Diario di una cacciatrice

o almeno così sembra..

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    - Titolo Fan Fiction: Diario di una cacciatrice
    - Nome/Nick autore: Carolyn7
    - Fandom : Supernatural
    - Timeline : Timeline lungo le stagioni partendo dalla terza fino alla decima.
    - Sommario : Carolyn è una ragazza che proviene da una famiglia di cacciatori. Lascia l'università per rompere gli schemi della vita "normale" ed imbattersi in quella della propria famiglia. Ovvero in quella di cacciatori.
    - Spoiler: Prossibili spoiler della decima stagione
    - Disclaimer: ...es: i personaggi delle serie : Dean, Sam, Bobby, Castiel e il resto dei personaggi dello show non mi appartengono l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Il mio scopo non è tanto esaltare la vita di Sam e Dean ma quello di evidenziare quella del mio OC. Vorrei caratterizzare un personaggio a tutto tondo, nella sua "normalità" e umanità. Inserendolo in un contesto soprannaturale, con i Winchester.




    Ch.1: Diario di una cacciatrice

    "Siete mai rimasti a pensare a come sia nascere in una famiglia di cacciatori, invece che in una famiglia normale? E non si intende dei soliti cacciatori, di quelle persone che cacciano innocenti animali...bensì di spiriti,demoni come li si voglia chiamare insomma.
    Vi posso tranquillamente rispondere io. Il mio nome è Carolyn, e sì, è una vera merda.
    Quand'ero piccola, non capivo molto cosa mi accadesse intorno, non ero sveglia come mia sorella. Lei sì che la si può definire una ragazza furba e temeraria. Della caccia non me ne interessavo, sarà che non capivo bene cosa cacciavano la mia famiglia, ma è così.
    -Non sono cose per me, non voglio fare del male a nessuno- rispondevo sempre a mia sorella quando cercava di convincermi, un giorno però...di punto in bianco non me lo chiese nemmeno più.
    Ricordo benissimo un giorno... ero sul divano di casa mia, quando ne avevo una, stavo facendo i compiti per la scuola. Quando Catherine, mia sorella spalancò la porta di casa. Stava tornando dalla sua solita caccia, non ci feci molto peso ma era molto silenziosa, posò lo zaino all'uscio e salì le scale per andare al piano superiore, senza dire una parola.
    Mi girai per fissarla qualche secondo per poi continuare i compiti.
    Passarono ore ed ore, non appena finii i compiti mi resi conto che non si fece più viva nemmeno per chiedermi cosa facevo o per prendermi in giro, come suo solito. Era sempre quel tipo di persona che doveva metterti sotto torchio altrimenti la sua vita non aveva un senso, ne provava gusto evidentemente.
    Salii con calma le scale senza far rumore, mi avvicinai alla porta della sua camera e la aprii leggermente per vedere cosa stesse facendo. Dormiva, o così sembrava. Entrai in punta di piedi per metterle il lenzuolo addosso, quando si girò di scatto puntandomi un coltellino "Butterlfy" allo stomaco. Sobbalzai, mi spaventai così tanto che non riuscii a dire nemmeno una parola, feci retromarcia e alzai le mani. Lei spalancò gli occhi, ritrasse il coltello e si alzò di scatto per venirmi incontro. Si giustificò in tutti i modi possibili, mi chiese scusa in 3 lingue perlomeno.
    -Si può sapere cosa fai con quell'arma?Sono cose pericolose, non dovresti tenerle in casa, Cathrine-
    Certo, per chi non conosce la verità, è facile parlare così, ma da quel giorno, posso dirvi che anche io dormivo con una pistola sotto al cuscino. Non mi ha ancora detto quel giorno cosa vide, che la traumatizzò di quella maniera.
    Quando mio padre tornò la sera, e stavamo cenando. Catherine si versò l'acqua nel bicchiere e sistemandosi la ciocca di capelli dietro l'orecchio guardò mio padre.
    -Papà,credo che dovremmo dirle tutto, ormai ci ha scoperti. E ha l'età per capirle, certe cose.- Nei suoi occhi color ambra, c'era come un lampo che le passava l'iride. Mio padre posò le posate, guardò Catherine e poi me. Sospirò e mi disse tutta la verità.
    I demoni, le streghe, gli spiriti esistevano, non erano solo favole. Assurdo.
    Due anni dopo, mio padre morì, durante il suo "lavoro". Inutile spiegarvi il dolore mio e di mia sorella, ormai rimaste sole, visto che nostra madre morì anni prima.
    Mia sorella sparì dalla circolazione, mi chiamava ogni sera, ma non mi diceva mai dove fosse, si giustificava dicendo - Sto lavorando, non cercarmi, non sono cose che fanno per te-.
    Ma ero stufa, anche io sapevo di quelle storie, anche io potevo affrontarle come lei, perchè non potevo?cosa avevo da invidiarle? Così, decisi di diventare una cacciatrice, da lì iniziò tutto."
     
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    CH.2 IO CREDO IN NOI
    Carissimo, ci ritroviamo ancora, e come tutte le altre volte ti racconterò qualcosa di nuovo. Scrivere a un mittente invisibile non è poi così male. Almeno posso rimanere le mie memorie per quando sarò vecchia e decrepita...sempre se io ci arrivi alla terza età, sia chiaro!
    Sapete, gli amici sono come una seconda famiglia, ed averli è davvero come avere un tesoro..un tesoro inestimabile, perchè per quanto potrai litigare con loro...ti vorranno sempre bene.

    Erano i primi giorni di Giugno, ed eravamo in Arizona per lavorare ad un caso. Un banchiere morto nella propria casa, tutta sigillata, nessun segno di scasso e una donna morta nella vasca da bagno, la casa interamente vergine. Era proprio il caso che faceva per noi no? Bene, ci diriggemmo in Arizona a bordo dell'Impala di Dean. Sempre in compagnia di quelle canzoni che dopo un po' ti fanno venire l'emicrania, povera me. Prenotammo una camera in un ostello e iniziammo le nostre ricerche. Le nostre prime impressioni ci portavano a pensare che era tutta opera di uno spirito. Eravamo tutti e tre seduti al tavolo, Sam con il laptop mentre io e Dean cercavamo un possibile collegamento tra le vittime. Come mai ero con loro vi chiedete, ovviamente. Non l'ho accennato se non sbaglio, che lavoro con loro da un po'. Mia sorella, li ha pregati di tenermi d'occhio dopo che la nostra casa fu bruciata, piuttosto... perchè non lo fa lei invece di sparire ogni volta? Ma in realtà abbiamo instaurato un bel rapporto, alla fine almeno. Quindi nemmeno ci pesava. Ah ho detto "alla fine" perchè stato difficile all'inizio. Io e Dean ci scontravamo sempre, liti su liti..mattino, pomeriggio e sera! Snervante. Petulante e senza cervello. Intendo lui ovviamente. Sam è più maturo nonostante sia il secondogenito... Ed è quello più calmo, anche quello più introverso se dobbiamo parlarne, forse per questo andiamo d'accordo. Dean se ha un problema te lo schiaffa in faccia tranquillamente...anche io sono così, alla fine abbiamo trovato un modo per combaciare i nostri caratteri.

    -Ma guarda un po', forse ho trovato!- esordì Dean sorridendo e prendendo tra le mani un foglio della ricerca su cui stavamo lavorando.
    -Ah si? E cosa hai trovato?- Rispose Sam alzando gli occhi dal pc.
    -Le vittime andavano allo stesso Liceo!-
    -Potrebbe essere qualcosa ma... lo spirito dopo anni ed anni si ricorda di questi due? E dobbiamo trovare ancora la motivazione..- incrociai le braccia e mi alzai.
    -Già, è meglio che andiamo ad indagare. Dean tu vai dagli amici più stretti delle vittime e fatti estrapolare qualcosa a riguardo del liceo, Io vado con lei a controllare.- disse Sam.
    -Certo, chiamatemi quando scoprite qualcosa.-
    Passarono delle ore, alla fine scoprimmo che le due vittime al liceo stavano insieme, ma come disse Dean, sembravano nascondere qualcosa... E lui il suo lavoro lo sa fare molto bene, si rende condo quando qualcuno gli dice una bugia. Ci incontrammo in una tavola calda, e mentre stavamo mangiando mi venne un lampo.
    -Sam! Controlla le morti di quegli anni, per favore... ho una vaga sensazione...- Il ragazzo così fece e BINGO!
    -Probabilmente abbiamo trovato l'identità dello spirito!- esordì sorridendo Sam.
    -Sei una sensitiva o cosa?- sorrise Dean paccandomi la spalla.
    Ridacchiai e gli strinsi la mano.
    -Sono una sensitiva tesoro...qualcuno mi sta parlando- strizzai gli occhi e continuai a ridere mentre mi indicavo l'orecchio con l'indice.

    La fine del caso? I due remoti amanti fecero fuori un bambino, e lui all'anniversario della sua morte si fece vivo per farli fuori, occhio per occhio dente per dente insomma. Non ci credo più ormai quando dicono "bisogna avere paura dei vivi, non dei morti".. al diavolo! Dovreste fare il mio lavoro prima di parlare.
    Ritornammo in camera e mi stesi sul letto, mi tolsi le scarpe e pulivo la mia pistola con cura, con le mie iniziali rigorosamente incise sopra...ah! E argentata soprattutto, come al solito facemmo il turno per le docce e il primo a farsela fu Dean.

    -E' da un po' che non lavoravamo a un caso di "livello 1"- disse il ragazzo alto seduto di fronte a me rigirandosi i pollici.
    -Ci voleva, ormai è come se tutte le storie siano uguali tra loro... almeno è rilassante, di tanto in tanto...- sorrisi e mi sistemai i capelli in una coda.
    -Tu studiavi, come me, vero? Non ti manca quella vita?-
    -Molto, non sempre però...- feci una pausa e lo guardai negli occhi. -Alla fine, ero sempre sola..in un modo o nell'altro, la differenza è che studiavo da mattina a sera, ora invece sono impegnata a uccidere spiriti, demoni o altri mostri..- Sam annuì e uscì Dean dal bagno.
    -Ah! che bella doccia!-
    Passammo la serata a casa, Sam andò a prendere la cena e mangiammo , accompagnata da una bella birra, io mi addormentai di sasso sul divano, evidentemente uno dei due mi portò a letto per dormire.


    Il giorno dopo, successe una cosa che non mi sarei mai immaginata...
    Ero nel bel mezzo del sonno quanto udii i ragazzi chiamarmi.
    -Hey, zuccherino sveglia!- esordì Dean scuotendomi lentamente .
    -Carolyn,svegliati su- concluse Sam.
    Aprii gli occhi assonnati e sbadigliai, mi sedetti sul letto osservando i due ragazzi sorridenti di fronte a me.
    -Auguri!- Annunciarono in coro, avevano in mano un vassoio, con sopra un bel cappuccino freddo come piace a me, un cornetto e una rosa.
    -Questo cosa significa?- sorrisi e presi il vassoio e lo poggiai sul comodino.
    -Come cosa significa? Zucca vuota è il tuo compleanno oggi! Ce lo siamo segnati sui nostri telefoni per far in modo che nessuno dei due se ne dimenticasse- Spiegò Dean sedendosi vicino
    -Oh cavolo me ne sono proprio dimenticata!- mentre stavo per finire la frase i due mi interruppero
    -E ti abbiamo preso dei regali, dei pensierini insomma..Ma è il pensiero che conta no?- Sam sorridendo mi diede due pacchi. Li aprii e Sam mi regalò te, questo diario che uso come "Le mie prigioni" e Dean una collana.
    -A te piace l'alchimia giusto? Ecco, il pentagono è un simbolo di potere, di armonia, di salute e misticismo. Ma questo sicuramente lo sai...- Dean aprì lo scatolino e mi mostrò il ciondolo.

    Non sono tipo da effusioni, o almeno non lo ero. Ma in quel momento li abbracciai così forte da percepire per la prima volta che odore avessero. Strinsi Sam, che impacciato mi strinse nella sua forte presa e ricambiò il mio affettuoso abbraccio. Dopo mi gettai tra le braccia di Dean, chi ci conosceva sapeva che era una cosa rara da vedere, ma mi sentivo così a casa in quel momento che non mi sentii in imbarazzo, gli strinsi le braccia intorno al collo e mi lasciai prendere dall'entusiasmo del momento, non ero rigida o fredda come al solito, mi lasciai trasportare e mi abbandonai proprio a quegli abbracci.
    -Grazie ragazzi...-sussurrai nell'orecchio del ragazzo, che mi strinse a sè.
    -La prossima volta che ti sentiamo dire "sono sola" ti sotterriamo viva...Insomma, lo sai.. Bobby ci ha insegnato che la famiglia non è fatta solo da legami di sangue no?- rispose Dean con un tono tra l'ironico e il "dolce".
    Ridacchiai e rimasi lì in silenzio. Dopo qualche secondo mi scostai e li guardai. Non avevo mai provato una simile sicurezza, mi sentivo sicura, a casa. Da lì qualcosa cambiò, non fui più così fredda e forse...si posso dirlo, più dolce.
    -Siamo una famiglia, io..credo in noi.-
     
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  3. saphi02
     
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    Brava!
     
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    Graziee ora sto lavorando sul capitolo di natale u.u
     
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    CH.3 BELLO E D(E)ANNATO

    23 marzo 2011
    Carissimo, eccomi qui, di nuovo.
    Sia chiaro, ciò che voglio scrivere qui, non riguarda assolutamente delle gloriose gesta dei Winchester, per quello c'è il profeta Chuck o Chucky..ancora devo capire bene come si chiami,ma ciò che voglio è che questo sia un diario delle mie memorie, della mia vita. Per ora insieme a loro. Quindi troveremo un bel po' di "background".
    Era un week end, stranamente non c'era nessun caso in giro per noi, quindi prendemmo la decisione di andare a passare un po' di tempo con zio Bobby.
    Per me è come un padre, credo sia lo stesso per Sam e Dean. Io sono la terza di tre fratelli, ci siamo: mio fratello Josh, mia sorella Cathrine ed Io. Tutti e tre cacciatori.
    Mia madre morì quando avevo 4 anni, non ricordo moltissimo di lei, so solo che il suo nome era Angie e che le somiglio parecchio. Mio padre era un cacciatore come noi, il suo nome era Marcus, morì quando avevo 18 anni, in mano a dei angeli... ricordo ancora tutto perfettamente, ero lì presente insieme ai miei fratelli.
    Io e i miei fratelli siamo cresciuti da cacciatori, non è la cosa più bella del mondo, ma quando ci sei dentro ci fai l'abitudine prima o poi. Zio Bobby era lo zio di mio padre in realtà, papà ci affidava sempre a lui nei week end e quindi faceva parte della nostra famiglia.
    Mi pettinai, o cercai più che altro di tenere a bada i miei capelli castani e abbastanza voluminosi, avevo un viso molto stanco, pallido e segnato dalle occhiaie...per fortuna esiste il makeup! Mi truccai quel poco che mi bastava per sembrare presentabile: un filo di correttore,eyeliner per contornare i miei occhi verdi e un chilo di mascara...successivamente mi vestii. I miei jeans iniziavano ad andarmi larghi, sia chiaro non sono mica una fotomodella, porto una 44 e mi piacciono i miei fianchi. Mi sistemai addosso una maglia grigia e mi infilai le scarpe.
    -Siamo pronti?- Chiese Dean quando uscii dal bagno lanciandomi un'occhiata osservatrice. -Cavolo, sei proprio orrenda. Ti senti bene?-
    -Va al diavolo! Che gentiluomo che sei, homo sapiens!- lo offendevo sempre così, ma lui non si è mai accorto che l'homo sapiens era la razza precedente alla nostra, Sam invece, rideva ogni volta divertito e Dean non capiva mai il perché.
    -Non dargli retta, stai bene così. Lo sai com'è Dean- giustificò Sam ridendo tra i baffi.
    -Un cretino ecco cos'è!- ridacchiai e uscimmo dalla camera seguiti da dean che prese le chiavi della macchina.
    -Ma sta zitta! Tu invece sei la donna più intelligente del mondo immagino! Chissà come mai non hai successo con i maschi, indovina-
    -Se ne valesse la pena lo cercherei, ma..ahimè! Sono tutti imbecilli come te! Dovrei trovarmi uno come Sam..- dissi pensierosa. In effetti non ho mai pensato all'amore, l'ho sempre visto come una cosa poco importante, non potrei mai permettermi di avere un ragazzo con quello che faccio, ma un tipo come Sam non sarebbe male...
    -Bene, prenditi Sammy e mi raccomando fammi un sacco di nipotini- rispose seccato Dean accendendo il motore dell'Impala.
    Arrivammo da zio Bobby, bussammo e lui ci aprì.
    -Oh siete voi, pensavo fosse la pizza, su entrate!- rispose con il suo tono burbero lo zio.
    -Siamo meglio della pizza, vecchietto mio!- lo strinsi e gli stampai un bacio sulle guance, zio come al solito cercava di scostarsi imbarazzavo e puntualmente ridevamo tutti.
    -Ci penso io al pranzo, voi sedetevi, anzi Dean aiutami a pelare le patate- mi misi il grembiule e andai in cucina seguito da Dean.
    -Non mi stanco mai di litigare con te, mi diverte vederti in difficoltà- disse buffoneggiandosi.
    -Ma stai zitto, riguardo a prima, piuttosto tu fatti una domanda perché nessuno ti rimane accanto ma pensa solo a passare una serata tra le lenzuola con te..- dissi con sguardo di sfida e ghignando.
    -Sono bello e dannato baby, bello e dannato...scommetto che vorresti anche tu passare una notte di fuego con me- strizzò l'occhio e iniziammo a ridere. Presi le pentole e le misi sul fuoco.
    -Chissà com'è, intendo..fare sesso-
    -Sei...- chiese sbalordito Dean, sbarrò gli occhi e mi fissava da capo a piedi.
    -Già. Sono vergine, guarda, mica mi vergogno, non ho mai avuto un ragazzo con cui mi sentissi pronta e non voglio farmi traforare dal primo che passa,ecco tutto- feci spallucce e sorrisi.
    -Sei...una bella ragazza- si avvicinò lentamente Dean -che ne dici..magari potrei essere la soluzione al tuo problema no? Insomma tra amici ci si aiuta..- rispose ghignando Dean posandomi una mano sulla schiena. Mi vennero quasi i brividi, ma mi girai accigliata e tolse la mano di scatto.
    -Dai! Sto scherzando, non ti farei mai una cosa simile...te lo posso assicurare.- sorrise e ritornò a pelare le patate. Fu la prima volta che provai il così detto "batticuore".
    Entro Sam nel momento clou, grazie a Dio! Ci guardò così vicini e indietreggio.
    -Interrompevo?-
    -No, cosa? un'altra zuffa?- risi.
    -non sembrava proprio una zuffa, inizio a preparare la tavola?- chiese garbatamente il ragazzo avvicinandosi ed aiutandomi a prendere le cose dalle credenze più alte.
    Quando Sam lasciò la stanza, ci lanciammo una veloce occhiata e ritornammo da lui e dallo zio.
    Dopo cena, io pulii le stoviglie e Sam andò a preparare i letti, Io avrei dormito nella stanza degli ospiti insieme a loro.
    Inutile dire che ero stanca...molto stanza, dopo essermi fatta una doccia veloce mi gettai tra le lenzuola e guardavo con gli occhi socchiusi i due ragazzi parlare sottovoce per non disturbarmi.
    -Buonanotte Sam, buonanotte Dean..- dissi sottovoce mentre Morfeo mi stava catturando tra le sue braccia.
    -Si, lei è una cacciatrice...si nota- replicò Sam sorridendo e coprendomi con il lenzuolo.
     
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  6. saphi02
     
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