A Magic Mistake

Droubble: Supernatural, Charmed (Streghe)

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  1. { Mely'
     
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    - Titolo Fan Fiction: A Magic Mistake
    - Nome/Nick autore: { Mely' (Melissa)
    - Fandom : Supernatural, Charmed (Streghe)
    - Timeline : Non c'è una vera e propria linea temporale. Diciamo comunque, per comodità dopo la settima.
    - Sommario : È la prima volta che mi cimento in una Droubble, è la prima volta che mi cimento in qualcosa di comico! xD Comunque a causa di problemi con le temperature che, sono molto strane ultimamente (Proprio come in questi giorni per farmi capire u.u) si è aperta una sorta di "porta" che porterà scompiglio.
    - Spoiler: Non dovrebbero essercene.
    - Disclaimer: I personaggi della serie Charmed non mi appartengono, e, quelli di Supernatural -a mio malincuore- nemmeno. Scrivo senza alcuno scopo di lucro ma solo per -almeno lo spero- puro divertimento.


    A MAGIC MISTAKE


    Capitolo 1: Anche gli eroi vanno in ferie.



    Era come se non piovesse da giorni.
    Era come se, il sole, si fosse improvvisamente avvicinato alla terra più di quanto gli sia permesso.
    Ma, questa sorta di “avvicinamento” tra terra e sole, non aveva portato con sé solo un caldo esagerato. Bensì, aveva portato con sé qualcosa di strano, qualcosa a cui, nessuno, riuscirebbe mai a credere.
    Non parlo dell’Apocalisse, quella era stata evitata già, quante, sette, otto volte? Se non di più.
    Era qualcosa di ancor più strano.
    Qualcosa che, forse, se non risolto, avrebbe potuto, per sempre, cambiare il destino del nostro pianeta.
    Ok, forse, quello che stava per accadere non era così tragico, ma, ammettiamolo, come introduzione farebbe invidia persino al Detective Conan. Anche lui ne vorrebbe una.
    Comunque, tornando alla nostra storia, questo problema, grande o piccolo, bello o brutto, a lungo andare, avrebbe, senza alcun dubbio, causato non pochi problemi.
    Fortunatamente però, qualcuno, avrebbe, molto probabilmente, potuto salvare le sorti della Terra per l’ennesima volta.


    Chicago, Illinois.
    In un motel, due fratelli stavano parlando di un loro caso, in maniera piuttosto pacifica.
    “Che razza di deficiente! Non possiamo..”
    “Perché? Spiegamelo.. Fa parte del nostro lavoro, no?”
    “No, non se ne parla.”
    “Ascolta Sammy, siamo qui da questa mattina presto, non ci vedo più dalla fame, e non ho con me la mia Fiesta, perciò si fa come dico io, anche perché sono il più grande, quindi vestiti e andremo al McDonald’s. Caso chiuso!” Concluse il maggiore dei fratelli con sguardo vincitore.

    Ok, forse, come conversazione, non era molto pacifica.
    Ma, lo era certamente più di molte altre.
    I due, continuarono questa stramba conversazione, ancora per qualche ora, quando, finalmente, trovarono un accordo.

    “Perfetto, allora la risolviamo così. Almeno tu non vedrai i tuoi amati clown.”
    “Cosa? Oh andiamo, non è per i Clown che non voglio andare. È che non mi va, preferisco restare in questo Motel, mi piace di più, è un luogo più sicuro.” Il minore riuscì a malapena a concludere la frase che la porta, lasciata aperta dal maggiore, si chiuse, sbattendo a causa di un’improvvisa folata di vento, e, chiudendosi così brutalmente, fece vibrare non poco la stanza e, in particolar modo il lampadario che, dondolando a destra e manca, riuscì a staccarsi dal soffitto e cadde su un piede del maggiore, creandogli, ben poco dolore. Tutto questo, sotto lo sguardo scrutatore e attento dei fratelli Winchester.
    “Aaah” Urlò il più vecchio dei due addolorato. “Dicevi?”
    “Beh, per me è più sicuro. E poi pensaci, che altro può mai succedere?”
    Ebbene sì. Le ultime parole famose. Lo staccarsi del lampadario aveva creato una sorta di “buco d’aria” sull’intonaco del soffitto che, proprio in quel momento cadde prontamente sul piede “buono” del Winchester maggiore.


    Nel frattempo, in un antro remoto e dimenticato della terra, ovvero a pochi passi dal motel dei Winchester, tre ragazze si stava guardando intorno cercando di capire dove fossero finite questa volta.
    “Sorellina dove ci hai portate?”
    “Io..Non lo so..Avevo mirato a casa”
    “Beh, a meno che casa nostra sia, senza porta, con i muri in pietra, qualche erbetta qua e là, e pipistrelli al soffitto, devi aver sbagliato. Questa non è casa nostra.” Disse la sorella di mezzo.
    La minore, o meglio, quella che, accidentalmente le aveva teletrasportate in quel luogo, storse il labbro e sbuffò. La prossima volta avrebbe fatto usare loro l’auto, come ogni persona normale.
    “Riproviamo..” Disse rassegnata e scocciata dall’ironia della sorella.
    Le donzelle sparirono avvolte da una luce bianca e brillante, per apparire poi, qualche secondo dopo, nello stesso punto.
    A quanto pare, da lì, non si sarebbero mosse.
    “A quanto pare siamo bloccate qui.” Disse incrociando le braccia e sedendosi su una di quelle pietre.
    “Che facciamo ora?” Domandò la più grande delle tre.
    “Troviamo un modo per raggiungere il centro abitato, e anche piuttosto in fretta, questo posto non mi piace. Mi ricorda gli Inferi.” Rispose la minore.
    “E ci sono i ragni..Tanti ragni.” Disse la maggiore alzandosi e incamminandosi con passo molto veloce verso l’uscita di quella grotta.
    Quella di mezzo fece cenno alle altre due di inseguirle, e, si incamminarono, verso la città, o, qualsiasi altro posto migliore di quello.

    I Winchester nel frattempo, dopo una lunga chiacchierata, avevano finalmente trovato un accordo e, escluso il Motel, che, a quanto pare, per il povero Dean, non era il massimo della sicurezza, e, il McDonald non piaceva al piccolo Sam, optarono per un semplice, comunissimo, discretissimo, ristorante ad otto stelle.
    Tanto a pagare non sarebbero stati di certo loro, avevano una moltitudine di carte rubate e, questa volta, a pagare, sarebbe stato un’altra delle loro povere ed incoscienti vittime.
    “Belenio Rodriguez?” Domandò il minore dopo aver letto il nome del povero mal capitato sulla carta di credito. “Senza offesa Dean, ma, non hai l’aspetto di uno che si possa chiamare Belenio Rodriguez..Sarà argentino.”
    “Già, e nemmeno lui.” Disse indicando il tizio giapponese al quale avrebbero dovuto pagare il conto. Il minore non rispose e, si alzò dalla sedia, seguito dal fratello.
    “Pagate in contanti o con calta di cledito signoli?”
    Il maggiore gli porse la carta di credito senza fiatare.
    “Cosa?” I due guardarono il giapponese all’unisono. “Voi avete tlovato la mia calta di cledito. Pensavo me l’avesselo lubata. Glazie. Ma il conto lo pagate lo stesso.” Disse sfoggiando loro un sorriso mozzafiato.
    Sam guardò il fratello con uno sguardo che lasciava intendere un ‘te l’avevo detto’, ma, il maggiore, non gli diede peso, così, dopo aver evitato quella grande figuraccia, gli sventolò davanti una seconda carta di credito, pregando tutti i Santi, Angeli e Arcangeli che, non fosse sua o di qualche suo amico, parente o chiunque altro.
    Quando, finalmente, riuscirono a pagare, i due uscirono da quel modesto ristorante e, a bordo della loro auto si avviarono verso il Motel.
    Ma, qualcosa stava per attendere i due fratelli, avrebbero incontrato qualcosa, o qualcuno, sulla loro strada che, presto, gli avrebbe fatto cambiare rotta, e, a malincuore, sarebbero stati costretti a dire addio a quella pausa dal troppo lavoro.
    In fin dei conto, anche gli eroi vanno in ferie.
     
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