Nothing Ever Really Ends, Does It?

fanfiction by Amariah

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  1. Amariah
     
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    Titolo:Nothing ever really ends, does it?
    Autore: Amariah
    Fandom: Supernatural
    Timeline: sesta stagione
    Spoilers: fino alla sesta stagione
    Personaggi: Sam e Dean Winchester, Elisheva Robynn Singer, Castiel, Bobby Singer e altri personaggi minori del telefilm.
    Descrizione: L'apocalisse è stata troncata bruscamente dall'apertura della gabbia infernale da parte dei Winchester con conseguente sconfitta di Lucifer e Michael, rinchiusi nei più profondi meandri dell'inferno. Dopo un anno, Dean è alle prese con la sua Apple Pie life, Sam è ritornato sulla terra in cerca di risposte. Castiel è ancora in paradiso dove l'anarchia regna sovrana a causa della scomparsa del Generale delle schiere angeliche. E Liv? Come se la cava nel mondo post apocalittico, e soprattutto senza Cass? Nuove creature sono in agguato e quelle già conosciute sembrano seguire nuove regole. Una nuova battaglia sta per cominciare. Un conflitto che unirà di nuovo i nostri eroi nel mondo del soprannaturale.
    Note: seguito della fanfiction Daddy's little Hunter.

    Tutti i personaggi descritti non mi appartengono tranne Elisheva Singer che è invece frutto della mia fantasia. Storia scritta senza scopo di lucro.









    Il primo capitolo a breve
     
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  2. John7776
     
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    uh che bella l'immagine brava !!!
    aspetto con ansia!!
     
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  3. William™
     
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    bellissima trama e bellissima locandina, aspetto l'episodio
     
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  4. sahany09
     
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    Booom!
    Attendo fiduciosa.
     
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  5. bloodyjane
     
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    Mi piace molto la trama di questa FF, e adoro la frase nell'immagine.... aspetto il primo capitolo con ansia.
     
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  6. Amariah
     
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    Grazie! Che incoraggiamento, ragazzi!
    Ecco a voi il primo capitolo!!! Il più lungo che io abbia mai scritto O.o

    Chapter One






    Elisheva Singer si fa’ strada quasi a gomitate attraverso il locale strapieno. La Roadhouse non è mai stata così affollata come in questi giorni, pullula letteralmente di cacciatori. A dir la verità, da quando ha ricostruito la Roadhouse, sembra che anche il numero di cacciatori del Nebraska sia aumentato.
    Per far fronte alle notevoli ordinazioni e al suo costante impegno nella caccia, ora lavora con due ex cacciatori, Kieran e Aisling Gallagher. Grazie a loro può assentarsi dalla Roadhouse per parecchi giorni. In effetti, ora che l’apocalisse è praticamente finita, c’è ancora più lavoro di prima.
    “Ehi, Elisheva, mi porti un’altra birra?” grida un vecchio cacciatore, uno dei tanti che frequentano con una certa regolarità il locale.
    “E poi come torni al tuo motel, Keith?”.
    “Non preoccuparti. Sai qual è la prima regola in un bar come questo? Mai negare una birra ad un cacciatore!”.
    “Questa te la sei inventata di sana pianta” ride Liv mentre porta tre bicchierini di Whiskey al tavolo vicino a quello di Keith.
    La porta del locale si apre con un cigolio soffocato dalle risate dei cacciatori ed entra nel locale Zane Jansen, un altro ex cacciatore con una protesi alla mano, dopo che la sua se l’è presa un demone per compiere un rituale. A causa di quell’handicap si è ritirato dal lavoro sul campo ma non ha perso la combattività e aiuta Liv a trovare nuovi casi dei quali occuparsi. Insomma, lui è la mente e lei è il braccio.
    Appena entrato, lancia uno sguardo penetrante a Liv e le fa un cenno, lo stesso che esegue ogni volta che ha del lavoro per lei.
    Liv recupera velocemente due birre dal frigo e si rivolge a Kieran “Mi sostituisci un attimo ai tavoli?”.
    Il ragazzo le prende il blocchetto delle ordinazioni dalle mani “Vai, il lavoro ti chiama”.
    Kieran e Aisling sono davvero degli ottimi colleghi e non si tirano mai indietro quando devono sostituire Liv, anche se a volte il carico di lavoro è davvero notevole.
    Zane apre la porta dello sgabuzzino e permette alla ragazza di entrare per prima poi il cacciatore la osserva in cerca di un qualsiasi segno di stanchezza o di preoccupazione. Niente.
    “Singer, ti dopi per caso?”.
    Liv strabuzza gli occhi mentre la mano che aveva teso per prendere dalla sua mano la cartelletta contenente il suo successivo incarico ricade sul suo fianco dalla sorpresa.
    “Cosa?!” replica rimanendo a bocca aperta “Ma che cazzo stai dicendo?!”.
    L’uomo si siede su una sedia impolverata mentre spiega “sei tornata due giorni fa da una caccia, hai lavorato al bar per tutto il tempo e non sei nemmeno stanca. Insomma, non è umanamente possibile”.
    Liv sente un brivido percorrerle la spina dorsale. Quello che dice Zane è vero. Non è umanamente possibile. “Ma io non è interamente umana, giusto?” si dice Liv senza però lasciar trapelare ciò che sta pensando. Nessuno delle persone che ha conosciuto durante l’anno passato sa che Elisheva Robynn Singer, figlia del famigerato cacciatore Bobby Singer, è in realtà un Nephilim. Suo padre è un umano mentre sua madre era un angelo, che per averla concepita è stata uccisa da uno dei suoi fratelli, appena dopo averla messa al mondo.
    Essere un Nephilim ha i suoi vantaggi. Ad esempio, una resistenza più alta della media.
    “Non sono una drogata, Jansen. Lo sai come la penso sulle cose che creano dipendenza” ribatte Liv, sedendosi a sua volta su una cassa di birra vuota. “Allora, mi dai quel fascicolo o vuoi farmi il test antidoping?”.
    Sbuffando l’uomo le porge la cartelletta senza tanti complimenti e apre le due birre con il suo coltello.
    “Mmm.... Crosby, Nord Dakota... i cadaveri di Annette Freemont, Brittaney Porter e Loreena Yates trovati tra i bidoni dell’immondizia con la cassa toracica aperta. Particolarità: il cuore è stato esportato... una vittima al giorno... la polizia sulle tracce di un sanguinario serial killer” Liv alza lo sguardo sull’ex cacciatore “beh... direi che è un lupo mannaro” l’ex cacciatore rimette le mani sul fascicolo ed estrae una copia del calendario con segnate le fase lunari e la porge a Liv. La ragazza segue con il dito i giorni del mese fino a fermarsi a questa settimana. “No... è impossibile... questa settimana c’è la falce di luna... i lupi mannari non possono trasformarsi quando vogliono. Devono aspettare la luna piena!”.
    Zane tracanna in silenzio un sorso della sua birra “E’ quel che pensavo anch’io e le tre generazioni prima di me. Eppure il modus operandi è quello di un lupo mannaro. Non ci sono dubbi”.
    Liv chiude la cartellina “Bene. Partirò subito, lasciami preparare le armi” e fa per riaprire la porta dello sgabuzzino ma la mano del cacciatore la ferma “Non dovresti riposare? Davvero, Elisheva, potrai partire domani”.
    La ragazza scrolla il capo e poi fa una smorfia divertita “Che tenero! Ti preoccupi per me” lo prende in giro mentre il cacciatore riacquista il suo tono burbero “Puoi fare quello che vuoi ma non voglio che in giro si espanda la voce che ti spedisco in una missione suicida”.
    “Starò bene” ribadisce la ragazza con veemenza. “intanto continua a lavorare. Quando ritorno mi aspetto di trovare un altro caso sulla scrivania”.
    L’uomo inarca le sopraciglia folte “e sarebbe questa la tua scrivania?” chiede, indicando con il braccio dotato di protesi la pila di casse di birra vuote.
    “Sì fa quel che si può”.
    Escono insieme dal ripostiglio, ritornando nel caos del locale poi Zane esce in silenzio dalla Roadhouse, infastidito da tutta quella folla mentre Liv si avvicina al bancone dove Aisling sta preparando due hamburger con tanto di salsa Ketchup.
    “Vai caccia?” chiede con la sua voce da soprano “hai il tipico sguardo”.
    “Non ti si può nascondere niente, vero?” chiede “Comunque sì, mi aspetta un lupacchiotto monello vicino al confine canadese” spiega Liv. “Non starò via molto. Voi riuscirete a mandare avanti la baracca?”.
    Asling sorride “Io sicuramente” poi lancia lo sguardo a Kieran “è mio fratello che batte la fiacca quando tu non ci sei. E’ un vero peccato che tu non voglia licenziarlo”. Anche Liv scoppia a ridere “Beh, il ruolo dello scansafatiche deve pur farlo qualcuno e poi non voglio dividere i fratelli Irish. Insieme date un tocco celtico a questo posto” dice indicando una bandiera della Guinnes appesa ad una parete, dietro il bigliardo e un gigante trifoglio di peluche che dal soffitto scende sul bancone.
    Poi, Liv sale nella camera sopra il bar e getta alla rinfusa un po’ di vestiti nella borsa, i suoi documenti falsi e, la cosa più importante, una pistola .45 caricata a proiettili d’argento. La ragazza almeno spera che quei proiettili funzionino ancora, visto la recente evoluzione di quei mostri.
    Una volta terminato di preparare l’occorrente, si getta un’occhiata allo specchio. Liv è molto cambiata. Non è più la ragazza sensibile, premurosa e innocente che a vederla faceva tenerezza. C’era una luce più adulta, più fredda nei suoi occhi. Più calcolatrice. Non che si comporti male con gli altri o se ne sbatta di tutto e di tutti, ma si è chiusa in se stessa e l’unica cosa che le dà soddisfazione è la caccia.
    I capelli, che un anno prima aveva tagliato appena sopra le spalle, ora sono lunghi fino a un palmo in più della metà della schiena. Aveva anche deciso, per cambiare un po’, di scurirli e ora scendono in boccoli color cioccolato fondente con riflessi mogano. Le piacciono molto, nonostante suo padre dica il contrario.
    Non vede Bobby Singer da mesi ormai e si sentono solo qualche volta per telefono. Si ricorda ancora distintamente della telefonata che le aveva fatto un anno prima, a pochi giorni dalla loro battaglia contro Lucifer. Suo padre l’aveva chiamata frettolosamente, dicendole che doveva ritornare a Sioux Fall immediatamente. Immaginandosi uno scenario che andava da un branco di Hellhound in cucina ( dato che il demone Crowley non gli ha ancora ridato l’anima ) a una schiera di demoni sulla veranda, la ragazza si era letteralmente precipitata a casa per trovare solo un Sam Winchester sorridente.
    A Liv le era sembrato di riprovare la sensazione di gelo nelle vene, lo stesso che l’aveva uccisa pochi giorni prima: aveva attaccato Lucifer ma lui, senza il minimo sforzo l’aveva immobilizzata e, con un bacio, aveva gelato il sangue fino a che il cuore le si era fermato. Mai aveva provato tanto dolore. In quel momento, l’istinto e la paura avevano preso il sopravvento e, proprio quando aveva rivisto Dean dopo la sua morte, è aveva cercato di colpirlo. Sam aveva cercato di fermarla e, insieme a Bobby, l’aveva convinta che era davvero lui, non un fantasma, non uno zombie, non Lucifer.
    Avevano passato due settimane insieme, per cercare chi, come e perché aveva riportato in vita Sam ma non avevano trovato nessuna spiegazione.
    Così Sam se n’era andato da Sioux Fall in cerca di risposte e da quel giorno né lei né Bobby avevano più sentito notizie da lui... aveva persino cambiato numero di cellulare.
    E anche Sam si era allontanato dalla sua vita. Così come Dean...e come Castiel.
    A volte, quando Liv si mette sotto le coperte, chiama l’angelo, gli chiede se può tornare da lei, ma ogni volta che si addormenta non sente braccia sicure strette attorno al suo corpo. Castiel ha deciso di tornare a casa e di lasciare lei.
    Con uno scatto, Liv si mette il borsone sulle spalle e scende la scala di legno due gradini per volta.
    Kieran e Aisling sono già pronti a salutarla e, tra un “buona fortuna” e “ci vediamo”, Liv esce all’aria aperta per incamminarsi verso il suo pic-up.




    Crosby non è una cittadina molto popolata ma, con decine e decine di piccoli vicoli, copre un’ampia area di territorio.
    Liv è seduta ad una tavolo del “Freddy’s Caffè”, intenta a studiare una cartina della città dove ha precedentemente segnato con un evidenziatore i luoghi dove sono stati ritrovati i corpi e scopre che gli omicidi sono avvenuti nella stessa zona della città. In verità, la ragazza non ne è molto sorpresa: i lupi mannari sono molto territoriali e, anche se ce né solo uno in un’ intera città, quello ha l’abitudine di cacciare sempre vicino al suo rifugio.
    Una giovane cameriera dall’aria triste si avvicina a lei “desidera?” chiede con occhi bassi e arrossati dal pianto.
    “Parlare con lei” le risponde Liv non tono più professionale possibile mentre estrae dalla tasca il distintivo “detective Sarah Larkin. Lei è Hailey Freemont, la sorella di Annette. Giusto?”.
    La ragazza sobbalza leggermente “S-si, sono io”.
    “Le dispiace se le faccio qualche domanda?”.
    La ragazza si guarda attorno, poi si siede “Non capisco. Ho già detto tutto quello che so alla polizia”.
    “Oh, non ne dubito” replica Liv incrociando le mani davanti a sé “Ma il caso è passato a me e vorrei rivolgerle qualche altra domanda”.
    La ragazza si mordicchia il labbro, indecisa “Mi può far vedere il distintivo?”. Soffocando la stizza, Liv glielo porge. Cos’è? Ora sono tutti esperti di distintivi? Ma per favore...
    “Ma quanti anni ha?”chiede la cameriera, stupita.
    Liv vorrebbe risponderla di farsi gli affari propri, invece dice “ventotto”.
    “Sembra molto più giovane” osserva la ragazza mentre squadra il suo tailleur e il trucco usato apposta per apparire di qualche anno più vecchia.
    “Lo prendo come un complimento” replica la ragazza “ma ora torniamo all’omicidio di sua sorella. Devo trovare il suo assassino e non ho tempo da perdere”.
    La cameriera si rimette subito sulla difensiva. Liv odia fare così, ma quella frase funziona al cento percento quando vuole depistare testimoni sospettosi.
    “Come ho già detto, Annette è uscita per andare dal suo ragazzo, Liam verso le nove di mercoledì e non è... più tornata a casa”.
    “Andava da lui spesso?”
    “Sì e passando sempre per quel vicolo così... orribile”.
    Liv la interrompe “Orribile? Si pieghi meglio”.
    “Vede, due mesi fa in quello stesso vicolo sono stati arrestati due spacciatori. Glielo dicevo sempre ad Annie di non passare di lì, soprattutto nel modo in cui si conciava lei”.
    “Ehm... conciava?”
    “Beh... da un po’ di tempo si vestiva come una... diciamo che metteva in mostra troppo di sé e poi tutto quel trucco... si stava rovinando. Ma mai avrei pensato che avesse fatto una fine del genere. Io le volevo bene... capisce?”.
    “Certamente” ma in realtà non la sta nemmeno ascoltando. Aveva già parlato con i parenti delle altre due vittime e aveva scoperto che una era una prostituta e l’altra faceva la ballerina in un night club. Il lupo mannaro sceglie delle vittime che non potevano definirsi santarelline.
    “Grazie Hailey. E’ stata davvero molto utile”.
    Liv esce dal locale seguita dallo scampanellio della porta. Ora bisogna trovare il lupo mannaro e, non conoscendo la sua identità, c’era una sola cosa da fare.
    “Mi devo vestire come una escort stasera”.




    I vicoli di Crosby non sono così orribili come le ha detto Hailey. Beh, forse per lei, abituata a cacciare demoni e vampiri nei posti più loschi e umidi.
    Da un’ ora cammina senza sosta percorrendo le strade del territorio del lupo mannaro. Il giacca in finta pelle nera aderente la copre del freddo che batte la città, trasportato dal vento proveniente dal Canada, ma le gambe fasciate dalle calze a rete e coperte da quella che sembra una mini minigonna in jeans scuro sono gelate. I piedi, coperti da lunghi stivali neri a tacco alto, sono fortunatamente al caldo. Tiene le mani nella giacca mentre cammina tranquilla, confortata dal tocco freddo della pistola sulla schiena infilata nella vita elasticizzata della gonna.
    “Andiamo lupacchiotto” pensa mentre si tira un ciuffo di capelli scuri dietro l’orecchio facendo attenzione a non sfilarsi gli orecchini a cerchio e a non rovinarsi il trucco. Fa una bolla con il chewingum alla fragola mentre avanza in una stradina piena di vecchi poster sull’ultimo film della saga di Twilight: Breaking Dawn. Se almeno il suo lupetto fosse come Taylor Lautner...
    Un ringhio.
    Anzi due, vicini a lei.
    Con circospezione si porta una mano dietro la schiena e afferra la pistola ma non la estrae.
    “Chi c’è?” esclama con voce fintamente terrorizzata. Ad una decina di metri da lei, un cassonetto dell’immondizia si ribalta, facendo fuoriuscire bottiglie rotte e sacchetti di plastica.
    “Chi è?!” grida più forte.
    Un uomo esce dal cassonetto. Ha una manica della camicia strappata e cammina acquattato. Gli occhi sono di un azzurro innaturale, le pupille verticali come quelle di un gatto mentre dalla bocca socchiusa si intravedono enormi zanne imbrattate di sangue.
    “Oh mio Dio!” grida Liv con voce acuta mentre arretra lentamente.
    Il lupo mannaro scatta.... e cade nella sua trappola.
    “Hai scelto la escort sbagliata, mio caro”
    Liv estrae la pistola e preme il grilletto mentre il lupo le salta addosso. Il proiettile colpisce il muro e si conficca in uno dei poster, proprio in un occhio di Kristen Stewart.
    Liv sbatte la schiena a terra mentre sente l’alito caldo e putrido del lupo sulla sua guancia. Liv impugna con forza la pistola e preme di nuovo il grilletto. Il lupo si sposta di lato, mentre le prende la mano che regge l’arma.
    Il proiettile gli ha perforato la spalla sinistra ma la sua forza non accenna a diminuire. Liv gli deve sparare al cuore. Con uno strattone, Il lupo toglie la pistola dalla mano di Liv. La ragazza inarca la schiena e tira una ginocchiata al mostro ma il tacco dello stivale sul quale fa leva si rompe con uno schiocco secco e perde la concentrazione.
    “E’ per questo che evito di portare i tacchi quando posso” pensa mentre il lupo avvicina le labbra alla sua gola. Liv intuisce quello che vuole fare così cerca di girarsi ma è troppo tardi. Il lupo affonda le zanne nel suo collo, vicino alle sottilissime cicatrici lasciate dal morso di un vampiro, risalenti ad anni prima.
    Liv grida mentre il sangue comincia a scorrerle sul giubbotto di pelle. Il lupo le lecca con bramosia quel liquido scarlatto prima di alzare la testa per guardarla negli occhi e sorriderle, mostrando le zanne vermiglie. Liv raccoglie tutte le sue forze e sposta la mano davanti a sé e colpisce il lupo, mandandolo a gambe all’aria. Il mostro si alza e riacquista le sembianze umane mentre Liv recupera la pistola. Gli occhi dell’uomo, ritornati normali, si spalancano di paura vedendo la pistola “Non cercarmi più” grida l’uomo mentre si pulisce le labbra dal sangue e scappa via.
    Liv prende la mira ma l’uomo gira l’angolo, scomparendo alla vista.
    “Maledizione” Liv corre verso il vicolo e distingue la figura dell’uomo nell’oscurità. La ragazza alza una mano, incanalando la sua forza, e l’uomo viene sbattuto contro un altro cassonetto. Con un sorriso soddisfatto, Liv fa per avvicinarsi ma viene improvvisamente sbattuta a terra da qualcuno con una mossa degna di un giocatore di rugby.
    “Ma che...”.
    L’uomo la colpisce con il retro della pistola e le tira un pugno, impedendole per un momento di vedere da un occhio.
    “Sta’ zitta, strega”.
    Liv strabuzza gli occhi. Strega?
    Poi il suo sguardo vaga sull’uomo, sulla sua pistola, e riconosce all’istante che è un cacciatore.
    “No, aspe...”.
    Un altro pugno, questa volta sulle costole.
    “CHRISTIAN! LASCIALA ANDARE!” grida una voce che alla ragazza sembra familiare. Il ragazzo si avvicina al lampione e Liv mette a fuoco una figura alta e muscolosa che non esita a riconoscere.
    “Sam!” grida Liv, o meglio, cerca di dire. La vista comincia ad annebbiarsi e inizia a sentire un lieve senso di nausea.
    Un uomo più vecchio di Sam si avvicina seguito da una ragazza dagli occhi scuri e dai capelli neri e un ragazzo, che al contrario è biondo e ha gli occhi azzurri.
    “Sam, conosci questa strega?” chiede il vecchio cacciatore.
    “Non è una strega” ribatte subito l’altro.
    “Sam, l’ho vista scaraventare quell’uomo contro un cassonetto con la MENTE” dice con forza l’uomo che tiene Liv a terra, Christian.
    “E’ una cacciatrice” ribadisce Sam e mette una mano sulla spalla dell’uomo “E siamo praticamente cresciuti insieme, è come una sorella per me. Ora, se non ti spiace, lasciala andare” nel tono di Sam c’è una nota che non ammette repliche.
    Christian si alza, liberando la ragazza dal suo peso e Liv si siede per terra ma non riesce a mettersi in piedi.
    “Liv, cosa ci fai così lontano da Sioux Fall o dalla Roadhouse?” chiede Sam.
    “Quello che stai facendo tu. Cacciando” ribatte.
    “Chi era quell’uomo?” chiede la ragazza vicino al vecchio cacciatore, che la sta fissando con curiosità e sospetto.
    “Un lupo mannaro”.
    Il gruppo di cacciatori si guarda perplesso “C’è in giro un lupo mannaro? Noi stavamo cacciando una strega” commenta il ragazzo biondo.
    “Bene” dice Liv sarcastica “Ora, grazie al vostro incredibile colpo di scena, non solo non avete trovato la vostra strega, ma mi avete fatto perdere il mio lupo”. La ragazza cerca di issarsi in piedi ma scopre di essere troppo debole così si appoggia una mano sul collo. Sta perdendo troppo sangue e probabilmente il restante si sta già contagiando a causa del morso.
    Christian nota il suo pallore e si inginocchia per controllarle la ferita.
    “L’ha morsa” esclama mentre le scosta i capelli.
    “E piantala di toccarmi” grida Liv, schiaffeggiandogli la mano mentre la nausea diventa sempre più forte e sente i sintomi dei primi conati. Il vecchio cacciatore si avvicina estraendo la pistola per puntandogliela alla fronte.
    “Mi dispiace”.
    “Ehi... ehi... ehi...” grida Liv terrorizzata, cadendo all’indietro “aspetta...”.
    Sam si avvicina e gli prende la pistola dalle mani, con sorpresa di tutti i cacciatori.
    “Sam” dice dolcemente l’uomo “Presto si trasformerà... è meglio così, credimi... e lo sa anche lei”.
    “Metti via la pistola. Non si trasformerà” ribatte freddo Sam mentre prende Liv per i fianchi e la mette in piedi, sostenendo quasi tutto il suo peso.
    “Ho visto bene la ferita” dice Christian “è infetta, Sam”.
    Il giovane cacciatore lo guarda “Non ho mai detto il contrario. E’ solo che Liv non si trasformerà. Fidatevi, la conosco meglio di voi”.
    Il vecchio, dopo qualche istante, rinfodera la pistola e Liv tira un sospiro di sollievo mentre inizia a sentire caldo.
    Sam la squadra da capo a piedi “Ti sembra il caso di andare in giro così?” esclama.
    “Il lupo ha dei gusti non molto raccomandabili”.
    “Hai fatto da esca. Come al solito”.
    “E’ il mio modus operandi e quando qualcuno non s’impiccia, funziona”. Un’ondata di nausea la colpisce facendola gemere e fa’ appena in tempo a girarsi prima di vomitare la sua cena.
    Sam le appoggia una mano sulla schiena per confortarla mentre Liv si pulisce con un fazzoletto.
    “Scusami” geme Liv.
    “E di cosa? Va meglio?” chiede Sam. La ragazza annuisce “Non penso che vomiterò ancora ma... mi sta venendo la febbre”.
    Sam si mette il fucile nella cintura e prende Liv in braccio.
    “Non sei venuto all’inaugurazione della Roadhouse” dice la ragazza mentre i cacciatori s’incamminano.
    Dopo un attimo, Sam risponde “No”.
    “Ci tenevo” dice Liv, appoggiandogli la testa sulla spalla.
    “Lo so”
    “Nemmeno Dean è venuto”.
    “Risparmia le forze, Livy. Devi combattere un’infezione”.
    Attraversando gli stretti vicoli di Crosby, I cacciatori raggiungono un gigantesco furgone parcheggiato alla periferia della città.
    “Mark, dammi una mano, per favore”.
    Sam e il ragazzo biondo fanno salire Liv sul furgone, dove sono state montate due cassapanche in legno. Su una ci si siedono il vecchio e Mark, mentre sull’altra ci si raggomitola Liv che sta tremando come una foglia e Sam, che le cinge attorno un braccio e le permette di appoggiare la testa e le spalle sulle sue gambe.
    “Gwen, mi passi una coperta?”.
    Liv senta il fruscio di qualcosa che le viene posato sopra e cerca di ribattere che ha caldo ma ha la bocca impastata e non riesce ad articolare nemmeno una parola. Intanto, il vecchio le appoggia un fazzoletto attorno al collo “Quando saremo là le metterò dei punti per suturare la ferita”. Liv vorrebbe chiedere dove sarebbe “là” ma poi le passa la voglia.
    “Come sai che non si trasformerà?”.
    La bocca di Sam resta sigillata.
    Il vecchio cacciatore incrocia le braccia al petto “Sam, lo sai che tra noi non ci sono segreti. Dobbiamo fidarci l’uno dell’altro e restare uniti. Non posso fidarmi di lei se non mi spieghi chi è e perché ha quei poteri. Voglio la verità, ragazzo e non sono l’unico qui dentro a volerla”.
    A Liv quelle parole giungono come un eco mentre sente la presa di Sam farsi più protettiva “Non si trasforma perché il suo corpo combatte contro l’infezione e la vince, semplicemente non può trasformarsi, né se la morde un lupo mannaro, né se un vampiro la infetta con il suo sangue” Sam fa una pausa “Inoltre, non porta tatuaggi o collane anti possessione perché non ne ha bisogno. Non può essere posseduta”.
    “Sam! Sta zitto!” pensa Liv ma non può dire niente, può solo rimanere lì con gli occhi sbarrati e tremare. Non ha abbastanza forza.
    Tutti i cacciatore si fissano, persino Christian, che sta guidando il mega furgone, stacca gli occhi dalla strada.
    “Sam.. è impossibile. Tutti gli esseri umani senza protezioni possono essere posseduti” cerca di convincerlo Gwen.
    “Infatti... lei è un Nephilim”.
    Liv s’irrigidisce nonostante i brividi. Ma che cazzo vuole fare? Sam sta raccontando i suoi più oscuri segreti a una manica di sconosciuti!
    “E cioè?” la voce di Christian si fa strada dal sedile anteriore.
    “Suo padre è Bobby Singer, un cacciatore che è come un padre per me, mentre sua madre era un angelo, Suriel”.
    Liv geme forte, facendo voltare tutti, e conficca le unghie nei jeans di Sam per dirgli di tapparsi quella bocca mentre i suoi occhi si spalancano ancora di più.
    Come ha potuto tradirla così? Stava dando informazioni del genere a quegli... sconosciuti! Lacrime di rabbia e tradimento le scorrono sulle guance rosse, tracciando rivoli scuri quando si mischiano con il mascara.
    Sam le accarezza la fronte sudata con una mano e le sussurra “Livy, non preoccuparti. Io mi fido cecamente di loro e puoi farlo anche tu”.
    La ragazza si gira verso di lui e apre la bocca mentre raccoglie le sue ultime forze per esclamare inviperita “Ma vaffanculo Sam Winchester!”.
    Sam sorride scuotendo il capo mentre la testa di Liv ricade sulle sue ginocchia, senza più vedere niente. Ora sente solo la voce di Sam sussurrare “Non le farai del male, vero nonno?”.
    Liv sussulta. NONNO?”
    “Ma certo che no, Sam. Hai la mia parola”.




    Note: i personaggi di Kieran e Aisling gli ho riciclati dalla mia fanfiction Roadhouse Adventures, ma la loro storia è molto diversa e avranno un ruolo molto marginale.
     
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  7. sahany09
     
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    Fenomenale, Amariah!
     
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  8. Amariah
     
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    Grazie sahany !!!! Detto da te, che scrivi divinamente, è davvero un bellissimo complimento!!!!
     
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  9. eli*dreamer
     
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    spettacolare!
     
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  10. bloodyjane
     
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    Stupendo.... quasi quasi lo rileggo ù.ù
     
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  11. Passiøn
     
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    Accidenti. Sei bravissima
     
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  12. Amariah
     
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    Grazie... siete gentilissimi!!!
     
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  13. William™
     
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    Davvero molto interessante, complimenti! Bravissima!
     
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  14. John7776
     
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    anvedi la amariah cosa me combina!!! sei un mito!!
     
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  15. Vivaldi4love
     
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    Sei un geniooooooooo!
    *_*
    Bravissima e già mi piace questa nuova storia!
     
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183 replies since 26/9/2010, 21:09   2134 views
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