Trash - Spazzatura

fanta storia ecologico/spirituale

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  1. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 15/8/2014, 08:27) 
    Eccomi qui Sahany ^_^ Scusami per l'abissale e imperdonabile ritardo, ma ho avuto parecchio da fare...Perchè non esiste una macchina del tempo quando serve? :mmm: A parte i miei deliri e i miei auguri più spensierati per un sereno e meraviglioso buon Ferragosto, eccomi qui a recensire il capitolo ^_^ Che dirti? La tensione e l'adrenalina che si respirano all'interno del capitolo, bè le si possono sentire a pelle, si vede quanto l'argomento fantascientifico ti stia a cuore, molto dolce la scena tra AnnaMaria e Heron, il fatto che AnnaMaria si preoccupa che Heron mangi e si domandi il perchè lui sia sopravvissuto e gli altri no e mi ha molto incuriosito il comportamento degli altri pazienti dell'ospedale, alcuni dei quali hanno solo la paura del nuovo, dello straniero, hanno paura di quello straniero che dapprima è amico e dopo è il sicario alle tue spalle (questa immagine è abbastanza forte a pensare, ma rende l'idea).
    Davvero bravissima, i miei complimenti

    Oooohhhhh !! Ben tornata Gabrielle !!! Pensavo davvero che fossi finita nella diabolica spirale dell'Ade !!! Ah ah !! :D E invece no, rieccoti qui fra noi. Una macchina per fabbricare più tempo? Sarebbe l'invenzione del millennio e servirebbe anche a me perché anch'io, ultimamente, ho avuto occasioni in cui se avessi potuto clonarmi sarebbe stata un'ottima soluzione per far fronte a diversi impegni.
    Ma passiamo a noi.
    Come al solito grazie per la tua recensione ed ovviamente mi sento in dovere di dirti che più si andrà avanti con la storia e più il tutto s'intensificherà. Fra l'altro, si sta entrando nella 2a parte della ff in cui si affaccerà anche il famoso elemento spirituale di cui faccio accenno nel sottotitolo della fiction, ma non mancherà mai quel sottofondo lievemente ironico che sconfina nel demenziale. Anzi ! Aumenterà considerevolmente di pari passo per non dimenticare mai di prendere le cose e non prendermi troppo sul serio!! :) Ed ora che sei tornata, mi sento in diritto di procedere con il postamento del prosieguo.
    Avanti tutta !!!


    Nei 2 capitoli che leggerete, i due piloti dell'Area 51, mandati in giro da Forrest, seguitano il loro volo di ricognizione e scoprono cose interessanti nonché sconcertanti.

    Nel frattempo, a Grindewald, gli abitanti vengono a sapere dell'esistenza di Heron e si hanno le prime reazioni..... Qualcuno però non si stupisce troppo e ha idee per risolvere il problema.....



    TRASH - SPAZZATURA




    12) C'E' NESSUNO IN GIRO?


    Terra. Durante la ricognizione aerea

    Hardings ed Edwards rimasero sbalorditi.
    Sotto di loro il deserto del Sahara era un tappeto scuro di immondizia di ogni genere dove comunque dominava il colore del ferro di veicoli probabilmente atterrati in malo modo, di satelliti e sonde precipitati sulla Terra e .... forse anche di mezzi di fabbricazione non terrestre, rispetto ad altri colori compreso quello rossiccio della sabbia, quasi del tutto sparita sotto quel tappeto.
    Nel loro volo, i due piloti stavano scoprendo che, più o meno, tutte le aree disabitate e poco abitabili del pianeta erano diventare discariche a cielo aperto.
    "Figli di puttana ! - gracchiò Hardings a denti stretti, incavolato nero - Hanno preso la Terra per la loro pattumiera! E nessuno se n'è accorto?" finì con l'urlare, scuotendo pericolosamente le leve della cloche. Allarmato dalla sua reazione nervosa, Edwards afferrò il braccio destro del collega, richiamandolo gentilmente all'auto-controllo. Per tutta risposta, Hardings effettuò la manovra di viraggio e puntò con decisione verso nord impartendo all'aereo una forte accelerazione.
    Quando però, in lontananza, intravidero un grosso centro urbano, Hardings decise improvvisamente di voler scendere a farci un giro ed avviò le manovre di atterraggio su quelle che dovevano essere le piste di Ciampino. Si, perché quel grosso agglomerato che avevano visto era proprio Roma.
    Ma una volta atterrati, e saliti su un convoglio che dall'aeroporto li conduceva al cuore della città, ebbero la prima sconcertante sorpresa. La carrozza era semi vuota e i pochi passeggeri lanciarono sfuggevoli occhiate ai due senza tuttavia mostrare né paura, né tanto meno curiosità o sospetto.
    "C'è qualcuno che è sopravvissuto, allora! - esclamò Hardings esibendo una felicità infantile - Non siete morti tutti !". A quel punto, i passeggeri inviarono loro sguardi moderatamente stupiti e uno di essi, un tipo anonimo, basso e panciuto, con pantaloni grigi sbiaditi ed una maglietta a righe gialle e rosse, rispose a loro nel suo italiano romanesco:
    "Perché, ce stanno artri in giro?".
    I due piloti americani lo capirono per merito del microchip inserito nel cervello che, contrariamente a quel che si potrebbe pensare, non era un'invenzione di matrice aliena.
    "Certo che c'è qualcun altro in giro! - ribatté Hardings molto irritato dal tono quasi infastidito dell'uomo - Non ci siete solo voi, non lo sapete?".
    "No. - rispose ancora il tizio il quale, malgrado parlasse il suo dialetto, dimostrò di conoscere l'inglese quanto bastava per capirli - E sinceramente, nun ce ne frega niente" terminò secco, in italiano.
    Hardings ed Edwards erano allibiti, ma continuarono il viaggio senza più profferir parola.
    Il treno si fermò alla Stazione Termini e, una volta fuori dal vagone, Edwards chiese come si arrivasse nel centro della città. Le informazioni gli furono date da un'impiegata ambulante lungo i corridoi, gentile ma fredda. I due salirono su un convoglio della metropolitana e, grazie ad una voce registrata che si diffondeva da microfoni distribuiti all'interno della carrozza, e scandiva il luogo di ogni tappa, riuscirono a scendere ad una fermata vicina al centro storico. Non essendo mai stati a Roma, risaliti in superficie, non capirono subito dove si trovassero e domandarono di nuovo lumi.
    Ricevettero risposte cortesi ed esaurienti, in buon inglese, tuttavia sempre gelide, da passanti che poi riprendevano a camminare a passo spedito, ma non affrettato, guardando in avanti, persi ognuno nei propri pensieri.
    Le strade non erano affollate e, di conseguenza il traffico era abbastanza scorrevole perfino sul Lungotevere. Seguendo un tratto del lungo viale alberato, i due giunsero nei pressi di Castel S. Angelo e da qui, avvistata la cupola, raggiunsero Piazza San Pietro.
    Non avendo idea di cosa fosse avvenuto in passato, non trovarono strano che nella piazza serpeggiasse una lunga fila di persone in paziente e civile attesa del proprio turno per visitare la basilica. A pagamento.
    I due decisero di fermarsi qualche ora nella città, sperando di saper qualcosa su ciò che era accaduto anni prima, ma le loro ricerche e le loro speranze finirono presto in fumo. Molti intervistati in proposito risposero che la situazione era quella che si vedeva e non c'era molto da spiegare, né da rivangare. Per la stragrande maggioranza dei cittadini era sempre stato così. La loro vita era quella, da sempre. Non ne conoscevano altre e non le volevano conoscere. A loro andava bene in quel modo. C'era calma e ordine e così doveva rimanere.
    Nessuna traccia del passato.
    Nessun ricordo.
    Millenni di storia cancellati da un'enorme, invisibile spugna spietata.
    Quella sera, Hardings ed Edwards vollero concedersi un tour notturno per la città e s'inoltrarono per le stradine che sbucavano poi in Piazza Navona. Trovarono Roma viva anche di notte, con i cittadini che gironzolavano per le sue vie leccando i gelati e chiacchierando. I negozi erano aperti e alcuni nottambuli entrarono in quello che sembrava essere un grosso emporio, il cui ingresso era proprio davanti alla Fontana dei 4 fiumi. Hardings invitò Edward a farci una visita. Il locale era ampio, elegante ed esponeva merce di alta qualità. Fin lì, niente di strano.
    Fu quando uscirono e compirono il periplo della fontana che notarono il dettaglio.
    Sopra l'insegna del negozio s'intravedeva ancora la scritta: CHIESA DI SANT'AGNESE.
    Una volta, quel locale era un luogo sacro.





    13) COME AMMINISTRARE I VISITATORI



    Grindewald, luglio 2114


    Sebbene Annamaria ed i suoi colleghi fossero riusciti a contenere le conseguenze dello sconfinamento di Heron dal reparto di malattie infettive, e la dottoressa avesse pregato la figlia maggiore di non divulgare ancora la notizia, voci di corridoio erano trapelate ugualmente, ed erano uscite dal nosocomio diffondendosi per la città in modo non chiassoso ma in ogni caso invasivo.
    E il sindaco Stefano Aloisi ne pagò lo scotto in termini di continue visite da parte dei cittadini che entrarono spesso nel suo ufficio senza bussare, soprattutto quelli appartenenti alla comunità teutonica.
    "Avrebbe dovuto dircelo! - protestò un tedesco, imbufalito - Potrebbero essere pericolosi!".
    "Avete avuto fastidi? - rispose Stefano in tono - Vi hanno fatto del male? Hanno fatto del male a qualche vostro familiare?".
    "No, - dovette ammettere un connazionale del sindaco - ma sono stranieri! Non sono dei nostri e non conosciamo ancora le loro intenzioni".
    "E se fossero arrivati qui per conquistarci ed assoggettarci?" osservò una cittadina germanica.
    "Non crede che l'avrebbero già fatto?" ribatté Stefano.
    "Potrebbero farlo in silenzio, senza dir niente" commentò un italiano.
    Stefano si alzò dalla sedia erigendosi in tutta la sua possanza, allontanando di poco, istintivamente, la piccola folla che si era radunata nella stanza dei comandi. E a quel punto, qualcuno parlò a suo favore.
    "Signor sindaco, - propose una donna italiana, alta, bruna e robusta, con i tipici spiriti di curiosa e di cacciatrice di notizie - perché non indice una conferenza stampa? I visitatori potrebbero presentarsi, o essere presentati, in modo da sapere chi sono e cosa intendono fare. A questo punto, se non hanno nulla da nascondere, verranno, se invece sono qui con cattive intenzioni, in una maniera o nell'altra, mostreranno una reazione. O scapperanno, o attaccheranno".
    Per quanto demenziale e surreale, quella soluzione si rivelò una buona idea e, intuito subito che tipo lei fosse, Stefano chiese cortesemente alla donna di organizzare l'evento. L'italiana uscì di corsa dall'ufficio di Stefano e non si fece più vedere in giro per alcuni giorni, riapparendo poi, soddisfatta, annunciandogli che tutto era pronto per l'inizio del mese di agosto e, se avesse voluto, anche per la fine di luglio, in occasione della festa di fine mese.
    Stefano tirò un mezzo sospiro di sollievo e si accese una sigaretta per rilassarsi, aprendo la finestra per non impuzzolentire l'ufficio con l'odore del fumo.
    Pochi minuti dopo, entrò Annamaria e, nonostante apparisse stravolta, per lui fu come avere una visione divina, se si poteva ancora parlare di divino.
    Le chiese come stesse l'ospite e quale fosse la situazione reale.
    "Sta meglio. - rispose la moglie - Ma è ancora l'unico del suo equipaggio ad essere in piedi e camminare con le sue gambe. E'ormai quasi sicuro che tre di loro non ce la faranno. Gli altri due sono ancora in coma, ma non irreversibile. Potrebbero però risvegliarsi fra mesi!".
    Stefano le riferì gli sviluppi in merito all'organizzazione della conferenza stampa.
    "Pensi che se la sentirà?" le domandò, alla fine, perplesso.
    Annamaria sorrise.
    "Nonostante sia il comandante di una flotta spaziale, abituato a decidere della sorte di altri esseri umani, fondamentalmente è timido.- rispose - Non so come potrebbe reagire davanti al pubblico. Cercherò di prepararlo dal punto di vista psicologico".
    "Credi sia stata una buona idea?" chiese Stefano alludendo all'evento al quale lei avrebbe dovuto prepararlo.
    "Tutto sommato, si. - rispose Annamaria, convinta - Per lui sarebbe una buona opportunità per illustrare la sua condizione e domandare, eventualmente aiuto, nonché a dirci qualcosa che potrebbe essere utile a noi. Sarebbe un bello scambio di informazioni".
    Di sua moglie, Stefano adorava il non stupirsi praticamente di nulla e la sua complicità in tutto.



    Spero vi siano piaciuti.
    Alla prossima. :)

    Edited by sahany09 - 16/8/2014, 02:36
     
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    Ho approfittato del fatto che stamattina sono libera, lavoro solo al pomeriggio. Belli questi due cap! L'avventura di Hardings e Edwards per Roma xd credo di essere curiosa almeno quanto loro sul passato delle Terra, voglio proprio sapere che cosa è successo!
    Anche secondo me l'intervista non è una cattiva idea, almeno i più scettici si tranquillizzeranno. Ma il capitano Heron come la prenderà visto che è un timidone?
    Attendo il continuo!!! Complimenti
     
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  3. sahany09
     
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    Grazie Bea. :)
    Ti anticipo solo che la conferenza ci sarà e che rischia di essere piuttosto movimentata, ma Annamaria non faticherà molto a convincere il comandante a parteciparvi. Heron è timido, però non stupido...mentre i due piloti continueranno il loro volo venendo finalmente a sapere qualcosa del passato della Terra. Lentamente, i misteri cominciano a svelarsi.....
    A presto.
     
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    Sempre più curiosa!!! Non vedo l'ora di leggere il continuo ;)
     
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    Eh eh !!!

    Aspettiamo Gabrielle. Beh....aspetto qualche altro giorno.
    Gabry? :)
    *è preoccupata. :( Se continua ad andare su e giù nell'Ade finirà che un giorno Crowley la blocca e non la lascia più venir su. Mmmm..... :mmm: :hum: *
     
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    Eccomi qui ^_^
    Crowley: Ritorna subito giù! Devi finire di scrivere le mie gesta trionfali!
    Io: *fa la linguaccia* Ma vaffancuore Crowley!"
    Crowley: Hai osato mancarmi di rispetto!
    Io: Il vero re dell'Inferno è Lucifero, non tu!
    Dalla gabbia si sente una standing ovation da parte di Lucifero...Scusa il siparietto comico
    Ignorando bellamente Crowley che si lamenta come non mai, eccomi qui a recensire il nuovo capitolo ^_^ Ti chiedo scusa per il ritardo, ma è un periodo davvero impegnativo per me e cerco di fare molte cose ^_^ Allora che dirti? Ho trovato il capitolo molto interessante e coinvolgente, mi ha incuriosito molto il fatto che milioni di anni di storia sono stati cancellati (chissà come mai stanotte ho sognato che la razza umana scompariva e rimanevano solo pochissime persone a ripopolarla :mmm:), ho potuto costatare una certa paura dello straniero da parte degli abitanti di Grindewald, preoccupati che Heron e la sua squadra possa assoggettare la razza umana. E ho ammirato sia Stefano che AnnaMaria per la loro difesa nei confronti di Heron ^_^ Bravissima Sahany, i miei complimenti

    Sahany ti chiedo scusa per l'interruzione di Stairway...Purtroppo il capitolo che dovevo postare qualche giorno fa, bè non mi è piaciuto come l'ho impostato e ho aggiunto nuove idee e quindi lo sto riscrivendo per farlo meglio possibile....Mi auguro che quando lo posterò, ti piacerà ^_^
     
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  7. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 20/8/2014, 14:55) 
    Eccomi qui ^_^
    Crowley: Ritorna subito giù! Devi finire di scrivere le mie gesta trionfali!
    Io: *fa la linguaccia* Ma vaffancuore Crowley!"
    Crowley: Hai osato mancarmi di rispetto!
    Io: Il vero re dell'Inferno è Lucifero, non tu!
    Dalla gabbia si sente una standing ovation da parte di Lucifero...Scusa il siparietto comico
    Ignorando bellamente Crowley che si lamenta come non mai, eccomi qui a recensire il nuovo capitolo ^_^ Ti chiedo scusa per il ritardo, ma è un periodo davvero impegnativo per me e cerco di fare molte cose ^_^ Allora che dirti? Ho trovato il capitolo molto interessante e coinvolgente, mi ha incuriosito molto il fatto che milioni di anni di storia sono stati cancellati (chissà come mai stanotte ho sognato che la razza umana scompariva e rimanevano solo pochissime persone a ripopolarla :mmm:), ho potuto costatare una certa paura dello straniero da parte degli abitanti di Grindewald, preoccupati che Heron e la sua squadra possa assoggettare la razza umana. E ho ammirato sia Stefano che AnnaMaria per la loro difesa nei confronti di Heron ^_^ Bravissima Sahany, i miei complimenti

    Sahany ti chiedo scusa per l'interruzione di Stairway...Purtroppo il capitolo che dovevo postare qualche giorno fa, bè non mi è piaciuto come l'ho impostato e ho aggiunto nuove idee e quindi lo sto riscrivendo per farlo meglio possibile....Mi auguro che quando lo posterò, ti piacerà ^_^

    Ah ah ah !! :D :D Molto divertente il siparietto !!! Adesso Crowley vuole pure che tu gli scriva le sue gesta? Ma non ha proprio un minimo di pudore !!! Hai fatto benissimo a rispondergli in quel modo !! E che cavolo !! Chi si crede di essere ??

    Grazie Gabrielle. :) Si, è vero. Gli abitanti di Grindewald, piccola città, temono lo straniero, il diverso, ma ti assicuro che quando lo conosceranno.....beh.....cambieranno idea e vedrai poi come lo considereranno !!! :)

    Riguardo a Stairway , vai tranquilla. Posta quando sarai pronta e convinta. IO aspetto. :)



    Ok, posso andare avanti allora !!

    Puntata non molto lunga, direi, di transizione, in cui non succede nulla di particolare, ma si preannuncia ciò che invece succederà nella prossima, la quale, invece sarà bella lunga e corposa.


    TRASH - SPAZZATURA




    14) TERRITORIO LIBERO


    Verso nord


    Lasciata Roma, con il suo mistero dei luoghi sacri, non più sacri, e rifornito l'aereo di carburante, Hardings ed Edwards puntarono ancora verso nord e spingendosi alle alte latitudini scoprirono un territorio vasto che apparve libero da detriti di qualunque genere, corrispondente alla Siberia.
    Altro scambio muto di sguardi interrogativi e successiva immediata decisione di atterrare per sapere perché. Hardings provò a comunicare con qualcuno al suolo: ricevette risposta e autorizzazione a scendere. Planati sulla pista e scesi dal velivolo, furono accolti con moderato calore da tre uomini di una probabile base militare nei dintorni, i quali chiesero da dove provenissero. Quando Hardings lo rivelò, annuendo con le teste, i tre dimostrarono di conoscere il luogo.
    "Com'è la situazione da voi?" domandò uno dei tre, presentandosi col nome di Antonov.
    Hardings gliela raccontò e gli parlò di ciò che avevano visto dall'aereo.
    "Maledetti schifosi bastardi! - digrignò Antonov - Hanno preso il nostro pianeta per il loro immondezzaio. Ma noi ne abbiamo fatti saltare per aria parecchi e da un pò di tempo non si sono fatti più vedere, almeno da queste parti".
    "Anche da noi. - disse Hardings - Ma da noi, ogni tanto, qualcuno atterra ".
    "Non abbiate pietà. - suggerì Antonov, risoluto - Sterminateli. Chissà che non passi loro la voglia, definitivamente".
    "Ma da dove vengono?" chiese Edwards.
    "Non lo so. - rispose Antonov, duro - E non me ne può fregare di meno. So solo che non hanno alcuna autorità e autorizzazione a sporcare il nostro pianeta con le loro schifezze. Se continuano, e noi li vediamo arrivare, li attaccheremo su scala mondiale. Preparatevi anche voi".
    Hardings azzardò ad accennare anche ciò che avevano scoperto a Roma.
    "Sapete che diavolo è successo?" chiese poi.
    Antonov invitò i tre a seguire lui e i colleghi alla base, una costruzione larga e bassa, con i muri rossastri, appena fuori dalle piste di atterraggio. Entrati tutti e cinque, in un'ampia stanza, l'uomo offrì da bere ai suoi e agli ospiti.
    "Qualche vaga idea ce l'avremmo" parlò poi.
    "E sarebbe?" lo incoraggiò Hardings, speranzoso di avere delucidazioni.
    "Dev'essersi trattato di una specie di rivoluzione culturale. - teorizzò il russo - Un pò cruenta".
    "Direi. - commentò Edwards - Non siamo rimasti in molti".
    "Perché? - commentò Antonov - E' un male secondo voi?".
    "Non saprei. - replicò Hardings - Forse no. Però, il punto è che ai superstiti non sembra fregare niente di sapere se altri sono ancora al mondo. Ma da chi avete avuto notizia di cosa è successo?".
    "In un villaggio sperduto, non so dove, - iniziò Antonov - abita una donna molto anziana, forse ultra centenaria, sopravvissuta a questa rivoluzione ma.....".
    "Ma?" fecero in coro Hardings ed Edwards che sentivano aumentare la speranza di saperne di più.
    "Pare che sia l'unica sopravvissuta della sua famiglia. - rispose Antonov - All'epoca dei fatti, era molto piccola e fu sepolta in uno scantinato dai suoi per proteggerla dai rivoltosi. Quando riemerse, scoprì che i suoi familiari erano tutti morti, quindi, anche se era già nata al tempo degli eventi, non può ricordare cosa sia realmente accaduto e non c'è nessuno che possa riportare com'è veramente andata".
    Hardings ed Edwards si guardarono, avviliti. La loro unica piccola speranza di apprendere qualcosa in merito agli eventi del passato era miseramente tramontata.



    15) LA PREPARAZIONE

    Grindewald, ospedale


    Annamaria entrò, educata e discreta, nella camera del nosocomio che da circa un mese ospitava il comandante Al Heron e trovò l'uomo in piedi che guardava oltre la finestra. Avvicinatasi a lui, non poté fare a meno di notarne l'espressione triste in quei suoi splendidi occhi cobalto che, giratosi verso di lei, si fissarono sulla sua persona, passandola ad un'accurata radiografia senza comunque altri scopi che non fossero di ringraziamento e speranza.
    Gli parlò con la sua abituale soavità spiegandogli cosa sarebbe successo nei giorni seguenti e gli chiese se si fosse sentito di presentarsi in pubblico, sottolineando l'eventuale utilità che ne avrebbe ricavato.
    "Non ho nulla da nascondere, - disse Heron, mestamente - tranne la responsabilità che ho sul mio equipaggio".
    Annamaria sospirò e gli posò una mano sulla spalla larga esposta verso di lei.
    "Comandante Heron, - esordì - io non ho ancora idea di cosa vi sia successo e di come e perché voi siate atterrati qui dietro quella montagna nel modo terribile in cui lo avete fatto, ma sono sicura che non è colpa sua. Dev'essere stato un evento accidentale. Credo che nello spazio possa accadere. Un meteorite.....qualunque cosa può aver colpito la vostra astronave e deviato la rotta, portandovi ad arrivare fin qui. Non si colpevolizzi. Non si tormenti con responsabilità che forse non ci sono".
    Heron si voltò completamente verso di lei e, con sua immensa sorpresa, alzò una mano e le accarezzò una guancia. E Annamaria si trovò ad avere lei gli occhi lucidi di commozione.
    Fissò l'uomo. Ora che si era ripreso quasi del tutto, era di una bellezza stratosferica. L'ossigeno che aveva respirato, e che, di tanto in tanto era costretto a respirare a causa dell'aria rarefatta dei duemila e passa metri di altitudine ai quali la cittadina di Grindewald era situata, che, spesso, gli rendevano il respiro difficoltoso, aveva cambiato il colore della pelle da bianco cereo a un lieve tuttavia gradevole color spumante pallido, e i lineamenti, prima contratti dalla sofferenza delle ossa rotte, ora distesi dal benessere fisico ritrovato, si erano ulteriormente, addolciti, senza però essere effeminati. Annamaria fu certa che alla conferenza stampa avrebbe fatto strage di cuori muliebri, scatenando, come unico effetto negativo, una bella dose di gelosia maschile. A malincuore, gli prese il polso e allontanò dal viso la sua mano bianca dalle dita sottili e lunghe.
    Heron le chiese scusa e lei accettò scuotendo la testa in un gesto di noncuranza, quindi, l'uomo tornò a guardare oltre la finestra.
    Poi si girò di nuovo, sorrise e annuì.
    "Sono pronto" rispose, sicuro.


    Spero vi siano piaciuti. :pray: :)
    Alla prossima, spero presto.
     
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    Eccomi qui ^_^ Scusa per il ritardo, ma è stata una settimana davvero intesa ed è finita con una bellissima notizia, un nuovo arrivato in famiglia *_* Mi è nato un nuovo cuginetto *_* Stupendo e meraviglioso *_* E con un sacco di capelli...io ero pelata quando sono nata Genetica, è solo genetica ^_^ Ahahah sono contenta che il siparietto con Crowley ti sia piaciuto ^_^ Andando alla recensione, ho trovato il capitolo molto bello e interessante, piccolo ma ricco di particolari (anche qui ho trovato un nome che trovo da qualche tempo sempre, ma non ti dirò qual è :xd), mi ha incuriosito il dialogo iniziale tra Antonov, il quale mi sembra un uomo tutto d'un pezzo e convinto di quello che dice, arrabbiato dal fatto che gli alieni abbiano preso la Terra come una pattumiera (non avrebbe tutti i torti, immagina se praticamente gli alieni decidessero di considerare la Terra come pattumiera...il mondo andrebbero al collasso) e gli altri due uomini, i quali li ho trovato più se
    nsati e più pacati rispetto a Antonov...curiosa la storia della nonnina ultracentenaria, la quale è la sopravvissuta di una famiglia ma non si sa se potrà essere d'aiuto ai tre uomini...Tenero e dolce il momento del dialogo tra AnnaMaria e Heron, il quale si preoccupa dei suoi uomini...Quando lui le tocca il viso, ho potuto costatare una certa affinità che Heron sta provando per lei...Si sta innamorando della sua salvatrice? Troppe domande e curiosità a mille *-*
    Bravissima Sahany, i miei complimenti :.)
     
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  9. sahany09
     
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    Oh, ciao Gabrielle !! :)
    Stavolta sei stata tu a commentare per prima.
    Innanzi tutto complimenti ed auguri per il cuginetto. E' sempre un piacere vedere la famiglia aumentare di numero, e un certo caos intorno a questo tipo di eventi è normale, quindi, capisco la settimana intensa. Non avrebbe potuto essere altrimenti.


    Riguardo al capitolo della mia fiction è si abbastanza interessante ma i prossimi lo saranno senz'altro moooooooooolto di più a cominciare dalla puntata immediatamente successiva a questa che hai appena letto. Si entrerà nel vivo della questione e un pò di misteri verranno finalmente alla luce. Si saprà qualcosa sugli arcani eventi accaduti tanti anni prima sulla Terra ma....sorpresa! Nonostante sia lontano, si viene a sapere che anche sul pianeta di Heron è successo qualcosa di simile a quel che è avvenuto sulla Terra. Riguardo al rapporto Annamaria/Heron, torno a precisare che fra i due c'è solo affetto e nella prossima puntata, anche questo sarà definito meglio poiché sarà Heron stesso a spiegare la sua situazione. A questo punto però, l'unico mio dubbio è come amministrare la puntata dato che sarà piuttosto lunga (sarebbe tutta un blocco). Probabilmente - e necessariamente - dovrò dividerla in due.
    Detto ciò, questa volta, aspettiamo Bea, se vorrà deliziarmi del suo commento (ribadisco: non è obbligatorio. Non nego che mi faccia piacere, ma non siete costrette. Al limite, datemi un segno che avete letto la puntata in modo che io sappia se posso andare avanti a postare, ma il commento, o la recensione, sono buone scuse per fare due chiacchiere). Poi, procederò subito a postare la puntata.

    Grazie ancora Gabrielle per il tuo interesse alla mia incredibile ff. Grazie, ragazze e, a presto con il seguito. :)
     
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    Ciao! Scusami davvero tanto per il ritardo, sono stata parecchio incasinata col lavoro e altri impegni.
    Bei capitoli e mi rendi sempre più curiosa! Voglio proprio sapere cosa è successo in passato per rendere la Terra così, nei dettagli intendo xd
    Heron ha accettato di fare l'intervista ^_^ almeno così i paesani si tranquillizzeranno. E sono sicura che il comandante farà una strage di cuori xd
    Complimenti
    Non vedo l'ora di leggere il continuo!!
     
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  11. sahany09
     
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    CITAZIONE (BeaBea92 @ 8/9/2014, 16:47) 
    Ciao! Scusami davvero tanto per il ritardo, sono stata parecchio incasinata col lavoro e altri impegni.
    Bei capitoli e mi rendi sempre più curiosa! Voglio proprio sapere cosa è successo in passato per rendere la Terra così, nei dettagli intendo xd
    Heron ha accettato di fare l'intervista ^_^ almeno così i paesani si tranquillizzeranno. E sono sicura che il comandante farà una strage di cuori xd
    Complimenti
    Non vedo l'ora di leggere il continuo!!

    Nessunissimo problema, Bea, per i tuoi incasinamenti lavorativi. Già che un lavoro ci sia, oggigiorno, con la situazione attuale è un miracolo. Grazie per il tuo apprezzamento alla mia fiction e... si: nelle prossime puntate, pian piano i misteri si sciolgono. Riguardo alla famosa conferenza....beh...ti anticipo solo che si rischia la rissa. Ma, visto che anche tu hai commentato e, giustamente, aspetti il prosieguo, eccolo.
    La 1a parte della puntata. Tutta è troppo lunga. E sarà proprio in questa prima parte che trasparirà qualcosa di ciò che è avvenuto sulla Terra, ma anche su Ariel, il pianeta di Heron. Ci sono delle analogie. Che i due popoli si siano incontrati in passato? Oppure, più semplicemente i vari pianeti dell'universo obbediscono a certe leggi comuni?
    Attenzione perché la tematica è delicata !!! Avverto che la mia è solo un'ipotesi.
    Inoltre, il nostro bel comandante confessa ad Annamaria il suo segreto e potrebbe uscirvi qualche lacrima.
    Insomma. Le emozioni non mancheranno!!
    Buona lettura.




    TRASH - SPAZZATURA




    16) LE PRIME NOTIZIE DAL PASSATO


    Terra, Kirghizistan

    Contrariamente alle previsioni pessimistiche dei due piloti americani, la centenaria fu trovata, non in Siberia, bensì in un villaggio di poche urte (N.d.S. : le urte sono le caratteristiche capanne di quella zona) del Kirghizistan, in mezzo alle montagne, a oltre 3000 metri di altitudine, tutto sommato molto più vicino di quanto sarebbe potuto essere se avessero dovuto fare il giro della Siberia, essendo lo Stato a pochi chilometri dal confine siberiano.
    In un paesaggio dominato dal color argilla del terreno, dal grigio e dal bianco dei monti, l''urta dove la donna abitava costituiva una gradevole macchia colorata e, malgrado il freddo, era calda, interamente rivestita com'era di tappeti di pregio, variopinti, con bellissimi disegni orientaleggianti, manufatti da lei stessa in persona, nel molto tempo libero che aveva durante le lunghe giornate fra quelle alte montagne dove, incredibilmente viveva ancora da sola, autosufficiente ed abbastanza lucida da poter parlare e formulare discorsi sensati. Per la traduzione dall'inglese al Kirghiso e viceversa, Antonov aveva provveduto mandando, con i due americani, un suo dipendente, nato nel Paese della donna, e vissuto sul luogo abbastanza da ricordare qualcosa del suo idioma d'origine.
    Il volto tartaro di cartapesta scura, dagli zigomi alti, attraversato da centinaia di rughe dell'anziana montanara, era illuminato da occhi stranamente e straordinariamente chiari per la razza di quei luoghi, e lo sguardo era ancora sveglio e brillante.
    Non molto avvezza a parlare per il lungo tempo passato in pressoché completa solitudine, il suo racconto partì sotto la forma di intervista, con domande piuttosto corte e precise poste dall'interprete, alle quali la donna controbatté con risposte altrettanto corte e precise.
    Aveva trascorso i suoi cento anni e oltre - affermò di averne attualmente centocinque - in quel villaggio senza spostarsi mai troppo e incontrando poca gente, troppo poca per raccogliere testimonianze bastanti a ricucire qualche brandello di storia del pianeta in quell'ultimo secolo, però qualcosa uscì per praticare un piccolo squarcio nello spesso velo di inspiegabile occultamento del passato della Terra.
    In parole semplici e povere, Hardings, Edwards e l'interprete capirono, o credettero di capire, che cento anni addietro, un giorno, qualcuno aveva, in sostanza, rivelato quella che aveva definito Verità Assoluta, ovvero, la non esistenza di alcuna divinità e la completa invenzione di una mitologia ad essa legata, la qual cosa, in soldoni, stava a significare che Dio non esisteva, non era mai esistito e tutto ciò che aveva girato intorno a lui si era rivelato un ammasso di enormi balle costruite ad arte per far soldi, questione che, comunque, alla narratrice non aveva interessato più di tanto, non essendo mai stata credente, il cui sviluppo della vicenda non aveva più seguito per i motivi appena citati e perché nel suo Paese, a parte all'inizio, ben presto di notizie non ne erano più arrivate.
    Non era molto, ma era già un indizio che, tra l'altro, forniva una spiegazione al recente nuovo utilizzo profano dei luoghi una volta ritenuti sacri.
    Tornati alla base in Siberia, Hardings ed Edwards ringraziarono Antonov e compagni e risalirono sul loro velivolo di ricognizione.
    "Se vedete uno di quei cosi belli gonfi di spazzatura - avvertì il russo - abbattetelo senza misericordia. Non importa se ammazzate anche gli occupanti. Sono bastardi in meno che vengono a depositare la loro merdaccia sul nostro sacro suolo".
    Prima di chiudere lo sportello dell'aereo, Hardings salutò Antonov con il tipico leggero battito della mano tesa a taglio sopra l'arcata sopraciliare destra in segno di comprensione del messaggio e successiva tacita promessa di obbedire al suo ordine ma, non appena i due ripresero posto davanti ai comandi, prima di rimettere il moto l'aereo, Hardings si fermò a riflettere ad alta voce, volendo condividere i suoi pensieri col collega
    "Edwards... "gli si rivolse, perplesso.
    "Si?"
    "E' possibile che l'umanità abbia creduto subito a quello che era stato detto?".
    Anche Edwards si fermò a riflettere. Sembrava strano pure a lui.
    "Non saprei, - rispose tuttavia - Però...si. In effetti...".
    "O forse è stato proprio questo a provocare lo sconquasso" osservò Hardings.
    "Cioè?" disse Edwards che aveva capito, ma voleva ulteriori conferme.
    "Secondo me, in principio, la gente non ha creduto subito. - azzardò Hardings - Vuoi che sia stata così stupida da prendere a tamburo battente per buona una dichiarazione fatta magari da un tizio che si era svegliato male una mattina o che aveva chiesto un miracolo e non lo aveva ottenuto? Succede così, sai? Tutti i più grandi casini della Terra sono avvenuti perché qualcuno non si è visto accontentato nella propria richiesta. Poi l'umanità si è divisa in credenti e non credenti e, finalmente, dopo anni di silenzio e ipocrisia, le due fazioni se le sono date da orbi sfogando i loro istinti repressi. Secondo me è andata così".
    Pensandoci bene, Edwards realizzò di trovarsi in accordo col collega. Doveva essere andata in quel modo. Soddisfatto della sua teoria, Hardings accese i motori dell'aereo e dopo pochi secondi i comandi automatici si attivarono, favorendo un decollo rapido e ben calibrato. Altri secondi dopo, lasciata la pulita Siberia alle spalle, sotto di loro si riaprì il desolante panorama di distese di spazzatura in tutte le zone pianeggianti disabitate. E la madre delle domande sbocciò spontanea: possibile che, tranne nelle aree intorno a basi militari, nel resto del mondo nessuno si fosse mai accorto di quello scempio? Libero, grazie al temporaneo inserimento del pilota automatico, Hardings lasciò per qualche attimo i comandi incuriosendo e ponendo all'erta Edwards che indovinò una qualche altra profonda riflessione del compagno di volo. Ed effettivamente, Hardings era stato folgorato da un pensiero improvviso: che fine avevano fatto i telescopi? Riprese completamente i comandi in mano e puntò l'aereo verso sud est.
    Nel mentre, i due fecero in tempo ad accorgersi che l'intero territorio del Medio Oriente era scomparso, sommerso dalla spazzatura.





    17) LA CONFERENZA

    Grindewald, più o meno nello stesso periodo

    Ospedale

    Terminata la giornata lavorativa, prima di tornare definitivamente a casa, Annamaria volle fare un'ultima visita a Heron per assicurarsi che fosse davvero pronto per la conferenza. Era rimasta particolarmente colpita da quella carezza, elargitagli dall'uomo forse inconsciamente, ed ebbe una seconda maggiore sorpresa allorché, entrata nella stanza, Heron le andò incontro con le braccia semi tese come se la volesse abbracciare, ritraendosi solo all'ultimo momento da quell'impulso e scusandosi per il gesto. Annamaria fu sicura di capire.
    "Comandante Heron, - gli si rivolse piena di comprensione - lei ama quella donna, vero?" disse, riferendosi alla paziente sotto tenda ad ossigeno. Heron tornò al letto e si sedette, affranto, sul bordo.
    "Si" confessò come una liberazione.
    "Ma?" lo sollecitò Annamaria aspettando il "ma".
    "Le regole della flotta proibiscono ogni legame sentimentale, anche una semplice amicizia fra membri dell'equipaggio di un'astronave" rivelò l'uomo, tristissimo.
    "Lei la ama?" chiese ancora Annamaria.
    "Si. - rispose Heron, maggiormente afflitto - Almeno....credo!".
    "Immaginavo. - disse Annamaria avvicinandosi a lui. L'uomo si girò verso di lei lanciandole uno sguardo muto che però diceva tutto - Al diavolo, le regole!" si lasciò sfuggire lei, a mezza voce, stizzita e anche lei rattristata.
    A quel punto, Heron ebbe una reazione imprevista. Spalancò i suoi splendidi occhi blu di stupore.
    "Come ha detto, scusi?" la interpellò, teso. Perplessa, Annamaria ripeté la frase.
    "Credo sia un vecchio modo di dire. - spiegò - Per protestare contro una situazione a noi sfavorevole".
    "No, - rettificò Heron - Al diavolo. Il Diavolo.... - e nel parlar così, prese un tablet e le mostrò una fotografia che raffigurava una croce.- Ha mai visto quest'oggetto?".
    Annamaria frugò nel suo archivio mentale. Si. Aveva incontrato l'immagine di quell'oggetto ma non l'aveva mai associato a nulla di particolarmente importante.
    "Perché me lo chiede?" domandò, incuriosita.
    "Perché a volte mi appare in sogno. - rispose Heron, eccitato da un'emozione che sembrava intensa - Fra le fiamme. - Poi, afferrandole il bavero del camice la invitò a guardarlo bene. Lo sguardo di Annamaria cadde sulla piccola spilla appuntata sotto il bavero: il Caduceo, il bastone avvolto nelle spire di due rettili, il simbolo della categoria dei medici. Annamaria non capì subito - Dovrebbe esserci anche la croce - riprese Heron - come simbolo di chi salva vite per professione. Lo avevo visto in un libro a casa di un nostro vecchio amico di famiglia. - si fermò notando l'espressione corrucciata di Annamaria - Ho detto qualcosa che non va?" terminò preoccupato.
    Annamaria sorrise.
    "No. - lo tranquillizzò - Talvolta ho la sensazione che ci venga nascosto un passato".
    "Non è una sensazione" corresse Heron.
    Annamaria gli si avvicinò ancor di più e gli si mise davanti scrutandolo con sguardo determinato.
    "Lei sa qualcosa in merito?" lo interrogò, decisa.
    "Del vostro pianeta, no. - rispose Heron - Del mio, frammenti di racconti incompleti che hanno il sapore di favole narrate di fronte al fuoco di un camino". Annamaria apprezzò quella poetica similitudine. Sotto la rigidità dell'uniforme di pilota di un'astronave - che in quel momento, tuttavia non indossava -, Heron stava rivelando un animo sensibile e romantico.
    "E di cosa parlava quel passato? Ricorda?" continuò Annamaria, cercando di incoraggiarlo a parlare. Heron la guardò con un un'intensità difficilmente sostenibile.
    "Di un dio che non c'è più. - rispose lui, sempre mesto - O almeno di una divinità in cui i nostri antenati riponevano fiducia". Annamaria annuì, percependo vaghe linee di un'idea che andava disegnandosi nella sua mente. Al momento decise di non insistere e di cambiare tema.
    "Perché lei e il suo equipaggio siete venuti fin qui, in un mondo popolato da quattro gatti? - domandò - Ci siete arrivati per caso?" Heron abbozzò un sorriso. Meraviglioso.
    "No. - rispose - Oltre ai quattro gatti, avete materiale che ci interessa".
    "Quale?" chiese Annamaria, curiosa.
    "Uranio" rispose Heron, secco, osservando divertito l'espressione stupita della donna.
    "Non è pericoloso?" commentò infatti Annamaria.
    "Se usato male. - specificò Heron con atteggiamento di chi si vanta di essere esperto, mutandolo però poi in uno più umile - Annamaria... - proseguì, preoccupato - gli abitanti di questa città hanno paura di me?"
    Annamaria sorrise.
    "All'inizio sì. - ammise - Ma ora sono solo curiosi e ansiosi di conoscerla. - si allontanò di poco, per cominciare ad andar via, continuando a sorridere - Stia tranquillo. Andrà tutto liscio. Sia solo se stesso. E li conquisterà davvero. Buona notte". Detto ciò, gli sfiorò una spalla. Prima di lasciare la stanza, fu certa che il comandante avrebbe voluto almeno deporle un bacio sulla fronte o su una guancia. Uscì in fretta per impedirglielo e per evitare a lei stessa di commuoversi.


    Ok, per stasera mi fermo qui.
    Se non aspettate troppo per leggere, presto posterò la 2a parte, ma non preoccupatevi !!
    Se avete da fare, capisco. Sono occupata anch'io, quindi, non agitatevi troppo !!
    Alla prossima. :)

    P.S. Sto postando la ff anche su EFP.

    Ciao.
     
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    Beatrice

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    Ciao! Ho approfittato di oggi, che vado a lavorare al pomeriggio.
    Due belle puntate! Sì inizia a conoscere ulteriori dettagli sul passato, ma non è ancora abbastanza. Stai proprio centellinando le notizie, giusto per farci incuriosire di più, ho ragione? Fai bene!
    Awww cucciolo Heron. Ha ammesso che la ama! Spero che ci possa essere un lieto fine, anche se le regole vietano ogni legame sentimentale. Come ha detto Annamaria, al diavolo le regole!
    Attendo il continuo! ;)
    Complimenti!
     
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  13. sahany09
     
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    Grazie Bea. :)
    Pian piano la verità sugli eventi passati uscirà e riguardo al nostro bel comandante innamorato, beh...... diciamo che le soluzioni per il suo problema ci sono. :) .
    Aspettiamo Gabrielle e poi andiamo avanti.
    A presto e buon lavoro !!
     
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    Eccomi qui ^_^ Oggi è la giornata in cui devo correre sempre ^_^ Ti chiedo scusa per il ritardo madornale, ma ho mille cose da fare e avere un tempo libero è perennemente difficile, scusami. Allora a parte che oggi sono tremendamente felice per una cosa inaspettata, ho ricevuto un complimento stupendo che mi ha fatto saltare in aria dalla contentezza, eccomi a recensire il tuo nuovo capitolo ^_^
    Molto intrigante l'incipit con i militari all'interno del territorio del Kirghizstan, con l'intero territorio del Medio Oriente ricoperto di spazzatura...Ho notato una ricerca accurata sul mondo militare e sul come si muovono e da figlia e sorella di militare sono soddisfatta del risultato...
    Interessante il dialogo tra AnnaMaria e il bel Heron, mi ha colpito il riferimento al Caduceo di Hermes, al bastone con i due serpenti intrecciati che aveva poteri sovrannaturali, come il risvegliare i morti o uccidere i vivi...Sono curiosa di scoprire quali retroscena ci saranno ^_^
    Scusami per questa recensione strana ^_^
    Bravissima Sahany, i miei complimenti ^_^

    Se vuoi, ho messo una nuova storia romantica ^_^ Mi farebbe piacere se la leggessi ^_^ Prometto che la nuova puntata di Stairway to Purgatory arriverà ^_^ Non so quando, ma non la lascio in sospeso ^_^ Sta risultando più complessa del solito...O forse sono io che sto prendendo più seriamente il ruolo di scrittrice ^_^
     
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  15. sahany09
     
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    CITAZIONE (GabrielleWinchester @ 21/9/2014, 16:38) 
    Eccomi qui ^_^ Oggi è la giornata in cui devo correre sempre ^_^ Ti chiedo scusa per il ritardo madornale, ma ho mille cose da fare e avere un tempo libero è perennemente difficile, scusami. Allora a parte che oggi sono tremendamente felice per una cosa inaspettata, ho ricevuto un complimento stupendo che mi ha fatto saltare in aria dalla contentezza, eccomi a recensire il tuo nuovo capitolo ^_^
    Molto intrigante l'incipit con i militari all'interno del territorio del Kirghizstan, con l'intero territorio del Medio Oriente ricoperto di spazzatura...Ho notato una ricerca accurata sul mondo militare e sul come si muovono e da figlia e sorella di militare sono soddisfatta del risultato...
    Interessante il dialogo tra AnnaMaria e il bel Heron, mi ha colpito il riferimento al Caduceo di Hermes, al bastone con i due serpenti intrecciati che aveva poteri sovrannaturali, come il risvegliare i morti o uccidere i vivi...Sono curiosa di scoprire quali retroscena ci saranno ^_^
    Scusami per questa recensione strana ^_^
    Bravissima Sahany, i miei complimenti ^_^

    Se vuoi, ho messo una nuova storia romantica ^_^ Mi farebbe piacere se la leggessi ^_^ Prometto che la nuova puntata di Stairway to Purgatory arriverà ^_^ Non so quando, ma non la lascio in sospeso ^_^ Sta risultando più complessa del solito...O forse sono io che sto prendendo più seriamente il ruolo di scrittrice ^_^

    Grazie Gabry. :)
    Scusate ma vado di fretta perché sono in wifi, con il tempo delle batterie del pc, ergo, posto subito la puntata. Poi spiegherò con calma.
    Questa è la puntata della conferenza. Occhio che si sfiora la rissa!!! :)
    Godetevela !!!


    TRASH - SPAZZATURA



    A casa Aloisi

    Non erano riusciti ad andare a cena fuori ma quella sera la famiglia Aloisi era al completo attorno al tavolo della bella e grande cucina abitabile per consumare il pasto serale tutti insieme.
    Flavia, Giulio e Federico, i più grandicelli erano finalmente in vacanza dalla scuola e la piccola Annalisa era ben sistemata, salda sul suo seggiolone, in trepida, nervosa, affamata attesa del primo piatto, la sua bella porzione "da grandi" delle penne all'arrabbiata. Annamaria non aveva di sicuro molto tempo per preparare pietanze elaborate come lasagne o cannelloni, ma i primi piatti le venivano comunque sempre molto bene.
    "Mamma, è vero che ci sono gli alieni?" se ne uscì Giulio di punto in bianco.
    "Le notizie girano in fretta" commentò Stefano, mordicchiando un pezzo di pane morbido e fresco.
    "Non siamo certo a Roma o a New York" fu la risposta veloce di Annamaria.
    "Mamma, tu li hai visti, vero?" fece seguito Federico.
    "Li ho visti anch'io! - si vantò Flavia ridimensionandosi però, subito dopo - Cioè....l' ho visto. Ne ho visto uno solo. - Giulio e Federico la tempestarono di domande alle quali la ragazzina rispose, per la verità, in tono non tanto enfatico - Poverino! - si mostrò empatica alla fine - Mi ha fatto quasi pena. Sembrava più spaventato lui di noi".
    Annamaria si fermò con la zuppiera in mano, sovrappensiero. Tutti ebbero l'impressione che fosse preoccupata. Infatti, immediatamente dopo, chiese al marito quando fosse stata fissata la conferenza.
    " A fine settimana. - rispose Stefano, piuttosto allegro. Ma nel vedere la consorte perplessa, tornò serio - Come sta il nostro ospite?".
    "Fisicamente sta meglio. - rispose Annamaria facendo spazio sul tavolo e depositando la zuppiera fumante - Si è ripreso quasi del tutto, ma moralmente è un pò giù. A dirla tutta, non so davvero come reagirà e come si comporterà. E' vero che è un tipo abituato al comando e a prendere decisioni in velocità, ma qui la situazione è molto diversa. E' letteralmente in un altro mondo che non è il suo. Sto cercando di prepararlo meglio possibile. Comunque, già il fatto che abbia accettato di parlare in pubblico, è un buon segno. Vuol dire che ha voglia di comunicare con noi..... - si fermò come per pensarci - Ne ha bisogno".
    "Ci racconterà la sua storia?" intervenne di nuovo Giulio.
    "Ci parlerà del suo pianeta?" si accodò Federico.
    "Possiamo venire anche noi alla conferenza?" chiese Flavia.
    "La conferenza è aperta a tutti. - rispose Stefano, afferrando la forchetta e affondandola nelle penne scivolose di profumato sugo di pomodoro, come a voler porre fine alla discussione, dando il via alla cena - Fa parte della festa di fine mese che è aperta a tutti".
    Annamaria si fermò con la forchetta a mezz'aria.
    "Non so se forse sia troppo presto" commentò, seria.
    "E' meglio così, credimi. - le fece notare Stefano - Già gli abitanti non hanno digerito molto che abbiamo tenuto loro nascosto la presenza dei nostri visitatori dello spazio. Mi hanno assalito e me ne hanno dette di tutti i colori. - si lamentò - Si sono calmati solo quando ho annunciato che uno di loro si sarebbe fatto vedere, proprio perché non hanno nulla da nascondere. Sono venuti in pace.....Vero?" . Scorgendo sul volto di Stefano una buffa espressione di ricerca di conferma, Annamaria accennò un sorriso. Se si escludeva quella iniziale minaccia di vendetta per la morte del padre, perito chissà dove e perché, con la quale aveva esordito i primi giorni di degenza, forse sotto l'effetto degli analgesici e dell'ossigeno, Heron non aveva più dato segni di istinti violenti, anzi! Si era dimostrato pacifico e....molto dolce, soprattutto con lei. Ma aveva manifestato un continuo tormento interiore che pareva farlo soffrire e neanche poco e adesso lei ne conosceva la ragione. Per associazione di idee, le venne in mente di colpo ciò che le aveva mostrato e volle condividerlo con il marito pur rendendosi conto che, forse, l'argomento non sarebbe stato adattissimo per i figli.
    Al sentirla parlare, Stefano smise di botto di mangiare e alzò la testa di scatto.
    "E me lo dici così?" la rimproverò senza, tuttavia, esser duro.
    "Come avrei dovuto dirtelo? - replicò Annamaria, piegando sullo scherzoso - Cantando?" e accennò una musica mettendo in versi ciò che aveva appena detto a parole.
    Stefano drizzò la testa e il busto, dimostrando estremo interesse alla rivelazione e anche che sembrava aver avuto un'improvvisa intuizione.
    "Annamaria...."esordì, vagamente solenne.
    "Si?" lo incalzò la moglie.
    "Qualunque cosa sia successa sul nostro pianeta, qualcosa di simile dev'essere successo in quello del nostro amico".
    "Credo di si" convenne Annamaria.
    "Convincilo a parlarne alla conferenza" quasi le ordinò Stefano. Annamaria annuì
    "Credo che lo farà. - disse a mezza voce - Senza bisogno di convincerlo".
    E la famiglia Aloisi riprese la cena.





    Dopo cena

    L'eccitazione per la conferenza imminente, che senza dubbio si stava delineando fuori da ogni schema convenzionale, rese particolarmente difficile il persuadere la prole della famiglia ad andare a godersi il sonno del giusto. In altre parole, quella sera i coniugi Aloisi fecero più fatica del solito a mandare i loro figli nelle proprie stanze a dormire, ma alla fine ci riuscirono e dopo aver socchiuso la porta della loro camera per non perdere del tutto il controllo della situazione, poterono godersi un pò di intimità senza esagerare data anche la profonda stanchezza a cui giungevano al termine di giornate per loro sempre piuttosto pesanti. Quando Stefano uscì dal bagno dopo una doccia rigenerante, trovò Annamaria seduta sul letto matrimoniale, a gambe incrociate e con la faccia scura. Si sedette accanto a lei e le girò il viso verso di lui.
    "Sputa il rospo!" le comandò, in tono scherzosamente imperioso, sicuro che stesse covando qualche pensiero cupo. Annamaria scosse la testa.
    "Forse hai ragione" esordì, seria.
    "Su cosa?" chiese lui, sospettoso.
    "Sul passato. - rispose Annamaria - Abbiamo un passato. Questo pianeta ha un passato, ma non so per quale accidenti di strano motivo, è stato cancellato o almeno qualcuno ha deciso che non dobbiamo recuperarlo e mi domando perché. Cosa è successo di tanto terribile da impedircelo?"
    Stefano sgranò gli occhi.
    "Complimenti, dottoressa Di Gennaro! - gongolò - Lei ha appena posto la domanda della settimana! O meglio: quella del millennio".
    "E cosa vinco?" continuò il gioco Annamaria.
    Stefano non rispose passando all'azione e baciandola.
    "Ritroveremo il passato della Terra. - si divertì Stefano a promettere solennemente - Parola di Stefano Aloisi".






    La conferenza

    La tanto attesa conferenza ebbe luogo il sabato in un'ampia sala del municipio di Grindewald, che si riempì fino all'esaurimento posti in piedi. Si poté quasi dire che vi partecipò tutta la popolazione adulta e pensante, ma registrò anche la presenza di molti giovani fra i quali i figli maggiori del sindaco Aloisi. Stefano ricevette molti complimenti per sua figlia, una bella ragazzina di 12 anni, più alta di svariati centimetri della media - mutuati dalla statura di suo padre -, sottile, dal bel visetto sveglio, incorniciato da una folta e lunga capigliatura castano ramato, e illuminato da due grandi occhi grigio-verdi, anch'essi ereditati da papà Stefano, mentre i due maschi, Federico e Giulio, rispettivamente di 9 e 7 anni, erano piuttosto evidentemente somiglianti ad Annamaria, anche loro castani di capelli e occhi, dalle chiome corte e zazzerute, e i visi tondeggianti che conferivano un aspetto simpatico ed accattivante. La piccola Annalisa, troppo giovane per partecipare a quell'assemblea, dove forse si sarebbe parlato di cose da grandi, era rimasta a casa con una ragazza trovata disponibile per miracolo a farle da baby sitter per quella mattina.
    Tutti sapevano dell'arrivo dell'ospite che veniva da lontano e l'emozione era tangibile al tatto.
    I commenti bisbigliati serpeggiavano fra i convenuti e si sentiva di tutto: da quelli benevoli e speranzosi a quelli vagamente velati di incomprensibile malignità, finché da una porta in fondo alla sala, Heron entrò, alto, elegante nel portamento, nel semplice e sobrio completo grigio chiaro, prestatogli da un collega di Annamaria della sua stessa statura e struttura fisica, sotto il quale spiccava una camicia celeste, ben stirata, ma aperta al collo per volere della dottoressa, preoccupata che potesse il più liberamente respirare, considerando la sua nota difficoltà nel farlo a causa dell'altitudine e delle dolorose conseguenze fisiche riportate nel grave incidente di cui lui e il suo equipaggio erano rimasti vittime. Le costole fratturate si erano ormai pressoché saldate completamente, ma gli procuravano ancora, di quando in quando, qualche brutta fitta e solo per cautela, sotto la camicia, indossava un leggero tutore elastico che gli fasciava il torace, accentuandogli apparentemente l'ampiezza del petto. Il suo avanzare verso il lungo tavolo in fondo alla sala, dalla parte opposta dell'entrata, ebbe il potere di ammutolire qualunque residuo commento diretto alla sua persona, facendo convergere gli sguardi su di lui, fomentando un "oh" di meraviglia e dividendo idealmente ed immediatamente la platea nelle due fazioni sessualmente distinte: la femminile, inchiodata dalla meraviglia e la maschile, più mobile, che a sua volta si divise a metà fra coloro che mormorarono di ammirazione e quelli che vibrarono di invidia e gelosia.
    Senza guardare, Heron raggiunse il tavolo e, invitato con fare soave da Annamaria che parve mangiarselo con gli occhi, lo aggirò e vi si sistemò dietro, al centro di esso. A quel punto, alzò la testa e gli occhi puntandoli sui presenti i quali sembrarono perdere la parola, precipitando la sala in un silenzio irreale. Silenzio che lui ruppe poco dopo stirando lentamente le sue labbra perfette in un sorriso, prima timido poi sempre più aperto, sciogliendo gli animi come burro al Sole.
    "Miseria! - si sentì borbottare una voce femminile - Ma nel suo pianeta sono tutti come lui? E gli altri? Voglio andare. Voglio partire subito!".
    Esplose una risata in mezzo alla quale, però, si udì anche qualche rimbrotto acido, probabilmente fuoriuscito dalla bocca di qualche esemplare maschile non molto felice di essere oggetto di un inevitabile confronto esteriore avanzato dalla propria partner. Alcuni animi mostrarono di cominciare a scaldarsi, pronti ad un eventuale scambio di non educati convenevoli, ma gli esponenti delle Forze dell'Ordine esibirono subito palesi le intenzioni di spegnere e disinnescare qualunque miccia, anche la più piccola, spingendo con pochi complimenti le teste calde fuori dalla sala attraverso porte laterali.
    Ristabilita la calma, la bruna, alta e spavalda organizzatrice della conferenza si sorprese ancora sotto shock, ma si fece coraggio, si ricompose e cominciò a porre le sue domande a cui Heron rispose dapprima timido, educato, dolcissimo, sfoderando poi, anche ironia. Precedentemente istruita da Annamaria che ormai sapeva molto dello straniero, Giacinta Raineri, - questo era il nome della cronista che aveva voluto l'incontro - raggiunse presto il punto desiderato.
    "Comandante Heron, - lo interpellò come aveva appreso dalla dottoressa - cosa l' ha spinta a venire sul nostro pianeta?".
    "Piacerebbe saperlo anche a me. - rispose Heron esibendo la sua ironia - Visto che sono arrivato qui in modo molto veloce. Anche troppo, forse" . Molti ricordarono il botto di un mese prima e riempirono la sala con una risata contenuta, ma sentita, dopodiché Heron riprese, stavolta recuperando la sua serietà e la sua sobrietà, fornendo il vero motivo della sua presenza sulla Terra. "Uranio?" esclamò un convenuto, sinceramente stupito dalla risposta.
    "Già. - confermo Heron - Siamo qui perché abbiamo scoperto che sulla Terra c'è molto uranio e altri minerali che potrebbero servirci per alimentare le nostre centrali produttrici di energia per far funzionare i macchinari che ci forniscono luce e calore nelle città e nelle abitazioni".
    "Io so dov'è l'uranio!" se ne uscì un cittadino italiano di Grindewald.
    "Bene. - rispose Heron, sentendo accendere la speranza - Me lo dica. Vado a cercarlo, ne prenderò quanto stimo sia necessario e toglieremo il disturbo".
    "Nessun disturbo, comandante! - gongolò una donna tedesca in carne - Per me può stare qui quanto vuole".
    "Non t'illudere, balena! - la smorzò un italiano - Scòrdati che venga a scaldarti il letto!" e da quell'infelice scambio di battute, per pochi istanti si temette l'insorgere di una lite che sarebbe potuta dilagare con facilità e sconfinare in pugni e calci ma che, invece fu prontamente sedata dagli agenti di Polizia i quali si avvicinarono fulminei ai due contendenti raffreddandoli subito con le loro armi puntate addosso. I due si sedettero ai loro posti e non si mossero più.
    La conferenza proseguì senza altri inconvenienti e si giunse alla questione cruciale.
    "Comandante... - avviò Giacinta, compiendo un profondo respiro - molti anni fa qui, sul nostro pianeta sembra siano avvenuti dei fatti che hanno sconvolto l'umanità decimandola numericamente, e cambiandone per sempre l'assetto sociale. Pare strano, ma noi di queste ultime generazioni non sappiamo nulla di quel che realmente sia avvenuto perché non ci sono giunte più informazioni nel tempo, però pare che lei sappia qualcosa. Può dircelo?".
    Anche Heron respirò e a qualcuno non sfuggì una rapida smorfia di dolore che alterò per un secondo o due i bei tratti del suo volto. Non sfuggì neppure ad Annamaria che gli si accostò apprensiva. Ma l'uomo la tranquillizzò. Stava bene ed era già tutto passato.
    "Nemmeno io ne so molto. - rispose calmo - A quell'epoca non ero ancora nato. Non ero nemmeno in programma... - altra risatina generale - Ma da quel poco che sono riuscito a sapere grazie a persone che sono vissute a lungo e sono ancora vive, so che gli eventi sono da ricondurre al sentimento della fede. In altre parole.... - si fermò un attimo per prendere un altro respiro, allarmando Annamaria che cominciò a vederlo affaticato - dev'essere successo qualcosa che riguarda la sfera religiosa... o una credenza...".
    "Una guerra santa?" azzardo qualcuno ad alta voce.
    "Qualcosa di simile" fece eco un altro. L'ipotesi accese un'interessante e civile discussione che coinvolse molti partecipanti. Annamaria ne approfittò per assicurarsi che Heron stesse bene, ma l'uomo le garantì che tutto stava procedendo per il meglio e che, malgrado la tensione, si stava divertendo.
    "Ma... - continuò Giacinta - è successo anche nel suo pianeta?".
    "Credo di si" rispose Heron, convinto.

    L'evento ebbe termine scivolando poi nella grande festa che sindaco e assessori avevano preparato nelle piazze della cittadina allestite con enormi tavolate dove salsicce, birra, delikatessen tedesche e sana cucina italiana s'incontrarono in una grande mangiata e bevuta a cui seguì danze e canti di entrambe le comunità le quali, almeno una volta ogni tanto, si univano dimenticando vecchi rancori intonando insieme canzoni di montagna e di altro genere.
    Il Sole era brillante e caldo e il cielo sereno, di un azzurro densissimo, si specchiò magicamente negli occhi del bel comandante extraterrestre accentuando il blu che parve retroilluminarsi sprigionando una luce quasi sovrannaturale. Qualcuno cominciò a pensare che in quel momento, se non Dio, o il dio di cui si era parlato a fine conferenza, lui avrebbe potuto comunque essere una creatura in cui credere, alla quale dare fiducia e su cui confidare per risolvere qualche problema.
    Era l'effetto della birra?


    Spero vi sia piaciuta.
    Alla prossima.

    @Gabry: Leggerò la tua nuova ff quanto prima. Poi spiego tutto)
     
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96 replies since 14/4/2014, 18:02   616 views
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