Your Guardian Angel

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    - Titolo Fan Fiction: Your Guardian Angel
    - Nome/Nick autore: Alexis Madison
    - Fandom : Supernatural
    - Timeline : Stagioni varie/non definito. Inizia come pre-serie per poi inoltrarsi durante alcuni avvenimenti della varie stagioni.
    - Sommario : Umabel è l'angelo custode di Dean Winchester. Riuscirà a proteggere il suo protetto?
    - Spoiler: Futuri spoiler fino alla decima stagione
    - Disclaimer: I personaggi di Supernatural non mi appartengono, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Lo so, ne ho già una iniziata, ma avevo questa idea in mente da un po' di tempo, quindi eccola qua. L'angelo Umabel è davvero l'angelo custode dei nati tra il 21 e il 25 Gennaio. Nel primo capitolo vengono riprese frasi e scenari della prima puntata di Supernatural. In capitoli futuri potrebbe avvenire lo stesso con altre puntate della serie.
    Il banner (sotto spoiler) è di mia creazione.



    Capitolo 1: Sweet Child O'Mine




    Congratulazioni signor Winchester, è un maschietto!” l'infermiera sorrise all'uomo dal volto stanco ma felice, porgendogli un fagottino.
    John Winchester sorrise, aveva gli occhi lucidi. Stava tenendo in braccio suo figlio per la prima volta, il suo primogenito “Ciao Dean”. Dalla sua voce si poteva intuire l'emozione che provava in quel momento e il neo-papà poté giurare che quella piccola creatura gli sorrise.
    Solo allora guardò la moglie, rossa in volto, provata ma felice come lui “Non è bellissimo?” chiese con voce fioca, lo sguardo adorante rivolto a John e al loro bambino.
    John annuì “È il più bel bambino che abbia mai visto” mormorò in risposta.

    ****


    Hai un nuovo protetto, Umabel” l'angelo sobbalzò al suono di quella voce e il suo sorriso si spense in maniera quasi automatica, come colto in flagrante a commettere un terribile reato.
    Sospirò con aria rassegnata “Non è un protetto qualsiasi, Gabriel” disse rivolgendo un innocente sorriso all'Arcangelo che ridacchiò appena, sinceramente divertito “Ecco cos'era quel sorrisetto: puro e semplice orgoglio per essere l'angelo custode di Dean Winchester!” esclamò.
    Umabel si unì alla sua risata, in cuor suo sapeva che Dean Winchester non era un protetto come tutti gli altri.
    L'unione tra John Winchester e Mary Campbell era stata una priorità assoluta in Paradiso e il loro primogenito non poteva che essere speciale, importante. E Gabriel aveva ragione: quel sorriso che l'angelo si era affrettato a nascondere era di puro e semplice orgoglio.
    E Gabriel non poteva che concordare con quel tacito pensiero. Le sue labbra si incresparono in un sorriso indecifrabile “Potrebbe essere pericoloso avere dei prediletti, Umabel”. Era incredibilmente serio e andò via con un frullo d'ali.
    Umabel rimase a guardare il vuoto lasciato da Gabriel e rifletté sulle parole dell'Arcangelo.
    Non poteva dargli torto. Lassù in Paradiso erano poche le cose concesse agli angeli e avere dei prediletti non era certamente tra queste.
    Avere dei prediletti significava provare qualcosa e un angelo con dei sentimenti non è un angelo che si rispetti.
    Era un qualcosa che Umabel, nonostante gli anni, ancora non comprendeva appieno ma d'altro canto non era neanche capace di comprendere l'intera gamma delle emozioni umane con annessi e connessi sebbene non trovasse niente di particolarmente sbagliato nell'amore o nell'affetto.
    Dean Winchester non sarebbe stato il suo prediletto.
    O almeno non lo avrebbe dato a vedere.
    Era il 24 Gennaio del 1979 e Umabel capì per la prima volta cosa significasse provare gioia.

    4 anni dopo


    Forza, andiamo a dare la buonanotte a tuo fratello” Mary Winchester teneva in braccio il figlio Dean che poi scese, si sporse dalla culla e diede la buonanotte al suo fratellino.
    Dean Winchester era un fratello maggiore e si sentiva orgoglioso di questo, proprio come il suo angelo custode si sentiva orgoglioso di lui.
    Dean Winchester amava suo fratello Sam, amava sua madre Mary e amava suo padre John.
    Dean Winchester amava la sua famiglia come un bambino di quattro anni dovrebbe fare e quel sorriso sulle sue piccole labbra era una prova dei suoi sentimenti sinceri. Un bacio a Sam, un sorriso a sua madre e di corsa tra le braccia del suo papà, il suo eroe.
    Che ne pensi? Credi che Sam sia già pronto per giocare a football?” chiese l'uomo.
    Dean rise, scuotendo la testa dai capelli biondi “No, papà” rispose. Perché Sam era ancora troppo piccolo e quelle piccole manine che afferravano le dita di mamma, papà e di Dean, non erano ancora in grado di afferrare una palla!
    Forse sarebbe stato proprio Dean a insegnargli a giocare a football un giorno, con l'aiuto di papà ovviamente, perché il lavoro di un fratello maggiore era davvero simile a quello di padre. Un fratello maggiore protegge, proprio come un padre, ma ha anche lui bisogno di un padre.
    John era l'eroe di Dean proprio per quel motivo. Un padre è sempre un eroe agli occhi dei figli.

    ****


    Il frullo d'ali annunciò l'arrivo di Gabriel alle sue spalle, ma Umabel non si voltò “Spero che tu ti stia dedicando a tutti i tuoi protetti e non solo a Dean Winchester” l'ammonì in tono scherzoso.
    Umabel lo guardò di sbieco, ben conoscendo il carattere gioviale dell'Arcangelo.
    Era sicuramente più divertente di Raziel, il suo superiore, forse anche per quello lo sentiva più vicino.
    Sono un bravo angelo custode, Gabriel. Mi occupo di tutti i miei protetti” rispose con un pizzico di aggressività.
    Gabriel alzò le mani in segno di resa “Va bene, va bene...scusa!” disse non troppo seriamente. Umabel non poté far altro che sorridere “Non hai qualche annunciazione da fare?” lo canzonò.
    Gabriel guardò perplesso l'angelo davanti a se “Stai iniziando ad assomigliarmi troppo, meglio che vada via” disse prima di sparire. Umabel scosse la testa, un sorriso divertito si propagava sulle sue labbra poi sentì gridare.
    Nessuno gridava mai in Paradiso. Era la voce di John Winchester, Umabel l'avrebbe riconosciuta tra mille.
    Porta fuori tuo fratello più in fretta che puoi! Non guardare indietro. Ora, Dean, vai!
    Mary Winchester era morta, un demone l'aveva uccisa e Dean era diventato orfano di madre.

    ****


    Perché?” Umabel gridò con rabbia. Lo sguardo freddo e distaccato di Raziel era già una risposta, ma l'Arcangelo parlò lo stesso “Era destino, Umabel. Era già tutto scritto.” disse pacatamente.
    Sin dalla nascita del suo protetto, Umabel sapeva che sarebbe stato un protetto speciale, eppure non aveva immaginato neanche lontanamente ciò che il destino aveva in serbo per lui.
    Un cacciatore, ma non un cacciatore qualsiasi, era ciò che Dean Winchester sarebbe diventato.
    Non rispose a Raziel, lo guardò con delusione prima di andarsene e rifugiarsi da Gabriel in cerca di conforto.
    Ma neanche Gabriel provava dei sentimenti.
    Odio guardare dentro quegli occhi e vederci una traccia di dolore”. La voce di Umabel era appena udibile e forse l'Arcangelo fece finta di non sentire quelle parole.
    Era il 2 Novembre del 1983 e Umabel capì per la prima volta cosa significasse provare paura.




    La frase "Odio guardare dentro quegli occhi e vederci una traccia di dolore" è una frase tradotta dalla canzone Sweet Child O'Mine dei Guns N' Roses che da il titolo al capitolo.

    Edited by Alexis Madison - 13/12/2014, 00:18
     
    Top
    .
  2. saphi02
     
    .

    User deleted


    Bellaaaaaa!!!complimenti Alexis!!!!
     
    Top
    .
  3. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    Grazie Saphi *-*

    Capitolo 2: You Can't Always Get What You Want



    1989


    Dean se ne stava a testa bassa appoggiato con la schiena alla ringhiera delle scale di quella grande casa.
    Era una cosa che gli mancava avere una casa, affacciarsi alla finestra e vedere una bella staccionata bianca a delineare un giardino ben curato.
    Ma la sua mente era rivolta altrove. Detestava il modo in cui suo padre lo guardava dopo quello che era successo e non faceva che accrescere i suoi sensi di colpa già insopportabili per un bambino.
    Dannazione, John, è solo un bambino!” la voce roca di Blake Dalton lo distolse dai suoi pensieri e Dean si affacciò a guardare. Le sue piccole dita strinsero la ringhiera in ferro battuto, fredda al tatto - eppure lui sembrava non accorgersene - talmente forte che le nocche diventarono bianche.
    Suo padre John aveva il volto stanco e si passò una mano sulla barba incolta da giorni mentre lo sguardo vitreo era posato sull'uomo davanti a lui, ma sembrava che non lo stesse realmente guardando. I suoi occhi andavano oltre “Dean ha sbagliato e ha messo in pericolo Sam” disse gelido.
    Dean serrò la mascella, le sue dita scivolarono lentamente sul ferro battuto e lui indietreggiò, passo dopo passo, fino al muro. Si lasciò scivolare contro di esso prima di raggomitolarsi su se stesso e iniziare a piangere in silenzio.
    Al piano di sotto, Blake fissava John inorridito “Certo che ha sbagliato: è un bambino!” ribadì a denti stretti.
    Non ricevette risposta, John lo guardò duramente.
    Ti rendi conto di quello che gli stai facendo passare, John? Ha solo dieci anni e tu lo costringi a comportarsi come un adulto, anzi come un soldato. Stai rovinando i tuoi figli per una crociata che non avrà fine” il tono di voce di Blake era pacato, ma il suo sguardo era accusatore. John rise sprezzante “Con che coraggio vieni a dirmi queste cose? Prima di farci entrare in casa, tua figlia ci ha fatto tutti i test possibili per assicurarsi che non fossimo creature malvagie. Sam ha creduto che fosse pazza! Ha solo sei anni e sa già cosa si nasconde la fuori, non sei molto diverso da me, Blake” ringhiò.
    Blake scosse la testa “Almeno io non la porto in giro per l'America. Mia figlia ha una casa, degli amici e soprattutto non ha responsabilità che non dovrebbe avere” sputò quelle parole come fossero veleno e lasciò John da solo, sperando che riflettesse su quelle parole.

    ***


    Umabel scosse il capo e chiuse lentamente gli occhi.
    Stai diventando un angelo sentimentale” ridacchiò Gabriel affiancando l'angelo custode “Taci!” ruggì quest'ultimo con rabbia.
    Gabriel sorrise strafottente “Mi correggo: un angelo sentimentale e rabbioso!”. Umabel si voltò a guardarlo “Come faccio a proteggere un bambino che è venuto a conoscenza del mondo reale troppo presto? Nessuno dovrebbe sapere di ciò che si nasconde nelle tenebre, nessun bambino almeno” sbottò.
    Gabriel sospirò “Nessuno ha mai detto che fosse facile” mormorò con noncuranza.
    Umabel aveva sempre pensato che Gabriel non prendesse più le cose seriamente come era solito fare un tempo. Era cambiato, era diverso.
    Ciò non toglie che tutto questo sia ingiusto. Non per me...ma per Dean e Sam...” deglutì a vuoto nel tentativo di reprimere quelle sensazioni nascenti che mai avrebbero dovuto far parte del suo essere “Non voglio che soffra in questo modo” mormorò infine, cercando lo sguardo di Gabriel. Ma non lo trovò. L'Arcangelo aveva il viso voltato in un'altra direzione, sembrava pensieroso e distante “Non puoi sempre ottenere quello che vuoi” disse con aria stanca.
    Umabel percepì la rabbia crescere in se “E questo chi lo dice? Dio? Io neanche l'ho mai visto Dio” sibilò.
    Forse se ne pentì e si sentì tremare quando Gabriel, finalmente, puntò gli occhi nei suoi.
    Si creò un silenzio assordante tra loro.
    Non metterti nei guai” disse Gabriel dopo interminabili minuti passati. Sparì senza dire altro, lasciando l'angelo da solo con la propria rabbia e i propri pensieri che si rincorrevano affannosi in cerca di una spiegazione.

    1996


    Al mondo, non c'era niente di simile al rombo del motore dell'Impala di John Winchester.
    Amethyst Dalton, nel sentirlo, si precipitò nel vialetto, non vedendo l'ora di riabbracciare i Winchester.
    Nel vederla arrivare, Dean spalancò le braccia affinché lei ci si rifugiasse dentro come faceva quando era una bambina, ma la ragazzina gli saltò addosso avvinghiandosi a lui con le lunghe gambe.
    Amethyst aveva tredici anni ma era già molto più alta di tutte le ragazze della sua età.
    Dean rise “Ma guardati! Sei più alta di Sammy!” esclamò divertito posando la ragazza a terra che poi stritolò Sam in un caloroso abbraccio “Mi siete mancati, ragazzi!” disse rivolgendo loro un sorriso che incluse anche John. L'uomo ricambiò il sorriso e silenzioso si avviò verso la casa. Blake lo stava attendendo sulla soglia e dopo aver salutato i ragazzi si rinchiuse nello studio con John.
    Allora, quanto vi fermate?” domandò allegra Amethyst sprofondando nel divano di pelle. Dean la imitò.
    Spero più dell'ultima volta” mormorò Sam, sedendosi tra loro. Amethyst posò la testa sulla spalla del minore dei Winchester e sospirò “Vi rendete conto che sono passati tre anni dall'ultima volta che ci siamo visti?”.
    Dean rise “Sì e somigliavi a un putto. Invece ora sei una ragazzina slanciata e sicuramente selvaggia” si beccò un cuscino in piena faccia da parte della ragazza suscitando l'ilarità di Sam.
    C'era un clima disteso, sereno...familiare. Amethyst aveva sempre adorato passare il tempo con Dean e Sam e il rivederli l'aveva resa più solare del solito.
    Amethyst alzò lo sguardo verso Sam e gli sorrise “Ti stai facendo proprio carino, sai?” disse senza peli sulla lingua. Le gote del ragazzo si colorarono di un bel rosso acceso e, mormorando un grazie, si alzò per dirigersi in cucina. Amethyst lo guardò con aria interrogativa “Ma certo, fai come se fossi a casa tua!” disse ironica vedendo che Sam apriva il frigorifero in acciaio per poi infilarci la testa dentro come in cerca di qualcosa.
    In realtà voleva evitare di sentire i commenti del fratello perché Sam era sicuro che Dean avrebbe fatto qualche battuta che lui non avrebbe gradito.
    Guarda, lo hai fatto scappare” disse il maggiore dei Winchester ironicamente. La ragazza si avvicinò a lui e rise “Non era mia intenzione” disse allargando appena le braccia.
    Si voltò a guardarlo, rimanendo incantata da quel profilo. Un'ombra di barba gli adornava il volto, le lunghe ciglia sembravano rendere ancora più luminosi quei grandi occhi verdi. Amethyst non si era mai resa conto di quanto Dean Winchester fosse bello, non fino a quel momento.
    A quel pensiero arrossì e prontamente nascose il viso tra i lucenti capelli biondi, sperando che il ragazzo non si fosse accorto di nulla.
    Nei giorni successivi la bionda aveva già capito di essersi presa una colossale cotta per Dean Winchester.
    Suo padre non doveva saperlo. Sam non doveva saperlo, ma soprattutto non doveva saperlo il diretto interessato.
    Seduta accanto a Sam nella scalinata di marmo della scuola in attesa di Dean, Amethyst si era persa nei propri pensieri, maledicendosi per aver preso una sbandata per un cacciatore.
    Niente sarebbe stato sicuro -E poi sono solo una ragazzina, che speranze credo di avere con lui?- si ritrovò a pensare.
    Ame, tutto bene?”nel chiederlo, Sam le posò una mano sulla spalla facendola sobbalzare appena. Lei gli rivolse un sorriso radioso “Sì! Sto solo pensando al compito di letteratura che ci aspetta domani” mentì prontamente.
    Non era la prima volta che mentiva. Mentiva ai suoi compagni di classe e ai professori circa il lavoro di suo padre. Mentiva praticamente a tutti, nascondendo ciò che sapeva realmente sul mondo crudele di cui faceva parte. Non le risultò difficile mentire anche a Sam per una cosa così banale.
    Dean finalmente si fece vivo. Stringeva la mano a una ragazza e non una ragazza qualsiasi. Monica Taylor era la ragazza più popolare della scuola e Amethyst la detestava.
    Allora ci vediamo domani” - persino la sua voce la irritava - Dean sorrise e posò le labbra su quelle carnose della ragazza. Amethyst lanciò una fugace occhiata a Sam infilandosi due dita in bocca mimando l'atto di vomitare. Il ragazzo ridacchiò appena per non farsi vedere dal fratello maggiore e dalla sua nuova ragazza che si stava allontanando ancheggiando visibilmente.
    Allora ci vediamo domani” disse Amethyst in almeno un tono sopra la norma, scimmiottando la capo cheerleader “Vedo che non hai perso tempo” aggiunse poi sarcastica. Dean la spinse appena, ridacchiando e lei si unì alla risata del ragazzo. Ma moriva dentro -Non puoi sempre ottenere quello che vuoi-.


    Ecco il secondo capitolo e due nuovi personaggi: Blake Dalton e sua figlia Amethyst! Il titolo del capitolo (la cui traduzione troviamo per ben due volte all'interno del capitolo) è preso dal titolo di una canzone dei Rolling Stones!

    Edited by Alexis Madison - 15/12/2014, 22:19
     
    Top
    .
  4. saphi02
     
    .

    User deleted


    Bel capitolo!!! Speriamo che tra Dean e Amethyst nasca qualcosa :pray:
     
    Top
    .
  5. _Scira_
     
    .

    User deleted


    La tua è la prima fanfiction che leggo e mi è piaciuta molto bello lo stile è scorrevole a leggere :D
     
    Top
    .
  6. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    Grazie a d entrambe ** Son contenta che vi piaccia! A presto con il prossimo capitolo :)
     
    Top
    .
  7. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    Chiedo scusa per il doppio post!

    Capitolo 3: WHY CAN'T THIS BE LOVE



    Umabel gridò di dolore.
    La lama angelica era fredda in netto contrasto col sangue che caldo scivolava su di essa lento, inesorabile.
    Gridò di dolore, ma il suo sguardo freddo e sicuro fece capire a Raziel che no, non aveva intenzione di cedere.
    PARLA!” gridò esasperato l'Arcangelo. La mano, ricoperta di sangue scarlatto, fremette facendo tremare la lama sul volto dell'angelo che rimase impassibile “È proibito per voi angeli custodi scendere sulla Terra” sibilò ad un soffio dalla pelle lacerata di Umabel.
    Un riso di scherno stese le sue labbra bagnate dl suo stesso sangue “E chi ti dice che io, Umabel, un Angelo del Signore, sia sceso sulla Terra?” la sua voce parve stanca, ma il tono era più tagliente di quella lama che aveva tormentato la sua Grazia.
    Raziel grugnì frustrato e sentì la rabbia crescere in lui, spaventosa e inarrestabile.
    La presa sulla lama si fece nuovamente salda, il braccio alzato a mezz'aria, pronto a colpire.
    Umabel fissò Raziel in volto. Non disse una parola e nei suoi occhi non si vedeva quella paura che Raziel avrebbe tanto voluto leggervi.
    Sarebbe bastato un affondo per togliere la vita all'angelo custode e Raziel era deciso a farlo.
    Fermati Raziel” tuonò una voce alle sue spalle.
    La spada gli scivolò tra le mani e tintinnò a terra, leggera.
    Gabriel” disse tra i denti, volgendo lo sguardo verso il messaggero di Dio.
    Non puoi uccidere Umabel” la voce ferma dell'Arcangelo non lasciava spazio a repliche ma Raziel lo ignorò comunque “È un mio sottoposto” sbraitò. Lo sguardo folle, la bocca piegata in una terribile smorfia.
    Non spetta-a te-DECIDERE” urlò. Raziel non ebbe il tempo di ribattere, né di scusarsi, uno schiocco di dita di Gabriel e scomparve.
    Umabel si lasciò andare ad un sospiro di sollievo mentre Gabriel liberava le sue braccia dalle pesanti catene, poi l'Arcangelo posò due dita sulla fronte sporca di sangue rappreso dell'angelo, guarendolo così dalle ferite.
    Ti avevo detto che avere dei prediletti poteva pericoloso” sentenziò cercando, negli occhi dell'angelo, un perché a quel folle gesto.
    Ma lo sguardo di Umabel era indecifrabile e imperturbabile “Non capisco a cosa tu ti riferisca” disse seccamente, facendo per abbandonare la stanza.
    Gabriel lo fermò, trattenendolo per un braccio “Non prendermi per un idiota, Mabe. So della tua piccola fuga sulla Terra” sussurrò preoccupato.
    Un sorriso stanco si dipinse sulle labbra dell'angelo “Sei proprio sicuro di essere l'angelo più adatto a farmi una ramanzina, Gabe?” rispose, liberandosi dalla morbida presa di Gabriel.
    Umabel sapeva che la strada che aveva iniziato a percorrere era pericolosa eppure non vi era altra strada che volesse percorrere.

    1999


    Cutler Bay era forse l'unica città di tutti gli Stati Uniti d'America in cui i Winchester si erano soffermati più volte.
    John si era reso conto che a nessuno dei suoi due figli dispiaceva particolarmente - se non affatto - bivaccare nel salotto dei Dalton mentre lui discuteva di un caso insieme a Blake.
    Parcheggiarono in Sterling Drive affiancando l'inconfondibile furgoncino Volkswagen bianco e blu che apparteneva da sempre a Blake Dalton.
    Si deciderà mai a cambiare quel rottame?” brontolò Dean scendendo dall'auto. John rise appena “Io non cambio la mia auto dal 1973 e non ti sei mai lamentato” lo rimbeccò.
    Il ragazzo fissò l'Impala e sorrise, allargando le braccia “Ma l'Impala non è un rottame, è una signora auto!” esclamò.
    Sam rise appena, scuotendo la testa prima di guardare speranzoso il padre “Papà, possiamo andare a prendere Amethyst a scuola?” domandò.
    Blake si schiarì la voce mentre avanzava nel vialetto di ghiaia “Non dovresti chiederlo a me, giovanotto?” disse con la risata nella voce.

    ***


    Amethyst chiuse l'armadietto e sospirò rassegnata, facendo roteare gli occhi quando si ritrovò di fronte Troy Acosta in tutta la sua altezza “Che cosa vuoi, Troy?” chiese stancamente issandosi la tracolla in spalla.
    Il ragazzo la guardò spaesato, aspettandosi che lei, come tutte le altre, gli sorridesse svenevolmente portandosi indietro i capelli con un gesto sensuale del capo.
    Vai, Big T.!” lo incitò uno dei suoi amici, spingendolo appena. Troy sorrise sfrontato “Non manca molto al ballo...vieni con me?” disse sicuro di se.
    Amethyst inarcò un sopracciglio. Si aspettava che Troy le proponesse di andare al ballo scolastico insieme, ma lei non aveva nessuna voglia di andarci. Specialmente con lui.
    No” disse semplicemente, stringendosi appena nelle spalle e superandolo per dirigersi all'uscita, lasciando basiti i due ragazzi.
    Troy Acosta non era abituato a ricevere un due di picche e Amethyst uscì dalla scuola inseguita dagli insulti delle tante ragazze che avrebbero voluto essere al suo posto, ma a lei quello non interessava.
    Alice Walcott, la sua migliore amica, le si avvicinò con aria sconvolta, gli occhi nocciola sbarrati, la bocca rosea a formare una comica “O” per qualche istante “Tu...hai detto di no a Troy Acosta?” domandò finalmente dopo diversi attimi di silenzio durante i quali Amethyst si chiese se l'amica avesse perso l'uso della parola.
    La bionda ridacchiò, gettando la testa all'indietro con un'espressione noncurante e annoiata “Andiamo, non è mica un Dio” disse in uno sbuffo.
    Alice la guardò come se fosse impazzita e sgranò ancora di più gli occhi leggermente truccati “Lo è per noi disperate ragazze del liceo, specialmente ora che il ballo si avvicina!” esclamò “Troy Acosta è il ragazzo più desiderato della scuola, è il capitano della squadra di football e sarà il Re del ballo” disse agitata come se stesse parlando di una questione di vita o di morte.
    Amethyst si arrestò, parandosi davanti all'amica che per poco non le rovinò addosso “Woah frena! Prima di tutto: io non sono disperata” l'amica la interruppe sbuffando, roteò gli occhi e la indicò con un gesto molle della mano “Certo, tu sei carina. Alta. Bionda. Occhi azzurri. Fisico da modella.
    Amethyst la ignorò “Non ho neanche intenzione di andare a quello stupido ballo. E in secondo luogo Troy Acosta, che sarà pure carino, è un idiota patentato!” disse allargando le braccia e rischiando di colpire in pieno viso un ragazzo del primo anno.
    Alice la guardò con un'espressione a metà tra il deluso e lo sbigottimento, poi fissò qualcosa alle spalle dell'amica e aggrottò le sopracciglia, confusa “Scusa, ma non sei candidata a Reginetta?” chiese indicando il poster alle spalle di Amethyst.
    La ragazza la guardò con aria spaesata prima di voltarsi e vedere il poster che la raffigurava insieme ad una grossa scritta sull'azzurro che con un elegante font diceva “Vota per Amethyst Dalton”.
    Respirò profondamente e strinse i pugni “Dane!” esclamò a denti stretti avendo capito chi aveva osato candidarla senza prima renderne conto a lei “Giuro che lo ammazzo” ringhiò strappando il poster dal muro.
    Alice rise nervosamente “In effetti mi sembrava improbabile che fosse opera tua, ma non mi sembra il caso di ammazzare Dane” disse tentennante.
    Amethyst sbuffò e la ignorò ancora una volta mentre a passo di marcia si dirigeva fuori dalla scuola dove era certa che avesse trovato Dane, colui che avrebbe dovuto essere il suo migliore amico ma che invece l'aveva appena pugnalata alla spalle.
    Dane sapeva quanto Amethyst odiasse quel genere di cose. Odiava la popolarità, odiava i balli scolastici e odiava Troy Acosta e la sua combriccola di ragazzi e ragazze popolari.
    Lo trovò nel cortile, appoggiato al suo motorino mentre fumava una sigaretta, Alice la seguiva con passo veloce per cercare di evitare una catastrofe.
    Il ragazzo non appena la vide si affrettò a spegnere la sigaretta e iniziò a mormorare delle scuse, proteggendosi il volto - e gli occhiali - con le braccia “Non è stata una mia idea, te lo giuro! Mezza scuola voleva che ti candidassi, non vogliono che vinca Judith” disse srotolando quelle parole con velocità e senza respirare.
    Amethyst gli diede un colpo a braccio “E tu hai pensato bene di accettare senza consultarmi, vero?”. Dane la guardò con aria colpevole ben sapendo che Amethyst non sapeva resistere ai suoi occhioni blu.
    Infatti la ragazza si calmò, sbuffò e incrociò le braccia sotto il seno “Comunque al ballo non ci vado” disse in tono stanco.
    Alice le afferrò un braccio “Oh. Mio. Dio. Ma quello è Dean Winchester!” esclamò con voce strozzata.
    Amethyst si voltò subito in direzione dello sguardo dell'amica.
    Dean Winchester era proprio lì, appoggiato all'Impala.
    Affianco a lui suo fratello Sam, più alto di quanto Amethyst si ricordava.
    Con un gran sorriso corse loro incontro saltando in braccio a Dean che rise stringendola a se “Sei per caso felice di vederci, scheggia?” domandò il maggiore mentre lei abbracciava Sam.
    Papà non mi ha detto che sareste venuti!” disse lei in tono entusiasta, continuando a sorridere e totalmente incapace di smettere.
    Alice a Dane si avvicinarono al gruppetto, Alice con espressione estasiata a Dane che osservava con attenzione.
    Amethyst soffocò una risata, presentando i suoi amici ai fratelli Winchester prima di salutarli e andare così a casa.
    Posso stare davanti?” disse facendo gli occhi dolci a Sam. Il ragazzo sospirò rassegnato aprendo la portiera posteriore per sedersi dietro.

    ***


    Blake si passò le dita sugli occhi stanchi e chiuse il libro sul quale stava studiando con violenza “Avanti, John! È palese che si tratti di un comune fantasma” disse in tono lamentoso.
    John sospirò, gli occhi segnati da profonde occhiaie lasciavano intuire quanto poco avesse dormito in quei tre giorni passati a Cutler Bay “Sì, probabilmente hai ragione tu” disse stancamente, lanciando un'occhiata a Dean, seduto al suo fianco.
    Il ragazzo non sembrava del tutto convinto “Hey, ragazzi! Voi che ne pensate?” disse richiamando l'attenzione di Sam e Amethyst seduti sul divano a guardare passivamente la TV.
    Amethyst fece un largo sorriso e corse nello studio del padre. Sam, meno entusiasta, la segui a passi strascicati e si sedette accanto al fratello lasciandosi cadere pesantemente sulla sedia.
    In religioso silenzio, Amethyst lesse tutte le notizie riguardanti le misteriose morti avvenute a Goulds in quegli ultimi giorni, confrontando il tutto con le vecchie leggende presenti nei libri di suo padre.
    Aggrottò le sopracciglia e sollevò lo sguardo verso il padre “Perché sei così sicuro che si tratti di un fantasma?” domandò scettica “Potrebbe essere una Banshee!” concluse con convinzione.
    Dean la osservò e le sue labbra si incresparono in un sorriso soddisfatto e di ammirazione, ma Blake scoppiò in una fragorosa risata “Le Banshee non sono spiriti maligni, Amethyst” disse rudemente.
    Amethyst non si lasciò intimorire dalla sguardo severo del padre “Queste uccisioni sono iniziate dopo la morte di Killian O'Reilly, capostipite di un'antica e importante famiglia irlandese. Lo sai cosa dicono le leggende sulle Banshee: quando muore un membro di un'importante famiglia, la Banshee che protegge la famiglia si dispera e col suo pianto è in grado di uccidere” sentenziò decisa, lo sguardo fisso sul padre che non sembrava voler dare retta alla figlia.
    Sono stanco, Ame, non ho voglia di starti a sentire dire stronzate. Escludo categoricamente che si tratti di una Banshee” disse in un tono che non ammetteva repliche.
    Amethyst si alzò di scatto facendo cadere la sedia con un sonoro tonfo “Lo escludi categoricamente solo perché te lo sto dicendo io? Lo sai che sono brava, ma sei troppo orgoglioso per ammettere che ti stai sbagliando e che io ho ragione” gridò con rabbia, gli occhi azzurri sgranati e le mani posate saldamente sul tavolo.
    Blake le diede uno schiaffo che le fece voltare il viso lasciando tutti basiti “Blake, non avresti dovuto farlo” lo rimproverò Dean “Non dirmi come trattare mia figlia, ragazzo. Non sei un padre e non hai idea di come ci si comporti” disse con calma.
    Amethyst abbandonò lo studio senza dire una parola.

    ***


    Hey, tutto bene?” Amethyst sollevò lo sguardo verso Dean, appoggiato allo stipite della porta della sua stanza.
    Gli occhi azzurri erano arrossati dal pianto, ma sorrise al ragazzo che erano ancora più bello di quanto ricordasse.
    Sospirò e annuì, tirando su col naso. Da sotto il letto tirò fuori una grossa scatola di legno e prese un lucente pugnale d'argento “Una Banshee si uccide tagliandole la testa con un pugnale d'argento impregnato d'erica cresciuta in Irlanda” disse porgendo il pugnale a Dean.
    Il ragazzo lo prese, sorridendo per poi stringere in un abbraccio Amethyst che affondò il viso nell'incavo della sua spalla “Gli guarderò le spalle, te lo prometto. E ucciderò quella Banshee” mormorò Dean con dolcezza.
    Amethyst sollevo lo sguardo e sorrise “Grazie. E grazie per credere in me anche quando mio padre non lo fa” disse prima di scoccargli un bacio sulla guancia.
    Dean le scompigliò i capelli e rise “Figurati, scheggia. È un piacere” disse cingendole le spalle con un braccio e accompagnandola al pian terreno. John e Blake erano già pronti alla partenza e aspettavano in auto solamente Dean.
    Sul tavolo del soggiorno vi era una grossa scatola con un fiocco blu. Dean la indicò “Da parte di tuo padre” disse dandole un buffetto sulla guancia.
    Amethyst si avvicinò al tavolo e prese il biglietto posato sulla scatola.

    Dane e Alice mi hanno detto che diventerai Reginetta. Spero ti piaccia.
    Con affetto, papà.


    Amethyst si lamentò appena ma aprì la scatola tirando fuori un abitino blu notte, con una scollatura a cuore decorata da minuscoli brillantini che seguivano la linea dei seni.
    Sam scoppiò a ridere “Ora si che sei costretta ad andare al ballo” disse canzonandola. Si guadagnò un'occhiata truce da parte della ragazza che ripose il vestito dentro la scatola con una smorfia.
    Dean si schiarì la voce “Ame, devi dirmi se ti piace, tuo padre lo vuole sapere” disse indicandosi dietro le spalle, in direzione dell'Impala dove John e Blake ancora aspettavano.
    Amethyst sbuffò “Digli che mi piace ma che non andrò a quello stupido ballo” disse acida.
    Dean ridacchiò e uscì di casa salutando i ragazzi.
    Perché ti ostini a non volerci andare? Hai ricevuto anche diversi inviti” le chiese Sam, cingendole le spalle “Non mi piace nessuno di quei ragazzi” mormorò seguendo Dean, che saliva in auto, con lo sguardo.
    Sam guardò nella sua stessa direzione e chiuse gli occhi “Dimmi che stai scherzando...Dean, sul serio?” disse un poco affranto, chiaramente dispiaciuto per la sua amica.
    Amethyst lo guardò sconsolata “Ho una cotta per lui da circa tre anni” ammise “Ma lui non deve saperlo” si affrettò a dire minacciosa.
    Sam le sorrise, scostandole i capelli biondi dal viso “Non glielo dirò Amethyst” la rassicurò abbracciandola.
    Amethyst si strinse a lui “Perché non può essere amore?” chiese, forse più che altro a se stessa.


    Why can't this be love (Perché questo non può essere amore) è il titolo di una canzone dei Van Halen.
    Questo è l'abito che Blake ha regalto a Amethyst.


    Edited by Alexis Madison - 29/12/2014, 16:12
     
    Top
    .
  8. saphi02
     
    .

    User deleted


    Non ho parole per descrivere quanto sei brava...complimenti
    Spero solo che (come già detto) tra Dean e Ame nasca qualche cosa...e spero anche che Dean accompagni Ame al ballo...io spero :pray: aspetto con ansia il prossimo capitolo ;)
     
    Top
    .
  9. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    Grazie mille davvero *arrossisce* Ecco qui, prima del previsto, il quarto capitolo xD

    Capitolo 4: I DON'T WANT TO MISS A THING



    Sam non si sarebbe arreso, aveva deciso che Amethyst doveva andare al ballo e così sarebbe successo.
    Sapeva però che non sarebbe mai riuscito a convincerla.
    Pronto?” Dean rispose al secondo squillo e Sam deglutì temendo la reazione del fratello.
    Ehm...Dean...mi dovresti fare un favore” disse Sam titubante. Dean sbuffò e fece roteare gli occhi come se il fratello potesse vederlo e non solo immaginarselo come in effetti stava facendo “Dimmi, Sammy” disse, allontanandosi dal padre e da Blake che stavano discutendo sul caso.
    Quando tornate, fai in modo di convincere Amethyst ad andare a quel dannato ballo” disse guardandosi intorno per assicurarsi di essere solo.
    Dean corrugò la fronte, sorpreso da quella richiesta “E non potresti farlo tu?” chiese stizzito, lanciando un'occhiata in direzione di John che aveva alzato la voce.
    Sam sbuffò spazientito “A me non da ascolto, a te invece sì. Ah...un'altra cosa: dovrai fare da chaperon al ballo” disse in fretta, aspettandosi appunto la sfuriata di Dean che non tardò ad arrivare.
    Che cosa? No, Sammy...io non ci vado” gridò il maggiore, sgranando gli occhi verdi un po' per la rabbia e un po' per lo stupore.
    E forse anche un po' per la paura. Badare a degli adolescenti durante il ballo scolastico? Era l'ultima persona al mondo adatta per quel compito, ne era perfettamente consapevole!
    Non ti puoi tirare indietro, ormai ti hanno assegnato il ruolo e ci devi andare. E trascinaci pure Ame” disse. Chiuse la chiamata prima che Dean potesse ribattere, sperando che non lo richiamasse.

    ***


    Dean guardava le fiamme che si alzavano dalla fossa. Le fissava come se si aspettasse di poter vedere qualcosa attraverso di esse. Una Banshee.
    Sapeva che non si trattava di un fantasma e il corpo bruciato di Killian O'Reilly non avrebbe fermato quelle morti.
    Torniamo a casa, questo figlio di puttana ha finito di seminare cadaveri” disse Blake, distogliendo lo sguardo dal fuoco e avviandosi, sacca in spalla, verso l'Impala.
    John lo seguì, incitando Dean a fare altrettanto, ma il ragazzo non si mosse “Non possiamo aspettare almeno fino a domani? Giusto per assicurarci che la teoria di Amethyst fosse sbagliata”.
    Blake lo guardò accigliato “Non ho intenzione di dare retta ad una ragazzina” disse lanciando la sacca nel sedile posteriore dell'auto.
    Dean serrò la mascella, facendola scattare appena “Quella ragazzina è tua figlia e onestamente, Blake, credo più alla sua teoria che alla tua” disse risoluto.
    Blake non ebbe modo di rispondere. Un urlo agghiacciante squarciò l'aria calda e umida e l'uomo si accasciò a terra, tappandosi le orecchie.
    Dean e John lo imitarono, strizzarono gli occhi mentre l'urlo si faceva sempre più intenso, sempre più vicino.
    Fu allora che Dean, cercando di rimettersi in sesto, vide una figura femminile, avvolta in un sottile velo grigio.
    I lunghi capelli biondi le ricadevano davanti al viso pallido che metteva in risalto gli occhi arrossati e bagnati di lacrime.
    La Banshee si avvicinò a Blake, reo di aver bruciato il corpo di un suo protetto, e il suo pianto disperato si fece sempre più forte, più acuto. Le orecchie di Blake iniziarono a sanguinare, stava per perdere i sensi ma sollevò lo sguardo verso la creatura, maledicendosi per non aver dato retta a sua figlia.
    In quel momento le parve di vederla, i capelli biondi, gli occhi azzurri, così somigliante a sua madre, ma Blake non stava guardando altro che il proprio carnefice.
    D'improvviso, la figura si dissolse in un effimero fumo azzurro. L'ultima cosa che Blake vide fu Dean, il respiro leggermente affannato, la mano che stringeva un pugnale d'argento. Poi svenne.
    Arrivarono a Cutler Bay nella metà del tempo. Dean e John trascinarono Blake, ancora privo di sensi, dentro casa e lo adagiarono sul divano.
    Papà!” gridò Amethyst, correndo giù per le scale fino ad arrivare al capezzale del padre. “Starà bene” la rincuorò Dean posandole una mano sulla spalla.

    ***


    Posso entrare?” Amethyst annuì senza sollevare lo sguardo dalle proprie dita che si stavano torturando le une con le altre e Dean le si sedette accanto “Lo faresti felice se andassi a quel ballo” disse.
    La ragazza sorrise amaramente “È solo uno stupido ballo” mormorò appena, gli occhi ancora fissi sulle dita.
    Dean si schiarì la voce “Sì, è vero: è solo uno stupido ballo. Ma significa vita normale e tuo padre desidera che tu abbia una vita il più normale possibile. Potresti pentirtene, sai?
    Amethyst sollevò finalmente lo sguardo verso di lui. Quegli occhi verdi la perforarono per l'ennesima volta, ma non si lasciò intimorire da essi, le piaceva guardarli “Perché lo pensi?” chiese abbracciandosi le ginocchia.
    Dean sospirò, si morse appena l'interno della guancia e strizzò gli occhi per qualche istante. Ciò che stava per rivelarle, non lo aveva mai detto a nessuno “Perché io me ne son pentito” fu come liberarsi di un peso “Avevo più o meno la tua età e mi trovavo in una tenuta per ragazzi...difficili. Conobbi una ragazza e le promisi di andare al ballo con lei, ma proprio quella sera mio padre tornò a prendermi. Scelsi di andare con lui perché volevo seguire la mia famiglia e non mi pento di questo, ma ci sarei voluto davvero andare a quel ballo” concluse. *
    Amethyst si umettò le labbra e sorrise quasi impercettibilmente “Una tenuta per ragazzi difficili?” domandò in tono canzonatorio “Una sola parola con qualcuno e ti ammazzo, intesi?” disse in tono fintamente minaccioso, prima di scompigliarle i capelli “E poi quell'idiota di Sammy ha assicurato alla vostra professoressa che io avrei fatto da chaperon, quindi vedi di andarci a quel ballo, non ho intenzione di andare lì con la consapevolezza che quella di mio fratello sia l'unica faccia conosciuta”.
    Amethyst rise e Dean fece per andarsene “Dean?” lo richiamò la ragazza. Lui si voltò “Dimmi tutto, scheggia” disse con un sorriso. Amethyst andò ad abbracciarlo “Grazie” disse in un sussurro “Per cosa?” chiese lui confuso.
    La bionda sospirò, liberando Dean da quella dolce morsa “Per aver salvato mio padre. Sei un eroe...il mio eroe” disse arrossendo un poco.
    Dean fece un largo sorriso “Ho semplicemente mantenuto la mia promessa” disse per poi abbandonare la stanza.

    ***


    Amethyst ancora non riusciva a credere al fatto di aver ceduto: stava per andare al ballo scolastico.
    Aveva indossato l'abito regalatole dal padre, raccolto i capelli in una elegante ma semplice treccia e indossato delle scarpe tacco dodici con le quali avrebbe sovrastato praticamente chiunque, eccetto forse Troy Acosta.
    Amethyst, vuoi muoverti?” la voce impaziente di Alice che proveniva dabbasso la fece sbuffare “Arrivo, arrivo!” esclamò scendendo le scale.
    Oh porca troia! Sei uno schianto vestita da donna” Dane si beccò uno sguardo truce da parte di Blake e della sua stessa amica “Un altro commento del genere e di cavo un occhio con il tacco” commentò lei acida.
    Sam le sorrise, impacciato nel suo smoking affittato nel negozio del centro “Sei bellissima” disse.
    Un commento senza dubbio più gentile di quello di Dane. Amethyst lo ringraziò e sorrise raggiante, arrossendo e scostando un ciuffo ribelle dietro l'orecchio sinistro “Andiamo, prima che cambi idea!” disse spintonando gli amici, compreso Dean, verso la porta d'ingresso.
    Passarono la serata a ballare tutti insieme, eccetto Dean che se ne stava dietro il banco del punch - rigorosamente analcolico - con aria annoiata, fino a quando non arrivò il momento di annunciare il Re e la Reginetta del ballo.
    Judith Pearson, fasciata in un troppo stretto abitino color rosa confetto, sorrideva incessantemente tenendo gli occhi fissi sulla coroncina. Era sicura di vincere e strinse - anzi, stritolò - la mano di Troy il quale aveva ripiegato su di lei dopo il rifiuto di Amethyst.
    ...e il Re del ballo è...Troy Acosta!” annunciò la professoressa James al microfono, sfoderando un finto sorriso.
    Troy venne incoronato, nessuno si sorprese di tale nomina, come se fosse già stato scritto nelle stelle.
    La Reginetta di quest'anno è...rullo di tamburi...Amethyst Dalton!” un altro sorriso forzato, un boato assordante e il braccio di Amethyst stritolato da Alice scandirono quel momento.
    Con fare annoiato, Amethyst si diresse sul palco, si lasciò incoronare e accettò con aria passiva lo scettro. Tuttavia l'espressione sconfitta di Judith bastò per farla sentire decisamente meglio.
    Sulle note di “I don't want to miss a thing” degli Aerosmith, il Re e la Reginetta - con gran disappunto di quest'ultima - diedero il via alle danze.
    Già a metà della prima strofa, Amethyst abbandonò Troy in mezzo alla pista, si avvicinò ai tre amici e iniziò ad intonare a squarciagola quella canzone che tanto amava, anche se non lo avrebbe mai ammesso a nessuno.
    Ballarla con Troy sarebbe stato un vero spreco.
    Hey Reginetta, ti va di ballare?”, aveva provato un brivido nel sentirsi sfiorare la spalla, come se il suo corpo avesse percepito che a sfiorarla fosse stato Dean.
    Rise appena, Amethyst, la corona storta sui capelli biondi, ma non poteva dire di no ad un ballo con Dean Winchester, non sulle note di quella canzone.
    Sei davvero bellissima, scheggia” le disse lui con un sorriso. E Amethyst si sarebbe potuta perdere in quel momento per sempre. **



    Nota dell'autrice: * riferimento alla puntata 9x07 "Bad Boys"
    ** la frase rievoca una frase della canzone che da il titola al capitolo, la stessa che Amethys e Dean stanno ballando.
    Primo capitolo con l'assenza di Umabel, spero che vi piaccia comunque!


    Edited by Alexis Madison - 23/12/2014, 14:13
     
    Top
    .
  10. saphi02
     
    .

    User deleted


    YESSSSSSSS!!!!!!! speravo che la "storia" si evolveva così!!!!!!
    Mi rimane solo di sperare che si mettono insieme...anche se ho in mente come continuerà questo capitolo...ma faccio fare all'esperta...è meglio...comunque complimenti veramente :sisi: bel capitolo
     
    Top
    .
  11. Alexis Madison
     
    .

    User deleted


    Felicissima che ti sia piaciuto questo capitolo! Spero di non deluderti con i prossimi <3
     
    Top
    .
  12. saphi02
     
    .

    User deleted


    Non mi deluderai...ne sono sicura ;)
     
    Top
    .
11 replies since 12/12/2014, 22:10   137 views
  Share  
.