Loose control

FanFiction by Tanis_mezzelfo#21, Paige Collins & Co.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Tanis_mezzelfo#21
     
    .

    User deleted


    Ciao a tutti!!
    questa fanfic è nata a 6 mani con due mie amiche, Paige Collins e un'altra ragazza che non è iscritta al forum.
    Ehm contiene spoiler ed è una Out Of Character, ovvero i personaggi hanno caratteri e comportamenti diversi da quelli "reali" (passatemi il termine)

    ehm...niente, speriamo vi piaccia...Buona lettura!!!
    ATTENZIONE: CONTIENE SPOILER SULLA 4-5 STAGIONE


    OLD FRIENDS

    Paige non sapeva più che cosa fare con lui. Da quando gli era saltato in mente di bersi un intero negozio di alcolici, non era più riuscito a smettere, e il recente comportamento di Dean non era certo stato di aiuto. Il ragazzo aveva infatti deciso di dire sì a Michael, se non proprio ora, in un futuro non troppo lontano; i due avevano finito per litigare pesantemente, arrivando addirittura alle mani.
    Sam, con la sua dipendenza dal sangue di demone e i suoi tentativi di dissuadere il fratello da quella malsana decisione, era troppo impegnato per stare dietro anche ai problemi di depressione di Castiel. L’angelo, già giù di morale per la perdita dei suoi fratelli, era definitivamente crollato dopo la scoperta che la sua ultima fonte di speranza, suo padre, non era intenzionato a intervenire per fermare l’apocalisse e che perciò, tutto quello che aveva fatto, la sua ricerca che l’aveva portato in giro per il mondo, non era servita a niente.
    La sua famiglia, lei e il piccolo Misha, frutto della loro unione, non erano state sufficienti ad attutire la botta, anche se gli avevano impedito, molto probabilmente, di tentare il suicidio.
    Sebbene Cass non fosse mai diventato violento, e si rinchiudeva in bagno quando decideva di ubriacarsi, la ragazza aveva deciso di allontanare il piccolo da casa. Aveva anche sperato che questo gli desse una scossa. Castiel adorava suo figlio. Ma non era servito.
    Cercava di fermarlo, ma lui faceva sempre di testa sua.
    Paige ora poteva appoggiarsi solo a Sasha, una loro comune amica, ma anche lei poteva poco contro la volontà dell’angelo.
    Le due erano sedute in salotto a mangiare del gelato, mentre Castiel riposava nella stanza accanto, una breve pausa prima dell’ennesimo appuntamento della giornata con la bottiglia.
    -Com’è la situazione?-
    -Sempre peggio, non so più che fare per aiutarlo. Non vuole essere aiutato da nessuno, dice che va tutto bene-
    -Non arrenderti. Non puoi abbandonarlo…-
    In quel momento qualcuno bussa alla porta.

    Dalamar parcheggia la moto davanti all’indirizzo che quel Bobby Singer gli aveva dato. Gli sembrava troppo strano. Castiel. Il suo vecchio superiore. Certo ora si spiegava perché gli altri angeli avevano quasi mollato la caccia a lui. Perdere lui era una cosa, ma Castiel rientrava negli angeli veramente temibili.
    Ebbene si. Anche Dalamar era un angelo. Uno di quelli di grado minore, con poteri non certo all’altezza di quelli dei suoi superiori. E ora che se ne era andato, e le sue abilità si erano dimezzate, era molto più simile a un umano che a un angelo. Solo per fare un esempio, aveva ancora le sue ali, ma preferiva evitare il volo poiché lo lasciava ogni volta esausto, specialmente se per lunghi periodi. Quando se ne era accorto, per scegliere un mezzo di trasporto si era affidato all’istinto del suo tramite, un ragazzino di appena 16 anni con gli occhi chiari e i capelli scuri, tagliati corti. La sua scelta era andata su una motocicletta, un Ducati monster nero, regolarmente comprato sotto falso nome. Non sarà stato come volare, ma ci andava molto vicino come libertà. L’unica sfortuna è che non poteva portarsi molte armi dietro, ma aveva imparato a sfruttare lo spazio disponibile al massimo delle sue possibilità e per questo riusciva sempre a stupire gli altri cacciatori sulla capienza del suo arsenale.
    Una volta ribellatosi, aveva deciso di continuare a combattere il male, e poco male se ciò l’aveva fatto diventare un cacciatore al 100 per 100, con la marcia in più dei suoi poteri in caso di necessità. E quel piccolo handicap di avere gli angeli alle calcagna, il che lo condannava a una vita da reietto, per lo più.
    Sentire che Castiel si era ribellato l’aveva spinto ad andare a cercarlo. Sapeva come ci si sentiva, a essere soli tutto a un tratto, con la differenza che a quanto sembrava, era amico dei Winchester, il che sarebbe stato di certo un conforto per il suo superiore.
    Sentire che si era fatto una famiglia lo aveva reso felice, per non parlare di come si era sentito quando aveva scoperto della ribellione. Non avrebbe mai e poi mai voluto trovarsi a combatterlo. Non per paura, ma perché se era ancora vivo, lo doveva a lui, che più di una volta era passato sopra alla sua disobbedienza e alla sua tendenza a discutere gli ordini.
    A molti suoi fratelli un comportamento simile, sotto altri superiori, era costato la vita.
    La sua ricerca era stata estenuante. Castiel sapeva maledettamente bene come nascondere le sue tracce, e la stessa cosa valeva per i Winchester. Per fortuna aveva avuto una dritta prima di fuggire da una certa Pamela, una sensitiva morta poco tempo prima che lui si ribellasse e che gli aveva parlato, capite le sue intenzioni, di Bobby. Trovare quell’uomo non era stato facile, e per fortuna era bloccato su una sedia a rotelle! Ancora meno facile era stato evitare che lo ammazzasse appena dopo aver scoperto che era un angelo. Solo con lunghi discorsi era riuscito a conquistare la fiducia del cacciatore e c’era voluto ancora più tempo a far sì che si fidasse di lui a tal punto da rivelargli l’indirizzo di Castiel, o meglio di Paige.
    Non sapeva bene che dire, come presentarsi. Si augurava soltanto di non venire disintegrato all’istante.
    Bè, ormai sono qui, si dice e bussa alla porta.

    -Vado io- dice Sasha alzandosi e posando la coppetta di gelato –Dà un occhio a Cass tu-
    Paige annusce e va nella loro camera da letto, chiude la porta. Chiunque sia non vuole che vedesse il suo ragazzo in quello stato.
    -Posso fare qualcosa per te?- sente dire Sasha e, incuriosita, la raggiunge.
    -Non lo so- risponde una voce maschile piuttosto giovane, e infatti davanti alle due ragazze c'è un giovanotto certamente non ancora maggiorenne –Sto cercando qualcuno-
    Castiel compare alle sue spalle, silenzioso come sempre. Per lo meno aveva ancora il senso del pericolo. Guarda un attimo il ragazzo, fissando su di lui il suo sguardo intenso. Alla fine parla
    -Dalamar- dice, la voce impercettibilmente tesa.

    -Dalamar- un uomo sui trentacinque anni lo chiama per nome, ma deve dare un’occhiata più approfondita per riconoscere il suo superiore.
    -Castiel? Allora sono vere le voci che ho sentito su di te-
    -Che voci?- indaga la seconda ragazza, quella che era arrivata solo dopo sull’uscio della porta. L’angelo percepisce qualcosa di strano nel suo tono di voce.
    -Che ti sei ribellato- è la risposta. Dalamar comincia anche a sentirsi un po’ confuso. Qualcosa non gli quadra. C’è qualcosa di strano in tutto questo.
    -Vi conoscete?-
    -Sì, sono un angelo. Castiel era il mio superiore. Ferme ferme- dice subito dopo correndo ai ripari affrettandosi a spiegare, vedendo le loro espressioni farsi minacciose –Non gli sto dando la caccia. Mi sono ribellato anche io. Qualche mese prima di lui-
    La ragazza che gli aveva aperto guarda prima lui, come a volergli sondare la mente in cerca di una traccia di menzogna, poi passa a guardare l’angelo
    -Cass? È vero?- L’altro annuisce. La ragazza allunga la mano verso il nuovo ospite, che la stringe. –Io sono Sasha. Ora devo scappare. A presto, Paige. Cass-
    Rimangono un attimo sulla porta, in un silenzio imbarazzato. Ora che si trova lì Dalamar non sa bene cosa dire. Come poteva essere di aiuto a suo fratello più della sua nuova famiglia?
    -Io sono Paige- gli stringe la mano
    -Dalamar Argent-

    Paige riusciva quasi a percepire la tensione che stava provando in quel momento Castiel. Non se ne meravigliava.
    Finchè si trattava di loro e di Sam, non si faceva problemi a bere fino alla perdita dei sensi, ma ora, con un altro angelo in circolazione, per quanto di basso rango poteva essere, le cose si complicavano. Decisamente.
    Per lei era l’occasione di dare una svolta in positivo a tutta quella faccenda, che stava rasentando seriamente i limiti dell’assurdo.
    Voleva però che fosse Castiel a parlare dei suoi problemi, non voleva passare per l’impicciona e litigarci. Non quando era in quello stato. Non era mai diventato violento, ma chi poteva sapere cosa avrebbe fatto?
    -Arrivi proprio al momento giusto, qui c’è qualche problemi al momento, potrai esserci d’aiuto- dice lanciando un’occhiata eloquente al fidanzato, che però non coglie, o più probabilmente decide di ignorare l’affermazione
    -Soliti problemi di routine, sai demoni- dice

    Ora cominciava decisamente a farsi confuso. Lei diceva che poteva essere d’aiuto. Lui che si trattava delle solite cose, niente al di fuori della norma. E Castiel non era mai stato uno che minimizzava. A chi credere?
    Guarda entrambi negli occhi, uno alla volta.
    In quelli di dell’angelo vede soltanto disperazione, e una totale assenza di speranza. Quelli di Paige gli gridano di restare. Sono il riflesso di una disperata quanto sottointesa richiesta di aiuto. Non l’avrebbe abbandonata.
    -Per la verità parlavo di altri problemi....- di nuovo Paige guarda Castiel, mentre dal canto suo Dalamar comincia a non capirci più niente.
    -Paige!!!Basta!-
    -Ok, ok!-
    -Se è un brutto momento torno più tardi- azzarda prudentemente
    -No no resta- lo ferma la ragazza, lo sguardo disperato. Non aveva avuto davvero intenzione di andarsene, in ogni caso sarebbe rimasto nei paraggi, ma aveva paura di provocare qualche lite tra i due
    -Io vado via un attimo...vado di la'..devo fare una cosa- mormora Castiel in un tono che sa tanto di scusa; Dalamar lo segue discretamente con lo sguardo. Decisamente la faccenda gli puzza.

    Edited by (Jesse) - 31/5/2010, 09:16
     
    Top
    .
  2. sahany09
     
    .

    User deleted


    Cariiiiina, Tanis!

    SPOILER (click to view)
    Ehi, ho scritto un altro capitoletto dove appare Cass. Vai a vedere, se vuoi
    .
     
    Top
    .
  3. Paige Collins
     
    .

    User deleted


    Ecco qua il secondo capitolo



    PROBLEMS

    Castiel va in cucina. Sa cosa cercare, e non gliene importa un accidenti di Dalamar. Non gli ha chiesto lui di venire a cercarlo. Apre la credenza, e poi il frigorifero, in cerca di qualcosa.

    La ricerca diventa sempre più frenetica, fa cadere a terra la bottiglia dell'olio, ma finalmente scova quella che sta cercando. Che sciocca Paige a sperare di poterlo fermare nascondendogli le bottiglie. -Castiel!!!! Che cosa hai fatto cadere!!!?- la voce della ragazza gli arriva dall'ingresso. La ignora. Prende la bottiglia e si chiude in bagno.


    -Castiel? stai bene?- ora Dalamar è decisamente preoccupato. Che cavolo sta succedendo?

    -Sì, sì- la risposta arriva leggermente soffocata attraverso la porta chiuda del bagno. Poco convinto, l'angelo guarda Paige, in cerca di una spiegazione.

    -Vai da lui, ha bisogno di aiuto..da me non lo vuole- fa per allontanarsi, ma Dalamar la prende dolcemente per un braccio, trattenendola e facendola voltare verso di sé per poterla guardare negli occhi, ma senza farle del male. -

    -Ehi ehi ehi, che succede? -

    -Ha dei prblemi seri! Vai da lui lo vedrai!-

    Lo lascia entrare in casa. Dalamar esita davanti alla porta del bagno

    -Castiel?-

    -Lasciami in pace!- e quando lo sente capisce di che problemi parlava Paige. La voce è decisamente quella di una persona ubriaca. Sospira.
    Guarda Paige. Non sa che fare. Non vuole buttarle giù la porta del bagno.

    -Che faccio? Butto giù la porta?-

    -Non puoi volare?-

    -E' complicato da spiegare. Diciamo che in teoria posso, in pratica mi strema-

    Da dentro arrivano i rumori di Castiel che beve e sbatte contro i mobili. Dalamar comincia a essere sulle spine. Ha paura che si faccia del male -Paige? Che faccio?-

    -Vattene!- l'angelo sembra furibondo.

    -Non è chiusa la porta- risponde infine la ragazza -non puo' chiuderla. Ho tolto la chiave-

    Dalamar annuisce. Cerca di rassicurarla con uno sguardo, poi entra deciso in bagno. Trova Castiel rannicchiato per terra, la bottiglia lì vicino; piange come un bambino. Si inginocchia accanto all'ex superiore, allontana con un calcio la bottiglia, che si frantuma contro il muro.

    -Che cacchio stai facendo, Castiel?- Castiel guarda Dalamar, stenta a riconoscerlo, ma quando accade, non contiene la rabbia.

    -Non sono affari tuoi!Vattene! Lasciami in pace!!-

    Dalamar sa di rischiare molto. Il suo tramite è un ragazzino, anche piuttosto esile, mentre quello di Cass un uomo maturo, per sua fortuna almeno non molto palestrato. Resta però dove si trova, pur sapendo di non avere possibilità di uscirne se l'angelo decidesse di passare alle mani.

    -Puoi scordartelo- dice deciso -guarda come ti sei ridotto-

    -Lasciami in pace!!-

    -Cass non fare così hai bisogno di aiuto!- Paige è disperata. A Dalamar non piace lo sguardo di Castiel. Non vuole che lei si faccia male.

    -Va via, Paige- poi si accorge di essere stato un po' troppo duro -Lasciaci soli per favore- si accorge a malapena che lei non lo ha nemmeno ascoltato, ma è più concentrato sui movimenti di Castiel -Non obbedivo ai tuoi ordini prima, figuriamoci se inizio ora- gli dice

    -Cass, ascoltalo. Hai bisogno di aiuto-

    -Non ho bisogno di nessuno!!!- si alza da terra. Ora il cacciatore guarda Paige dritta negli occhi. -Paige, per favore -

    -Ok- la ragazza esce dal bagno, ora Dalamar è più tranquillo. Chi ci può rimettere ora è solo lui

    -Vattene!- gli intima

    -NO. Puoi scordartelo-

    -No? Allora vado via io!- Cass cerca di uscire dal bagno, ma, complice la sbornia e il poco spazio a disposizione, per il ragazzo non è un problema fermarlo. L'angelo inciampa e barcolla; Dal lo prende al volo e lo spinge con violenza contro la parete.

    -Lasciami...lasciami- le parole del suo ex superiore sono appena sussurrate

    -Castiel, sai che non lo farò- e l'altro non replica. Smette di lottare per liberarsi dalla presa -Ne parliamo? da persone civili- e magari dopo che avrai bevuto mezzo litro di caffè termina la frase dentro di sé. Mai si sarebbe aspettato quello che succede appena pronuncia quelle parole. Cass comincia a piangere ancora, a dirotto, mentre sussurra un “Sì” appena udibile tra i singhiozzi -Castiel...ehi, Castiel- Dalamar cerca di calmarlo, ma la disperazione dell'angelo viene fuori come un fiume in piena.

    -Perchè! Perchè! -dice piangendo

    -Cos'hai Castiel? Che ti succede?- Il cacciatore non sa che fare per calmarlo. A un tratto lo vede impallidire. Istintivamente lo prende e lo porta col viso sulla tazza del gabinetto. Appena in tempo. L'angelo ha deciso di vomitare anche l'anima. Dalamar gli sta vicino, sostenendolo finchè non ha finito. Lo aiuta poi a mettersi seduto contro la parete opposta. Per fortuna non ho mangiato nulla a pranzo, pensa. Cass lo guarda

    -Non mi sento bene- dice e a lui scappa da ridere, ma riesce a contenersi.

    -Ci credo...ora voglio che ti calmi però, mi hai capito?-

    -Sì...ho sonno..tanto sonno-

    -Ce la fai a dirmi dov'è la tua stanza?

    -Di la'...di la'!- Dalamar segue il dito puntato e nota la stanza da letto. Gli passa un braccio attorno alle spalle e lo aiuta a rialzarsi, accompagnandolo e lasciandolo cadere pesantemente sul materasso.

    -Adesso dormi- sussurra mentre usa i suoi poteri per addormentarlo. Sorride e torna dalla ragazza -Paige-

    -SìN sono qua- la voce arriva dalla cucina. La raggiunge

    -Sì è addormentato. Scusami per il bagno. Giuro che ti rimetto tutto a posto e ti ripago i danni- è davvero dispiaciuto per quello che ha combinato.

    -Nessun problema- poi lo guarda dritto negli occhi, triste e scoraggiata -Che cosa devo fare? non può continuare così-

    -Ehi ehi ehi...stai calma...- chiude la porta, la abbraccia dolcemente per rassicurarla -Non voglio che ci senta – dice lasciandola. La guarda attentamente, come per studiarla -Stai bene, Paige? Non ti ha...fatto del male vero?-

    -Sì sto bene. Quando beve si chiude sempre in bagno- Annuisce, sollevato. Almeno non se la prende con lei.

    -Non ti preoccupare. Lo tireremo fuori-

    -Ha bisogno aiuto- fa una pausa, gli occhi le diventano lucidi -Non so che cosa fare con lui,non mi vuole ascoltare,e continua a bere tanto-

    -Da quanto va avanti questa storia?-

    -Da un bel po'.....non vuole aiuto-

    -Chi altro vive con voi?-

    -Nostro figlio Misha..ora sta da mia mamma- la cosa non gli piaceva. Con i bambini di mezzo le cose si sarebbero complicate. Per fortuna Paige l'aveva già allontanato da casa.

    -Lo aiuteremo non preoccuparti- e il suo tono deve averla davvero rassicurata, perchè il volto le si apre in un sorriso. -Ehm...ti arrabbieresti tanto se dovessi convincerlo con la forza?-

    -Non preoccuparti. Fai di tutto per convincerlo a smettere-

    -Promesso-

    -Grazie..sei un'amico-

    -Ahhh!!!! Non ci posso crede...- le urla di Castiel nel sonno li fanno sobbalzare entrambi. Scattano nella stanza del loro amico. Maledice di nuovo i suoi poteri, ora così scarsi da non riuscire nemmeno a indurre un sonno senza sogni. Cerca di usarli di nuovo per calmarlo, col risultato che ora l'angelo comincia a piangere.

    -Castiel?- Paige sussurra il suo nome, poi guarda Dalamar -Sta piangendo-

    -Forse è il caso di svegliarlo...-

    -Sì-

    -Stai indietro- la avverte -se è sconvolto potrebbe colpirci per sbaglio. Non voglio che ti faccia male- gli obbedisce. Solo quando è a distanza di sicurezza lo scuote fino a svegliarlo. Castiel apre finalmente gli occhi. Lo riconosce e gli fa un sorriso

    -Ciao- Dalamar sospira di sollievo e permette a Paige di avvicinarsi.

    -Ciao-

    -Come ti senti?- chiede la ragazza avvicinandosi al letto

    -Un po' strano-

    -Cass vuoi bere un po' di te'?-

    -Ehm...ok- la risposta è un po' esitante, Dalamar pensa che un bel po' di caffè sarebbe stato decisamente meglio

    -Stai bene, Castiel?- gli chiede invece preoccupato -C'è mancato poco che vomitassi anche la tua grazia.

    -Ho vomitato? Non mi ricordo...che cosa e' successo?-

    -Fidati, meglio se non lo sappia. Sappi solo che va tutto bene adesso- Preferisce mentire per evitare di farlo sentire in colpa. Castiel si porta una mano alla fronte. Ci siamo, pensa Dalamar, i postumi della sbornia. Lo sostiene e lo aiuta a stendersi di nuovo a letto. -Ci hai dato dentro eh? Sta giù- gli sorride -Cosa ricordi?-

    -Mi ricordo...che ero in bagno.....ho solo vomitato?-

    -Prima ti sei scolato qualche bottiglia. Però sì, non hai fatto altro-

    -Non c'e l'ha faccio più!!! Non posso continuare così!-

    -Ce ne siamo accorti anche noi che non puoi andare avanti così. Ne vogliamo parlare da persone civili?-

    -Di cosa vuoi parlare?!- Dalamar sta cominciando a perdere la pazienza, ma non può permetterselo, non con un Cass così instabile.

    -Castiel, sei stato il mio superiore per secoli, avresti dovuto uccidermi tempo fa, quando disobbedii a quegli ordini, mi hai salvato la vita. Voglio aiutarti, ma se non mi dici che ti succede non posso farlo-

    -Nessuno..mi puo' aiutare- è la risposta sussurrata. Dalamar gli tira un pugno in pieno volto

    -Sei uno stupido- questo gli provoca una nuova crisi di pianto. Il cacciatore gli dà uno schiaffo, più piano però questa volta. -Castiel. Guardami- dice in tono fermo, ma dolcemente. L'angelo solleva su di lui gli occhi azzurri rossi di pianto. -Ehi. Non sei da solo- indica Paige -Hai Paige, e ora ci sono anche io. Ma devi lasciarti aiutare.- Castiel lo abbraccia. Dopo un attimo di esitazione e sorpresa, Dalamar ricambia, stringendolo più che può. Avverte sulla sua nuca lo sguardo di Paige, che osserva la scena.-Coraggio Cass, posso chiamarti così vero?- sussurra mentre continua a stringerlo forte -Cerca di calmarti, basta piangere adesso- Castiel alza, la testa, lo sguardo deciso.

    -Ck va bene.....basta piangere!-

    -Bravo Cass!- L'angelo caduto fa un mezzo sorriso, poi si mette a sedere e si alza dal letto

    -Devo andare in bagno-
    Dalamar si alza. Lo frena

    -Tu e il bagno avete uno strano rapporto. Stavolta vengo con te- poi, pensando che Paige possa avere strani pensieri la guarda. -Tranquilla voglio solo assicurarmi che non si attacchi alla bottiglia-

    -Non lo faro'..devo...ehm... fare la pipi! Mi vuoi guardare mentre la faccio?-

    -No ma ti aspetto appena fuori. e in caso te lo stessi chiedendo, no non sono gay e no. Non mi fido di te-

    -Va bene...- dice mentre entra in bagno. Dalamar da parte sua si appoggia allo stipite della porta con la schiena, pronto a intervenire

    -Scusa se l'ho picchiato, Paige. Non sapevo cos'altro fare...da quando...mi sono ribellato non ho avuto modo di...ecco di stare a contatto con la gente-

    -Non preccuparti....vado di la'a preparare la cena...ti piace la pasta con il tonno?

    -Mangio qualunque cosa non preoccuparti- fa una pausa -posso provare a portarlo fuori a prendere un po' d'aria?-

    -Ok va bene- Risponde lei mentre si avvia in cucina. Si sente il rumore dello sciacquone, poi Castiel esce dalla stanza.

    -Dov'è Paige?-

    -Sta preparando la cena. Vieni con me-

    -Dove?-

    -Fidati di me. Andiamo a farci un giro- Castiel lo guarda, lo sguardo curioso. Alla fine, capendo che Dalamar non avrebbe detto altro, decide di fidarsi. Alza le spalle.

    -Ok va bene- Dalamar lo porta fuori. gli mette in testa un casco da moto e glielo allaccia. Ne porta sempre uno di scorta con sé in caso di passeggeri inattesi. Il suo mezzo di trasporto è un po' sporco ormai, ma non ha tempo di farlo lavare. Riesce a malapena a tenerlo ben funzionante! Lo aiuta a salire in sella al posto del passeggero. Gli posa i piedi sulle pedaline. Come sempre quando si trova di fronte a una nuova esperienza, Castiel resta immobile, obbedendo ciecamente a quello che gli viene detto.

    -Tieniti.- gli raccomanda il ragazzo mentre sale al posto di guida e accende la moto -Non è come volare, ma per schiarirsi le idee non c'è niente di meglio-

    -Non correre!-

    -Tranquillo- sì certo, non correre. Come no. Pensa tra sé Dalamar mentre ingrana la prima e parte.



     
    Top
    .
  4. dani61
     
    .

    User deleted


    Ma che bella!!! un Cass così "umano" è troppo interessante - bravissime !!!!!!!!!!!!!!!!
     
    Top
    .
  5. Tanis_mezzelfo#21
     
    .

    User deleted


    A piece of Heaven


    Paige è sola. La casa, per la prima volta da giorni, avvolta in un silenzio che non è dato dal fatto che Castiel abbia bevuto fino a perdere i sensi, ma dalla pace.

    Dalamar è stato proprio un dono del cielo, se si poteva ancora fare affidamento a simili entità, cosa di cui lei, personalmente, dubitava ogni giorno di più.

    La sua vita non era certo stata facile, né negli ultimi tempi, ma nemmeno durante la sua infanzia, che aveva passato tra lotte ai demoni e una vita normale, di facciata. Una vita fatta sempre di menzogne. Non era una ragazza qualunque. Anzi, non era nemmeno umana se vogliamo proprio dirla tutta. Era nata dalla relazione tra un angelo, sua madre, e un mezzo demone, suo padre, che le aveva donato oltre a una piccola dose di poteri demoniaci, un corpo dove vivere senza dover possedere nessuno. Ecco, questa era l'unica cosa positiva. Non doveva condividere il suo corpo con nessun altro.

    Nella vita non aveva mai potuto rivelare a nessuno la sua doppia natura. Dire che era mezzo demone sarebbe equivalso a una condanna a morte, e nessuno avrebbe mai dovuto nemmeno sospettare l'esistenza degli angeli.

    Tutto era poi cambiato quando Castiel un giorno le aveva salvato la vita, qualche mese prima. Era nel bel mezzo di una caccia, e si trovava in guai davvero grossi! Per fortuna era arrivato lui, e l'aveva portata via. Lei all'inizio nemmeno ci aveva fatto caso.

    -Tieniti- le aveva detto. E lei si era aggrappata a quell'impermeabile grigio con tutte le sue forze.

    Solo quando era stata al sicuro, si era resa conto di chi aveva davanti.

    Tra i due, entrambi custodi di grandi segreti, la complicità era presto diventata amore, e aveva portato con sé il piccolo Misha.

    Poi le cose erano degenerate. Lei era arrivata al punto di pensare seriamente di abbandonarlo. Ma poi era arrivato Dalamar. Forse le cose non sarebbero cambiate, ma lei voleva, anzi doveva sperare.

    Prepara la pasta con calma. Non sa dove il nuovo venuto ha portato Castiel, e non vuole far trovare loro la pasta scotta.



    Dalamar aveva guidato tranquillo fino alla statale, poi aveva cominciato ad aumentare la velocità, ma senza esagerare. Per un fatto di sicurezza in primo luogo, e poi per non spaventare Cass.

    -Dove mi porti?-

    -Da nessuna parte!- è l'enigmatica risposta gridata al di sopra del vento e del casco.

    Proseguono in silenzio. Sente Cass, dapprima rigido e aggrappato così forte da fargli male, piano piano rilassarsi, mentre prende fiducia. Dalamar guida fino a una scogliera che termina con un dirupo che si getta nel mare. Si ferma e scende dalla moto. Aiuta l'amico a togliersi il casco e, dopo essersi slacciato la giacca, si siede, le gambe che penzolano nel vuoto. Guarda Castiel, in piedi un po' pallido. Con un gesto lo invita a imitarlo

    -Tutto ok?-

    -Sì, credo di sì-

    Una brezza leggera accarezza i loro visi, scompigliando leggermente i loro capelli. Potrebbero sembrare padre e figlio tanta è la differenza di età tra i loro tramiti. Dalamar non aveva avuto altra scelta. O meglio, l'avrebbe avuta se il padre del ragazzo non fosse stato un violento figlio di puttana che sfogava la propria rabbia sul figlio. Il ragazzino aveva subito acconsentito a prestare il proprio corpo a patto di poter rimanere cosciente e andarsene da quella casa. Dalamar l'aveva accontentato, anzi, nei momenti più brutti non gli era dispiaciuto averlo accanto.

    -Non so te- disse dopo essersi goduto per un po' la brezza in silenzio -ma questo posto mi piace da impazzire, ci vengo ogni volta che passo di qui per lavoro-

    -Sì, hai ragione, si sta bene- concorda

    -So come ti senti, Cass, ma credimi, ubriacarti non ti serve a niente. Ci sono passato-

    -Lo so. Lo so, ma non lo so..sto troppo male...non ho più voglia di vivere....- il volto diventa triste, si copre il visto con le mani.

    -Cass...hai mille motivi per vivere. Hai una ragazza splendida, un bambino, e Sam e Dean sono tuoi amici...perchè vuoi morire?- L'angelo resta in silenzio, lo sguardo lontano, puntato all'orizzonte.

    -La mia dolce Paige....Misha.....- mormora, ma poi si alza di scatto -Dean non è più mio amico!!!- urla. Dalamar si morde la lingua. Anche sta volta mi sa che ho parlato troppo.

    -Castiel, calmati. Ok non hai più Dean, ma a Misha non ci pensi? E a Paige?- a quelle parole si calma, si lascia cadere a terra, accanto al cacciatore

    -Paige....Misha...- continua a ripetere sottovoce i nomi della sua famiglia, come una litania infinita. Dalamar tace, lo lascia metabolizzare poi gli mette un braccio intorno alle spalle.

    -Non sei solo- gli sussurra

    -Sì lo lo-

    -Torniamo a casa. Cerca di star sereno. Dovessi picchiarti ogni volta che ti vedo anche solo guardare una bottiglia di alcol, ti aiuterò a uscirne-

    -Va bene- e finalmente sorride. Ricambia il sorriso e, reprimendo una risata, lo aiuta a infilarsi il casco, che Cass stava cercando di infilarsi al contrario

    -Ehi, vuoi portarla tu?- chiede indicando la moto

    -Ok. Non ho mai guidato una moto..per la verità nemmeno la macchina...l'unica cosa so guidare è la bici di Paige-

    -Non è difficile- gli spiega come fare, lo guida un paio di volte, poi si siede sul sedile del passeggero -Tranquillo eh? Non andare troppo forte- gli raccomanda prima che parta mentre si sistema per dargli il meno fastidio possibile. Castiel sale sulla motocicletta, parte e dopo qualche esitazione iniziale, guida tranquillo fino a casa. Dalamar dopo poco si rilassa. La guida dell'angelo è molto tranquilla. Presto lascia la presa dai maniglioni e si posa le braccia sulle ginocchia, godendosi il tragitto. -Siamo arrivati- la voce di Cass lo riporta alla realtà. Scivola in avanti al posto di guida e parcheggia la moto, poi entra in casa.

    -Paige?-



    -Paige?- la voce di Dalamar la fa sobbalzare, non se lo aspettava di ritorno così presto. Abbassa la fiamma del fornello e va loro incontro. -Siete arrivati finalmente-

    -Scusa, ma Castiel guida molto piano-

    -Ok- sorride. No un attimo. Ha appena detto che Cass ha guidato? La moto? -Cass ha guidato la moto?- Chiede sorpresa.

    -Ebbene sì. Potrei avere una cattiva influenza su di lui, per quanto un angelo possa essere un cattivo esempio, si intende- Paige sorride e mentre scola e condisce la pasta, Dalamar apparecchia la tavola, mentre Castiel va a darsi una sciacquata al volto. Quando torna, la ragazza gli mette un piatto di pasta sotto il naso.

    -Devi mangiare qualcosa

    -Non ho tanta fame

    -Mangia, fidati, se non hai fame tu, la ha il tuo tramite, e con tutto quell'alcol finirai per fargli del male sul serio- gli raccomanda Dalamar, che di ferite al ragazzino che possiede ne sa qualcosa. -Va...bene..- Cass comincia a mangiare con calma. Dalamar finisce di apparecchiare poi si butta sul piatto di pasta. Alza lo sguardo e la guarda

    -Ehi! E' fantastica! Complimenti!!

    -Grazie!- L'altro lo guarda, curioso e stupito allo stesso tempo. Probabilmente non fa molto caso a quello che mangia

    -Tu eri un angelo piuttosto potente, io no- spiega il ragazzo -e ora che sono fuggito e mi hanno dimezzato i poteri...sento anche gli stimoli umani..-

    -Lo so...- e la sua tristezza è quasi tangibile.

    -Ehi su con la vita...non è poi così male come sembrava-

    -Non è poi così male?!- scatta inaspettatamente -sarà per te! Per me invece non è così!- Si alza di scatto, quasi rovesciando la sedia. -Paige scusa non ho più fame – dice in tono appena più civile, e se ne va via. Dalamar dà una testata contro il tavolo

    -Sono la solita testa di cazzo- geme a bassa voce mentre sentono la porta della camera da letto sbattere e chiudersi. Guarda Paige. Non sa che fare. Si rende conto che è stata un'uscita un po' infelice, ma non aveva avuto intenzione di ferirlo.

    -Vai da lui! Per favore..- lo implora lei -Solo tu puoi aiutarlo-

    -Sembra che io non combini altro che guai- risponde, ma comunque si alza.
     
    Top
    .
  6. sahany09
     
    .

    User deleted


    Oh, povero Cass! Sbaglio, o è un pò giù di tono? E come mai pensa che Dean non sia più suo amico? La cosa mi mette un pizzico di tristezza. Sarà un momentaccio?
    Spero che si riprenda.
    Mi piace che guidi la moto. Troppo forte!!
    Sempre brava, Tanis!
     
    Top
    .
  7. Tanis_mezzelfo#21
     
    .

    User deleted


    Grazie sahAny! Ma il merito non e solo mio ma anche di Paige e Sasha! ^__^
     
    Top
    .
  8. Amariah
     
    .

    User deleted


    Bellissima! il nuovo lato "umano" di Cass mi piace proprio, anche se è un po' triste!!
    Complimenti!!! Non vedo l'ora di leggere la continuazione!!! ;)
     
    Top
    .
  9. Paige Collins
     
    .

    User deleted



    Ecco qua il quarto capitolo

    NEW ARRIVALS



    Castiel è seduto sul letto. Pensa. Vorrebbe in realtà essere forte come Dalamar. Ci è passato e ne è uscito. E da solo. Perchè per lui è così difficile invece?

    Sente la porta aprirsi. Nemmeno guarda chi è. Sente i passi leggeri del cacciatore.

    -Scusami. Sono un coglione-

    Castiel apre la bocca per rispondere, ma all'improvviso comincia a tremare. Sente il sudore imperlargli la fronte; la voglia, il bisogno, all'improvviso, di bere.



    Lo sguardo di Cass si fa all'improvviso vuoto, mentre comincia a tremare, all'inizio piano, poi sempre più forte.

    -Cass? Che succede?- chiede preoccupato avvicinandosi a lui, per sorreggerlo

    “Attento!” lo avverte il suo tramite, una nota di tensione nella sua voce che Dalamar mai aveva sentito “E' in crisi di astinenza. Stai in guardia”. Ora capisce la sua paura. Conosceva bene i sintomi, ci era passato

    “Grazie. Tranquillo. Non è tuo padre” si sente in dovere di rassicurarlo.

    -Ho bisogno...- mormora l'angelo, più rivolto a sé stesso che a Dalamar in realtà. Lo prende per le spalle, tenendolo stretto. Lo guarda negli occhi.

    -Castiel. Ehi resisti. Mi hai sentito?-

    -Sì, ti ho sentito...ma...io ne ho bisogno!- uno scatto improvviso e l'angelo corre verso la cantina. Ignorando la paura del suo tramite, Kevin, Dalamar lo rincorre. Finalmente riesce a prenderlo. Lo blocca contro il muro

    -CASTIEL!"- grida

    -Lasciami!!!!!!- cerca di liberarsi

    -SCORDATELO- lotta per tenerlo fermo. Sa di non poter resistere a lungo, senza contare che l'intera situazione sta mandando letteralmente nel panico Kevin -Paige!!!- grida disperato -Aiuto!!-

    La ragazza accorre velocemente

    -Che cosa succede?-

    -Aiutami- ansima Dalamar allo stremo delle forse -Distruggi le bottiglie

    -No! Non farlo!- con rinnovata furia Cass tira un calcio a Dalamar, mandandolo a terra dolorante, in testa anche il terrore di Kevin

    “Calmati Kevin!” Nonostante tutto, riesce ad afferrare al volo le gambe dell'angelo, trascinandolo con sé a terra prima che la raggiunga e le faccia del male.

    -Paige, sbrigati!- Comincia a dimenarsi, tirando calci nel tentativo di ribellarsi alla presa del ragazzo, mentre Paige distrugge a una a una le poche bottiglie rimaste con i suoi poteri. I calci di Cass cominciano ad andare a segno e il cacciatore comincia a sentire i primi colpi fare centro. Uno ben assestato lo acceca per un attimo. Quando recupera la vista si accorge di perdere sangue da un sopracciglio “Va tutto bene, Kevin, tranquillo” Non molla la presa e continua a lottare per trattenere Castiel a terra.

    -Lasciami, lasciami...... lasciami- ormai l'angelo implora di essere liberato, mentre le lacrime gli rigano il volto. La resistenza all'improvviso crolla. Dalamar approfitta del momento per stendersi su di lui e bloccarlo a terra col suo peso

    -Scordatelo- L'altro continua a piangere, ma lui non si sposta. Paige ritorna di sopra dopo aver distrutto tutto e vede Dalamar sopra a Castiel

    -Dalamar?- chiede confusa. Non è possibile che sul serio pensi una cosa del genere! È il pensiero nella mente sia di Kevin che del suo ospite.

    -Non lo voglio violentare. Ho altri gusti. Tranquilla- resta dove si trova, lo schiaccia a terra, e torna a rivolgersi a lui -Castiel, calmati adesso. Devi resistere. E' dura. Ma devi farlo-

    -Castiel, ascolta Dalamar, ti prego- l'angelo abbassa il capo e annuisce. Dalamar si avvicina al suo orecchio

    -Ora mi alzo, tu non fare niente di stupido o questa volta ti stendo- sussurra minaccioso

    -Va bene- risponde sottovoce il “prigioniero” . Lentamente, mantenendo la presa sulla camicia di Castiel, si alza. Resta accucciato a terra, senza lasciarlo

    -Alzati ora, non fare gesti bruschi- Seguendo le paure e l'istinto di Kevin, l'altra mano va a cercare il coltello degli angeli che tiene nascosto sotto la felpa. Castiel si alza da terra. Dalamar lo guarda negli occhi, la crisi sembra passata. Toglie la mano dalla lama e lo fa sedere sul divano. -Datti una calmata, ok?- Si siede a sua volta e si tampona le ferite al volto. Guarda Paige -Stai bene?-

    -Sì sto bene.. è sempre così quando ha una crisi- risponde, lo sguardo triste

    -Cass?-

    -Ho sonno- risponde senza guardarlo

    -Stavolta non te la cavi con una dormita, amico-

    “Non dovevi farlo” lo avverte Kevin. Un istante prima che possa rendersene conto, l'ex superiore l'ha già spinto a terra.

    -Cass?- anche Paige esita di fronte a quella reazione

    -Vado a letto!- esclama questi e corre nella sua camera. Paige guarda Dalamar ancora a terra. Questa volta non ce la fa a rialzarsi. Fa per andare dal fidanzato “NO!” esclama il ragazzo nella sua testa “Non farla andare!”

    -Lascialo...lascialo andare- sussurra a fatica fermandola, poi sviene.



    Dalamar perde i sensi proprio davanti a lei. Si china su di lui, preoccupata. Solo ora nota che sul volto gli si stanno formando dei lividi scuri. Lo tampona con un panno imbevuto di acqua fredda

    -Dalamar?- lo chiama cercando di svegliarlo. Poco dopo il ragazzo riapre gli occhi.

    -S...scusa...devo...essere svenuto- la voce non proprio salda

    -Non stai bene?-

    -Cass mi ha dato svariati calci in testa prima.. deve essere stato quello- risponde mettendosi a sedere e tentando un sorriso rassicurante -Starò bene, tranquilla-

    -Mi dispiace...ti chiedo scusa da parte sua....e' sempre così quando ha delle crisi-

    -Non preoccuparti. Te l'ho detto. Va bene così. Preferisco prenderle che permettergli di continuare a rovinarsi- Paige gli sorride mentre lo aiuta a rialzarsi

    -Sei un'amico, Cass ha davvero bisogno di aiuto-

    -Gli devo la vita. E' il minimo che possa fare- a un tratto si azzittisce, come in ascolto. Paige lo guarda, all'improvviso tesa -Arriva qualcuno – dice alla fine

    -Chi è?-

    -Non ne ho idea. Sento solo che sta arrivando- Dalamar si alza in piedi e va a chiudere a chiave porta della stanza di Cass. Non vuole che lo prendano come ostaggio

    -Non aspettiamo nessuno- per tutta risposta Dalamar tira fuori il coltello

    -Sarà meglio star pronti allora- dice come spiegazione

    -Ok va bene- L'angelo si concentra, usa al massimo i suoi poteri ignorando l'emicrania che subito lo assale. Si rilassa e mette via il coltello

    -Tutto ok- annuncia, ansimando -Sono i Winchester. Quasi nello stesso tempo Sam suona il campanello.

    L'angelo riapre la porta della camera, ora che sa che non c'è pericolo. Un giramento di testa lo costringe a mettersi una mano sulla fronte e a sedersi al più presto sul divano

    “Scusa” mormora Kevin “non lo faccio apposta”

    “Tranquillo, la colpa è mia, non tua. Non dovevo usare i miei poteri, non dopo averle appena prese” lo rassicura mentre cerca di respirare piano e riprendersi.

    -C'è nessuno?- da fuori arriva la voce profonda di Dean. Paige gli lancia un'occhiata preoccupata e va ad aprire.



    Le voci arrivano soffocate. Aveva detto di avere sonno, ma una volta buttatosi sul letto completamente vestito, si rende conto di non riuscire a dormire, e continua a rigirarsi nel letto. La crisi è passata, ma la voglia di bere rimane. No. Questa volta non vuole cedere.

    -C'è nessuno?- la voce di Dean arriva attutita dalla porta chiusa. Aveva sentito qualcuno prima chiuderla e subito dopo riaprirla. Non si era chiesto perchè. -ciao Paige- sente il saluto dei fratelli Winchester. Non ha voglia di andare da loro.

    Paige apre la porta

    -Ciao ragazzi!! Su entrate-

    -Grazie- Dean fa un passo dentro la casa, si guarda intorno, ispezionandola velocemente. Non ci mette molto a registrare la presenza del nuovo arrivato, sdraiato sul divano. Il suo sguardo si fa subito sospettoso -Chi è?-

    -Lui....è un amico di Cass. Dalamar-

    -Angelo?-

    -Sì anche lui è un angelo- Il ragazzo avverte l'ostilità del cacciatore. Combattendo la nausea si mette a sedere, massaggiandosi le tempie per cercare di alleviare almeno un po' il mal di testa, cercando con tutte le sue forze di non svenire di nuovo.

    -Mi sono ribellato- spiega

    -Cass dov'è?- chiede Sam fissando il suo sguardo sul giovane angelo

    -Credo...stia dormendo- non ce la fa più. Si alza, barcollando. Si appoggia per tenersi in piedi. La stanza comincia a girare vertiginosamente -Scusate...- corre in bagno. Dal salotto Paige e i due ospiti intuiscono dai rumori che provengono dalla toilette, che sta rimettendo

    -Sta bene?- chiede Dean alla ragazza, che per tutta risposta alza le spalle. A parte lo svenimento , sembrava che il ragazzo non stesse poi così male.

    -Scusate, ho fatto l'errore di far incazzare Cass e poi usare i miei poteri, ora sto bene- chiarisce l'angelo facendo ritorno in salotto dopo essersi dato una sistemata

    -Hai fatto incazzare Cass?- la sorpresa di Sam non è certo celata. Dalamar esita. Non sa quanto sanno i due fratelli dello stato di salute del loro amico.

    -Sì, in un certo senso- risponde tenendosi sul vago

    -Ultimamente non sta bene- spiega la ragazza, gli occhi incredibilmente tristi.

    -Che gli succede?-

    -Ehm..ha cominciato bere...-

     
    Top
    .
  10. dani61
     
    .

    User deleted


    Proprio bella questa storia - molto avvincente - mi piace molto anche la forza di volontà che ha Dal nel voler a tutti i costi aiutare il suo amico - si capisce che gli vuole molto bene - molto nello stile Winchester-bros - e poi sono arrivati anche loro!!!! Che dire .. siete un trio strepitoso!!!!!!!!!!!!!!
     
    Top
    .
  11. Paige Collins
     
    .

    User deleted


    Canada



    -Ehm...ha cominciato a bere- ecco. Ora lo sanno anche loro. Anche loro sanno che è un povero angelo sfigato non abbastanza forte per sopportare di non avere più nessuno che lo guidi e gli dica cosa deve fare. Non abbastanza forte per accettare che il proprio padre se ne freghi di lui.

    Avverte la profonda tristezza di Paige, la sua Paige. Dalamar ha ragione. Dovrebbe uscirne, solo per loro.

    Sente la porta aprirsi piano, i passi dell'angelo leggeri sul pavimento. Resta immobile, sforzandosi di mantenere il respiro regolare. Non vuole parlare. E nemmeno ha voglia di vedere Sam e Dean.

    -Cass?-

    Continua a fingere di dormire. Dalamar gli appoggia delicatamente una coperta sul corpo, per tenerlo caldo. Si siede sul letto, accanto a lui. Immobile, non dice una parola, forse per non disturbarlo.

    Alla fine il ragazzo si alza, e torna di là chiudendosi la porta alle spalle.

    Castiel attende ancora due minuti, per essere certo che non torni, poi, silenziosamente, scende dal letto. Non può recuperare il suo impermeabile. Sospira. Apre la finestra e scappa in volo.



    -Dorme- dice piano Dalamar quando torna di là dopo la sua visita a Castiel.

    -Dorme, sei sicuro?- gli chiede Paige. L'angelo scuote la testa. Si mette un dito sulle labbra, poi scrive su un foglio una sola parola, "finge" e lo fa leggere agli altri.

    Una fitta di dolore lo colpisce dritto al cervello. Si piega in due, mentre si porta una mano sulla fronte

    -Ahi!- geme. Ma non ha tempo da perdere. Ignorando le proteste di Kevin corre verso la camera, spalanca la porta. Abbassa il capo, deluso, triste e arrabbiato allo stesso tempo.-Porca puttana!!!- -Che c'e?- chiede Sam, guardandolo preoccupato

    -Ti fa male ancora la testa?- chiede Paige

    -No cazzo. Se ne è andato- il tono più duro di quanto avesse voluto. In fondo, lei non c'entrava.

    -Cosa?!?- è la reazione della ragazza

    -E' scappato?- chiede Sam, un po' sorpreso. Non capisce proprio il gesto

    -Stavolta non era il mal di testa- sta spiegando intanto Dalamar, il mal di testa che si attenuava pian piano -era Castiel che si smaterializzava. Mi ero diciamo, sintonizzato sulle sue frequenze-

    -Dove sarà andato, riesci a trovarlo?- Paige ha gli occhi quasi lucidi. Ha paura. Gli scoccia darle un dispiacere, ma non può fare altro che scuotere la testa, lui stesso un po' sconsolato.

    -No, è troppo lontano-

    -Sam non puoi usare quel trucchetto di Rubi con la cartina?- chiede Dean al fratello. Un vecchio incantesimo demoniaco che rivelava la magia.

    -Sì certo, nessun problema-

    -Sbrigati. Potrebbe essersi cacciato nei guai. E non è in grado di combattere- lo incalza Dalamar -Se lo trovano gli angeli è finita-

    Il cacciatore è già all'opera. Da fuoco alla cartina

    -Ti muovi?-

    -Sì, sì, ho fatto- ma la cartina si carbonizza, senza rivelare il luogo in cui si trova il loro amico. -Cavolo- Sam guarda il fratello, poi gli altri due -E ora?-

    -Dobbiamo andare a cercarlo. E in fretta anche- Dean ha già le chiavi dell'Impala in mano quando Dalamar lo ferma.

    -Ho un'idea- dice. Prende dal suo zaino un'antica cartina, una ciotola e delle strane erbe. Si concentra e pronuncia l'antico incantesimo enochiano del ritrovamento. Ha un sussulto mentre le immagini di un parco gli invadono la mente. Sembra essere freddo. Si sforza, cerca informazioni. Vede una via. Il sudore gli imperla la fronte, ma non cede. Una bandiera con una foglia di acero rossa su fondo bianco. La bandiera del Canada. Una città sotterranea. “Montreal” lo informa Kevin. “Grazie!”. Finalmente lascia andare la visione. La debolezza lo assale all'improvviso. Barcolla indietro. Sam lo prende al volo e lo sorregge prima che cada.

    -Tutto ok?-

    -Scarsetto come angelo eh?- lo sbeffeggia subito Dean. In risposta ottiene un dito medio.

    -Sì...sto bene- dice mentre si rimette in piedi sulle sue gambe. Guarda Paige, mentre prende il bicchiere d'acqua che gli sta porgendo -Ora so dove si trova-

    -Davvero? Andiamo allora!-

    Dalamar volta il foglio su cui aveva scritto che Cass stava solo fingendo di dormire “Kev, dove hai detto che è?” “Canada, Montreal, regione del Quebec. Credo sia il parco più grande al centro della città” scrive diligentemente quello che il ragazzino gli sta dettando. Lo porge a Dean.

    -Ci troviamo qui. Probabilmente mi farà più male che bene, ma io ci vado in volo. Non voglio che resti solo troppo a lungo. Ci troviamo là. Sbrigatevi-

    E in un battito di ciglia è già sparito.



    Castiel non ha nemmeno pensato a una destinazione precisa. Vola finchè le forze non lo abbandonano. Riesce in qualche modo ad atterrare in piedi, seppur non con la solita grazia. Si ritrova senza forze in un parco deserto, così stanco da non riuscire a mantenere l'equilibrio. Cade nell'erba umida. Il freddo subito gli penetra nelle ossa. Non posso restare qui. Si dice. Devo nascondermi.

    Con fatica riesce ad alzarsi e ad arrancare fino all'albero più vicino, a cui si appoggia. Si guarda intorno, in cerca di un rifugio. Comincia a tremare di freddo. Non sa dove si trovi, ma decisamente è più freddo di casa. In lontananza vede una casetta di quelle dove si tengono gli attrezzi e i materiali per piccole riparazioni all'interno del parco.

    La vista gli si incrocia. Si passa una mano sugli occhi, cercando di tornare in sé.

    Raccoglie le poche forze che ha.

    Come riesce arrivare alla casetta è un mistero anche per lui. Non ricorda nemmeno come sia riuscito a rompere il lucchetto che ne chiudeva la porta. Sa solo di essere riuscito a entrare, che il vento non è più tanto freddo, e che queste assi di legno sono tanto comode.

    Senza nemmeno accorgersene scivola nel sonno.



    Dean sta controllando l'auto. Il viaggio è lungo e non vuole che la sua bambina lo abbandoni nel bel mezzo del percorso. Sam è già seduto sul sedile del passeggero.

    -Paige? Vieni con noi, vero?- le chiede

    -Sì-

    -Bene. Raccogli quattro cose, il viaggio sarà lungo. Quando lo troviamo giuro che lo prendo a calci in culo-

    Paige raccoglie quattro cose per lei, e l'impermeabile di Castiel. Lo guarda storto mentre sale in auto

    -Parli sul serio?-

    -Assolutamente- mette in moto -andiamo-



    Il volo si stava rivelando una vera e propria tragedia. A metà tragitto si sentiva già esausto, e ogni tanto aveva dei bruschi cali di quota “Ehi non arrenderti!” Kevin lo sprona, di più non può fare.

    Non sa come, ma all'improvviso sente di aver trovato il posto, complice la scia lasciata dal volo dell'amico. Si lascia andare.

    Quando si risveglia si trova a terra, gli abiti già inzuppati. Il suo corpo sta tremando “Kev?”

    “S...scusa...f...fa...f...freddo” balbetta il ragazzo. L'angelo sospira. Si sente debolissimo, me se non vuole che il suo tramite muoia di freddo deve alzarsi.

    Si sforza di calmare il tremito che lo scuote e si alza in piedi. Chiude gli occhi e apre la mente, in cerca del punto esatto in cui si trova Castiel.

    Gli ritorna l'immagine di una casetta in legno. Si incammina per il parco, maledicendo alternativamente il freddo, Castiel e i suoi poteri svaniti quando si è ribellato.



    E' di nuovo in paradiso. Con le battaglie da combattere, gli allenamenti e tutto il resto, la vita non è certamente tutta rose e fiori, ma sono felici. Paige lo ama come non mai, e lui ama lei alla stessa maniera. Non devono preoccuparsi di niente, se non di adempiere al loro dovere come meglio possono.

    Nel sonno, Castiel comincia a piangere.



    Dopo un'oretta di cammino finalmente arriva a quella maledetta casetta. Sente la presenza della grazia di Castiel. Sospira di sollievo. Sta bene, lo sente. Entra piano nella casetta, non vuole spaventarlo. Lo trova addormentato profondamente su una pila si assi di legno, le guance rigate di lacrime, ma il respiro regolare.

    Decide di lasciarlo dormire. Ci vorranno ore prima dell'arrivo degli altri, e l'angelo ha bisogno di riposare. Si siede a terra, la schiena contro il muro. Anche lui non è molto più riposato. Porta il capo all'indietro, contro la parete, e chiude momentaneamente gli occhi. Si gode il momento di pace, ma senza addormentarsi. Non osa.

    “Kevin?”

    “Sì?”

    “Scusami”

    “Per cosa?”

    “Non volevo farti passare di nuovo l'esperienza di tuo padre”

    “Promettimi solo che staremo bene”

    “Non gli permetterò di farti del male”

    “Mi fido di te, Dal”

    “Grazie”

    Restano in silenzio entrambi, rilassandosi piano piano man mano che la stanchezza prende il sopravvento.

    Castiel si sveglia un attimo. Si mette a sedere, gli occhi ancora pieni di sonno. Vede Dalamar seduto poco lontano. Gli fa un sorriso, prontamente ricambiato. Cass si alza e si avvicina a lui. Si lascia cadere al suo fianco e si appoggia col capo e il busto al più giovane. Chiude gli occhi

    -Dovrei prenderti a calci per essere scappato lo sai vero?- gli dice, il tono quasi serio. Castiel non risponde. Si riaddormenta usando Dalamar come cuscino. -Come non detto- sospira. Lo lascia dormire.



    -Dean? Siamo arrivati?- l'angoscia rende Paige impaziente

    -Quasi- risponde l'autista con uno sbadiglio. Sono 16 ore che guida senza fermarsi -Non è colpa mia se tuo marito si è teletrasportato in culo ai lupi e Dalamar è una mezza sega- prosegue poi un po' stizzito.

    -Ehi!! Dalamar non è una mezza sega!- risponde lei -Ha solo perso i suoi poteri, come Cass!-

    -Non capisco, comunque. Da dove è venuto fuori Dalamar? Sei sicura che non sia una trappola?- -Cass lo conosce bene, ha confermato quello che ha detto-

    -Non mi fido-

    -Dean, questo lo dicevi anche con me, non ti ricordi? Non ti fidi mai di nessuno!-

    -Scusa se a parte te e Cass gli unici angeli che ho conosciuto si sono rivelati dei gran figli di puttana!- risponde nervosamente l'altro. La mancanza di sonno e la tensione che si fanno sentire. La ragazza capisce, e decide di lasciar perdere, almeno per ora.

    -Ora dobbiamo trovare Cass- dice cambiando argomento -speriamo stia bene-

    -Se quel Salamar gli fa del male lo accoppo-

    -Dean! siamo arrivati- le parole di Sam riportano tutti alla realtà. Dean inchioda e fa manovra per parcheggiare l'auto nello spiazzo davanti all'ingresso principale del parco più grande di Montreal.



    Dalamar ormai ha il braccio e la spalla indolenziti, Cass pesa, ancora profondamente addormentato. “Dal, ho sonno” si lamenta Kevin, impossibilitato a dormire poiché non ha il controllo del proprio corpo “Sono esausto”

    “Anch'io, Kev”

    Stremato dal lungo viaggio, il giovane angelo finisce per addormentarsi, tranquillizzato dal fatto che qualunque cosa faccia il suo ex superiore, l'avrebbe certamente sentito.



    Si sveglia quando all'improvviso si sente abbracciare forte.

    -Paige...- apre gli occhi. Forse Cass sta sognando Paige, o forse no, ad ogni modo si ritrova con le braccia dell'angelo attorno al suo corpo. Delicatamente, cercando di non svegliarlo, cerca di staccarsi da quell'abbraccio. La presa si rinforza -Paige... non lasciarmi...non lasciarmi...- implora nel sonno.

    Dalamar lo scuote dolcemente fino a svegliarlo. L'angelo sussulta. Si alza di scatto.

    -Castiel- lo rassicura -Sono io. Va tutto bene-

    -Che..cosa?-

    -Ti stavi agitando un po' troppo nel sonno-

    -Cosa?- si guarda intorno, come sperduto -Dove mi trovo?-

    -Montreal, Canada-

    L'angelo si ferma un attimo, chiude gli occhi, come pensando intensamente alle ultime ore. Quando li riapre, Dalamar capisce che ora ricorda della sua fuga dalla casa di Paige

    -Sono arrivato fin qui?- chiede sorpreso -Come mi hai trovato?-

    -Un vecchio incantesimo enochiano- è la semplice risposta -Perchè te ne sei andato?-

    -Io...avevo paura- ammette dopo un po' di esitazione Castiel senza guardarlo negli occhi. Si alza e fa per uscire da quella casetta. Ormai è l'alba, il sole comincia a rischiarare i dintorni, tinge di rosso e giallo le foglie autunnali delle piante. È uno spettacolo mozzafiato, ma l'angelo non riesce a goderselo. Dalamar è accanto a lui

    -Paura di cosa?-

    Lo sguardo di Castiel all'improvviso si fa più duro. Guarda l'amico come se volesse farlo a pezzi

    “Dal! Sta attento”, lo avverte, ma il ragazzo è già in guardia. Tuttavia l'aggressione arriva verbale questa volta.

    -Non puoi capire!- gli grida contro -Lasciami in pace!!- e comincia a correre in direzione della parte più fitta del bosco.

    Questa volta il giovane può stargli dietro senza fatica, le ore di sonno gli hanno fatto bene.

    -Castiel!- grida rincorrendolo. All'entrata della foresta finalmente riesce a mettergli le mani addosso “Dalamar” lo avverte Kevin, che viene puntualmente ignorato. Lo blocca contro un albero. -Basta scappare!- gli urla contro.

    Cass si dimena, cercando in tutti i modi di liberarsi dalla presa del più giovane, che però in qualche modo riesce a tenerlo a bada. Lo prende per la cravatta e gli fa picchiare il capo contro il tronco.-FERMO!-

    Finalmente l'altro sembra calmarsi, ma l'espressione arrabbiata non cambia. Un brivido di paura percorre il corpo di Kevin. Conosce bene quello sguardo “Dalamar...ti prego...” “Stai tranquillo, Kev. Va tutto bene”. Cass lo guarda negli occhi

    -Hai intenzione di picchiarmi?- chiede in tono freddo

    -Solo se ti comporti come una testa di cazzo- è la decisa risposta. Le difese dell'angelo caduto crollano, finalmente

    -Sto male- confessa -per tutto...-

    E' l'inizio di un lungo racconto. Dai primi dubbi, alla “persuasione divina” usata dai loro superiori per farlo tornare nei ranghi, per finire con la decisione di ribellarsi. La sensazione di essere solo, nonostante Sam e Dean. La confusione che ha in testa, diviso tra l'amore verso il loro padre, e l'amore profondo e carnale verso Paige. Non sa più cosa è giusto e cosa sbagliato. Si sente perduto.

    Dalamar lascia la presa su di lui lo ascolta in silenzio. In mente i ricordi dei suoi primi giorni da angelo caduto. Gli sembra di riviverlo una seconda volta sulla propria pelle. Sente l'abbraccio virtuale di Kevin rassicurarlo e dargli coraggio. Ora deve essere forte. Non c'è spazio per le sue debolezze.

    Cass si lascia scivolare a terra -Non riesco a vivere...- comincia a piangere -mi manca la mia vita di prima-

    -Ehi, lo so. E' dura.- risponde dolcemente mettendogli un braccio intorno alle spalle in segno di conforto -Credimi. Lo so. Ti senti perduto, senza una guida da seguire. Eseguire gli ordini è certamente più facile-

    -Già....come fai andare avanti? Senza rimorsi?-

    -So che quello che faccio è giusto. Ogni volta che salvo una persona, sento che sto facendo la cosa giusta. Non lo so...mi sento...non lo so...eseguire gli ordini...era come essere una macchina. Ora so che non lo sono più...e mi piace. Anche se comporta dei sacrifici- Cass rimane in silenzio, forse soppesando quelle parole. -Mi manca casa, e non ho più i miei poteri, a momento ci restavo secco per volare fino a qui, ma non mi importa. Non tornerei mai e poi mai nell'esercito a fare il bravo soldatino-

    Finalmente Castiel lo guarda negli occhi, i suoi blu sono spalancati e spaventati.

    -Dalamar- lo implora -Ho bisogno di aiuto...ora non so che via prendere-

    -Non ti darò ordini. Puoi scordartelo- risponde deciso -Ma ti aiuterò-

    Finalmente sorride

    -Grazie-

    -Che ne dici di trovare gli altri?-

    -Sì- Si alza e porge la mano al più giovane, aiutandolo a mettersi in piedi.

    Trovare Paige non è difficile. Castiel riuscirebbe a percepirla anche dall'altro capo del mondo, se fosse necessario. Non ci mette molto a localizzarla, all'ingresso del parco, seduta nell'Impala con Sam e Dean. -Trovata-

    -Voliamo o facciamo quattro passi?-

    -Facciamo quattro passi. È meglio. Voglio schiarirmi le idee-



    Paige scende dall'auto. Ormai sono ore che aspettano, e comincia a pensare che Dean forse non aveva tutti i torti a non fidarsi di Dalmar, per quanto l'idea che possa averla ingannata così la faccia arrabbiare.

    -Troviamoli- dice alla fine il maggiore dei Winchester, stanco di aspettare -Sta calando la notte. Sono preoccupato.- Gli altri due annuiscono, la ragazza nota che in mano ha il coltello degli angeli. Ma non devono fare tanta strada. Pochi metri e Dean li intravede nella penombra del crepuscolo.

    Paige si lascia scappare un sospiro di sollievo nel vederli camminare entrambi sulle loro gambe.

    -Forse quel Dalamar non è uno di quei figli di puttana, dopotutto- e il sollievo nella voce del ragazzo è quasi tangibile.



    -Eccoli- indica Dalamar vedendo da lontano la sagoma dell'Impala.

    Castiel segue il suo sguardo. Ma cerca Paige. Il cuore gli batte all'impazzata. Vuole soltanto riabbracciarla.

    Come la vede, dimentica tutto e corre da lei.

    Quasi le si getta addosso nella foga di abbracciarla.

    -Castiel!- esclama lei stringendolo forte. Restano uniti per pochi istanti che sembrano anni.

    -Paige- sussurra lui dopo un po' -Voglio tornare a casa. La nostra casa-

    -Sì. Andiamo-


     
    Top
    .
  12. sahany09
     
    .

    User deleted


    Wow! Che dire? Bravissime!!!!
    Avete reso bene il tormento interiore del povero Cass.
    Spero che ora la vicinanza di Paige lo faccia star meglio.
     
    Top
    .
  13. Tanis_mezzelfo#21
     
    .

    User deleted


    This Moment...is only for us...

    Dalamar lo lascia correre. Con calma raggiunge Sam e Dean, che non è abbastanza veloce a nascondere il coltello. L'angelo lo intravede, ma non gliene fa una colpa. Nemmeno lui al posto suo si fiderebbe del primo angelo venuto che dichiara di avere buone intenzioni.

    -Cosa è successo?- chiede Sam preoccupato

    -Credo la si possa chiamare crisi di insicurezza-

    -Crisi di insicurezza?- il giovane sembra non capire.

    -Essere un angelo- spiega -è come essere una macchina. Non ti fai domande. Esegui gli ordini e non ci pensi. Ti fidi dei tuoi generali. Quando ti ribelli, all'improvviso non hai più nessuno che ti guidi, che ti dica cosa fare o cosa è giusto o sbagliato. Ti ritrovi completamente solo. È dura-

    -Capisco...ora sta bene?-

    -Non sarà facile, dovrà disintossicarsi dall'alcol, ma starà bene. Non è solo-

    -Avrà bisogno di aiuto-

    -Ha Paige, e ci sarò anche io. Gliel'ho promesso-

    -Ci sono anch'io-

    -Se gli serve una mano, il minimo che possa fare è dargliela-



    Il tempo di un respiro, e sono di nuovo nel loro salotto. Il volo, o molto più probabilmente l'insieme di eventi, lo hanno lasciato stremato. Si butta a peso morto sul divano, godendosi per un po' il silenzio.

    -Cass non ti senti bene?-

    -Mi sento una merda- dice sconsolato, e non ci vuole certo un sensitivo a capire che non si riferisce solo al fisico. Si siede accanto a lui e lo abbraccia forte. Lui si appoggia a lei, ne assapora il profumo. -Scusascusascusascusa....- sussurra ripetendo più volte quella parola, come se potesse sistemare tutto. Paige si stacca dall'abbraccio, gli accarezza dolcemente una guancia

    -Non e colpa tua,ti aiuterò- Cass si scosta leggermente, la guarda negli occhi

    -E' colpa mia...ti prego dimmi che non ti ho fatto del male- improvvisamente si rende conto di avere pochi ricordi confusi delle ultime settimane. La cosa lo spaventa. Non potrebbe mai e poi mai perdonarsi di aver fatto del male a lei, o al piccolo Misha. -No Cass..non mi hai fatto niente, facevi del male solo a tè stesso-

    Lui la stringe forte, più forte di quanto abbia mai fatto prima. La ragazza ricambia, accarezzandogli la nuca per tranquillizzarlo. -Andrà tutto bene- gli sussurra

    -Lo credi davvero?-

    -Sì, non sei solo, ci sono io, Dean, Sam, c'e anche Dalamar. Ti vogliamo aiutare-

    -Ho paura-

    -E' normale aver paura- risponde - riuscirai a uscire dalla dipendenza dell'alcol-

    -E se ci ricasco?- ha quell'espressione da cucciolo sperduto che raramente prima di allora gli aveva visto, se non nei momenti più brutti

    -Ti starò sempre accanto- gli promette -non ti lascero' mai solo-

    -Non puoi vivermi appiccicata...per te non sarà vita. Non puoi passare la tua vita badando a me- è la debole protesta che esce dalle labbra dell'angelo.

    -Cass lo faccio perchè ti amo. Ho bisogno di te; sei l'unico mio amore. Non ti lascerò mai, mai-

    -Devo uscirne- risponde stringendola ancora di più, ora sa che Dal aveva ragione. Se c'era un motivo per cui doveva vivere, era la sua nuova famiglia. Paige sorride.

    -Sì, ce la farai- risponde sorridendo
     
    Top
    .
  14. Amariah
     
    .

    User deleted


    Povero Cass!!! Alle prese con i suoi dubbi... e che dolce che è Paige!!!
    Bellissima storia! Complimenti!!!
     
    Top
    .
  15. Paige Collins
     
    .

    User deleted


    It's Not So Easy



    Senza una parola o un cenno di saluto i due spariscono. Dalamar guarda i due cacciatori.

    -Ragazzi me lo date un passaggio fino da Cass?-

    -Sì, certo sali- risponde Sam aprendogli la porta del sedile posteriore dell'auto.

    -Grazie- guarda Dean già al volante e pronto a partire -Lo so che non ti fidi di me-

    -Ora mi fido, Dal, ma resti una mezza sega-

    -Dean- il tono di Sam è un misto tra il rimprovero e l'avvertimento

    -Cosa?-

    -Smettila!-

    -E' vero! Come usa i suoi poteri si stende da solo!-

    -Ora non è il momento di discutere dobbiamo andare a casa di Cass- Dalamar sorride

    -Sam, tuo fratello ha ragione. Non sono mai stato un angelo potente, per questo ho imparato a fare il cacciatore-

    -Ora andiamo.. non possiamo perdere tempo, Cass ha bisogno di noi-

    -Faccio notare che più velocemente di così non posso andare- puntualizza il maggiore dei fratelli che sta già spingendo l'auto al massimo delle sue prestazioni. Dalamar non perde tempo. Sfrutta l'occasione.

    -Ora chi è la mezza sega?- lo apostrofa, provocando la risata di Sam e un grugnito di disappunto da parte di Dean. Di certo non si aspettava che l'angelo riuscisse a tenergli testa.

    -Questa me la paghi, Dal- poi torna serio -Com'è che stai possedendo un adolescente?-

    -Il padre era un ubriacone violento. Così quando ho dovuto scegliere, ho preferito togliere Kevin dai guai-

    -E com'è che ti sei ribellato? E soprattutto. Perchè sei andato a cercare Cass?-

    -Non sono mai stato un gran soldato, chiedetelo pure a Castiel. Era il mio comandante. Più di una volta non ho obbedito agli ordini, e anziché uccidermi ha lasciato perdere. Quando ho sentito che si era ribellato, ho pensato che avrebbe apprezzato la compagnia di un altro angelo. Come vi ho già detto, il primo periodo è un incubo-

    -E il ragazzino dentro di te? A lui non ci hai pensato?- il tono di Dean è decisamente un rimprovero.

    -Kevin sta bene. Abbiamo una specie di accordo. Mi ha aiutato molto. Era l'unica compagnia che avessi. Mi ha insegnato molte cose. Anche prima. È stato lui a riconoscere il parco-

    Dean tace. La sua espressione è indecifrabile. Sam lo guarda dallo specchietto retrovisore, la sua espressione sembra dire “Ehi che ci vuoi fare? Mio fratello è così”

    -Non hai paura degli angeli?- chiede invece

    -All'inizio ero spaventato. Poi ho imparato a difendermi e a usare alcuni trucchetti. Diciamo che la fuga di Castiel in questo senso mi ha aiutato. Hanno decisamente allentato la caccia a me-

    -Capisco-



    Dopo lunghissime ore di viaggio, finalmente arrivano a casa di Paige. Dalamar quasi balza giù dall'auto, non ne può davvero più di stare seduto. Si sgranchisce le gambe e si stiracchia come un gatto prima di seguire Sam dentro casa.

    I due li vedono arrivare dalla finestra. L'angelo si stacca, seppur a malincuore da quel caldo abbraccio. È contento e spaventato allo stesso tempo. Trema di paura. Sam entra per primo in casa, seguito da Dal e, per ultimo, Dean.

    -Cass, stai bene?- chiede subito Dean.

    -Sì sto bene- risponde cercando di tenere la voce ferma.

    -Sì, ora sta bene- conferma Paige con un sorriso accarezzando i capelli scuri del fidanzato. Dalamar sorride. È contento.

    -Cass sono tuo amico. Se hai bisogno di aiuto, puoi contare su di me- dice Sam, mentre Dean si limita a fargli un cenno col capo. Sa che Castiel sa di poter contare su di lui, nonostante la recente scazzottata

    -Sai già che ti faccio se tocchi un'altra bottiglia di alcol vero?- chiede invece il più giovane della compagnia

    -Sì, lo so- risponde il suo superiore rammentando la frase del giorno prima

    -Ma non farmi ridere mezza sega- scoppia a ridere Dean. Ormai ha trovato un nuovo bersaglio

    -Mezza sega?- Castiel li guarda sorpreso

    -Lascia perdere, ce l'ha con me-

    -Non e una novità- risponde l'angelo, e sia Sam che Paige ridono.

    -Dal, sei il primo angelo che capisce le mie battute. Non male per una mezza sega. Cass impara-

    -Ah ah ah – ride sarcasticamente e finge di mettergli il muso

    -Non prendertela Cass.- ribatte sicuro Dalamar con un sorriso un po' strafottente - parla parla ma noi due angeli sfigati possiamo fargli il culo quando vogliamo- Castiel gli sorride

    -Giusto!-

    -Sì certo come no- sbuffa il cacciatore.

    Dean lascia cadere l’argomento. Forse ha trovato qualcuno in grado di tenergli testa -Vabbè mezza sega ne riparliamo al momento dei fatti- dice mentre lancia una scatola di aspirina a Cass -Butta giù-

    Castiel prende al volo la confezione,e in un attimo ingoia tutte le pastiglie.

    - Cass,non tutte,ti possono fare male!- esclama Paige spaventata dal fatto che possa intossicarsi. Dean alza le spalle

    -Non so se hai presente che questo qui deve bersi un negozio di alcol per andare fuori...- dice per rassicurarla, e lei effettivamente deve ammettere che il ragazzo tutti i torti non li ha.

    L’angelo abbassa il capo, un po’ triste, ma soprattutto a disagio. Il maggiore dei Winchester se ne accorge.

    -Con tutto quello che ci hai fatto passare, brutto figlio di puttana, le prese per il culo solo il minimo che tu possa accettare- lo riprende bonariamente

    -Concordo- lo appoggia anche Dalamar con un mezzo sorriso.

    Paige avverte la profonda tristezza che quelle parole provocano in lui. Guarda il cacciatore arrabbiata

    -Basta Dean!-

    Solo allora i due si rendono conto di quello che hanno combinato.

    -Scusa Cass- dicono insieme.

    Castiel non risponde. A un certo punto comincia a tremare. Dalamar lo avverte ancora prima di vederlo –Castiel?- chiede preoccupato cercando di guardarlo negli occhi, ma l’altro evita il suo sguardo. Poi il tremito comincia a essere evidente. Paige lo stringe forte a sé, cercando di calmarlo, ma le cose peggiorano di minuto in minuto.

    -Non…non mi sento…bene- ammette infine battendo i denti. L’angelo è subito accanto a lui

    -Che ti succede?-

    Ma prima che Cass possa parlare, i suoi movimenti si fanno convulsi, una rabbia appena repressa dall’autocontrollo trapela dai suoi occhi blu

    -Dala…mar- parla a fatica, riesce appena a controllarsi –io…ne..ho…bisogno…-

    “Dal, attento, ti prego” lo avverte Kevin, come se il suo terrore non fosse stato più che sufficiente ad avvertirlo. Si sforza di ignorarlo.

    -Dean. Sam. Aiutatemi a tenerlo fermo. Paige, sta lontana-

    -Ok- il più giovane gli afferra saldamente le braccia.

    È la goccia che fa traboccare il vaso. La poca lucidità rimastagli scompare mentre prende ad agitarsi convulsamente nel tentativo di liberarsi, ma Sam ha una presa d’acciaio.

    -Sam!! Lasciami!- grida l’angelo, ma invano.

    -Castiel! Stai fermo! Sta fermo!- Dalamar cerca di immobilizzarlo, ma il suo tramite non è abbastanza forte. Cass si divincola, e per un attimo il ragazzo perde la presa, ma fortunatamente il minore dei Winchester riesce a tenerlo, seppur a stento. Stanno entrambi sudando sette camicie.

    “Dalamar!!” Kevin ormai è nel panico assoluto. Gli sembra già di sentire le botte arrivare sul suo corpo

    “Sta calmo, Kevin. Stai calmo. Siamo in quattro contro uno. Tranquillo” ma non ha molto tempo per rassicurarlo.

    -Aiuto!- geme Sam mentre lotta per trattenere un Castiel sempre più infuriato.

    Dalamar e Dean si buttano in aiuto dell’amico. L’angelo si siede, pesandosi quanto più può, sul suo petto mentre Dean gli tiene ferme le gambe. Dal quasi viene sbalzato via nell’ennesimo tentativo del suo superiore di liberarsi, ma si aggrappa alla sua spalla e riesce a mantenere la sua posizione.

    -Lasciatemi!-

    Velocemente, approfittando del fatto che Sam è riuscito a bloccargli le braccia in una morsa micidiale, Dalamar tira fuori il suo coltello. Lo punta alla gola di Cass, non così vicino da rischiare di ferirlo, ma non così lontano da non essere una minaccia concreta.

    -Calmati- gli intima. La voce fredda e controllata, bassa. Lo sguardo deciso puntato negli occhi azzurri dell’altro.

    La minaccia ha effetto. Smette di dimenarsi, ma comincia a tremare violentemente. Dal allontana il coltello. Non vuole che si ferisca accidentalmente.

    -Cass, coraggio. Dai. Ce la puoi fare- Dean lo incoraggia come può, mentre continua a tenerlo fermo.

    L’angelo comincia a piangere, disperato e impaurito.

    -Resisti Castiel-

    Sam gli lascia andare le mani; l’angelo si aggrappa al braccio di Dalamar, con una forza tale da fargli male. Lo guarda negli occhi.

    -Non lasciarmi- lo implora tra le lacrime –Aiuto…aiutami-

    -Siamo qui, Castiel. Non ti lasciamo. Ma devi aiutarci. Devi resistere. Mi hai capito?-

    Il tono è dolce ma deciso. Cass lo ascolta attento, poi fa sì con la testa. Dalamar percepisce chiaramente i suoi sforzi per rilassarsi e riprendere il controllo. Con gesti lenti e misurati mette via il coltello.

    -Adesso ti lasciamo andare. Non provare ad attaccarci, intesi?-

    Di nuovo un cenno di assenso con la testa.

    Il giovane fa cenno ai due fratelli di lasciarlo.

    -Sicuro sia una cosa saggia?- chiede il maggiore, dubbioso

    -Sì- è la semplice risposta.

    I due lo lasciano. Dean Lo guarda negli occhi

    -Cass?-

    -De..devo bere- blatera l'angelo con lo sguardo assente, e, come se loro non fossero presenti, cammina verso la cucina.

    Dalamar guarda Paige

    -Paige, dimmi che non c'è alcol ti prego- il ragazzo quasi la supplica.

    -No,in cucina no- e Dalamar sospira di sollievo, mentre guarda Castiel cercare invano in ogni angolo del locale.

    -Dobbiamo eliminare tutto quello che è rimasto-

    -In cantina è rimasto qualcosa... non sono riuscita a romperle tutte- come se l'avesse sentita, l'angelo si dirige verso la cantina. Il primo a reagire è Dean

    -Sam, va a distruggerle- ordina al fratello, che recepisce il comando troppo tardi. Ormai Cass è arrivato davanti alla porta.

    Dalamar agisce d'istinto: lo afferra da dietro per le spalle -Castiel resisti!- cerca di spronarlo, ma la reazione dell'altro è quella di ribellarsi. Per fortuna, Paige arriva in soccorso a Dal. Afferra Cass dal davanti cercando di trattenerlo. Nel frattempo Dean dà manforte al fratello nella distruzione delle scorte di alcol della coppia. Ogni bottiglia rotta sembra dare nuove energie all'angelo. Insieme, ragazza e ragazzo, riescono a spingerlo contro una parete.

    -Tienilo stretto Paige, non lasciarlo andare- ansima Dalamar mentre tira fuori il coltello -Cass, non costringermi a ferirti per farti stare buono-

    -No!!- Castiel si ribella incurante dell'arma e tira un calcio a Dalamar, che si piega in due per il dolore, ma in qualche modo riesce a tenere stretta la lama. Il gesto non lo aiuta, poiché al posto dell'esile angelo, che ha bisogno di qualche momento per riassestarsi, arriva Dean, ben più robusto. Nella foga, Cass tira un pugno pure a lui, in pieno viso, ma ormai Dal si è ripreso, e non trova altro modo di tenere a bada l'amico se non restituendo il calcio. Si accascia sulle ginocchia per l'intenso dolore

    -Castiel?- chiede Paige preoccupata. Dalamar la guarda, dispiaciuto

    -Scusa Paige- dice, poi si mette davanti a Castiel, il coltello ancora in mano -Ti calmi o no?-

    -Sì....sì....- risponde gemendo di dolore. Dalamar lo aiuta a rialzarsi e a mettersi seduto sul divano. Castiel si appoggia a lui.

    -Coraggio Cass, che non è nulla...- minimizza mentre Dean lo ammanetta lesto lesto -Me ne hai tirati 2 in 24 ore e sono ancora vivo-

    -E' proprio necessario legarlo?- chiede la ragazza guardando Dean

    -Se vuoi lo libero- è la risposta -Ma se fa il matto dovremo tenerlo buono con la forza- Paige resta in silenzio un attimo. Castiel la guarda con i suoi profondi occhi blu intenso. Sembra quasi supplicarla. Distoglie lo sguardo prima di rispondere

    -No, lascialo ammanettato...così legato non puo' scappare di nuovo-

    Castiel comincia urlare e a dibattersi, inutilmente

    -Lasciatemi andare!!!! Non potete legarmi!-

    Dalamar si avvicina a Castiel, lo prende per le spalle, e lo costringe a guardarlo negli occhi -

    Cass. E' per il tuo bene. Stai calmo- dice con voce dolce impedendogli di guardare altrove se non nei suoi occhi verde-azzurro.

    -Devo stare calmo. Tutto questo e per il mio bene- ripete sottovoce l'angelo. Il contatto tra i loro occhi non si interrompe

    -Coraggio, riprendi il controllo. Va tutto bene- lo esorta a voce bassa.

    -Va tutto bene......coraggio...coraggio...-continua a ripetere. Continuano a guardarsi. Dalamar tace. Con la mano libera, l'angelo stringe il braccio del più giovane, che ricambia stringendogli piano una spalla.




     
    Top
    .
148 replies since 25/5/2010, 19:38   1686 views
  Share  
.