Attraverso i Mondi

Quando scopriamo che il mondo che conosciamo non è l'unico mondo che esiste.

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  1. ekivanz
     
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    Titolo: Attraverso i Mondi
    Autore: Erika Vanzin (ekivanz)
    Timeline: Verso la fine della quinta serie, è comunque una storia parallela che non segue le reali vicende di Supernatural
    Sommario: C'è una nuova cacciatrice in circolazione con una missione tutta sua: vendicare la morte del proprio compagno per mano di un demone. Fortunatamente, durante la sua ricerca, la sua faccia si scontrerà con il pugno di Dean, dando inizio ad una solida collaborazione
    Note: Tutti i capitoli di questa FF potete trovarli anche nel sito http://attraversoimondi.tumblr.com/

    ATTENZIONE! Il testo contiene espressioni e termini non adatti ai minori.

    Sono veramente graditi commenti di ogni genere! non siate troppo buoni, ho bisogno della cruda realtà per migliorarmi! ^_^

    1X01: "Cacciatrice o Preda?" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Il locale fumoso era zeppo di gente, tutti accalcati sotto il palco erano in attesa di ascoltare la sua voce. Come una sirena, Anna li attirava a se, lasciandoli tramortiti e ancora sognanti nel momento in cui la magia finiva e, scendendo dal palco, tornava alla normale routine.

    Passava sempre qualche minuto ad osservare il suo pubblico prima di salire sul palco, era un rito che faceva sin dal primo spettacolo e la rassicurava.

    Salì finalmente sul palco. La gonna pericolosamente corta e la camicetta sbottonata fino quasi all’ombelico, avrebbero attirato l’attenzione degli spettatori già abbastanza ubriachi da non capire che era salita sul palco per cantare. I sandali con tacco dodici avrebbero finito l’opera.

    Quei sandali, quanto odiava quel genere di scarpe. Non faceva in tempo a fare due passi dal camerino al palco che già i piedi le facevano un male terribile, dopo la prima canzone erano talmente indolenziti che non riusciva nemmeno più a muoverli. Per questo sul palco non saltava e non si dimenava, ma anzi, sembrava una gatta dalle movenze lente e sensuali: era letteralmente inchiodata a terra da quelle maledette scarpe che portava solo sul palco e in qualche altra rara occasione.

    A volte rideva di se stessa. Mentre per gli altri il suo comportamento era squisitamente da diva, lei si sentiva, più che altro, una di quelle bamboline con la molla, fermamente ancorata al cruscotto di una macchina. La divertiva da morire quest’immagine e a volte rideva da sola al solo pensiero.

    Questa volta la folla non era particolarmente calorosa. In pochi, se non nessuno, erano lì per ascoltare lei, la maggior parte erano clienti abituali del bar che, come ogni giorno, passavano la serata rinchiusi lì dentro ad ubriacarsi. Poco le importava, non era lì per esibirsi, o per lo meno, quello era solo un piacevole diversivo. Le tracce che stava seguendo da settimane l’avevano portata in quel posto sporco e maleodorante, ora, da sopra quel palco, poteva studiare volti e situazioni per capire quale sarebbe stata la prossima mossa.

    Tutto sembrava maledettamente normale, almeno fino alla fine della seconda canzone, quando, guardando dall’altra parte della stanza, vide aprirsi la porta d’ingresso e i due soggetti che entrarono le fecero schizzare l’adrenalina alle stelle. Erano i fratelli Winchester. Non era un caso se anche loro erano finiti in quel postaccio.

    Sentì di essere sulla strada giusta e un moto di orgoglio fece capolino tra suoi pensieri, da un lato perché era riuscita a farcela anche senza Nathan, suo compagno da una vita, dall’altro perché era arrivata prima dei due migliori cacciatori in circolazione: i fratelli Winchester!

    Da quando misero piede nel locale, osservò ogni loro mossa. Erano appoggiati al sudicio bancone del bar, sorseggiando una birra e osservando ogni singola faccia presente. Si confondevano perfettamente nell’ambiente, nessuno li aveva notati, a parte lei, che aveva una postazione privilegiata da cui osservare ed un particolare interesse nel tenerli d’occhio.

    Loro, al contrario, non l’avevano minimamente considerata, a parte uno sguardo iniziale, e questo le dava un enorme vantaggio sui diretti concorrenti.

    Il concerto era ormai alla fine e le scarpe la facevano impazzire, decise così di dare un tocco di colore alla serata finendo il concerto a piedi scalzi. Appoggiò il piede destro sulla cassa che aveva di fronte a se, si chinò, proponendo uno spettacolo poco casto alla folla sottostante, slacciò lentamente la fibbia della scarpa, la sfilò e la lanciò tra il pubblico, rinvigorito dall’inaspettato siparietto. Anche Sam e Dean osservavano interessati.

    A questo punto fece la stessa cosa con il piede sinistro, questa volta, però, osservando compiaciuta la faccia dei suoi due fan più interessanti. Erano divertiti dal fuori programma e sembravano piacevolmente distratti dai loro impegni, finché la faccia di Dean non cambiò improvvisamente espressione, divenne tesa e la mascella irrimediabilmente contratta. Si avvicinò all’orecchio di Sam e gli sussurrò qualcosa. Anche l’espressione di Sam cambiò istantaneamente ed entrambi cominciarono a fissarla con pericolosa attenzione.

    Si sentiva spiazzata da quegli sguardi, non riusciva a capire perché improvvisamente si fossero interessati così tanto a lei. Iniziò a sudare freddo e, evitando i loro sguardi, abbassò la testa ed iniziò a fissare il pavimento. Vagando con lo sguardo in cerca di qualcosa che le facesse venire in mente un’idea al più presto che la aiutasse a togliersi da quella situazione, posò gli occhi sul tatuaggio che aveva sulla caviglia sinistra e subito le si gelò il sangue nelle vene. Capì immediatamente perché Sam e Dean avessero immediatamente concentrato l’attenzione su di lei: il simbolo anti possessione che aveva tatuato. Sicuramente l’avevano riconosciuto e ne avevano compreso il significato.

    Era nei guai fino al collo e in quel momento avrebbe voluto avere al suo fianco Nathan più di ogni altra cosa.

    Finì in fretta le ultime canzoni che erano rimaste in scaletta, fissando continuamente ogni mossa dei due fratelli, e subito si congedò dalla band con scuse frettolose accampate al momento. Si infilò nei camerini, prese dalla borsa felpa, jeans e scarponcini e si cambiò in fretta. Controllò un’ultima volta il contenuto dello zaino. Verificò che ci fosse tutto, scelse un coltello tra i vari attrezzi del mestiere e lo infilò nella tasca della felpa. Mise il tutto in spalla e sgattaiolò veloce lungo il corridoio che dava sulla porta sul retro. Una volta uscita si ritrovò in un vicolo buio sul retro del locale, controllò che nessuno la seguisse, si infilò nel cappuccio della felpa e si avviò verso il motel.

    Il vicolo era minacciosamente silenzioso e la cosa la insospettiva. In quel momento maledì il giorno in cui diede fuoco alla sua macchina a per farla sparire e desiderò di avere le ali ai piedi pur di raggiungere in fretta la maledetta stanza del motel.

    Improvvisamente sentì un rumore alle sue spalle, si girò e vide un gatto soffiare rabbiosamente verso un angolo buio, capì di essere seguita, accelerò il passo e si infilò in un vicolo ancora più stretto che trovò poco più avanti. Si nascose dietro l’angolo e rimase in ascolto. Sentiva un rumore di passi avvicinarsi sempre più lentamente fino a fermarsi completamente. Estrasse il coltelo dalla tasca e lo impugnò saldamente. Sentiva il cuore battere all’impazzata. Fece un respiro profondo e cercò di riorganizzare le idee per riuscire ad andarsene indenne da quel posto.

    Era infastidita perché le settimane spese seguendo le tracce fino a lì erano svanite a causa dei due guastafeste. Per colpa di un suo gesto stupidissimo, aveva mandato all’aria settimane di lavoro e fatica.

    La situazione era in stallo, nessuno si muoveva, decise così di cacciare fuori la testa e di vedere dove fosse finito il suo inseguitore.

    Secondo stupido errore della serata: non appena si mosse una mano la afferrò per la felpa e la scaraventò a terra nel bel mezzo del vicolo. Fece appena in tempo a rialzarsi che subito vide Dean sferrargli un pugno in pieno viso.

    Ricadde a terra intontita, il coltello le scivolò di mano. Vide Dean che le si avvicinava di corsa, riuscì in qualche modo a bloccarlo sferrandogli un calcio sullo stomaco. Si rialzò e si scagliò goffamente contro di lui. Aveva l’occhio sinistro gonfio e le gambe a malapena la reggevano in piedi: il pugno l’aveva completamente stordita.

    La lotta non durò molto. La forza di Dean l’aveva scagliata contro un cassonetto. Con l’avambraccio sinistro la immobilizzava, mentre con il destro teneva il coltello che le aveva puntato alla gola.

    “Dimmi chi cazzo sei e perché hai quel tatuaggio!” le ringhiò in faccia Dean.

    Lei, ferita soprattutto nell’orgoglio, serrò la mascella e non rispose.

    “Dimmi chi cazzo sei o ti ammazzo” Disse Dean premendole ulteriormente il coltello alla gola.

    “Fottiti!” disse lei per tutta risposta.

    “Sei un demone?” le gridò contro.

    “Secondo te, un demone potrebbe avere un tatuaggio come il mio?!” gli rispose sibilando.

    “Allora chi sei?”

    “Mi sa che abbiamo molto in comune, Dean” rispose lei alzando un lembo della felpa e facendogli vedere l’impronta della mano di un Angelo che aveva su un fianco.

    Dean la guardò e sul suo volto si dipinse un’espressione indecifrabile, un misto tra paura, compassione e rabbia.

    In quel momento non si sentì più una cacciatrice, diventò inevitabilmente una preda ed ebbe paura.

    Inaspettatamente Dean le tolse il coltello dalla gola, la guardò negli occhi e le sferrò un secondo pugno in pieno viso. Svenne.



    1X02: "Piacere, sono Anna!" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Anna cercò di aprire gli occhi, ma le fu pressoché impossibile. Il sinistro era talmente gonfio che non riusciva neppure a spostare leggermente la palpebra, il destro riuscì ad aprirlo con qualche sforzo, visto il sangue rappreso che le era sceso dalla fronte. Era buio, cercò di fare mente locale per capire dove fosse finita, ma, a parte lo scontro con Dean nel vicolo, non ricordava assolutamente nulla. Era il buio più totale.

    Aveva un fortissimo dolore al volto e alla testa. Si rese conto di essere seduta, cercò di alzarsi, ma un dolore lancinante alle spalle la fece desistere, strozzandole il respiro. Trattenne a stento un grido di dolore e di rabbia: era legata a qualcosa, con le braccia sopra la testa, probabilmente era lì da ore ferma in quella posizione.

    Piano piano la vista si abituò alle condizioni di luce e si rese conto che non era poi così buio come credeva all’inizio. Iniziava ad albeggiare e, attraverso la porta di fronte a se, poteva intravvedere due letti con altrettante sagome di persone che ci dormivano sopra.

    Sbirciò attorno con la coda dell’occhio e si rese conto di essere legata allo scarico del lavandino di un bagno. Visto l’arredamento, doveva essere la stanza di un motel, ma non era la sua.

    Con molta calma cercò di allentare il peso che aveva sulle spalle, dovuto alla posizione infame in cui l’avevano messa. Si mise a sedere un po’ più comoda, appoggiando la faccia al dorso del lavandino freddo. Finalmente sentiva un po’ di sollievo.

    Ricordava perfettamente lo scontro con Dean nel vicolo, il coltello puntato alla gola, ma poi più nulla, doveva essere svenuta e aver battuto la testa visto che sentiva la pelle del volto tirare a causa del sangue che si era seccato.

    In quel momento sperò con tutto il suo cuore che le persone dall’altra parte della stanza fossero Sam e Dean, almeno così avrebbe avuto una possibilità di sopravvivere fino alla fine della giornata. In caso contrario, la sua vita era nelle mani di perfetti sconosciuti e, visto come l’avevano legata, non erano di certo lì per fare due chiacchiere.

    L’unica cosa che le veniva in mente in quel momento era quella di scappare. Se fosse riuscita a liberarsi dalla corda che le stringeva i polsi, avrebbe potuto fuggire dalla finestra del bagno. Provò ad allentare la corda, ma non c’era nulla da fare. Provò così a svitare la vite del tubo dello scarico e, con sua grande sorpresa, qualcosa si mosse. Iniziò a girare lentamente cercando di farla cigolare il meno possibile. Quando riuscì finalmente a svitare del tutto il tubo, lo strattonò per toglierlo, non riuscendo però a prevenire l’inevitabile: l’acqua che era rimasta all’interno dello scarico scivolò fuori. Non era molta, ma nel silenzio di quella stanza cadde sul pavimento come una cascata.

    In men che non si dica Dean volò giù dal letto e le fu accanto.

    Anna istintivamente tentò di proteggersi il capo con le braccia. Dean la prese per un braccio e strattonandola la fece alzare, la portò in camera e la scaraventò su una sedia che aveva posizionato al centro della stanza.

    “Sam svegliati!” Disse Dean, calciando a malo modo il fratello per tirarlo giù dal letto.

    “Aiutami a mettere comoda la principessa” aggiunse.

    Frugò poi nella borsa, estrasse una corda e legò Anna allo schienale della sedia.

    “La signorina cercava di togliere il disturbo” disse rivolgendosi verso Sam, che nel frattempo si stava alzando.

    “Considerando come l’hai ridotta ieri sera, dubito che sarebbe arrivata tanto lontano” rispose Sam sbadigliando “E poi ha ancora le mani legate!” aggiunse divertito dopo aver sbirciato oltre le spalle del fratello.

    “Appunto, ha solo le mani legate, con le gambe può andare ovunque! Se tu avessi lasciato che le legassi anche le caviglie, a quest’ora non saremmo qui a discuterne!”

    Mentre Sam rideva divertito, Dean frugava nella borsa che aveva messo sopra il letto.

    Estrasse un pennarello e disegnò un pentacolo sul pavimento attorno alla sedia. Prese una boccetta d’argento, si avvicinò ad Anna, le afferrò la testa e la costrinse ad ingoiarne il contenuto.

    Anna ingoiò senza dire una parola. Allora Dean tornò di nuovo alla borsa, estrasse un barattolo di sale e , come prima aveva fatto per l’Acqua Santa, aprì la bocca di Anna e glielo fece ingoiare.

    Anna tossì e lo sputò.

    “Fottiti, stronzo” gli disse con rabbia “Ti ho già detto che non sono un demone!”

    “Questo l’avevo già capito ieri sera” rispose Dean

    “E allora perché continui a farmi ingoiare qualsiasi cosa ti capiti sotto mano?!” chiese lei in preda ad una rabbia furibonda.

    “Per pareggiare i conti con il calcio che mi hai dato ieri sera e per lo scherzetto del lavandino” disse Dean ridacchiando “ E poi perché non ci hai ancora detto chi sei e cosa ci fai qui!” aggiunse serio.

    “Sono una cacciatrice” disse Anna.

    “E cosa ci fai qui?” chiese gentilmente Sam.

    Anna non rispose, abbassò lo sguardo e trattenne a stento le lacrime.

    “Rispondi alla domanda!” gridò Dean prendendole il volto con una mano e costringendola ad alzare la testa.

    “Stavo seguendo delle tracce da qualche settimana e mi hanno portato fino al bar dove ci siamo incontrati ieri sera!”

    “Le tracce di chi?” chiese Sam.

    “Rispondi!” incalzò subito Dean.

    “Dello stronzo che ha ammazzato Nathan e ha mandato me all’inferno”

    Dean la guardò accigliato.

    “Chi è Nathan?” chiese.

    “ERA il mio compagno, cacciavamo assieme e quel figlio di puttana l’ha ammazzato davanti ai miei occhi!” disse Anna con le lacrime agli occhi.

    “Chi l’ha ammazzato?” chiese Dean.

    “Un demone … si chiama Alastor”

    Sam e Dean si guardarono. Purtroppo conoscevano quel nome e sapevano che non c’era proprio niente di buono in lui.

    “E come pensavi di ucciderlo?” chiese Dean “lanciandogli il microfono?”

    “non pensavo di ucciderlo” rispose lei.

    “E cosa volevi farci? Andare a cena con lui?”

    “Dean, tu più di chiunque altro dovresti sapere chi è Alastor e quanto difficile sia farlo fuori!” disse Anna.

    “Dean, cosa significa?” chiese Sam preoccupato.

    “Alastor è il capo esecutore dell’inferno. E’ colui che decide come, dove e quando torturare le anime dell’inferno. Diciamo che è uno dei piani alti e non si fa ammazzare tanto facilmente!” spiegò Dean.

    “E ovviamente tu mi hai trascinato fin qui con la scusa di un demone senza dirmi chi fosse veramente, giusto Dean?” chiese Sam un po’ irritato.

    Ormai era solito giostrarsi tra le mezze verità del fratello, ma mai come adesso avrebbe voluto che lo avesse trattato come un cacciatore e non come il fratellino da proteggere.

    “Non ero certo che fosse lui!” rispose Dean.

    “Comunque, adesso sappiamo chi è e per quale motivo è qui, possiamo anche liberarla!” disse Sam indicando le corde che stringevano Anna.

    “A dire il vero io non conosco ancora il suo nome e poi, ho chiamato una persona che dice di poter garantire per lei!” disse Dean con fare misterioso

    “Io mi chiamo Anna e vorrei proprio sapere chi diavolo hai chiamato!”

    In quel momento si sentì un rumore di passi sulle scale e subito dopo qualcuno bussò alla porta.

    Dean andò ad aprire e subito comparve l’inconfondibile barba sovrastata dal cappellino di Bobby.

    “Ciao, grazie per essere venuto, sembra che abbiamo bisogno di te qui!” disse Dean abbracciandolo.

    “Cosa succede? Al telefono mi sei sembrato alquanto strano, chi dovrei riconoscere? E soprattutto, si trova già in un obitorio o dobbiamo andarlo a recuperare in qualche vostra solita bettola?”

    “Non preoccuparti, dalla bettola l’abbiamo tirata fuori noi … e non l’abbiamo ancora portata all’obitorio!” disse Dean spostandosi dalla porta e lasciando intravvedere a Bobby la sedia.

    “O mio Dio! Cosa ti hanno fatto piccola, come mai sei ridotta così?!?” disse Bobby correndo verso Anna e cercando di slegarla dalla sedia.

    “Chiedilo al nostro caro Dean!” rispose Anna abbozzando un sorriso.

    Era sollevata nel vedere il suo grande amico Bobby, adesso aveva quasi la certezza che ne sarebbe uscita viva.

    “Tu la conosci?” Chiese Dean sorpreso.

    “Certo che la conosco, ero un amico di suo padre, praticamente l’ho vista crescere questa ragazzina!” rispose Bobby liberandole i polsi. “Le hai ridotto tu la faccia così?” aggiunse rivolgendosi a Dean.

    Sam sorrise e si avvicinò ad Anna con un panno bagnato che aveva appena preso dal bagno, iniziò a pulirla dal sangue che aveva in volto.

    Dean fece una smorfia, visibilmente imbarazzato. Poi, massaggiandosi con una mano la nuca, aggiunse, “Non sapevo fosse una tua amica!”

    “Ricordami che devo darti una lista con le foto di tutte le persone a cui non puoi spaccare la faccia!” disse Bobby sghignazzando.

    Liberò Anna e la strinse forte a se in un lungo abbraccio.

    “Mi dispiace per Nathan” le sussurrò.

    “Tranquillo, è tutto ok. E poi sono appiccicata al culo del tizio che l’ha ammazzato!” rispose lei.

    “Anna, non fare niente di stupido, non ti tireranno fuori un’altra volta dall’Inferno!” la rimproverò Bobby.

    “Tu adesso partirai, andrai molto lontana e noi penseremo al nostro amico” aggiunse Dean.

    “Scordatelo amico. Ho giurato a Nathan e a me stessa che avrei spaccato il culo ad Alastor e lo farò. Dovesse essere l’ultima cosa che faccio nella mia vita!” ringhiò Anna puntando il dito sul petto di Dean.

    “Anna, sarà sicuramente l’ultima cosa che farai, se non accetti il nostro aiuto” disse Sam cercando di calmare gli animi.

    “Accetto il vostro aiuto, ma non mi taglierete fuori. Lo ammazzo io!” rispose Anna rivolgendosi a Sam.

    Dean sbuffò, innervosito dalla decisione di Anna di rimanere con loro, ma non avanzò obiezioni: erano tre contro uno e poi, sinceramente, due braccia in più non avrebbero fatto male in quel caso.

    “Ok, adesso che abbiamo stabilito che non sono pericolosa, mi portate a prendere la mia roba? Abbiamo parecchio lavoro da fare!” disse Anna raccattando il suo zaino da terra e avvicinandosi alla porta.

    Scoppiarono a ridere tutti e tre.

    “ok capo!” disse Bobby.

    Raccolsero tutte le loro cose dalla stanza e uscirono di corsa.



    1X03: "La tela di Alastor" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    L’impala dei fratelli Winchester procedeva lungo la strada che portava fuori città. Anna poteva distinguerne chiaramente la sagoma attraverso un brandello della bistecca che aveva sulla faccia. Quando erano passati al motel a recuperare tutta la sua roba, la gentilissima vecchietta alla reception aveva insistito perché si mettesse in faccia qualcosa che le potesse attenuare gonfiore e lividi. Dopo aver declinato l’offerta di ogni tipo di unguento che la signora proponeva insistentemente, dovette cedere alla bistecca ghiacciata, così almeno l’avrebbe lasciata libera.

    Seduta sul sedile anteriore della macchina di Bobby, Anna fissava la strada senza prestare attenzione, stava iniziando a vagare con i pensieri tra i ricordi di Nathan, suo padre e tutte le volte che erano stati sulle tracce di un demone assieme.

    Sentì che le stava salendo un groppo alla gola. Non voleva cedere alla malinconia e soprattutto non voleva che gli altri capissero che stava male, così si tirò su sul sedile nel quale era sprofondata poco prima e accese la radio. Cercò una stazione dove trasmettessero rock classico e alzò il volume.

    Bobby le lanciò un’occhiata di rimprovero.

    “Lo so che il volume è altissimo per te, zio. Ma ho bisogno di riprendermi, Dean deve avermi sfondato anche un timpano” disse Anna rivolgendosi verso di lui con uno sguardo da cerbiatta.

    “Non fare la gatta con me!” disse Bobby con un tono più di supplica che di rimprovero “Solo per questa volta!” aggiunse, cedendo alle suppliche della ragazza.

    “Grazie zio!” ringraziò Anna schioccandogli un bacio sulla guancia.

    Bobby sbuffò. Non era capace di resistere alle suppliche di quel visino. Anche se in quel momento era gonfio come una zampogna, era pur sempre la solita ragazzina che aveva passato tutta la sua infanzia e l’adolescenza tra le pile di libri della sua biblioteca. Non era veramente suo zio. In realtà era un grande amico del padre, anche lui cacciatore, e quella ragazzina era praticamente cresciuta dormendo sul sedile posteriore di quella macchina mentre loro due andavano a caccia di demoni. Crescendo poi si era fatta più intraprendente e attiva, fino a diventare una vera e propria cacciatrice. Leggeva molto da piccola, conosceva praticamente qualsiasi leggenda o racconto di tutti i paesi e di tutte le religioni. Era un segugio perfetto quando si metteva sulle tracce di un demone e quando gli arrivava col fiato sul collo, giocava con lui fino a portarlo con le spalle al muro. Solo allora lo esorcizzava. Non si stupiva affatto che fosse arrivata ad Alastor prima di Sam e Dean. Questa volta però c’era qualcosa in lei che lo preoccupava: era troppo coinvolta emotivamente e avrebbe commesso qualche errore. La faccia gonfia non faceva che confermare i suoi timori.

    Le macchine deviarono su una strada sterrata, procedendo in mezzo ai boschi per un paio di miglia.

    “dove stiamo andando?” chiese Anna.

    “Poco più avanti c’è una vecchia casa di un amico, la useremo come base. E’ completamente a nostra disposizione” spiegò Bobby.

    “è quella di Ben?” chiese lei.

    “Si”

    “Ma non è morto un paio d’anni fa?”

    “E’ proprio per questo che è a nostra completa disposizione!” disse Bobby rivolgendole un grosso sorriso.

    Anna sorrise e scosse la testa, si sentiva stupida per non averci pensato.

    Dopo qualche minuto arrivarono ad una piccola radura in mezzo ai boschi. Al centro si ergeva una grande casa in stile vittoriano. Sulla facciata comparivano le finestre completamente sbarrate da assi di legno, l’edera si era inerpicata fino al tetto, comprendo parte delle facciata fino al secondo piano. Sotto la veranda del portico compariva la sagoma di un vecchio dondolo, a vederlo così non sembrava messo male. A di là di alcuni piccoli dettagli trascurati, dovuti al fatto che da un paio d’anni ormai più nessuno l’aveva abitata, la casa appariva carina e accogliente. Era decisamente meglio di tutti i motel che aveva passato in tutti i suoi anni di caccia.

    Parcheggiarono le macchine sul retro, forzarono la porta che trovarono da quel lato ed entrarono nella cucina. Tutto era perfettamente in ordine, c’era un leggero strato di polvere, ma molta meno di quanta se ne fosse aspettata Anna.

    Attraversarono la cucina e andarono a depositare le loro borse in salotto. I divani erano ancora coperti da lenzuola bianche.

    Anna si diresse verso una porta che c’era in fondo alla sala, accanto alle scale che portavano al piano di sopra, la aprì sperando di trovarci un bagno, ma scovò solo un ripostiglio. Tentò con la seconda porta che aveva accanto a se e questa volta fu più fortunata. Aprì il mobiletto accanto alla specchiera e rovistò tra i flaconi. Trovò un analgesico che faceva al caso suo. Non guardò neppure la data di scadenza e ingoiò due compresse, poi aprì l’acqua e si sciacquò il viso. Passò qualche secondo a guardare i lividi che aveva: la bistecca aveva fatto effetto e l’occhio si era un po’ sgonfiato ma il taglio sulla fronte le appariva più brutto di quanto lo ricordasse. Aprì di nuovo l’armadietto dei medicinali, rovistò fino a trovarvi del disinfettante e del cotone. Disinfettò la ferita imprecando a bassa voce contro Dean ogni volta che appoggiava il batuffolo e sentiva un bruciore che le trapanava la testa. Ci passò della tintura di iodio, prese due cerotti e li posizionò sulla ferita in modo che i due lembi di pelle si richiudessero, infine fissò una garza.

    Rimirò il lavoro ben fatto e guardandosi attorno rise di gusto: se Ben non fosse stato un maniaco della salute, non avrebbe potuto fare un così bel lavoro. Spense la luce e, uscendo dal bagno, ringraziò Ben per il materiale fornitole.

    Quando uscì trovò i tre uomini seduti sul divano intenti a parlare e ad addentare i sandwich che avevano acquistato per strada. Anna si diresse verso il divano, aprì una birra picchiando il tappo con un gesto veloce sul bordo del tavolino, afferrò saldamente un sandwich tra i denti e si lanciò a sedere comoda accanto a Dean.

    “Senti, hai l’età per bere?” chiese Dean stuzzicandola “guarda che quella è alcolica, non vorrai finire nei guai!” aggiunse.

    “Senti bello” cominciò Anna stizzita “ per prima cosa ho solo un paio d’anni meno di te, per cui … SI, ho l’età per bere! Seconda cosa, è da quando ho sedici anni che giro con mio padre ad ammazzare demoni e altre creature lasciando una scia di cadaveri … non è certo una birra che mi metterà nei guai” disse d’un fiato “ o forse hai paura che una donna riesca a tenerti testa?” aggiunse Anna provocandolo deliberatamente.

    “Ehi Dean, hai trovato pane per i tuoi denti questa volta, vero?” disse Sam, sbellicandosi dalle risate.

    “Mi sa che abbiamo trovato qualcuno che ti rimette in riga!” aggiunse Bobby, non riuscendo più a trattenere le risate.

    Dean prima grugnì sorseggiando la birra, poi abbozzò un mezzo sorriso, ma non disse nulla.

    Scoppiarono tutti in una fragorosa risata e Anna si sentì finalmente parte del gruppo. O almeno, sentiva di aver fatto breccia nel cuore di Sam, oltre che in quello di Bobby, anche se Dean era ancora sulla difensiva.

    Finito di mangiare, Anna si diresse verso la sua borsa, estrasse il diario del padre che conteneva tutti i resoconti dei suoi anni da cacciatore e lo mise sopra al tavolino del salotto.

    “Che diavolo ci fai con il diario di mio padre?”disse Dean afferrandolo al volo.

    “Questo è il diario di MIO PADRE!” ringhiò Anna strappandoglielo di mano.

    “Bugiarda!” disse Dean strattonandola per la felpa.

    Anna reagì affibbiandogli tre o quattro sonori ceffoni sul braccio.

    “Possibile che voi due non riusciate a chiarirvi parlando come le persone normali?” intervenne Bobby dividendoli.

    “Questo è il diario di suo padre” disse a Dean indicando Anna “E quello è di tuo padre” aggiunse indicando il diario che Sam aveva appena tirato fuori dalla borsa.

    “Come diavolo…” imprecò Dean.

    “Se non fossi così impaziente, ti avrei già spiegato tutto!” lo rimproverò Bobby.

    “Parecchio tempo fa io, John ed Eric ci incontrammo mentre davamo la caccia allo stesso demone. John era agli inizi della sua carriera di cacciatore e ci ritrovammo io ed Eric a doverlo salvare da una situazione difficile. Il demone scappò, ma da quel giorno decidemmo di tenere tutti e tre un diario, per poter documentare le nostre esperienze e poterle confrontare se ce ne fosse stato il bisogno” iniziò Bobby. “Vedete, ognuno di noi ha spesso lavorato da solo, imparando sulla propria pelle cose diverse. Quei tre diari sono diventati complementari, messi assieme possono diventare un’arma potente contro qualsiasi essere soprannaturale”

    “E dove è finito il tuo?” chiese Sam.

    “E’ stato rubato diversi anni fa assieme alla Colt.” rispose Bobby.

    “ la Colt sappiamo che fine ha fatto, ma il tuo diario?” chiese Dean.

    “Bella domanda, per quanto ne so potrebbe essere stato distrutto!” rispose Bobby. “C’è un’altra cosa che dovreste sapere” aggiunse Bobby.

    Tutti e tre lo guardarono con aria interrogativa in attesa di una spiegazione.

    Bobby sospirò e poi aggiunse “Tuo padre, Anna, in punto di morte mi disse che c’era un quarto diario, ma non riuscì a dirmi di più. Non mi disse chi ne fosse in possesso e neppure dove si trovasse”

    “Questo credo di saperlo io” disse Anna alzandosi dal divano e dirigendosi di nuovo verso la borsa. Estrasse il proprio diario e tornò dagli altri.

    “Questo è il quarto. Quando io e mio padre iniziammo a cacciare, mi insegnò a tenere questo diario. Mi disse che altre tre persone avevano un diario del genere e che era importantissimo che lo conservassi con cura e che lo aggiornassi costantemente. Così ho fatto per ogni caccia.” disse Anna appoggiando il libricino sul tavolo.

    “Solo quando morì scoprii che una delle tre persone che teneva un diario era lui. Non mi ha mai detto chi fossero gli altri oltre a me, perché diceva che così sarei stata al sicuro” disse lei.

    “Perché se il tuo diario fosse finito nelle mani sbagliate, non avresti portato alla scoperta degli altri tre. Se non sapevi chi erano gli altri non potevi neanche andarli a cercare trascinandoti dietro chi non avrebbe dovuto saperlo!” concluse Bobby.

    “Voi ragazzi avete continuato il diario di vostro padre, vero? Non ne avete iniziato uno vostro, giusto?” chiese Bobby.

    “Esatto, abbiamo continuato quello di papà” confermò Sam.

    “Ok, adesso dobbiamo solo trovare il tuo Bobby” disse Dean.

    “Come facciamo?” chiese Sam.

    “Cominciamo dai tre che abbiamo!” rispose Anna.

    Passarono il pomeriggio a spulciare pagina per pagina i diari, ma non c’era nulla che potesse aiutarli a trovare il diario di Bobby. Non che si fossero illusi di trovarci il nome del ladro scritto a caratteri cubitali, ma ci avevano sperato.

    Arrivò presto sera e la fame iniziò a farsi sentire, decisero di mangiare e di ricominciare la caccia il giorno successivo, oltre al diario avevano anche Alastor da fermare e decisero di riposarsi prima di ripartire il giorno successivo e ritornare in città per avere notizie fresche, che in questo caso significava nuovi cadaveri.

    Anna si mise ai fornelli, cucinò per tutti alcune bistecche e del purè di patate. Il fatto che si fosse fermata lei la mattina a fare la spesa aveva evitato a tutti patatine unte dentro ai sacchetti e scatolette. Le furono tutti grati per questo.

    Durante la cena parlarono della caccia che li aveva portati a conoscersi. Anna seguiva Alastor da un paesino vicino a Covington dove si trovavano ora. Cento anime e cento morti nel giro di un mese, l’intero paese si era sterminato da solo, era questa la tecnica di Alastor: non uccideva personalmente le vittime, ma le metteva le une contro le altre finché non si fossero ammazzate tra di loro. A Covington erano già a quota cinque, ma la città era molto più grande.

    La cosa più strana era come ci fossero arrivati i fratelli Winchester: avevano seguito la scia di morte in dieci diversi paesini dal Texas a lì avevano seguito una linea retta sulla mappa, come se qualcuno li avesse guidati per far loro raggiungere quella cittadina. Non lo sterminio di intere città , ma un paio di morti in ogni posto, quello che bastava per attirare la loro attenzione.

    Bobby invece era stato tirato in mezzo dall’impazienza di Dean e su questo ci fu modo di ridere e prendere in giro Dean fino a stancarsi. Anche Anna l’aveva preso di mira ed erano tre contro uno a divertirsi con lui. Lo adoravano quando si arrabbiava e metteva il broncio.

    La serata scivolò in fretta verso la notte e poco prima di mezzanotte decisero di andare a dormire. Rovistarono in un ripostiglio e trovarono abbastanza coperte per attrezzare le quattro camere che si erano scelti.

    Entrarono nelle loro stanze e sprofondarono in un sonno ristoratore.

    Anna fu la prima a svegliarsi, verso le sei, avrebbe voluto dormire di più ma un sogno che in quel momento non ricordava l’aveva fatta svegliare di soprassalto. Era infastidita perché aveva la certezza di aver scoperto qualcosa ma non ricordava assolutamente cosa. Odiava quando non riusciva a ricordare i sogni.

    Scese a preparare la colazione: preparò il caffè e alcuni pancake.

    Dean scese al primo accenno di profumo che aleggiava in casa.

    “E’ da quando è morta mia madre che non mi svegliavo così!” disse giungendo alle spalle di Anna e facendola sobbalzare dallo spavento.

    Era ancora immersa nei suoi pensieri cercando di ricordare il sogno.

    “Così come?” chiese Anna incuriosita.

    “Con il profumo di una colazione preparata con amore” disse Dean sorridendo.

    “Non prendermi in giro, lo sto facendo per voi!” disse Anna un po’ accigliata.

    “Non ti sto prendendo in giro, mi hai fatto tornare alla mente tanti bei ricordi. Immagini che non mi tornavano in mente da anni. E’ bello a volte vivere un po’ di normalità!” disse Dean un po’ malinconico, sorseggiando una tazza di caffè che Anna nel frattempo gli aveva versato.

    “A chi lo dici!” disse Anna con un velo di tristezza. “Tu non sogni mai di avere una vita normale?” aggiunse poi.

    Dean non rispose, immerse il naso ancora di più nella tazza ed evitò accuratamente la risposta.

    Anna riprese.

    “A volte sogno di avere una vita normale: una casa con il giardino, un bellissimo matrimonio con Nathan e un paio di pargoli che mi fanno impazzire. Una vita regolare insomma, con un lavoro noioso e una famiglia tranquilla. Poi penso a mio padre, che è morto con le viscere squarciate da un demone o a Nathan con la testa mozzata da un altro … e penso che non ci sarà mai per me una vita normale! E maledico il giorno in cui mia madre ci ha abbandonati lasciandomi in balia di questo mondo di cacciatori, fatto solo di vagabondare eterno e sofferenza.” disse Anna, fissando la tazza di caffè che aveva davanti.

    Dean si avvicinò a lei, con un braccio le cinse le spalle e la strinse a se.

    “Ti capisco perfettamente!” le disse, sfiorandole i capelli con un tenero bacio.

    Anna sorrise pensando che Dean non era così burbero come credeva, se preso da solo.

    Prima che Dean avesse il tempo di lasciarla andare, un flash del sogno che l’aveva svegliata quella mattina la fece tornare in se.

    “Alastor” disse ad alta voce.

    “No, sono Dean, Alastor sta ammazzando gente altrove!” disse Dean ridacchiando.

    “No, non capisci, mi sono svegliata di soprassalto perché ho scoperto chi ha il diario di Bobby!”

    “Alastor?” chiese Dean perplesso.

    “Prova a pensarci: come sei arrivato qui?”

    “Seguendo la scia di Alastor!” rispose lui.

    “E io come ci sono arrivata?” incalzò di nuovo lei.

    “… sempre seguendo la scia di Alastor …” rispose lui, non capendo dove volesse andare a parare.

    “E perché Alastor si sarebbe preso la briga di farci arrivare fino a qui entrambi?non ci conosciamo nemmeno! Cosa abbiamo in comune? Pensaci! È solo il diario!” disse Anna.

    “E Bobby?” chiese Dean perplesso “Perché non l’ha trascinato qui? In fin dei conti non poteva sapere che l’avrei chiamato!” aggiunse.

    “No, infatti! Bobby è un pacco regalo che è arrivato con tutti noi, a lui non interessa Bobby: il diario ce l’ha già!” disse Anna elettrizzata. “Andiamo a svegliare gli altri, Alastor ci ha attirati nella sua tela!” aggiunse.

    Dean corse al piano di sopra assieme ad Anna, tirarono giù gli altri dal letto e, senza aspettare che si vestissero, volarono giù in cucina. Rimasero in silenzio, fissandosi negli occhi e cercando l’uno nell’altra le risposte a quella che si presentava come una situazione estremamente pericolosa.



    1X04: "Tutto tace ... e non è una buona cosa!" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Anna continuava a fissare i pancake che aveva nel piatto. Aveva appena spiegato la propria teoria a Sam e Bobby che erano volati giù dalle proprie stanze dopo che lei e Dean li avevano svegliati. Erano tutti intenti a far colazione, nessuno parlava ed ognuno era immerso nei propri pensieri, intento a cercare una soluzione a quel grosso guaio che stava arrivando.

    A dire il vero “grosso guaio” non era il termine adatto a descrivere l’intera situazione: catastrofe poteva rendere meglio l’idea, anche se Apocalisse sarebbe stato il termine più appropriato, se non fosse che era già stata scatenata qualche tempo prima dai due fratelli che aveva difronte.

    “Dobbiamo proteggere i diari che ci rimangono” disse Anna rompendo il silenzio.

    “Più di dormirci sopra cosa possiamo fare?” chiese Dean.

    “No, non hai capito” aggiunse Anna. “Dobbiamo proteggerli con un incantesimo o qualcosa del genere … qualcosa “Anti-demone” insomma!”

    “Hai presente quel magazzino di vostro padre dove avete trovato la scatola con la zampa di coniglio?” chiese Bobby rivolgendosi a Sam.

    “Si, quello pieno di cianfrusaglie!” rispose Sam.

    “Quelle cianfrusaglie, come le chiami tu, erano tutte a prova di demone! Voi siete riusciti ad aprirle, ma un demone non sarebbe neanche riuscito ad avvicinarsi!” lo ammonì Bobby.

    “E’ questo quello che intendevo, dobbiamo fare una cosa del genere e nel frattempo cercare di recuperare l’altro diario!” intervenne Anna.

    “Ok, ma Alastor potrebbe usare un umano per recuperarlo” disse Dean.

    “E’ vero, dovremo fare anche una trappola per le stupide mani umane!” rispose Anna.

    “Un momento!” intervenne Sam.

    “Come faremo a trovare Alastor e sconfiggerlo senza l’aiuto dei diari?”

    La domanda lasciò tutti in silenzio nel più totale sgomento.

    Sam aveva ragione, avevano bisogno di quei diari. Ognuno rimase immerso nei propri pensieri cercando di trovare un’altra soluzione.

    “Come siete messi voi due a memoria?” Anna interrogò improvvisamente i due fratelli.

    “Cosa intendi?” chiese Sam.

    “Ognuno di noi potrebbe imparare quasi a memoria un determinato diario” disse Anna. Vedendo gli occhi stralunati con cui Dean la guardava, aggiunse poi “Non serve imparare a memoria ogni singola parola, ma imparare bene cosa c’è scritto in modo da sapere poi come indirizzare le ricerche!”

    “Mi sembra un’ottima idea!” disse Sam entusiasta.

    “Ehi ehi ehi … frena Einstein!” disse Dean “per te non sarà un problema, ma io non ricordo neppure cosa ho mangiato 5 minuti fa, come faccio a ricordarmi un intero diario?”

    “Ti aiuto io” rispose Anna.

    La faccia perplessa di Dean non era molto rassicurante.

    “Sul serio, possiamo farcela. potresti imparare il diario di tuo padre visto che l’hai già letto più volte, sarà più facile!” disse Anna nel tentativo di convincerlo.

    “Ok, ma sappiate che c’è il rischio che qualcosa dimentichi!” disse infine Dean.

    “Correremo questo rischio!” rispose Sam con un sorriso rassicurante e pieno di fiducia.

    “Ok, mentre voi iniziate il vostro lavoro da scolaretti io vado in città a vedere se ci sono novità” disse Bobby. “Poi quando tornerò decideremo anche come stanare Alastor e riprenderci il diario!” aggiunse prima di infilarsi la giacca e dirigersi verso la porta sul retro.

    Dopo alcuni minuti, sentirono la macchina accendersi e lo videro percorrere il vialetto fino alla strada sterrata che si inoltrava nel bosco.

    “Ok, Dean, tu prendi il diario di tuo padre, io prendo quello di mio padre, Sam, ti va di imparare il mio? È quello più scarno, non ho molti anni di esperienza alle spalle!” disse Anna quasi giustificandosi per la sua giovane età.

    “Va benissimo!” disse Sam “Ho sempre desiderato avere una sorella per poter leggere il suo diario!” aggiunse divertito.

    “Se avessimo una sorella che descrive minuziosamente nel suo diario come ammazzare mostri, io mi preoccuperei. La rinchiuderei in camera e butterei via la chiave!” intervenì Dean.

    “E se descrivesse minuziosamente cosa fa con i ragazzi con cui esce, cosa faresti???” lo punzecchiò Sam.

    “Beh no, in quel caso le cose sarebbero diverse! Le farei indossare una bella cintura di castità, la legherei al letto e solo dopo la chiuderei in camera e butterei via la chiave!” rispose Dean con un sorriso compiaciuto.

    “Capisci perché sono contento di essere nato maschio?” chiese Sam rivolgendosi ad Anna sorridendo.

    “Deve essere un incubo vivere con un elemento del genere!” rispose Anna in tono d’intesa.

    “Sentite, voi due, lo faccio solo perché ci tengo alle persone e voglio proteggerle!” intervenne Dean.

    “Infatti quelle di cui non ti importa niente le prendi a pugni in faccia!” lo punzecchiò Anna indicando i lividi che aveva sul volto.

    “No, quello è il trattamento che riservo alle persone che mi interessano!”

    “Allora spero che non mi inviterai mai ad uscire perché se mi hai preso a sprangate in faccia solo per conoscermi, non voglio sapere che cosa farai al primo appuntamento!” lo incalzò Anna con un sorriso.

    Uscirono tutti dalla cucina e si diressero verso lo zaino con i diari. Sam era divertito dal fatto che Dean finalmente avesse trovato pane per i suoi denti. Fino ad allora le donne o lo avevano evitato come la peste per via delle troppe bugie che dovevano raccontare a causa del loro lavoro, oppure, nel caso peggiore, si erano innamorate perdutamente dei suoi occhi verdi e ogni volta che dovevano ripartire i loro cuori si spezzavano. Era contento che il fratello avesse finalmente trovato una persona che tenesse testa al suo carattere irascibile, ma soprattutto qualcuno con cui potesse essere profondamente sincero, visto che con Anna ogni segreto di caccia era condivisibile.

    Anna e Dean occuparono il salotto, Sam invece si rintanò in camera sua con il diario di Anna. Iniziarono quello che si rivelò il più grosso sforzo che avessero mai affrontato da quando avevano cominciato a cacciare. Proseguirono ininterrottamente tutto il giorno senza fermarsi neppure per mangiare, quando la sera rientrò Bobby li ritrovò sfiniti ma con il lavoro ultimato.

    “Bobby, dimmi che hai buone notizie!” implorò Anna “sono esausta, non riuscirei a reggere altro!”

    “Ho buone notizie!” disse Bobby guardandoli con un pizzico di perplessità.

    “Hai buone notizie sul serio o lo dici solo per far contenta la frignona?” chiese Dean rivolgendosi verso Anna con una boccaccia.

    Anna rispose con una sonoro ceffone in piena schiena. Sam, che nel frattempo l’aveva sentito rientrare, si era seduto sul divano di fronte al fratello.

    “Ho buone notizie veramente: non è successo niente, tutto tace, tutto è tranquillo!” annunciò Bobby. “Questa è una pessima notizia, Bobby … tu lo sai che, se tutto tace, significa che si stanno preparando per sferrare l’attacco frontale, vero? Quale sarebbe la bella notizia?” imprecò Dean.

    “La bella notizia è che non siamo ancora stati attaccati … non è una bella notizia per te?” disse Bobby con un sorriso.

    “Effettivamente …” commentò Sam.

    “No Bobby, non è una bella notizia … a dire il vero non è neanche una notizia! Lo sapevo ancora prima che entrassi da quella porta che non siamo ancora stati attaccati!” tuonò Dean.

    “Allora … non ho notizie!” Confermò Bobby ridacchiando.

    Tutti a parte Dean scoppiarono in una fragorosa risata.

    “Io e Dean siamo a posto con i diari, tu, Sam, come sei messo?” proseguì Anna.

    “Ho finito! Devo dire che è stato molto istruttivo!” rispose Sam con un ampio sorriso.

    “Ok, visto che ora siete tutti acculturati” cominciò Bobby in tono sarcastico “nascondiamo questi benedetti diari e poi ceniamo. Parleremo domani di come fare a recuperare l’altro, adesso sono veramente sfinito!” continuò mentre tirava fuori, dal sacco che aveva portato con se, una grossa scatola di legno con una serratura dorata.

    “Bobby è il tuo portagioie?” chiese Dean prendendolo in giro.

    “No caro, l’ho preso dalla tua cameretta, è quello dove ci tenevi le foto delle donnine nude!” Ribatté Bobby.

    “Ti sbagli, non è mio … io le foto le appendevo all’interno dell’anta dell’armadio!” concluse Dean con un sorriso vincente stampato in faccia.

    Si guardarono intorno cercando di trovare un buon nascondiglio per la scatola. Sam trovò, dietro una delle tante porte, una scala che scendeva al piano interrato. Scesero cercando di non inciampare, spostarono da una angolo un ammasso di scatole e casse che erano appartenute a Ben. Tolsero un paio di assi del pavimento e poi scavarono un buco nel terreno abbastanza grande da infilarci la scatola. Riposero i diari dentro la scatola. La resero “Anti-demone” incidendo una serie infinita di simboli appartenenti a qualsiasi religione, credo o leggenda. Neanche Lucifero in persona sarebbe riuscito ad aprirla, ma un umano idiota che non sapeva in che cosa si sarebbe cacciato, sì. Per questo infilarono la scatola dentro al buco, ricoprirono con la terra che avevano scavato prima, ci misero sopra ancora le assi ed infine ci appoggiarono sopra di nuovo casse e scatoloni. In poco più di un’ora erano riusciti a mettere fine a quella parte di problema, ora rimaneva solo da pensare a come fare con tutto il resto.

    Risalirono in fretta in salotto. Mentre gli altri chiacchieravano animatamente seduti comodi sui divani, Anna si diresse in cucina a preparare la cena. La rilassava molto cucinare e quella sera decise di risollevare gli animi di tutti preparando una cenetta degna di un ristorante, con tanto di torta di mele come dolce finale; per fortuna Bobby aveva fatto una gran bella spesa scendendo in città.

    Chiuse ben bene le porte della cucina, perché ai primi profumi che si sprigionarono Dean fece capolino dal salotto per sbirciare cosa ci fosse in pentola.

    La sorpresa riuscì perfettamente. Quando chiamò i ragazzi a cena rimasero interdetti di fronte a tanto spettacolo. In tavola trovarono una teglia con dell’ottima pasta al forno, uno spezzatino di carne, dell’insalata di patate e della verdura fresca. In forno poi c’era la sorpresa finale, ma si riservò di stupirli ancora a fine cena.

    “Non è poi così male cacciare con te!” le sussurrò Dean con un sorriso mentre l’abbracciava e le stampava un bacio in fronte.

    Mangiarono con calma e si godettero la cena come una famiglia. Quando alla fine Anna tirò fuori la torta di mele dal forno, Dean quasi la stritolò con un abbraccio. Li aveva conquistati tutti, Dean compreso.

    Finita la cena si radunarono in salotto davanti alla stufa elettrica che aveva comprato nel pomeriggio Bobby. Era dicembre, faceva freddo, ma non potevano accendere il camino o il fumo dal comignolo avrebbe destato sospetti: nessuno sospettava che quella casa avesse nuovi ospiti.

    Parlavano del più e del meno, ricordando episodi divertenti accaduti durante il loro, quantomai particolare, lavoro. Anna si sentiva finalmente serena dopo tanti mesi passati a piangere da sola in silenzio.

    “Anna, chi ti ha tirato fuori da lì sotto” chiese improvvisamente Dean, indicando con la mano verso il basso, dove lui reputava fosse l’inferno.

    “Non lo so” rispose Anna facendosi seria “Io e Bobby abbiamo cercato di scoprirlo, ma visto quello che è successo a Pam, non volevamo coinvolgere altre persone. All’inizio sentivo, come te, dei fischi fortissimi, esplodevano vetri e specchi che si trovavano nelle vicinanze. Un disastro. Poi questi episodi sono diventati meno frequenti fino a scomparire totalmente in un paio di mesi.”

    “Quindi tu Bobby sapevi che era morta e poi tornata in vita?” chiese Dean perplesso “perché non mi hai mai detto che c’era qualcun altro che aveva passato questa cosa?”

    “Perché non sapevamo chi l’avesse riportata in vita e soprattutto per quale motivo. Castiel ti ha spiegato il perché sei qui, per lei … non lo sappiamo ancora!”

    “E se avesse a che fare con quello che stiamo cercando adesso? Cioè, se anche gli angeli volessero la nostra unione? Magari assieme possiamo fermare Lucifero, ma ancora non lo sappiamo …” intervenne Anna.

    “Bella teoria, ma come facciamo a sapere se è vero?” chiese Sam.

    “Dean può chiederlo a Castiel, in fin dei conti se a te ha spiegato il perché sei tornato qui, potrà dirlo anche a me, non credi? Avrà parlato con chi mi ha tirato fuori … insomma, non so come funzioni, ma faranno delle riunioni tra Angeli, comunicheranno in qualche modo … telepaticamente … un cellulare … un citofono … un interfono …” cercò di convincerli Anna.

    “Certo, il famoso microfono per gli annunci paradisiaci “din don, Castiel è desiderato alla cassa cinque, Castiel alla cassa cinque!” disse Sam tra le lacrime.

    “E poi, credi che Castiel arrivi qui ogni volta che lo chiamo?” chiese Dean “ Pronto, Cass, verresti qui, dobbiamo farti un paio di domande” la prese in giro Dean mimando con la mano la cornetta del telefono.

    Tutti nella stanza ammutolirono e guardarono alle spalle di Dean, che a quel punto si girò e sobbalzò dalla sorpresa.

    “Ciao Cass … non credevo venissi su serio … “ bofonchiò Dean interdetto.

    “Hai detto che avevi delle domande da farmi e … non avevo niente altro da fare …” rispose Castiel.

    “C’è in giro Lucifero che semina il terrore e tu non hai niente da fare?!?” chiese Dean punzecchiandolo.

    “Non mi sembra che tu ti stia particolarmente agitando” rispose Castiel.

    “Ok, lasciamo perdere. Dovremmo effettivamente farti qualche domanda” continuò Dean “tu sai chi ha tirato fuori Anna dall’inferno?”

    “Si” rispose Castiel.

    Tutti rimasero in attesa del nome del salvatore, ma Castiel non disse nulla.

    Dean allora lo incalzò “E potresti per caso renderci partecipi della cosa?”

    “No” rispose con calma.

    Dean lo guardò con aria perplessa, poi spazientito continuò con l’interrogatorio.

    “E ci potresti dire come scoprirlo?”

    “Si” disse senza aggiungere una parola.

    “Allora illuminaci … anzi … no … non vorrei mi prendessi alla lettera … spiegaci come fare!” chiese Dean sull’orlo di una crisi di nervi.

    “Basta che Anna lo chiami e lui verrà!” disse Castiel come se fosse la cosa più naturale del mondo.

    “Certo, io gli dico “Forza Angelo, fatti vedere” e lui come per magia compare qui!” disse Anna dubbiosa.

    “No, non verrà, non è un Angelo … per lo meno … non è il termine corretto!” rispose Castiel.

    “E quale sarebbe il termine corretto, Mr. Jeopardy?” chiese Dean ormai completamente esasperato.

    “Arcangelo!” disse Castiel con il tono stupito di chi ritiene scontate queste cose.

    “Ah, certo, che stupida …” disse Anna in tono sarcastico “Allora forza Arcangelo, vieni fuori e fatti vedere!”

    Ammutolirono tutti per la seconda volta.

    “Salve Gabriel!” salutò Castiel in tono pacato.

    “Buonasera a te” rispose Gabriel con un inchino quasi teatrale.

    Anna rimase a bocca aperta, senza parole.

    “Non era così difficile chiamarmi, visto?” disse Gabriel con un enorme sorriso stampato in faccia.

    “In effetti …” biascicò Anna imbarazzata.

    “A dire il vero potevo venire anche prima, alcuni dei tuoi tentativi di scoprire chi ti avesse lasciato l’impronta erano davvero notevoli, devo dire … ma mi divertiva troppo vederti tentare … e poi, mi ha fatto sentire una star … così acclamato!” aggiunse Gabriel in tono del tutto entusiasta.

    “Cioè? Spiegami … io ho passato mesi a sgolarmi per chiamarti, ho fatto notti insonni alla ricerca di qualsiasi indizio … e tu ti stavi divertendo a guardarmi?” chiese Anna furente.

    “Certo! Eri talmente divertente che ho smesso di guardare “Day of our lives” in tv per seguire i tuoi tentativi”

    Anna era ormai viola in faccia dalla rabbia.

    “A me è andata male con Castiel, ma a te è andata peggio!” disse Dean rivolto ad Anna “Senza offesa …” rivolgendosi poi a Gabriel “Scusami Castiel, prometto che non mi lamenterò più di te!” aggiunse infine.

    “ok, visto che siete qui, potete dirci anche come possiamo sconfiggere Alastor e recuperare il diario?” si intromise Bobby.

    “Si!” risposero in coro Castiel e Gabriel senza aggiungere ulteriori dettagli.

    “Ok, si preannuncia una lunga nottata, vado a prendere il Whiskey!” disse Dean alzandosi e andando verso la cucina.

    Si misero tutti a sedere comodi e si prepararono a una serie interminabile di domande che li avrebbe aiutati a venire fuori da quella spinosa situazione.



    1X05: "Rivelazioni" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Erano tutti raggomitolati sui divani di fronte alla stufa elettrica intenti a capire cosa Castiel e Gabriel avessero da suggerire loro.

    Dean, dopo avere versato un bicchiere di Whiskey per se e per per gli altri, fu il primo a rompere il ghiaccio con le domande.

    “Allora Gabriel, intanto ci puoi spiegare il perché Anna era finita all’inferno? Tutti i cacciatori ci vanno? Saremo tutti condannati? Bella ricompensa per il servizio che rendiamo alla comunità!” disse con tono sarcastico, esprimendo ad alta voce quello che anche Sam e Bobby avevano velatamente pensato.

    “No, non tutti i cacciatori finiscono all’inferno… “ cominciò con calma Gabriel, strappando un sospiro di sollievo ai presenti “per quanto possa sembrarti strano, esiste una specie di ricompensa per quello che fate, anche se siete costretti ad uccidere per sopravvivere!” rispose.

    “Quindi Anna?” chiese nuovamente Dean che non era riuscito a soddisfare la propria curiosità.

    “A questo può rispondere tranquillamente lei, non è un segreto!” disse Gabriel volgendo lo sguardo verso Anna.

    Lei, vergognandosi, abbassò lo sguardo e iniziò a fissare il bicchiere.

    “Allora?” incalzò Dean, aspettandosi una risposta da lei.

    “Allora non c’è niente da dire” spiegò Anna palesemente irritata dalla domanda

    “Io credo proprio di si, come facciamo a lavorare assieme se non ti fidi di noi? Come possiamo fidarci di te se ci nascondi queste cose?” la rimproverò Dean.

    “Posso garantire io per lei!” Intervenne Bobby cercando di sdrammatizzare la tensione che si era creata.

    “No Bobby, questa volta deve cavarsela da sola!” disse Dean. “Se vuole rimanere in questa casa non deve avere segreti!” concluse con tono duro.

    “Ok, ok … tranquillo Bobby … lo capisco, al posto suo farei la stessa cosa. “ Intervenne Anna.

    “Circa due anni fa, quando morì mio padre, ero disperata. Andai da Bobby perché mi sentivo persa e lo trovai in uno stato di agitazione tale da farmi preoccupare. Pensai che fosse perché, vedendomi, gli era tornato in mente il momento in cui mio padre gli morì tra le braccia, ma poi capii che c’era dell’altro. Cominciai a tormentarlo con le mie domande, finché non mi raccontò cosa avevi fatto per far tornare in vita tuo fratello e che ti rimaneva solo un anno di vita.” cominciò Anna con voce incerta.

    Lo sguardo di Sam si incupì e tornò a concentrarsi sul bicchiere che aveva in mano, mentre Dean lanciò uno sguardo di rimprovero verso Bobby e quasi lo incenerì.

    Anna bevve un sorso e poi ricominciò. “Passai giorni a riflettere su cosa fare e poi, senza dire nulla a Nathan, evocai il demone e strinsi un patto con lui. A me diede cinque anni. Speravo in dieci come tutti gli altri, ma aver fatto il tuo nome non è stata una gran mossa.” disse Anna fissando Dean negli occhi. “Comunque, a parte questo, mio padre tornò in vita e appena scoprì cosa avevo fatto mi assestò un sonoro ceffone. Non accettando che io dovessi morire al termine dei cinque anni, decise che dovevamo trovare il demone che teneva in pugno la mia anima per ucciderlo. Ci impiegammo sei mesi per scovarlo, ma alla fine ci riuscimmo. Peccai di presunzione quando mi convinsi di averlo torturato abbastanza da fargli annullare il mio patto e credetti alle sue menzogne … così lo uccisi. Nell’istante esatto in cui quel demone morì, Alastor sguinzagliò i suoi cani e i suoi scagnozzi e si portò all’inferno me, mio padre e Nathan.” concluse Anna con un sospiro e gli occhi lucidi.

    Dean la guardò con aria a dir poco stupefatta. Non pensava che quella ragazza che aveva di fronte, tanto dolce da sembrare una mammina che aveva preparato la cena per tutti quella sera, avesse così tanto coraggio. Improvvisamente si rese conto di provare per lei un enorme rispetto e si sentì in imbarazzo quando si rese conto di fissarla.

    Gabriel intervenne interrompendo quel momento di imbarazzo. “Ok, adesso che abbiamo sentito la storia dalla diretta interessata, avete altre domande?”

    Dean si destò dai pensieri in cui era caduto. “Si, quando l’hai tirata fuori di lì e perché? Perché non suo padre o Nathan?”

    “Dean, mi deludi ragazzo! Per il quando, posso dirti che siete usciti dall’inferno più o meno assieme” si interruppe Gabriel sospirando. “Ma per il perché pensavo fossi più sveglio, anzi, pensavo foste tutti molto più svegli!” rispose Gabriel passando con lo sguardo dagli occhi di Dean a quelli di Anna.

    “Ok, siamo dei somari, ci metterai in punizione dietro la lavagna dopo che ci avrai detto il perché!” Intervenne Anna in tono stizzito.

    Gabriel la guardò divertito poi soffermò lo sguardo su Dean. “Perché lei ha il quarto diario!” rispose, scrollando le spalle come se fosse la risposta più ovvia.

    “E …” aggiunse Dean.

    “E … così fermerete l’Apocalisse!” sentenziò Gabriel, sempre con il solito sorriso stampato in faccia.

    Tutti lo guardarono increduli, pensando che quello fosse un altro terribile scherzo.

    “Cass, sta parlando sul serio?” chiese Sam.

    “Certo!” rispose Castiel sorpreso.

    “Spiegateci cosa sta succedendo, non ci capiamo niente!” intervenne Bobby. “ tu ci stai dicendo che con i quattro diari possiamo fermare l’apocalisse? Come possiamo farlo? Dando loro fuoco e lanciandoli contro Lucifero? Sono diari scritti da normali cacciatori … umani … come possono fermare l’Apocalisse?”

    “Tu non hai fede Bobby…” rispose Gabriel.

    “Io sono solo realista!” rispose stizzito.

    “Castiel?” Chiese Dean.

    “Gabriel ha un piano, se così si può definire. Dean, tu hai visto cosa succederà a Sam nel futuro” cominciò Castiel. “Lui dirà di SI a Lucifero e le conseguenze saranno disastrose” aggiunse, guardando Sam che aveva gli occhi che esplodevano di un misto di rabbia, paura e vergogna. “Secondo Gabriel, per mezzo di quei quattro diari voi potere costruire un’enorme trappola dove rinchiudere Lucifero!”

    Dean guardò incredulo prima Castiel e poi Gabriel. Gli occhi erano talmente sbarrati che Anna credeva gli sarebbero schizzati dalle orbite.

    “E cosa dovremmo fare costruire una grossa trappola per topi e metterci dentro un grosso pezzo di formaggio?” chiese Dean ironico.

    “No, aspetta Dean, ha ragione!” intervenne Bobby e tutti lo guardarono come se fosse impazzito. “Ti ricordi la storia della Colt? Quando in quel cimitero avete aperto la cripta da cui sono usciti i demoni … e tu poi hai sparato al Demone dagli occhi gialli … “

    Dean annuì invitandolo con un cenno a continuare, ma intervenne Sam che a quel punto aveva capito tutto.

    “La cripta era al centro di un enorme pentacolo disegnato per miglia attraverso le rotaie di una ferrovia. Dobbiamo fare la stessa cosa per Lucifero: una cripta dove rinchiuderlo posizionandola al centro di un enorme pentacolo, in modo che nessun demone possa avvicinarsi … e questa volta, la chiave che chiude la cripta, facciamo in modo di distruggerla definitivamente, ok?”

    Mentre Castiel li guardava con aria indifferente, Gabriel osservava compiaciuto la scena: erano arrivati al punto di sbrogliare ormai tutta l’intricata matassa.

    “Ok, tutto bello, ma noi non possiamo costruire ferrovie a nostro piacimento e, a meno che uno di noi non riesca a diventare ministro dei trasporti, sarà difficile costruire un pentacolo tanto grande!” obiettò Dean.

    Aveva ragione, le cose erano più complicate del previsto. Tutti e quattro si girarono sconsolati verso i due angeli.

    Castiel rimase impassibile, mentre Gabriel li spronò con un gesto a continuare i ragionamenti. Quando vide lo sguardo perso dei quattro e nessun accenno di risposta aggiunse “Dimenticate il perché ho tirato fuori Anna!”

    “Per il diario … E a cosa ci dovrebbe servire? A fare il pentacolo? E se anche fosse possibile collegare i diari in modo che traccino una linea tra loro, sono comunque quattro!” disse Dean ormai esasperato.

    “Dean, non devi prendermi alla lettera, anche strappando ogni singola pagina del diario e mettendole tutte in fila non riusciresti a fare un pentacolo abbastanza grande … senza contare poi che alla prima pioggia tutto andrebbe in fumo!”

    “Castiel, ci puoi aiutare tu?” intervenne Sam ormai innervosito anche lui.

    “Gabriel ha ragione, non potete usare fisicamente i diari!” disse con calma senza aggiungere altro.

    Bobby intervenne prima che Sam e Dean si alzassero dai divani per prendere a calci di due ospiti poco loquaci. “Ok, cosa c’è scritto in quei diari che ci può essere utile? Abbiamo capito che dobbiamo usarli tutti e quattro assieme perché le informazioni sono distribuite su tutti, ma cosa dobbiamo cercare?” chiese infine.

    “quello che non c’è!” rispose Castiel.

    Vedendo gli occhi sbarrati dei quattro umani presenti, Gabriel aggiunse “Castiel, forse a loro manca qualche informazione.” disse volgendo lo sguardo da Castiel ai restanti componenti della riunione. “Abbiamo scoperto che in diversi punti del pianeta, ci sono dei “buchi vuoti”, nel senso che ci sono posti dove non capita mai nulla ad opera di demoni o di forze soprannaturali. Siamo convinti che in quei punti si siano creati, per caso o per volere di qualcuno che sta sopra di noi, dei “pentacoli naturali” che non siamo ancora riusciti ad individuare è lì che dovreste costruire la cripta ed attirarci Lucifero.”

    “Non riesco ancora a capire il perché ci servano tutti e quattro i diari” intervenne Sam.

    “A trovare i pentacoli” dissero in coro Anna e Dean, come se fossero stati colti da un’improvvisa folgorazione simultanea.

    “Se noi recuperiamo anche il quarto diario, possiamo segnare su una cartina i posti dove siamo stati a cacciare e per esclusione troviamo i “buchi” di cui parlano!” aggiunse Anna.

    “E non potete dirci direttamente voi dove sono, invece di stare qui a ripescare ogni singolo diario rischiando la vita?” chiese Sam, esprimendo il pensiero di tutti i presenti.

    “le aree che abbiamo individuato sono troppo ampie per poter dire dove siano esattamente e da che cosa siano costituiti. Voi dovrete restringere il cerchio e capire da che cosa sono composti. Perché voi dovrete spezzare il Pentacolo in un punto, farci entrare Lucifero per attirarlo in trappola e poi richiudere il varco appena aperto …”

    “Un gioco da ragazzi!” commentò Dean sarcastico.

    “E Alastor, avendo capito questa cosa,vuole impedirci di mettere assieme i tasselli per evitare che riusciamo nella nostra impresa!” commentò Sam fissando il bicchiere che teneva in mano.

    “Oppure vuole proprio capire dove sono “i buchi” e di che cosa sono fatti per organizzare un bel colpo di stato nei confronti del suo diretto superiore!” Disse Dean con voce preoccupata “in fin dei conti se Lucifero viene messo fuori gioco … il secondo in grado sarebbe lui! Riceverebbe automaticamente promozione e aumento!”.

    Tutti si guardarono in faccia, sentendo un brivido di paura scorrere lungo la schiena.

    “Credo che la seconda ipotesi sia quella valida!” disse Gabriel con l’immancabile sorriso. “In fin dei conti se fossero buoni e altruisti sarebbero dall’altra parte della barricata, non credi?” chiese rivolgendosi a Sam.

    “Ora non vi resta che capire come distruggere Alastor e recuperare il diario. Buon lavoro!” aggiunse Gabriel “Dimenticavo, credo che Samael potrebbe aiutarvi a trovare il diario… l’ultima volta che l’ho visto voleva strappare gli occhi ad Alastor …” disse prima di scomparire assieme a Castiel.

    Rimasero tutti in silenzio, ripensando a come si stava concludendo quella pesante serata. In parte si sentivano sollevati perché almeno adesso avevano un obiettivo, dall’altra parte però non avevano un piano e, peggio ancora, avevano la certezza che metterlo in pratica sarebbe stato particolarmente rischioso.

    Sam e Bobby si congedarono rinviando al giorno successivo le ricerche su Samael. Dean riempì di nuovo il bicchiere di Anna,poi il suo. Lei si alzò dal divano che stava di fronte a Dean, si sedette accanto a lui e si accoccolò sulla sua spalla. Aveva bisogno di piangere e buttare fuori il macigno che si portava in gola. Le lacrime cominciarono a scorrere copiose.

    Dean la strinse a se, cingendole le spalle con un braccio. “Mi dispiace!” le sussurrò, sfiorandole i capelli con un bacio.



    1X06: "Che i giochi abbiano inizio!" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Anna si svegliò nel cuore della notte. Sentiva un intenso formicolio al braccio su cui si era addormentata e quando aprì gli occhi si rese conto di essersi addormentata sul divano, ma quel che era peggio era che Dean era disteso accanto a lei e la stava abbracciando. La stanchezza li aveva colti prima ancora che riuscissero a raggiungere le rispettive camere. Da un lato si sentiva imbarazzata per la situazione, dall’altro essere appoggiata alla spala di Dean e sentire il suo cuore battere, le dava un conforto tale da non voler più andarsene da lì. Anzi, avrebbe voluto stringersi ancora di più a lui, ma non appena quel pensiero sopraggiunse nella sua mente, subito un secondo si accavallò su di esso con impeto tale da scalzarlo: se Dean si fosse svegliato si sarebbe arrabbiato a morte con lei, trovandola in un atteggiamento tanto intimo.

    Cercò così di districarsi dalla presa con il minimo movimento possibile per evitare di svegliarlo, ma quando era ormai seduta e pronta a scattare in piedi, Dean la afferrò per una mano.

    “Ti fa proprio così tanto ribrezzo dormire accanto a me?” le chiese in un sussurro.

    Attraverso la fievole luce che filtrava dalle finestre vide l’espressione di Dean a metà tra l’interrogativo e il divertito.

    “No, a dire il vero pensavo che ti saresti arrabbiato a morte se ti fossi svegliato e mi avessi trovata abbracciata a te!” rispose Anna in tono alquanto sorpreso.

    “Ti facevo più sveglia!” ridacchiò Dean “ma evidentemente lo sei solo quando si tratta di stanare demoni …” aggiunse punzecchiandola.

    Vedendo l’espressione smarrita di Anna, Dean continuò. “Secondo te, chi ti ha messo la coperta addosso ieri sera?”

    Anna guardò stupita la coperta che le era scivolata sulle gambe alzandosi e si meravigliò di non averci fatto caso. Era talmente impegnata a decifrare le emozioni che provava, che era giunta una conclusione evidentemente sbagliata su come erano andate le cose e si sentì improvvisamente spiazzata.

    “Sei stato tu a coprirci con questa?” bofonchiò Anna imbarazzata.

    “Ieri sera eri sconvolta e ti sei addormentata sulla mia spalla mentre piangevi. Ho pensato che la presenza di una persona amica accanto ti avrebbe fatto riposare più tranquilla, così sono scivolato accanto a te sul divano e mi sono addormentato anch’io” spiegò Dean. Poi, sentendo il silenzio imbarazzato di Anna, aggiunse con un sorriso “Giuro che non ho fatto nulla di sconveniente mentre dormivi!”

    “Grazie!” disse sinceramente Anna.

    “Invece di ringraziarmi, torna qui e continua a dormire. Se conosco bene Bobby e Sam, abbiamo ancora diverse ore per goderci il momento prima di ritornare alla dura realtà!” rispose in tono enigmatico.

    Anna si accoccolò di nuovo accanto a Dean e appoggiò esitante la testa sul suo petto.

    “Puoi anche rilassarti e stringermi un pochino … sono abbastanza forte da sopportare la tua presa!” la punzecchiò Dean.

    Anna allungò il braccio per cingerlo , poi alzò la testa fino ad incontrare il collo di Dean e inspirò profondamente. Quel suo profumo la inebriava e ogni pensiero triste svaniva all’istante dalla sua testa. Accanto a lui si sentiva protetta e al sicuro: aveva la sensazione che nulla potesse andare storto finché fossero rimasti così e questo pensiero le strappò un sospiro di sollievo.

    Dean prese ad accarezzarle i capelli con movimenti delicati, portandoli dietro all’orecchio.

    “Vorrei tanto poter fare qualcosa per alleviare la tua sofferenza …” sussurrò Dean sinceramente dispiaciuto.

    “Non ci crederai, ma lo stai già facendo …” rispose Anna in un sussurro, poi aggiunse “nel momento in cui mi sono distesa qui accanto a te, tutta la tristezza che avvolgeva il mio cuore si è sciolta come neve al sole …”

    Dean scostò appena la testa e volse lo sguardo verso di lei. Anna sentì le guance incendiarsi per l’imbarazzo, forse quella confessione era stata un po’ troppo impulsiva e aveva rovinato quel momento magico, ma la mano di Dean le fece subito cambiare idea.

    Con un gesto dolcissimo smise di accarezzarle i capelli e con un dito percorse il profilo del suo viso, dalle sopracciglia fino a fermarsi sotto al mento. Con un gesto dolce ma fermo la costrinse ad alzare la testa fino ad incontrare il suo sguardo, poi la baciò. Le sue labbra morbide avvolsero quelle stupite di Anna e la sua lingua si fece piano piano largo fino ad travolgerla in un caldo bacio. All’inizio stupita dall’inaspettata piega che aveva preso quella notte, Anna si rese conto che il cuore le martellava in petto ad una velocità da capogiro: desiderava quel bacio con ogni singola parte del suo corpo e alla fine lo ricambiò.

    Quando quel lungo bacio finì, Anna socchiuse gli occhi e lo guardò. Nessuna traccia di imbarazzo traspariva dai loro volti, ma solo desiderio. Con un gesto rapido Dean le fu sopra e riprese a baciarla con maggiore passione. Anna inarcò la schiena, cercando il contatto del suo corpo caldo e scivolò con le mani sotto la sua maglietta, strappando a Dean un brivido di piacere. Presto ogni centimetro della loro pelle fu a contatto mentre le labbra di Dean esploravano impazienti ogni angolo del suo volto.

    Anna si lasciò trasportare dall’onda di passione e di desiderio che la sovrastavano e quella notte Dean la fece sua.

    Si addormentarono abbracciati avvolti nella calda coperta, consapevoli che da quella notte le loro vite avrebbero preso un’unica strada.

    Anna fu svegliata da alcuni tonfi che provenivano dal piano di sopra. Aprì gli occhi e si accorse che ormai si era fatto giorno. I rumori che venivano dalle camere erano indecifrabili, sembrava che Bobby e Sam fossero intenti a spostare i mobili e per comunicare tra di loro gridassero da una stanza all’altra. Non appena fece mente locale su quello che era successo quella notte con Dean si rese conto di quello che stava succedendo: probabilmente uno dei due ( o addirittura entrambi) era sceso appena sveglio e aveva visto lei e Dean sul divano. Per fortuna erano due persone discrete e Anna apprezzò il loro tentativo di farli alzare dal divano senza farli sentire in imbarazzo.

    Svegliò Dean con un tenero bacio e quando anche lui si rese conto dell’agitazione nelle camere sorrise e, mentre gridava a Sam di scendere a preparare la colazione, prese i vestiti e si infilò in in bagno con Anna.

    Ne uscirono solo dopo una lunga doccia e si diressero verso la cucina dalla quale proveniva un buonissimo odore di caffè.

    “Piccioncini, la colazione è pronta!” disse Sam sorridendo e porgendo loro un piatto con del pane tostato e imburrato. Anna, Dean e Bobby trattennero a stento una risata e fecero a finta di non aver notato l’insinuazione di Sam.

    La conversazione si portò presto sulle loro preoccupazioni in merito alla situazione, ma l’atmosfera che si respirava era decisamente più rilassata rispetto alla sera precedente.

    Finito il pane tostato si diressero in salotto con le loro tazze piene di caffè.

    “Io e Sam questa mattina abbiamo trovato una stanza piena di libri di Ben” esordì Bobby.

    “Sul serio? Pensavo foste in pieno trasloco visti i rumori che facevate tu e Sam!” rispose Dean.

    Anna lo guardò nascondendo un sorriso dietro la tazza di caffè, ma i suoi occhi la tradivano.

    “Oggi dovremmo andare di sopra e cercare il modo di evocare Samael e di farlo parlare riguardo al diario” continuò Sam.

    “Non sarà facile trattenerlo finché lo interroghiamo … non basterà una semplice evocazione, dobbiamo dargli qualcosa in cambio!” continuò Anna.

    “Non ho nessuna intenzione di contrattare con un demone!” Dichiarò Dean agitandosi sul divano su cui era seduto.

    “Anch’io non ho nessuna intenzione di vendermi l’anima un’altra volta, ma non ci dirà mai la verità soltanto perché è incazzato con il capo. Vorrà qualcosa in cambio!” cominciò a ribattere Anna “sai quanto sono bugiardi e meschini i demoni. Non fanno mai niente senza avere qualcosa che torni a loro vantaggio!”

    Rifletterono tutti sulla questione e alla fine Bobby ruppe il silenzio.

    “Andiamo di sopra e cerchiamo tra i libri che abbiamo trovato, magari troviamo qualcosa” disse.

    Tutti annuirono e si avviarono su per le scale verso la stanza indicata da Sam.

    Passarono gran parte della mattinata in silenzio a spulciare tra i vari libri senza risultato finché Sam si alzò e, schiarendosi la gola, attirò l’attenzione degli altri tre.

    “ok, non riesco a capire se questo è un libro di stregoneria o di favole … ci sono rituali assurdi, ma questo sembra interessante” cominciò Sam “ok, con questo incantesimo possiamo fare in modo che Samael ci dica la verità. Non dico che possiamo avere l’assoluta certezza, ma possiamo provarci. In pratica possiamo incantare un oggetto, un ambiente o qualsiasi cosa desideriamo. L’incantesimo fa sì che ogni volta che la persona risponde ad una domanda con una menzogna, venga torturata finché non dirà la verità. Non spiega come verrà torturata e sinceramente non voglio scoprirlo” continuò “ Così possiamo capire se lui ci sta mentendo: suppongo che almeno una piccola reazione dovrà averla alle torture!” concluse Sam tra la perplessità generale.

    “Ok, possiamo fare in modo che Samael si presenti in una stanza dalla quale non possa uscire e poi possiamo incantare la stanza. Suppongo che sia più difficile fargli toccare un oggetto” intervenì Bobby.

    “Ottima idea!” disse Sam “ ma abbiamo due problemi … per prima cosa, se noi siamo all’interno della stanza subiamo la stessa sorte. Se dobbiamo rispondere ad una domanda dobbiamo rispondere con la verità, altrimenti verremo torturati. Seconda cosa, dovremmo rimanere in quella stanza tutti e quattro così potremo difenderci meglio, sia che lui decida di attaccarci, sia nel caso in cui si porti dietro gli scagnozzi!” concluse.

    “ok, io ci sto!” disse Dean.

    “Anch’io!” aggiunse Anna.

    “ok, se anche Sam la pensa così, non ci resta altro che decidere quale stanza usare e procedere!” disse Bobby volgendo lo sguardo verso Sam.

    Sam annuì.

    Decisero che la stanza migliore era la soffitta, a cui si accedeva attraverso una botola sul pavimento. Fecero in modo che una vola entrato Samael non potesse più uscire a meno che loro non lo volessero e poi incantarono la stanza.

    La tensione era palpabile quando Bobby iniziò il rito.

    Nel giro di qualche secondo Samael comparve davanti a loro con aria strafottente.

    “Sono contento di vedervi” disse per poi accasciarsi al suolo con una smorfia di dolore in pieno viso.

    “Risposta sbagliata!” disse Dean con un sorriso soddisfatto che rispecchiava quello degli altri tre compagni “ogni volta che menti verrai torturato finché non dirai la verità!” aggiunse.

    Samael non comprendeva le parole di Dean e rimase a terra a contorcersi dal dolore.

    “Finché non ci dirai la verità, non passerà quel dolore” aggiunse Bobby

    “Quale verità volete?” disse Samael a denti stretti.

    “Tanto per cominciare dovresti dirci se sei veramente contento di vederci e poi continueremo con le domande” rispose Bobby.

    “no, no, no … non sono contento di vedervi!” imprecò. In quel momento le smorfie di dolore si attenuarono sul suo volto fino a trasfigurare in espressioni di rabbia.

    “Si può sapere che cosa volete da me?” chiese poi.

    “certo, lo scoprirai presto!” rispose Dean.

    “avete intenzione di uccidermi?”

    “Io no!” intervenne Anna prima che qualcuno potesse avere dubbi sulla risposta.

    Samael parve non capire, poi iniziò a fissare tutti con aria di sfida.

    “Allora Samael” iniziò Dean “Conosci Alastor, vero?”

    “Certo che si, cosa volete da lui?” rispose.

    “Il diario di cui è venuto in possesso qualche anno fa!” rispose Dean mordendosi la lingua. Non avrebbe voluto dare così tante informazioni a quel demone.

    “E sperate che io vi aiuti a riaverlo?” chiese Samael.

    “A noi basta sapere se lui si porta sempre dietro il diario e quale modo abbiamo noi per riaverlo” disse Dean.

    “E cosa ne avrò io in cambio se vi do queste informazioni?” chiese Samael temendo di avere un’altra scarica di dolore per non aver risposto subito alla domanda, ma non successe nulla, con suo grande piacere.

    “Ti lascerò vivere!” intervenì ancora Anna “ E poi sarai libero di decidere tu come sfruttare la prematura dipartita del tuo capo!” aggiunse, tra un’ondata di compiacimento generale.

    “Come faccio a sapere che sei sincera?” chiese Samael rivolgendosi ad Anna.

    “Questa stanza è incantata, chiunque menta tra queste quattro mura verrà torturato come è successo a te prima. Come vedi non ho subito nessun genere di sofferenza mentre ti parlavo: ti ho detto solo la verità!” rispose impassibile.

    “ok, vi dirò quello che volete!” cedette Samael furibondo.

    “Allora, rispondi alle domande che ti ha fatto Dean!” incalzò Bobby.

    “Alastor ha il diario sempre dietro, non lo lascerebbe a qualcuno per nessun motivo al mondo. Per averlo …” si soffermò come a riflettere su quale fosse il modo migliore per avere il diario “ dovrete farvelo dare scendendo a patti con lui, sempre che riusciate a sopravvivere quando gli arrivate nelle vicinanze: da quanto si dice in giro vuole farvi secchi tutti, che riesca o meno ad avere da voi quello che gli serve!”

    Si guardarono tutti e quattro in faccia, ad Anna scese un brivido di paura lungo la schiena.

    “C’è un modo per sorprenderlo e sconfiggerlo?” chiese Dean.

    “Non c’è un modo. Ma c’è un momento in cui lui è vulnerabile e non può attaccare nessuno.” confessò con rabbia.

    “E quale sarebbe questo momento?” incalzò Sam.

    “Il 21 dicembre prossimo!” rispose.

    Tutti si guardarono perplessi.

    “Che cosa ci sarà il 21 dicembre prossimo? Il Ballo delle Debuttanti demoniache?” chiese Dean “perché proprio il 21 dicembre?”

    “Perché per la prima volta dopo 400 anni ci sarà un’eclissi totale di luna nel giorno esatto del solstizio d’inverno! È l’unico momento in cui i demoni perdono ogni possibilità di attaccare e diventano vulnerabili a qualsiasi essere umano. Questa incapacità si manifesta solo per il periodo di tempo in cui c’è l’effettiva eclissi totale nel territorio in cui si trova il demone.”

    Samael si stava rivelando molto più utile di quanto sperassero, così Dean continuò con le domande.

    “E dove si troverà Alastor per il grande evento?”

    “A New Orleans!” Rispose Samael stizzito, come se la domanda presupponesse una risposta ovvia.

    “E perché proprio a New Orleans? Non credo sia particolarmente interessato al Quartiere Francese!” continuò Dean.

    “Perché Alastor ha uno stretto legame con i Vampiri! Diciamo che hanno forti rapporti d’affari e quale posto migliore per farsi difendere se non una città dove c’è la più alta concentrazione di Vampiri?” spiegò “I Vampiri puntano ad avere potere e Alastor ha fatto in modo di diventare quasi indispensabile per la loro scalata.”

    Nella stanza scese un’aria ancora più cupa. Tutti erano consapevoli di quanto fosse pericolosa la situazione ed erano quasi pentiti di aver voluto ricevere così tante notizie terribili tutte assieme.

    Dean si riscosse dai suoi pensieri e continuò con l’interrogatorio.

    “Come facciamo a farci dare il diario?”

    “Dovete fare un patto con lui. Non vi darà mai il diario anche sotto tortura e se lo uccidete il diario svanirà con lui!” affermò Samael con un ghigno che gli compariva in faccia. “Lo farà la nostra cara Anna il patto con lui o si sacrificherà ancora Dean? A proposito Anna, vuoi che ti saluti tuo padre o Nathan quando torno giù?” aggiunse perfidamente.

    “Maledetto bastardo, non azzardarti a toccarli!” gridò Anna scagliandosi contro di lui. Per fortuna Bobby la placcò prima che potesse saltargli addosso.

    “Deduco sia un no!” disse sghignazzando “ora posso andarmene?”

    “Neanche per sogno! Tu non andrai proprio da nessuna parte … per lo meno, non vivo!” disse Dean tirando fuori il coltello.

    “Maledetti, mi avete mentito! Su di voi l’incantesimo non funziona!” gridò Samael.

    “No, su di noi l’incantesimo funziona benissimo, solo che ti ho detto che IO non ti avrei mai ucciso, non ho mai detto che gli altri non l’avrebbero fatto. La mia era la pura e semplice verità!” disse Anna con un sorriso trionfante, dopo di che Dean si scagliò contro di lui e lo uccise.

    Tirarono tutti un sospiro di sollievo ma le notizie che avevano appena ricevuto non alleggerirono i loro cuori, anzi, si sentirono sopraffatti dalla frustrazione.

    Scesero di nuovo in salotto dopo aver revocato l’incantesimo dalla stanza e si guardarono perplessi in faccia.

    “Dovremo entrare in un covo di vampiri!” disse Sam.

    “E quello che è peggio è che se vogliamo sopravvivere, prima dobbiamo scendere a patti con loro e poi con Alastor … ed io non ho nessuna voglia di mettere in gioco la mia anima di nuovo!” disse Dean.

    “Dobbiamo trovare un’altra soluzione. Abbiamo 20giorni prima del 21 dicembre.” disse Anna con gli occhi gonfi di lacrime al solo pensiero che qualcuno di loro sarebbe potuto finire all’inferno.

    “Per i Vampiri forse ho una soluzione” disse Sam “ho conosciuto uno di loro nel periodo in cui ho cacciato da solo e credo di poterlo rintracciare!”

    Tutti lo guardarono increduli senza dire una parola.

    “Prima ti fai infinocchiare da un demone, adesso da un vampiro … finirai per farti ammazzare Sam!” disse Dean sconfortato.

    “Se però ci può dare una mano ad entrare nel covo dei Vampiri … potrebbe essere la soluzione a parte dei nostri problemi. Certo, se poi riuscissimo ad trascinare i Vampiri dalla nostra parte, potremmo anche pensare di far fuori Alastor!” convenne Bobby.

    “Devo provarci Dean, potrebbe essere l’unica possibilità che abbiamo. Prometto che starò attento!” disse Sam con gli occhi pieni di rinnovata fiducia e ottimismo.

    “Ok, fai quello che credi!” disse Dean con fare imbronciato.

    “Bobby, prepara le valige, partiremo per Atlanta. Questa notte cominceremo la ricerca nei bar del posto.” ordinò Sam.

    “Perché non posso venire io con te?” chiese Dean quasi offeso.

    “Perché tu sei già arrabbiato con me e non approveresti quello che andrei a fare. Mi sento più rilassato se tu ed Anna rimarrete qui a trovare una soluzione per impossessarci del diario!” disse Sam, elargendo un ampio sorriso ad Anna e facendole l’occhiolino.

    Le guance di Anna sfoggiarono diverse tonalità di rosso per l’imbarazzo ma poi ricambiò con un caloroso sorriso di ringraziamento.

    Dopo neanche un’ora Sam e Bobby partirono alla volta di Atlanta mentre Anna e Dean rimasero in casa intenti a riflettere sull’arduo compito assegnato loro da Sam. Avevano molto di cui parlare e non solo della loro battaglia contro Alastor. Fino a quel momento non avevano ancora avuto modo di parlare di quello che era successo la notte precedente e, quando si ritrovarono soli uno di fronte all’altra, ogni tensione si sciolse per lasciare spazio a un momento di assoluta tenerezza stretti l’uno nelle braccia dell’altra.



    1X07: "Il Vampiro di Atlanta" di Erika Vanzin

    SPOILER (click to view)
    Anna e Dean erano distesi sul divano, accoccolati l'uno all'altra. Non avevano ancora trovato una soluzione per prendere il diario ad Alastor senza rimetterci l'anima. Decisero che ci avrebbero pensato più in là, nel momento in cui sarebbero riusciti ad entrare nella tana dei vampiri. Questo li spaventava più di Alastor in persona, probabilmente non avrebbero avuto il problema di vendergli l'anima: sarebbero morti ben prima.
    “Lo sai che sei diventata uno dei miei punti deboli?” ruppe improvvisamente il silenzio Dean.
    “E tu il mio!” rispose Anna.
    “Ti sei pentita di quello che è successo?” chiese Dean un po' titubante.
    Anna si appoggiò su un gomito e si alzò leggermente per vederlo bene in faccia.
    “Assolutamente no, e tu?” disse sorridendo dolcemente.
    Dean la fissò negli occhi “Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata!” disse sincero prima di sorprenderla con un caldo bacio.
    “Cosa diremo agli altri quando arriveranno? Non abbiamo trovato nessuna soluzione!” chiese Anna.
    “La verità!” Rispose Dean. “Che non abbiamo nulla per recuperare il diario e che ci penseremo nel momento in cui saremo riusciti a sopravvivere a New Orleans!” aggiunse.
    “Sarà tanto dura, vero?” chiese seria Anna.
    “Sono vampiri e non mi fido di loro … se penso che Sam ne sta portando qui uno … a volte vorrei ammazzarlo con le mie stesse mani!” rispose Dean rosso in volto dalla rabbia.
    “Dean ...” cominciò Anna con un sorriso “Tuo fratello lo fa per aiutarti, non essere sempre così severo nelle tue sentenze ...”
    “Severo?” rispose accigliato Dean “Secondo te sono severo? A causa di un demone che l'ha infinocchiato dobbiamo fermare l'apocalisse e tu mi dici che sono troppo severo?” continuò “Se veramente vuole aiutarmi, perché mi ha lasciato qui questa sera invece di portarmi con lui?” chiese infine.
    Anna si alzò a sedere sul divano e scoppiò a ridere.
    “Sul serio non hai capito perché ti ha lasciato qui?” chiese stupita Anna, poi vedendo la faccia meravigliata di Dean, aggiunse canzonandolo con voce roca “Ti facevo più sveglio mio caro, evidentemente lo sei solo quando si tratta di demoni!”
    Dean ancora non rispose, non sapeva se ridere o arrabbiarsi per l'imitazione che Anna gli aveva appena fatto.
    “Non hai mai pensato che potesse farlo per lasciarci soli?” chiese infine Anna.
    Dean aprì la bocca, come per replicare, ma un sorriso affiorò subito sulle labbra.
    “E bravo Sam …” aggiunse poi, stringendo tra le braccia Anna.
    Approfittarono del regalo di Sam e si godettero ogni attimo di solitudine nell'enorme casa.
    Poco prima dell'alba sentirono la macchina di Bobby rientrare e parcheggiare nel cortile posteriore.
    Scesero di corsa le scale ed andarono ad accogliere i due. Non appena arrivarono in cucina si bloccarono di fronte allo spettacolo che si trovarono davanti.
    Assieme a Sam e Bobby c'era un ragazzo stupendo, alto quanto Dean, fisico asciutto, pelle chiarissima, capelli neri e due occhi colore del ghiaccio. Anna si lasciò sfuggire un sospiro e subito Dean la fulminò con lo sguardo, tra le risate generali.
    “Non preoccuparti, è normale che abbia questa reazione, in fin dei conti fa parte della nostra tecnica di caccia” disse il ragazzo rivolgendosi a Dean.
    Dean serrò la mascella e lo fissò con uno sguardo rabbioso.
    Sam ruppe il silenzio imbarazzato che si era venuto a creare e lo presentò agli altri “Questo è Damon, uno dei vampiri di Atlanta” disse.
    “E questo bamboccio dovrebbe aiutarci ad entrare nella tana di New Orleans?” ringhiò Dean.
    “Dean ...” lo rimproverarono in coro Anna e Sam.
    “Per una volta non potresti essere gentile con i nostri ospiti?” chiese Sam.
    “Non riesco ad essere gentile con certi … esseri!” rispose Dean in malo modo.
    “Ti conviene esserlo, mio caro, perché lui è l'unico passaporto che abbiamo per arrivare ai vampiri di New Orleans” lo rimproverò Bobby.
    “E perché mai dovrebbe aiutarci? In fin dei conti potrebbe mentire a tutti e farci ammazzare appena arriviamo lì!” rispose Dean.
    “Non puoi fare altro che fidarti di me!” intervenne Damon “Tuo fratello una volta l'ha fatto e mi ha salvato la vita. Ora son in debito con lui!” concluse.
    “Ok, facciamo così. Io ti sto con il fiato sul collo tutto il tempo, una sola mossa falsa o anche solo ambigua e io ti pianto un paletto nel cuore senza chiederti spiegazioni, capito?” lo minacciò Dean.
    “Mi sembra ragionevole” rispose Damon, con un ghigno che lo rendeva estremamente affascinante “al tuo posto farei la stessa cosa!”
    “ Per dimostrarvi che sono qui in buona fede, mettetevi addosso questi” disse Damon, tirando fuori dalla tasca della giacca in pelle una scatolina di legno che appoggiò sul tavolo della cucina.
    “Di che cosa si tratta?” chiese Sam.
    “Sono dei sacchetti contenenti verbena. È l'unica sostanza che riesce a stordire un vampiro e ridurre al minimo i suoi poteri. Se la tenete addosso, annullate anche l'effetto del controllo ipnotico che posso avere su di voi!” rispose Damon.
    “Perché fai questo?” chiese Anna.
    “Diciamo che il debito che ho con Sam non è l'unico motivo che mi ha spinto qui!” disse Damon con fare lascivo.
    “Lo sapevo!” disse Dean scagliandosi contro di lui.
    Sam si mise tra i due e impedì a Dean di saltare al collo di Damon.
    “Dean, fermati, è l'unica soluzione che abbiamo!” gridò Sam, mentre Anna e Bobby lo trattenevano a fatica per le braccia.
    “Ok, ok ...” disse Dean, calmandosi ed aggiustandosi la camicia “ma voglio sapere ogni cosa da te!” aggiunse, puntando l'indice contro Damon.
    “Ti spiegherò tutto a tempo debito” disse Damon “Adesso voglio cercare una stanza buia dove rimanere durante il giorno!” aggiunse.
    “La mia è perfetta!” disse Anna “è rivolta a nord e sarà facile tenere fuori la luce del sole!”.
    “Sarà perfetta e la tua compagnia renderà il mio sonno ancora più piacevole!” disse Damon ammiccando ad Anna.
    “Non ci pensare nemmeno, brutto stronzo, ti ammazzo … capito? Giuro che ti ammazzo!” gridò Dean.
    Questa volta fu più difficile per i tre tenere Dean lontano da Damon il quale, con una rapidità indescrivibile, si portò dall'altra parte della cucina, sfoderando un paio di canini molto allungati e gli occhi iniettati di sangue.
    “Lei è la mia assicurazione sulla vita, come posso essere certo che tu non mi darai fuoco mentre dormo?” ringhiò Damon.
    “Dean, ti prego, calmati!” gridò Anna mentre faticava a tenerlo fermo “ha ragione, lui deve tutelarsi in qualche modo … in fin dei conti ci ha dato la verbena … dobbiamo fidarci di lui!” aggiunse mentre Dean riprendeva una parvenza di normalità.
    “Lui durante il giorno è innocuo, in più ho la verbena addosso. Vedrai che andrà tutto bene!” aggiunse Anna accarezzandogli dolcemente il viso.
    Salirono tutti al piano di sopra, Damon entrò nella camera con Anna e chiuse a chiave la porta alle sue spalle. Fece accomodare Anna sul letto, si distese accanto a lei, tirò fuori catena e lucchetto e fece in modo che Anna non potesse scappare di lì. Nel frattempo Dean si sedette vicino alla porta e attese immobile che calasse di nuovo il sole.
    Per fortuna era ormai inverno e presto si fece buio. Ai primi movimenti dentro la stanza, Dean scattò in piedi e appena Anna mise un piede in corridoio la abbracciò sollevandola da terra.
    “Guarda che non sono appena tornata da un lungo viaggio, non ci vediamo da meno di dodici ore!” lo prese in giro lei con un grosso sorriso stampato sulle labbra.
    Scesero tutti in salotto ed iniziarono con Damon la stessa trafila che era toccata con i due angeli.
    “Adesso ci spieghi perché ti interessa tanto aiutarci!” cominciò Dean minaccioso non appena Damon si adagiò sul divano.
    “Diciamo che questo mi aiuterebbe per la mia scalata gerarchica ...” rispose Damon.
    “Gerarchia?” si intromise Bobby, esprimendo il pensiero dei presenti.
    “Esatto, gerarchia ...” cominciò Damon “Diciamo che il mondo dei vampiri è organizzato un po' come ...” si soffermò per trovare le parole più adatte “come la vostra monarchia: ci sono i re o le regine e sotto di loro una schiera di sudditi suddivisi in base all'importanza sulla scala sociale” continuò “diciamo che aiutandovi sono più che certo che arriverei a salire parecchio questa scala … dovendo vivere in eterno è meglio posizionarsi più in alto possibile …” concluse Damon tra lo stupore generale.
    “Vuoi dire che voi avete re, regine e tutta la monarchia compresa? Ma in che secolo siete rimasti?” chiese Dean sbalordito.
    “Il secolo giusto, visto che tra di noi funziona decisamente meglio che tra gli umani e la loro democrazia… dimmi Dean, quante guerre e stati oppressi ci sono attualmente al mondo?” chiese Damon sarcastico.
    Dean non seppe cosa rispondere, effettivamente non era tutto rose e fiori in giro per il mondo.
    “Almeno tra di noi sappiamo chi comanda e cosa succede se qualcuno sgarra ...” aggiunse Damon.
    “Perché risulterebbe così importante, agli occhi dei tuoi capi, il fatto che ci stai aiutando?” chiese Anna.
    “Ottima domanda, piccola!” rispose Damon facendole l'occhiolino.
    Un brivido di rabbia percorse la schiena di Dean, ma riuscì a trattenersi, per non creare ulteriori tensioni.
    “Allora?” incalzò Anna.
    “Diciamo che voi sareste una soluzione al suo problema” rispose Damon.
    “E quale sarebbe questo problema?” chiese insistentemente Anna.
    “Alastor” rispose Damon, gustandosi l'espressione stupita dei presenti.
    “Perché mai Alastor dovrebbe essere un problema per il tuo capo? Non andrà lì per essere protetto durante l'eclissi? Non può ammazzarlo personalmente quando si presenterà a chiedere protezione? Non raccontarci balle, per favore!” disse Dean stizzito.
    “Non vi sto raccontando balle” disse Damon sogghignando. “Evidentemente non sapete molto dei vampiri, vero? Pensate che un paio di pallottole d'argento e un paletto di legno possano tenerci buoni, vero?” aggiunse divertito.
    “Ci vuoi illuminare su questo argomento?” chiese Dean in tono di sfida.
    “Se me lo chiedi gentilmente ...” lo provocò Damon.
    “Siamo già abbastanza gentili da lasciarti vivere!” intervenì Anna ormai furente.
    “Mi deludi tesoro, non pensavo fossi rozza come il tuo ragazzo ...” rispose.
    “Io non sono il tuo tesoro! E adesso parla!” intimò Anna.
    “ok, ok … allora, i vampiri di New Orleans erano interessati ad alcuni locali del quartiere francese. Ovviamente non potevano presentarsi dai proprietari per acquistarli, così si sono affidati ad Alastor per le trattative. Adesso sono in possesso di tutti i locali della città, per cui Alastor è diventato solo una pedina scomoda che avanza pretese assurde. Voi ci aiutereste a toglierlo di mezzo … d'altra parte penso che non vorrete scendere a patti con lui, vi sarebbe decisamene più comodo eliminarlo … noi ne avremmo un bel vantaggio senza il minimo sforzo!” spiegò Damon.
    “E perché non vi arrangiate ad ammazzarlo? In fin dei conti non dovrebbe essere difficile farlo quando ci sarà l'eclissi ed avrà perso i suoi poteri!” intervenì Bobby.
    “Stai scherzando? A quanto pare sapete meno di niente sui vampiri!” rispose Damon “Secondo te come facciamo ad esorcizzarlo? Siamo non-morti, non abbiamo un'anima … un esorcismo non avrebbe effetto se fatto da noi! Possibile che sia così difficile da capire?”
    Rimasero tutti senza parole. Quello che Damon aveva riferito loro era molto di più di quanto si aspettassero.
    “E come ci muoviamo ora?” chiese Anna.
    “Lasciatemi fare un paio di telefonate e poi vi saprò dire. Intanto preparate le valige, partiremo presto!” concluse Damon.
    Rimasero tutti qualche minuto seduti in silenzio, poi si alzarono ed andarono nelle loro stanze a preparare le borse. Si avvicinava sempre di più il momento del loro ingresso nella tana.


    Edited by ekivanz - 3/5/2011, 16:20
     
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  2. John7776
     
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    uhm interessante complimenti....il tuo modo di scrivere sinceramente è perfetto nessuna parola è scritta male ....tempi verbali esatti e sopratutto lessico molto scorrevole....poi per quanto riguarda la storia mi piace e mi ha convinto a seguire :)
     
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  3. ekivanz
     
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    Grazie mille! Spero che i prossimi capitoli ti convincano a seguire tutta la storia! ^_^
     
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  4. John7776
     
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    non ti preoccupare lo farò!! ma da poco ti sei iscritta/o?
     
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  5. ekivanz
     
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    mi sono iscritta da parecchio ma scrivo qui da poco ... ^_^
     
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  6. John7776
     
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    ah ecco :) hai letto altre fanfiction di qui??
     
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  7. ekivanz
     
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    Qualcosa ho letto, e mi appassionano parecchio ... :)
     
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  8. bloodyjane
     
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    Molto bella come storia, e questa Anna mi piace... soprattutto perché riesce a tenere testa a Dean . Complimenti!!!
     
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  9. ekivanz
     
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    Anna è una con le pa*e ... ha anche un linguaggio da scaricatore di porto :P Comunque non è cattiva, solo ferita nel profondo! ^_^
     
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  10. John7776
     
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    uhm spero che una mia fanfiction ti abbia appassionato xD!!
     
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  11. sahany09
     
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    Ciao, Ekivanz e benvenuta in questo topic di scrittori, o aspiranti tali.
    Molto carina la tua fiction. Molto calata nell'atmosfera della serie.
    Per il linguaggio pesante, non ti preoccupare. Non credo ci siano bambini da queste parti e noi, che dovremmo essere tutti adulti, di certo, non ci scandalizziamo.
    Comunque, è stato corretto da parte tua avvertire di questa caratteristica.
    Bello il personaggio di Anna, una dura, come purtroppo, spesso devono esserlo i cacciatori di creature degli altri mondi.
    Aspetto il seguito. :)
     
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  12. {William Halliwell}
     
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    Ciao e benvenuta tra noi scrittori :D
    Innanzitutto complimenti per la scrittura che mi piace molto e non è pesante, credo caratterizzi molto il luogo e i personaggi! Bellissimo il personaggio di Anna che è una vera donna, però è stata sfortunata a prendere un pugno di Dean! QUando vuoi leggi la mia FF... e continua con la tua! Ciao!
     
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  13. ekivanz
     
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    Aggiunto un nuovo capitolo al post iniziale!!! ^_^
     
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  14. John7776
     
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    la situazione si fa interessante complimenti mi piace questa storia :)!
     
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  15. ekivanz
     
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    Ciao a tutti!!!

    ho aggiunto il capitolo 4 alla storia ... spero sia abbastanza invitante da leggere anche il seguito! :)
     
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33 replies since 22/12/2010, 11:13   468 views
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