali di una ninfea e cominciò a cantare. I suoi occhietti acquosi si posizionarono su Lucifero e diede una nota acutissima. Poi volò via con un moto, quasi sdegnato. Quell’uccellino gli ricordò Hesediel all’inferno. Poi…
    “La natura è una cosa sublime” disse una voce melodiosa e allo stesso tempo inflessibile “Peccato che qui c’è qualcosa che stona”
    A parlare era stata una donna dai capelli castani, riccioluti, lunghi fino a metà schiena, viso ovale, occhi color ambra. Indossava una veste lunga fino al ginocchio, color amaranto, una striscia argentata che lo attraversava diagonalmente, con vertiginoso spacco sulla schiena che rilevava due ali nere con riflessi d’ametista, possenti, le quali sbattevano in maniera elegante. Nella mano destra sorreggeva una piccola bilancia d’ottone. La personificazione dell’equilibro dei tre regni ultraterreni. Astrea.
    “Astrea” disse Lucifero sgomento.
    La madre di Hesediel si sedette su una panca di olmo rosso e lo guardò severa e solenne. Congiunse le mani e disse “Non mi aspettavo di vederti qui Iseyart”.
    Lucifero trasalì turbato. Lo aveva chiamato con il suo nome in enochiano, ovverosia “Colui che gode del dolore altrui”. A volte era proprio vero che il tempo non guarisce le ferite, ma le amplifica con una potenza incalcolabile. Astrea non gli aveva mai perdonato il fatto che avesse torturato Hesediel e che avesse minacciato la vita del piccolo Nathaniel Danayel.
    “Sono venuto a chiedere il tuo aiuto, Astrea” disse Lucifero “Abbiamo bisogno di te”
    Per tutta risposta Astrea toccò i petali di un giglio di ruscello, un fiore bianco dalla corolla rossa, decorandolo con gocce di rugiada. Poi prendendo un bicchiere di ambrosia disse “Michele ha infranto una delle Leggi Fondamentali dell’Universo, donandoti di nuovo la grazia” si mise a ridere senza nessuna gioia “Non me lo sarei aspettata da parte di Mister “Io seguo le Regole di Dio e ne vado fiero”. Mi ha fatto una testa tanta quando mi sono intestardita a partorire Hesediel” sorrise quasi di nostalgia “La mia piccolina”
    “Sono venuto a chiedere il tuo aiuto” ripeté Lucifero in tono imbarazzato.
    Continuando a bere il suo cocktail di ambrosia, un lento sorriso si affacciò sulla bocca di Astrea, un sorriso amaro “Davvero?” poi puntò i suoi occhi d’ambra contro Lucifero “Sei sempre stato il solito egoista presuntuoso ed arrogante”
    “Non sono venuto per me” disse Lucifero combattivo “Ma per Hesediel”
    Per un po’ calò un silenzio surreale. Poi con un movimento repentino, le mani di Astrea si strinsero intorno al collo del creatore dell’Inferno, sollevandolo di parecchi metri. Il volto di Astrea era una maschera di rabbia e lacrime. Il creatore dell’inferno la lasciò fare. Se lo meritava. La potenza emanata dall’aura di Astrea era così potente che avrebbe distrutto una foresta nel raggio di circa quindicimila chilometri. Lucifero si sentì sopraffatto da tutta quella potenza. Astrea era un personaggio potente e, come tale, aveva deciso di ritirarsi nel Purgatorio. Un’incrinatura nell’equilibro e tutto poteva andare a farsi benedire. Letteralmente.
    “Mi puoi uccidere, se vuoi” disse Lucifero
    “Lo farei con tutto il mio cuore” disse Astrea furibonda, le lacrime che scorrevano nel viso “Te lo meriteresti ampiamente. Come mi puoi chiedere di aiutare per Hesediel? Tu che…”
    “Sono pronto a rimediare” disse Lucifero solenne, nonostante non potesse più respirare “Dammi solo un’occasione”
    Le dita di Astrea si strinsero di più intorno al collo del Serafino Caduto e dopo lo scagliò contro un roseto di rose rosse. Mentre il Serafino Caduto si liberava delle spine, Astrea disse con la rabbia trattenuta “In che modo vorresti aiutare mia figlia?”
    “Lo specchio di lapislazzuli” disse Lucifero semplicemente “Dobbiamo ripristinarlo”
    “Non mi puoi chiedere questo” disse Astrea, impallidendo “Puoi chiedermi tutto, tranne questo”
    “Nello scontro con Seymeraza, io e Sam Winchester, o meglio Chamuel, abbiamo dato a Hesediel il bacio dell’heliobasileus, il bacio dei due regni maggiori, facendola diventare un arcangelo del Purgatorio”
    “Grazie per il bollettino informativo, lo sapevo” disse Astrea sarcastica.
    “E lo sapevi anche che Crowley sta uccidendo con la Forbice di Nyx, o Aletheia Gladia, per sapere dove si trova il Purgatorio?” ribatté Lucifero punto sul vivo.
    “So anche questo” disse Astrea mesta “L’aria del giardino è cambiata radicalmente. Ti vorrei ricordare che io sono la personificazione dell’equilibro e mi accorgo di ogni cosa fuori posto” poi rivolse il suo sguardo a gattino che stava giocando con un filo d’erba “Ma non chiedermi di ripristinare lo specchio di lapislazzuli”
    “Ti importa davvero di tua figlia?” domandò Lucifero a bruciapelo.
    “Tu non sai che sacrifici fa una madre per i figli” disse Astrea, scuotendo la testa “Ti credi furbo, ora che Michele ha commissionato un’impresa di pulizie”
    “Non ho scusanti per quello che ho fatto a Christine” disse Lucifero “Ma ci serve di nuovo lo specchio di lapislazzuli per ripristinare l’equilibro”
    Calò un silenzio imbarazzato e per un po’ Astrea si chinò e raccolse un fiore argentato. Un petalo d’argento volò dal suo palmo e si tramutò in una farfalla. Poi disse “Anche se vi aiutassi, Hesediel morirebbe”
    “Cosa stai dicendo?” domandò Lucifero sospettoso.
    Astrea fece un leggero movimento e i colori del crepuscolo mutarono in quelli dell’alba. Gli alberi si ricoprirono di neve. Poi, senza dire una parola, cominciò ad allontanarsi. Le ali assunsero una tonalità quasi dorata, nella sempiterna alba.
    “Perché dici che Hesediel morirebbe?” domandò Lucifero frustato “Dimmelo”
    La madre di Hesediel si girò e disse “Sei veramente cambiato”
    “Perché dici che morirebbe?” domandò ancora “Sta già morendo ora”
    Gli occhi d’ambra riflettevano una tristezza infinita “Pensi davvero che Violet sia nata come cercatrice d’angeli?”
    E con questa domanda senza risposta, Lucifero la vide confondersi con la natura. Poi disse “Non dire mai più che non mi importa di mia figlia. Lo faccio per vederla viva”. Un fruscio lo avvertì dell’arrivo di Michele. Il guerriero divino disse senza mezzi termini “Allora sei riuscita a convincerla?”
    “No”
    “Come no?” domandò Michele stupefatto “E perché?”
    “Ha nominato Violet CrystalLight e poi se ne è andata senza una risposta” disse Lucifero frustato e poi si rivolse al fratello, tanto amato e odiato “Tu sai qualcosa?”
    Un’ombra cupa si insinuò nel viso di Michele e non rispose. Pregò solo che non succedesse l’inevitabile. Poi anche Michele se ne andò e Lucifero restò lì senza risposte e con una valanga di domande. C’era solo Binael che poteva rispondere.
     
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  15. sahany09
     
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    User deleted


    L'angioletto capriccioso non ha ottenuto quel che voleva. Almeno per ora.
    Bel personaggio Astrea.
    Sempre tutto ottimo e magico.


    Spero anch'io di tornare presto. :pray:
     
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140 replies since 15/8/2012, 14:06   1355 views
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