Ding Dong! The b*tich is dead

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    - Titolo Fan Fiction: Ding Dong! The b*tch is dead
    - Nome/Nick autore: Robin‹-«
    - Fandom : Supernatural
    - Timeline : Pre-serie, ambientata nel 1999.
    - Sommario : John e Dean Winchester, supportati da Sam, indagano su alcune misteriose morti avvenute a Carroll, Iowa.
    Ma queste morti non sono l'unica cosa misteriosa della cittadina. La sedicenne Desdemona Hawkins potrebbe rivelarsi un mistero ancor più ingarbugliato.
    - Spoiler: Nessuno.
    - Disclaimer: I personaggi di Supernatural non mi appartengono, l’autrice scrive senza alcuno scopo di lucro e non intende violare alcun copyright.
    Note: Probabilmente non la leggerà nessuno, ma perché non fare un ritorno davvero col botto? Ho iniziato questa fan fiction senza pretese dopo l'intero rewtach della serie, intenzionata a scrivere un finale diverso da quello della suddetta, poi però ho finito per scrivere qualcosa ambientato ancor prima dell'inizio. Potrebbe essere una "saga", per ora inizio solo con una breve fan fiction. Non scrivo da un sacco di tempo, quindi perdonatemi se fa un po' schifino.


    Ding Dong! The bitch is dead



    1999

    Carroll, Iowa



    Sam Winchester detestava cambiare città, detestava cambiare scuola e detestava non potersi fare dei veri amici.
    Sam Winchester, sostanzialmente, detestava la sua vita da cacciatore. E non un cacciatore qualsiasi, ma un cacciatore di mostri.
    Sospirò pesantemente quando mise piede per la prima volta in quell'ennesima aula, di quell'ennesima scuola, di quell'ennesima città e Mrs Powell, l'insegnante di lettere, gli sorrise con dolcezza e comprensione.
    Ragazzi, diamo il benvenuto a Samuel Winchester, il vostro nuovo compagno di scuola.”
    Parlò con voce zuccherosa, invitando Sam ad avanzare nell'aula. Qualcuno mormorò un 'benvenuto' mentre Sam affiancò l'insegnante. Aveva le mani infilate nelle tasche e lo sguardo basso e la donna percepì tutto quello come timidezza.
    Non temere, sono sicura che ti integrerai subito. Desdemona è con noi solo da un mese e si è integrata subito, fa già parte delle cheerleader. Puoi sederti accanto a lei.”
    Nel dire quelle parole, Mrs Powell indicò una ragazza dai capelli rossi tenuti in una coda alta con indosso la divisa da cheerleader che riportava i colori della scuola, il nero e l'arancione. Sam fece un cenno all'insegnante e alla classe, avanzando poi verso il banco indicatogli e facendo un sorriso tirato alla ragazza che rispose con un sorriso più sicuro.
    Non starla troppo a sentire, qui mi detestano tutti.”
    Non c'era traccia di risentimento nella voce di lei quanto piuttosto divertimento ma a Sam non diede comunque l'impressione di una persona detestabile, soprattutto quando lei gli porse con garbo la mano.
    Desdemona Hawkins, piacere di conoscerti 'tizio nuovo'.
    Sam gliela strinse e il suo sorriso da prima tirato si spanse sulle labbra sottili
    Sam Winchester, piacere mio.
    Sam Winchester aveva un volto delicato e gli occhi verdi erano sottili, quasi felini, ma gentili come il suo sorriso.


    ***



    L'arrivo di Sam Winchester alla Carroll High non era passato inosservato. Tutti parlavano di lui in quanto nuovo arrivato.
    E il nuovo arrivato era approdato lì a bordo di un'auto nera dall'aria minacciosa in grado però di affascinare. Ma nessuno aveva visto chi la guidava.
    In poche ore Sam Winchester era diventato il nuovo caso dell'anno, secondo solo a Desdemona Hawkins, ancora un mistero per molti di loro. O per tutti.
    Le ragazze lo seguivano con lo sguardo lasciandosi andare a risolini di apprezzamento, i ragazzi lo guardavano invece con fare annoiato, cercando di far passare la loro gelosia per puro disinteresse.
    Ma non tutti alla Carroll High era in grado di tenere la bocca chiusa e le mani a posto.
    Simon Murray era certamente uno di questi e non appena vide Sam Winchester intento a camminare a testa bassa nel corridoio, cercò di richiamare la sua attenzione, ma non ottenendo risposta lo spintonò facendolo sbattere contro uno degli armadietti. Gli amici di Simon fermarono all'istante le risate non appena si accorsero a chi appartenesse quel preciso armadietto.
    Desdemona, che si era scansata in tempo per non essere travolta da Sam, si voltò inviperita verso il gruppetto e prima che Sam potesse anche solo pensare di reagire, la rossa sferrò un pugno a Simon, colpendolo in pieno volto un attimo prima che Sam lo spintonasse a sua volta.
    Hawkins! Punizione nel doposcuola. Anche quello nuovo.
    Tuonò la voce del preside Harrison che per puro caso e tanta sfortuna, stava passando proprio lì e proprio in quel momento.
    Il volto di Desdemona era una maschera indecifrabile, si voltò verso il preside e annuì con una tranquillità che aveva un qualcosa di glaciale.
    Si chiama Winchester” disse poi in un tono molto simile ad un sibilo infastidito.
    Simon Murray, invece, la fece franca ma il suo sorriso soddisfatto scomparì dal suo volto non appena la rossa gli rifilò un'occhiata furente di rabbia. La ragazza non disse nulla, ma fu chiaro a tutti che Simon l'avrebbe pagata e anche cara.
    E fu così che Sam Winchester al suo primo giorno di scuola alla Carroll High finì in punizione in compagnia di Desdemona Hawkins. Sam non perse tempo e telefonò immediatamente al fratello pregandolo di non dire niente al padre. Sapeva che Dean sarebbe riuscito a inventarsi qualche scusa, seppur al telefono gli fosse sembrato restio.
    Quel pomeriggio passò lento e silenzioso, Desdemona era intenta a disegnare qualcosa che Sam non poteva vedere, ma ogni volta che uno dei due apriva bocca, veniva puntualmente zittito dal professore di turno, infastidito dal dover passare il pomeriggio a far da guardia a degli adolescenti incapaci di tenere le mani a posto.


    ***



    Primo giorno di scola e già in punizione, eh Sammy?
    La voce di Dean Winchester era canzonatoria ma in modo inspiegabile, Desdemona riuscì a sentirvi nient'altro che puro affetto.
    Sam sospirò bofonchiando una qualcosa di molto simile a 'sta zitto' prima di voltarsi verso la ragazza e sorriderle.
    Desdemona, lui è mio fratello Dean. Dean, lei è Desdemona, una mia compagna di scuola.
    Desdemona guardò il ragazzo - appoggiato alla portiera di quella auto nera di cui tutti parlavano - con aria incuriosita e sorrise appena. Dean Winchester era decisamente bello. Aveva gli occhi grandi e di un verde luminoso, resi ancora più intensi dalle lunghe ciglia. I lineamenti erano delicati, la bocca carnosa e quel sorriso strafottente che gli aveva abbellito le labbra non appena vide il fratello avvicinarsi, lo rendeva senza dubbio interessante.
    Piacere di conoscerti, Desdemona.”
    Hey, Dean! Bella macchina.
    La sicurezza in cui aveva pronunciato quelle poche parole facevano capire quanto Desdemona non fosse affatto timida e Dean si ritrovò a sorridere e ridacchiare soddisfatto, battendo una mano con delicatezza sul tettuccio dell'auto.
    Vero? Io la adoro!” ribatté ammirando l'auto come se si trattasse di una bella donna.
    Sam scosse il capo ma un sorriso divertito gli increspò le labbra, scambiandosi uno sguardo complice con la rossa. Per quanto si conoscessero solo da poche ore, Sam aveva deciso che Desdemona Hawkins le stava simpatica, forse perché era intervenuta in sua difesa in maniera del tutto spontanea e in una maniera che per certi versi gli aveva ricordato suo fratello, forse perché in quelle ore aveva sentito costantemente parlare di lei da tutta la scuola. La consideravano una tipa strana, proprio come si era sempre sentito giudicato lui.
    Desdemona, dal canto suo, aveva preso in simpatia il giovane Winchester, non solo perché a sua volta si era difeso con quell'idiota colossale di Simon Murray. C'era qualcosa nello sguardo di Sam che l'attirava. E quel qualcosa lo aveva visto anche nello sguardo di Dean. Era come una tristezza profonda mai espressa, una saggezza che andava decisamente al di là dei loro anni o di ciò che lasciavano trapelare.
    Aveva osservato Sam in classe. Lo aveva osservato anche durante quella noiosa punizione al quale quello stronzo di Simon Murray era riuscito a sfuggire. Lo aveva pure disegnato, un piccolo ritratto nell'angolo basso di un foglio di quel quaderno consunto che si portava sempre dietro. Lo aveva immortalato con l'espressione corrucciata e una nuvoletta scura di pensieri scuri.
    Desdemona si perse nell'osservare i due fratelli. Erano diversi, ma in un certo qual modo simili. Sembravano portare un peso sulle spalle, un peso che non avrebbero dovuto avere. Soprattutto il maggiore dei Winchester gli dava l'idea di Atlantide che regge il peso mondo sulla proprie spalle. Non sapeva per quale motivo avesse avuto quell'impressione fin dal primo istante. Forse era intuito o forse una semplice fantasia confusa ed insignificante che le era svolazzata in mente nell'osservare quei profondi occhi verdi.
    Vuoi un passaggio?
    La voce di Sam la riscosse dai propri pensieri e come se niente fosse lei si volto a guardarlo. Rise appena, una risata di gola che ad altri sarebbe potuta sembrare di scherno. Non era di certo una risata gioiosa.
    Non penso sia il caso. Magari vi viene anche fuori mano.
    Quella risposta non soddisfò nessuno dei fratelli, quasi fosse una risposta lasciata a metà, quasi la stessa Desdemona volesse lasciare aleggiare del mistero su di lei.
    La realtà era che a Desdemona non andava affatto di dare a quei due altri possibili pesi da portare sulle spalle.
    E ti vuoi lasciare sfuggire un giro su questa bella macchina?
    Dean Winchester la sorprese, ma di certo non sorprese suo fratello Sam che si portò una mano al volto, quasi come fosse rassegnato dai modi di fare del fratello maggiore che a volte, a dirla tutta, poco sopportava. Desdemona sorrise prima di ridere appena, ammettendo a se stessa che un giro su quell'auto l'avrebbe fatto volentieri. Sospirò, sbuffò e si strinse nelle spalle, spostando il peso del corpo - ancora messo in mostra dalla divisa da cheerleader - da un peso all'altro. Il volto appena corrucciato in un'espressione pensierosa prima di diventare più sereno e gioviale, tanto che ancora una volta su quelle labbra delicate apparve un sorriso che abbracciò anche i suoi occhi che alla luce di quel pomeriggio sembravano essere azzurri.
    Ok, ma non dite che non vi avevo avvisato. Se sentite quello stronzo di Steve urlare, battete in ritirata.
    Ancora una volta Sam notò quello strano divertimento nella sua voce, come quando gli aveva detto di non dare retta a Mrs Powell sul fatto che fosse stata integrata subito in quella scuola che Sam stesso aveva già imparato a detestare.
    Dean parve notarlo a sua volta, per la prima volta, e la guardò con espressione confusa. Era un divertimento strano, quasi masochistico. In quel tono di voce vi lesse perfino una sfumatura di rassegnazione che forse era sfuggita a Sam.
    Steve?” chiese incuriosito.
    Il mio padre affidatario. Storia complicata.
    La risposta di Desdemona arrivò ancora una volta incompleta, ma nessuno dei due Winchester sentì quella sensazione di insoddisfazione che li aveva colpiti poco prima. Non osarono fare altre domande, nonostante il tono della ragazza fosse ben lontano dall'essere triste o anche solo infastidito.
    Noi ne sappiamo qualcosa di storie complicate, non è vero, Sammy? Quindi nessun problema. Questo Steve non ci spaventa. A te spaventa?
    Sam annuì distrattamente, intento a guardare la ragazza in attesa di una sua nova risposta.
    Desdemona aveva sorriso nuovamente al maggiore dei Winchester e annuì con convinzione alle sua parole. Non poté negare che le fece piacere sentirle, quasi come se quei due fratelli fossero i primi a non considerarla stramba. Si sentì in qualche modo - e assurdamente - protetta, come mai le era capitato prima.
    No, questo Steve non mi spaventa.
    Il tono giocoso che secondo i due Winchester aveva caratterizzato la sua voce sino a quel momento, risultò pacato, rilassato e perfino delicato quanto il suo volto dalla pelle chiara.
    Desdemona Hawkins era bella, con quei capelli rosso fuoco a far risaltare il candore della sua pelle, quegli occhi grandi e perfino seducenti e quel fisico aggraziato, ma c'era qualcosa in lei che sembrava impossibile da decifrare. Un mistero irrisolvibile che sembrò farsi ancor più intricato quando sollevò il braccio a mostrare il dito medio in direzione di Simon Murray passato lì accanto mentre la apostrofava con epiteti poco gentili.
    Dean fulminò il ragazzo con lo sguardò ma Desdemona sembrava trovare l'atteggiamento di Simon ilare dato il sorriso che aleggiava sulle sue labbra. Solo in un secondo momento sia Dean che Sam capirono che quel sorriso non era divertito. O almeno non lo era per l'atteggiamento di Simon. Lo era per il suo stesso atteggiamento strafottente, quasi fosse certa che niente potesse scalfirla. E a scalfirla non sarebbero state di certo le parole poco gentili di un idiota come Simon Murray.
    Tutta quella strafottenza sembrava fare a pugni col suo aspetto delicato.
    E in quel momento fu più ovvio che mai: per Dean e Sam Winchester, Desdemona Hawkins era un mistero.


    Edited by Robin‹-« - 2/6/2022, 11:18
     
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    Good Girls go to Heaven, Bad Girls go Hunting with Dean!

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    MA CHE BELLISSIMA SORPRESA!
    Io seguo EFP, già da diverso tempo, anche se non sono iscritta e...a volte penso che dovrei decidermi....proprio in questi giorni ho iniziato a leggere una Fan Fiction intitolata DING DONG! THE B*TCH IS DEAD scritta da Eli the_dreamer, sei tu vero? :D Bè, la tua Fan Fiction mi sta piacendo e sono felice che la pubblichi anche qui, perché non essendo iscritta su EFP non posso scrivere nemmeno un minuscolo commento... :prr:
    ...ho scritto qualche Fan Fiction anch'io, che ovviamente non ho pubblicato su EFP, ma qui sì, se ti va di leggerle...
    ...continua così mi raccomando.
     
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    Oh mi fa piacere che tu stia seguendo la fan fiction su EFP e che ti piaccia **
    E sì, eli the_dreamer sono proprio io! Posterò a breve gli altri capitoli già postati sulla piattaforma e passerò volentieri a leggere le fan fiction che tu hai pubblicato qui!!!
     
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    Dean Winchester detestava rimanere in macchina - anche se questa era l'amatissima Impala - mentre suo padre andava in giro a fare domande, detestava non potersi rendere utile e detestava aspettare.
    Dean Winchester, sostanzialmente, detestava stare con le mani in mano. Perché i pensieri si facevano invadenti, pesanti, opprimenti.
    Ma era davvero troppo giovane per poter passare per un agente dell'FBI.
    Per quel motivo, John lo lasciò lì, rinchiuso in quella macchina con la musica rock a fargli compagnia.
    Dean osservava suo padre con attenzione. Ne osservava le movenze e lo sguardo, ascoltava con attenzione persino il tono di voce nonostante ormai sapesse già da un pezzo quali fossero le domande giuste da porre, come porle e soprattutto perché porle. Ma John Winchester era il suo ero, il modello da imitare, l'uomo da cui prendere esempio in ogni cosa e non poteva perdersi niente, non ora che era cresciuto e che in quella caccia al mostro quotidiana vi partecipava in prima persona.
    Si distrasse solo per qualche attimo quando vide Desdemona Hawkins attraversare la strada di tutta fretta con aria trafelata, fasciata nella sua divisa da cheerleader nera e arancione, attirato da quella chioma rossa che già gli era piacevolmente famigliare.
    Dean stese le labbra in un ghigno compiaciuto “Oh, cheerleader...le ho sempre adorate.” mormorò tra sé e sé, ma non appena la ragazza sparì dietro l'angolo, l'attenzione di Dean tornò a focalizzarsi sul padre.
    John Winchester fece un cenno col capo allo sceriffo, prima di avvicinarsi al corpo dell'uomo che giaceva a terra privo di vita. Non era la prima volta che si trovava faccia a faccia con un cadavere, non sarebbe stata l'ultima.
    Non era la prima volta nemmeno per suo figlio Dean, che osservava la scena quasi con apprensione da dentro l'abitacolo dell'auto e che non appena vide suo padre raccogliere qualcosa, si sporse in avanti nel tentativo di capire di cosa si trattasse.
    Non appena vide suo padre avvicinarsi nuovamente all'auto, Dean spense l'autoradio, fermando la seconda strofa di 'Eye for an eye' dei Quiet Riot e dedicando la sua attenzione allo sguardo severo di John “Beh, saputo qualcosa?
    In quelle parole vi era ben incisa la voglia di mettersi in gioco, forse perfino di osare, ma soprattutto vi era la voglia di prendere a calci nel culo quel figlio di puttana che stava tormentando quella città dell'Iowa.
    John sospirò sedendosi al posto di guida, lo sguardo fisso davanti a sé e le mani sul volante dopo aver avviato il motore e inserito la marcia “Steve Wallace laggiù ha sputato sangue fino a lasciarci le penne. Una morte naturale ma inspiegabile secondo loro. Ma io...” fece una pausa, frugandosi nelle tasche e Dean sembrò pendere dalle sue labbra “...ho trovato questo.
    Era un piccolo sacchetto scuro di stoffa, legato con un laccetto di cuoio. Dean sbuffò, accasciandosi sul sedile infastidito, irritato, ma soprattutto incazzato “Streghe...Dio, quanto mi fanno schifo!


    ***




    Desdemona era arrivata a casa prima che potesse, ma la polizia era già lì, di fronte a una Beverly Wallace in lacrime e dei ragazzini spaventati e dall'aria smarrita. Si fermò di colpo, gli occhi sbarrati da ciò che poteva sembrare paura.
    C'era qualcosa di indefinito però nel suo sguardo, qualcosa di incomprensibile, qualcosa di sinistramente freddo. Tornò sui suoi passi, imboccando un vicolo che l'avrebbe poi portata sul retro della casa che in quell'ultimo mese l'aveva ospitata.


    ***




    Quindi avete a che fare con una strega?” Sam sbuffò, lasciandosi cadere pesantemente sul letto di quella stanza di motel che avevano affittato qualche giorno prima.
    A Sam non piacevano le streghe. E nemmeno i lupi mannari o le altre creature mostruose alle quali suo padre e suo fratello davano la caccia con tanta dedizione.
    Sperava solo che i due risolvessero quel caso in fretta, anche se ciò doveva dire partire nuovamente verso l'ennesima meta. E verso l'ennesima scuola. Per quanto la Carroll High non gli andasse a genio, a Sam non gli sarebbe dispiaciuto fermarsi più di qualche settimana in un posto. Avrebbe dato tutto ciò che possedeva per trascorrere almeno un intero semestre nella stessa scuola e nella stessa città, ma con John e il suo strampalato lavoro - un lavoro che nessuno sano di mente, almeno secondo Sam, avrebbe voluto fare - era assolutamente fuori discussione.
    Ma c'erano appunto in ballo delle vite e prima avrebbero stanato la strega, meglio sarebbe stato per tutti.
    Posso chiedere qualcosa a Desdemona domani mattina.” asserì quindi con un sospiro che denotava stanchezza e rassegnazione.
    Dean inarcò un sopracciglio, suo padre si limitò a guardarlo in attesa che il figlio minore desse qualche delucidazione.
    Steve Wallace era il suo padre affidatario.
    Steve lo stronzo? Quello che urla? Ho visto Desdemona proprio dove è stato ritrovato il corpo.
    Quel breve scambio di battute tra fratelli fu abbastanza per John Winchester per prendere subito una decisione, si alzò afferrando la pistola e sistemandola dietro la schiena, sotto la maglietta e la giacca, pronto ad uscire dalla stanza “Bene, andiamo a parlare con la famiglia e con questa Desdemona. Sam, tu rimani qui.
    Sam fece per protestare alzandosi dal letto di scatto per andare in direzione del padre. Per quanto non la conoscesse davvero, considerava Desdemona una sua amica e mal sopportava l'idea che suo padre la mettesse sotto torchio in un momento così delicato, ma Dean gli si piazzò davanti, posando le mani sulle spalle e guardandolo con aria comprensiva “Ci parlo io con lei, ok? Non preoccuparti.
    Non sempre Sam si trovava sulla stessa lunghezza d'onda del fratello, ma lo conosceva bene, lo conosceva meglio di quanto conoscesse John, e si fidava di lui, aveva letto nei suoi occhi verdi quella gentilezza che il maggiore mostrava raramente, ma che in fin dei conti aveva sempre posseduto, specialmente nei suoi riguardi.


    ***




    Beverly Wallace? Vorrei farle delle domande su suo marito.” fu con quelle parole che John Winchester esordì quando una donna dal volto smunto e spigoloso gli aprì la porta. Esibì un distintivo - rigorosamente falso - e un espressione seriosa e dopo qualche reticenza da parte della donna, riuscì finalmente ad entrare in casa, lasciando Dean in macchina ad aspettare.
    Il ragazzo sbuffò con gli occhi puntati verso la porta d'ingresso di casa dei Wallace, quasi desiderasse di possedere i poteri di Superman per poter vedere e sentire ciò che stava avvenendo all'interno, ma ben presto qualcosa - o per meglio dire qualcuno - attirò la sua attenzione.
    Desdemona se ne stava seduta sulle gradinate della porta laterale dell'abitazione, intenta a fumare una sigaretta.
    Aveva fatto una promessa a Sam, il suo Sammy ed era intenzionato a mantenerla.
    Scese dall'auto e la raggiunse, anche senza la divisa da cheerleader e con addosso dei semplici jeans scuri e una maglietta dei Metallica e i capelli legati in uno chignon disordinato, Desdemona sembrava in grado di emanare una forte attrattiva.
    Hey, Des! Bella maglietta.” esordì parafrasando le prime parole che la ragazza gli rivolse.
    Lei si voltò a guardarlo, appena accigliata e lui sorrise sfrontatamente, certo di poter esercitare su di lei un certo fascino “Posso chiamarti Des?” chiese e ricevendo in risposta un sorriso e un cenno affermativo.
    Vuoi accomodarti?” gli chiese lei in tono provocatorio, quasi a volergli dire di non starsene lì impalato, prima di gettare la sigaretta e buttare fuori dalla bocca l'ultima boccata di fumo aspirata.
    Dean si sedette, scuotendo la testa ma senza nascondere il sorriso divertito che si fece spazio tra le sue labbra carnose.
    Un sorriso che a Desdemona non sfuggì, soprattutto perché lo stava guardando con una certa insistenza, facendosi persino più vicina quando lui le si sedette accanto.
    Si sporse verso di lui, scrutando il suo viso, lasciando Dean perplesso e confuso, forse persino intimorito o perlomeno imbarazzato da quel modo di fare senza vergogna e senza remora “Prima non le avevo notate.” sussurrò lei allontanandosi solo di qualche centimetro da lui, con un sorriso serafico sul volto.
    Dean probabilmente si stava pentendo di aver tenuto fede alla promessa fatta al fratello. Quella ragazzina, se ne convinse piuttosto in fretta, gli dava l'aria di poter mettere nel sacco chiunque, forse persino John.
    Cosa?” chiese cercando di essere il più disinvolto possibile. Dopotutto Dean Winchester non era timido e non era nemmeno uno che si spaventava facilmente, non dopo tutto quello che aveva visto, con tutto quello di cui era a conoscenza. Non dopo essere cresciuto da solo e aver cresciuto il suo fratellino sin da quando lui stesso era solamente un bambino.
    Le lentiggini. Ti donano. Ti fanno apparire più...dolce. L'aria da duro che emani sembra ridursi. Almeno un pochino.
    Parlò lentamente, Desdemona, continuando a scrutargli il volto e quegli occhi grandi e verdi, così diversi da quelli di Sam e al contempo così simili per ciò che celavano dietro.
    Ancora una volta l'immagine di Atlante che regge il peso del mondo sulle proprie spalle si stagliò nitida di fronte ai suoi occhi mentre guardava quelli di Dean Winchester.
    Il ragazzo si schiarì la voce, stranito da quelle parole, da quel tono lieve e soffice che la ragazza aveva usato con tutta probabilità volutamente.
    Lo aveva pensato la prima volta che l'aveva vista, lo pensò in quel momento: Desdemona era un mistero. Ingarbugliato e persino surreale. Non riusciva a inquadrarla e non sapeva cosa pensare di lei.
    Aveva l'aria innocente, ma una luce nello sguardo che lasciava trapelare quanto innocente, in realtà, non lo fosse affatto. Quei modi di fare da adulta, ma al contempo quasi infantili o perlomeno adolescenziali, esponendosi senza in realtà farlo minimamente, erano capaci di mandarlo in confusione.
    Decise di non pensarci, dicendosi che doveva essere professionale o suo padre non lo avrebbe mai perdonato.
    Ho sentito di tuo padre, mi dispiace.” esordì. La voce era bassa, greve. Dean sapeva cosa significasse perdere un genitore. Ma Desdemona non aveva perso un genitore, non per davvero e a confermarlo furono le parole della stessa, pronunciate mentre guardava di fronte a sé un punto non ben definito.
    Non era mio padre.
    Ad un orecchio poco attento, il tono della ragazza sarebbe sembrato distaccato, freddo, quasi metallico. Ma Dean sapeva ascoltare per davvero, anche quando non lo dimostrava affatto. Percepì in quel tono piatto solo all'apparenza, un accenno di frustrazione, della malinconia che andava a cozzare con quel velo di gioia malsana e sadica che lui aveva sentito.
    Giusto. Padre affidatario, storia lunga. Ed era uno stronzo che urla.” asserì Dean.
    Desdemona si limitò ad annuire con un accenno di sorriso amaro a incresparle le labbra.
    Aveva qualche nemico?
    A quella domanda del ragazzo, Desdemona scoppiò in una sonora risata, tornando a guardarlo “Steve era uno stronzo della peggior specie. Lo odiavano tutti. Aveva ben più di un nemico. Ma questo che c'entra?
    Dean la guardò spaesato per qualche istante. Quella risata era risultata fredda, distaccata, molto più delle parole che aveva pronunciato poco prima. Era impossibile dire con assoluta certezza cosa passasse per la testa di Desdemona.
    Seguo tutte le piste possibili.” fu la laconica risposta di lui.
    Desdemona inarcò un sopracciglio, per la prima volta sembrò che non sapesse come rispondere. Dean l'aveva presa in contropiede e lei non riusciva a spiegarsi nemmeno come avesse fatto.
    Le aveva dato una semplice risposta, persino banale in un certo senso, ma non se l'era aspettata e non sapeva cosa pensare di Dean Winchester.
    Si chiese perché fosse lì e per qualche attimo un brivido di paura le percorse la schiena. Lo represse, innalzando una corazza che nel corso degli anni aveva sempre indossato più o meno con chiunque.
    E chi cazzo sei, Basil l'investigatopo?” riuscì a ribattere con delle parole altrettanto ovvie e banali.
    Dean sospirò passandosi una mano sul volto a nascondere un'espressione frustrata e infastidita dall'atteggiamento della rossa.
    Se solo fosse stato più grande non avrebbe avuto difficoltà a spacciarsi per un agente proprio come faceva suo padre, ma di dire la verità a Desdemona non se ne parlava proprio.
    Anche perché non era sicuro che non fosse lei la colpevole.
    Certo, se fosse stata una strega l'avrebbe guardata con occhi diversi e si sarebbe persino sentito disgustato da se stesso per aver anche solo pensato che fosse carina.
    No, non carina. Bella. Nella maniera più pura e semplice.
    Senti, Des. Mio padre è uno sbirro, mh? È un agente dell'FBI e in questo momento sta interrogando tua madre...o quello che è. Volevo solo evitarti dei guai. Ti ho vista stamattina sul luogo del delitto. Perché sì, Steve lo stronzo è stato ucciso.


    Edited by Robin‹-« - 2/6/2022, 11:19
     
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    John Winchester detestava perdere tempo, detestava ascoltare risposte tirate per le lunghe e detestava chi tergiversava.
    John Winchester, sostanzialmente, detestava chi cercava di prenderlo per il culo.
    E Beverly Wallace stava cercando di fare proprio quello.
    La donna aveva lo sguardo terrorizzato, quasi che temesse che qualcosa venisse a galla, ma non si poteva dire che John Winchester fosse uno sprovveduto. Sapeva che Beverly Wallace stava mentendo, troppo abituato a scorgere la verità ovunque, anche quando questa era celata a chiunque altro, ma non stava mentendo su ciò che avrebbe voluto davvero sapere il cacciatore
    Sospirò spazientito, sistemandosi meglio sul divano consunto di quel salotto che puzzava di polvere e alcool, un tanfo che, per quanto familiare, in quel momento era capace di dargli la nausea.
    Signora Wallace, le ho semplicemente chiesto se suo marito si fosse inimicato qualcuno”.
    Il tono freddo di quella voce solitamente calda e roca fece irrigidire la donna che rimase in silenzio per qualche istante prima di scuotere il capo e ricercare un sorriso dolce, quasi malinconico come a voler ricordare con affetto l'anima di Steve Wallace “Oh no...no! Steve andava d'accordo con tutti. Solo Desdemona, la ragazza che abbiamo in affido da circa un mese aveva la brutta abitudine di litigare con lui”.
    Parlò torturandosi l'indice della mano sinistra con il dito medio e il pollice della mano destra, volgendo per una frazione di secondo - che comunque non era sfuggita a John - lo sguardo verso il piano superiore.
    Sa, agente, è una ragazza...complicata. L'abbiamo accolta in casa per fare del bene, ma lei non ne vuole sapere. È sempre scontrosa e irascibile, se la prende con tutti. Lo faceva in particolar modo con mio marito”.
    Per quanto Beverly Wallace fosse una menzognera, John non poté ignorare quel tarlo che, prepotente, gli si era insinuato nella testa alle parole del figlio maggiore.
    Desdemona era stata vista sul luogo del delitto e dato il suo rapporto con Steve Wallace, questo bastava a renderla una sospettata.
    Dove si trova adesso la ragazza?
    Beverly si strinse nelle spalle “Non lo so. Rimane raramente a casa quando non ci sono i bambini, sarà in giro da qualche parte come suo solito” disse sprezzante.
    Era evidente che tra le due non scorresse buon sangue, ma John Winchester lo sentiva nelle vene che tra tutte le bugie uscite dalla bocca di Beverly Wallace non vi era quella del rapporto conflittuale tra la ragazza e il padre affidatario.


    ***



    Desdemona non disse una parola dopo la confessione di Dean. Rimase a guardarlo, la mascella serrata, gli occhi fissi sul volto del ragazzo, privi di ogni emozione. Ma quando Dean si voltò a guardarla si rese conto che le emozioni le stava solamente celando in maniera spaventosamente abile. Sapeva che provava qualcosa in quel momento, ma non sarebbe riuscito a dire cosa. Paura, rabbia, forse perfino ancora quella gioia perversa che gli era sembrato di percepire poco prima.
    Allora, ti decidi a dirmi qualcosa o devo chiamare il lupo cattivo?”.
    Dean non aveva alcuna intenzione di lasciarsi abbindolare da lei e Desdemona parve capirlo senza troppa difficoltà.
    Si alzò e fece cenno a Dean di fare altrettanto “Vieni, ti mostro una cosa” disse senza nascondere un sospiro di rassegnazione “Solo...non...non dirlo a tuo padre, okay?”.
    Quello fu l'unico momento in cui Dean riuscì a vederla per ciò che era davvero: una normale sedicenne, spaventata da qualcosa che ancora il ragazzo non riusciva a capire.
    Lui annuì, alzandosi a sua volta e le fece cenno di fare strada. Pensava si sarebbero allontanati dall'abitazione e rimase sorpreso - e per qualche attimo confuso - nel vedere Desdemona arrampicarsi su un albero adiacente la casa ed entrare così dalla finestra.
    Rimase fermo ad osservare la finestra dove la ragazza era sparita, fin quando non la vide riaffacciarsi con evidente aria infastidita “Ti muovi? Ce la fai ad arrampicarti o hai bisogno di una scala per caso?
    A quella provocazione, Dean imprecò a denti stretti borbottando fra sé e sé quanto Desdemona riuscisse ad essere insopportabile, ma era fermamente deciso a dimostrarle che arrampicarsi su un albero era per lui un esercizio fin troppo facile.
    Pochi attimi dopo balzò dalla finestra ritrovandosi così nella camera da letto della ragazza, ma l'atleticità di Dean non parve sorprenderla. Lei si limitò a sorridergli con dolcezza e Dean scosse il capo esasperato, infastidito dal fatto che Desdemona sembrasse cambiare umore repentinamente, quasi fosse incoerente con se stessa.
    Per quel motivo decise quasi di ignorarla, limitandosi ad osservare la stanza con vago interesse.
    Alle pareti vi erano appesi poster di alcune band che lui stesso amava e un vecchio poster dei Ghostbusters. Soffocò una risata nel vederlo, mascherando il tutto con un finto colpo di tosse per poi schiarirsi la gola.
    La scrivania - in realtà un normale vecchio tavolo di legno - era sgombra eccezion fatta per una lampada a braccio blu. Accanto ad essa vi era uno scaffale con qualche libro scolastico e altri libri di narrativa. L'armadio, invece, era piccolo e perfino sbilenco, di legno trattato e opaco, scrostato in più punti.
    Desdemona non sembrava possedere molto, se non fosse stato per i poster alle pareti, quella stanza era più spoglia e povera di quelle dei motel a cui Dean era abituato.
    Avvicinatosi alla scrivania notò su di essa un'incisione. La accarezzò con le dita, sorridendo appena, colpito improvvisamente dal ricordo di quando lui e Sam incisero le loro iniziali nell'Impala.
    D.H?” chiese incuriosito.
    Desdemona inarcò un sopracciglio e annuì con un'espressione divertita sul volto “Desdemona Hawkins. Non ho mai cambiato il cognome di mio padre. Anche perché non sono mai stata effettivamente adottata”.
    Difficilmente qualcun altro lo avrebbe notato, forse, ma a Dean non sfuggì la lieve incrinazione della voce della ragazza. Si pentì immediatamente di aver posto quella sciocca domanda, immaginando quanto Desdemona avesse sofferto nel corso della sua vita. Probabilmente orfana di entrambi i genitori, Dean cercò di non pensarci troppo, intuendo che Desdemona non amasse parlare della sua vita.
    Allora, cosa dovevi mostrarmi?” ma ancor prima che Dean finisse di parlare, Desdemona aveva tirato fuori da sotto il letto una scatola di metallo in parte arrugginita.
    Dean, deciso più che mai a non lasciarsi sfuggire un solo particolare, non ancora totalmente convinto dell'innocenza della ragazza, si avvicinò a lei, guardando da oltre le sue spalle cosa celasse la scatola misteriosa.
    Tra vecchie foto, tra le quali Dean riconobbe il volto di Desdemona da bambina, vi erano alcuni ninnoli di nessun valore - tranne forse affettivo - ma soprattutto due fascicoli che subito attirarono la sua attenzione. Desdemona prese quello più voluminoso e glielo porse di malavoglia, chinando il capo per nascondere una smorfia che denotava rabbia e fastidio.
    Ecco, questi sono tutti i possibili nemici di Steve. Contento?
    Dean non perse tempo e si mise a sfogliarlo, notando che erano delle fotocopie di alcuni file della polizia. Vecchie denunce, documenti su alcuni Stato di Fermo per Steve, persino due ordinanze restrittive.
    Era sorpreso e confuso, forse persino turbato a giudicare dalle sopracciglia aggrottate e dalla bocca schiusa.
    Scusa ma tu come diamine ne sei entrata in possesso di questa roba?” chiese con un lieve tono di rimprovero che nascondeva però un qualcosa che somigliava molto all'ammirazione.
    Desdemona posò il proprio sguardo ovunque fuorché su Dean. L'espressione colpevole del viso sembrò defluire su tutto il resto del corpo portandola ad assumere una postura molto diversa da quella che aveva mostrato fino a quel momento.
    La spavalderia sembra aver lasciato spazio appunto all'insicurezza, proprio come quando gli aveva chiesto di non dire nulla di tutto quello al padre.
    Ho fatto irruzione alla stazione di polizia” ammise in tono basso e solo allora, anche se con la coda dell'occhio, guardò il ragazzo che scoppiò in una risata divertita.
    Dean annuì, piegando gli angoli della bocca in un'espressione compiaciuta “Però, complimenti” disse in tono scherzoso, ma era evidente dallo sguardo che provasse sincera ammirazione.
    Quello sguardo non poté far altro che sorprendere Desdemona che però si ritrovò a sorridere.
    Non si aspettava di essere ammirata per una cosa simile dal figlio di un agente dell'FBI.
    E quell'altro?” chiese Dean indicando l'altro fascicolo più sottile.
    Oh...quello è il mio”.
    La risposta arrivò con una scrollata di spalle a non voler dare troppo importanza alla cosa.
    Desdemona sapeva benissimo di aver agito nell'illegalità, ma non era intenzionata a farne una questione grave o troppo importante.
    Dean Winchester era lì perché lei glielo aveva permesso e non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da un belloccio qualunque, lo sguardo che lei gli rifilò esprimeva quel concetto senza che avesse bisogno di parlare, tuttavia Dean si allungò verso la scatola e afferrò il fascicolo, suscitando in Desdemona un sospiro rassegnato.
    Ma prego, fai come se fossi a casa tua” fu il laconico commento, pregno di sarcasmo affatto celato.
    Non stai molto simpatica a questa famiglia Murray, vero? O forse sono loro che non stanno molto simpatici a te. Due denunce per furto e una per aggressione? Sul serio?”.
    Dean la guardò incredulo, ma non vide nel viso della ragazza ciò che si sarebbe aspettato di vedere. Sul volto di lei vi era un'espressione indifferente, non annoiata o divertita come lui aveva pensato.
    Le hanno ritirate. Perché i furti non sono avvenuti, sono solo dei coglioni che perdono le cose. E l'aggressione è solo una sberla meritata al loro amato figlioletto. Lo hai più o meno conosciuto anche tu, è lo stronzo che ha fatto beccare una punizione a tuo fratello” rispose con un pizzico di irritazione.
    Dean sospirò, sollevando le mani in segno di resa per poi posare il fascicolo della ragazza sul letto “Ok, ok! Sto solo cercando di capire con chi ho a che fare! Perché hai questa roba?
    E forse Dean Winchester avrebbe fatto meglio a porla subito quella domanda.
    Sul volto di Desdemona si fece spazio tristezza e preoccupazione, la maschera della spavalderia parve scivolarle di dosso lasciando spazio anche a della ormai malcelata sofferenza.
    Perché ho bisogno di sapere se qualcuno può rappresentare una minaccia”.
    La voce fu poco più che un sussurro e Dean deglutì a vuoto, colpito da quella risposta, dal tono di voce, dall'espressione rabbuiata del viso di lei. Avrebbe voluto dirle che gli dispiaceva, ma aveva anche bisogno di sapere.
    Non pensava che Desdemona stesse mentendo, nessuno poteva essere così bravo a recitare. Ma c'era qualcosa di non detto, un tarlo fastidioso e insistente che non voleva lasciarlo in pace e che stava rischiando di farlo impazzire.
    Una minaccia per chi?
    Anche il suo fu poco più di un sussurro. Nessun tono canzonatorio, incredulo o minaccioso e Desdemona lo capì ancor prima di sollevare lo sguardo su quello del ragazzo.
    Lui era in attesa di una risposta, guardandola con occhi comprensivi e forse perfino spaventati ma pronti ad andare in suo soccorso.
    E quello sguardo spinse Desdemona a voler parlare, dargli una risposta completa per la prima volta.
    Ancor prima che potesse aprire bocca, però un tonfo proveniente dall'armadio li fece sobbalzare entrambi.
    Desdemona si precipitò ad aprirlo mentre Dean portò le mani alla schiena ad afferrare la sua pistola.
    La lasciò lì, dietro la sua maglietta non appena vide due bambini abbracciati, un maschietto e una femminuccia.
    Che cosa ci fate qui, perché non siete dalla signora Martin?” il tono allarmato non nascose dietro la paura quella rabbia che le montò in corpo e che sprigionò silente rompendo la matita che aveva in mano in quel momento. A Dean non sfuggì quel gesto, né lo sguardo di lei carico di apprensione e disperazione che quasi si rifletteva negli occhi dei due bambini. Una miriade di domande di cui, si disse, non ci teneva particolarmente a sapere le risposte, gli vorticarono nella mente.
    Desdemona, invece, parve non farci caso al proprio gesto, lasciando cadere per terra la matita ormai spezzata in due. Non era la prima volta che sprigionava la propria rabbia in quel modo, di norma si sfogava in maniera ben peggiore, ma di fronte ai due bambini si tratteneva sempre. Non poteva permettersi che avessero paura anche di lei, in quel modo non avrebbe saputo come proteggerli.
    Beverly non ci ha mandato a scuola oggi
    Fu il maschio a parlare, il più piccolo, mentre Desdemona porgeva loro una mano per farli uscire dall'armadio dove vi erano pochi vestiti, tra cui la divisa da cheerleader.
    L'espressione confusa sul volto di Dean si dissipò quando la ragazzina gli sorrise, presentandosi a lui e porgendogli persino la mano che lui prontamente strinse, sebbene ancora stranito da tutta la faccenda.
    Ciao, io sono Jane Elliott, ho dodici anni. Lui è il mio fratellino Dylan, di sette. Siamo stati dati in affido a Beverly e Steve...beh, ora solo a Beverly, ma è Des che si prende cura di noi”.
    Desdemona sbatté le palpebre più volte osservando la ragazzina, ma senza reprimere un sorriso divertito e dolce “Vuoi anche dirgli il tuo gruppo sanguigno visto che ci sei?
    Jane sbuffò, andando a sedersi sul letto e Dylan la imitò, nascondendosi dietro le sue spalle.
    Non mi hai detto il tuo nome” disse rivolgendosi a Dean che dal canto suo si schiarì la voce, grattandosi la testa confuso.
    Dean. Dean Winchester”.
    Jane sorrise e annuì, osservando il ragazzo salvo poi spostare lo sguardo verso Desdemona.
    È il tuo ragazzo?” chiese con un'innocenza che non sembrava propriamente tale.
    “Cosa? No!” rispose Desdemona scuotendo il capo ma ridendo appena, lasciando Jane delusa a giudicare dalla sua espressione.
    È bello”.
    Quel siparietto venne interrotto dalla suoneria del cellulare di Dean e mentre il ragazzo rispondeva alla chiamata, Desdemona si avvicinò ai due bambini, scrutandoli con attenzione, sollevando loro anche la maglietta e rilassandosi quando vide che non vi erano lividi, ferite o pestature.
    Beverly e Steve Wallace erano ben lontani dall'essere meritevoli di avere dei bambini in affido.
    La stessa Desdemona presentava un grosso ematoma sulla schiena che Dean non aveva potuto notare.
    Vi porto io dalla signora Martin, ok? Dobbiamo solo aspettare che il signore al piano di sotto se ne vada e che Beverly se ne torni in cucina. Ma dovete fare assoluto silenzio, va bene?
    I due bambini annuirono e Dean osservò la scena, con un'espressione scura in volto avendo intuito fin troppe cose. Rimase in silenzio e solo qualcosa o qualcuno dall'altro capo del telefono parva farlo tornare alla realtà “109 di Crawford Street”.
    Riagganciò e si avvicinò nuovamente a Desdemona e ai bambini “Sta arrivando anche Sam, ti dispiace?
    Desdemona sospirò, avvolgendo le braccia attorno al corpo minuto di Dylan “No, ma deve arrampicarsi anche lui sull'albero”.
    A quelle parole Jane annuì e guardò Dean con una fiducia tale che quasi il ragazzo si sentì a disagio “Sì, altrimenti Beverly la spinge nuovamente dalle scale”.
    Nella stanza cadde un silenzio assordante.
    Desdemona si era irrigidita, Dean prese ad osservarla con attenzione, come se ricercasse qualche prova di quelle parole, un livido, un'abrasione. Ma quella prova risiedeva negli occhi di Desdemona, diventati cupi e lontani, quasi a sforzarsi di dimenticare.
    Prima che qualcun altro potesse parlare, fu Desdemona a prendere la parola con fierezza e quella sicurezza che Dean aveva avuto modo di vedere più di una volta.
    Andate in camera vostra e chiudetevi a chiave. Nascondetevi anche nell'armadio se necessario, ma fate silenzio. Io torno tra poco a prendervi, ok?”.
    E insieme alla sicurezza, nelle sue parole vi erano incisi dolcezza e affetto e a dimostrarlo ulteriormente fu il bacio che lasciò sul capo di ognuno.
    Jane salutò Dean con un sorriso dolce, Dylan abbandonò la stanza a testa bassa, senza dire una parola.
    Vi picchiano?” chiese a bruciapelo Dean, una volta che Desdemona richiuse la porta della stanza cercando di non fare troppo rumore. Il tono rauco, rabbioso. Quella stessa rabbia la si poteva leggere anche nei suoi grandi occhi verdi e nella sua mente si fece spazio l'idea che anche se Desdemona fosse stata la strega, in fin dei conti non aveva tutti i torti a togliere di mezzo uno come Steve Wallace.
    Desdemona chinò il capo. Sembrò trattenere delle lacrime, quando sollevò nuovamente il volto, non vi era altro che fierezza nei suoi occhi. Dean notò che in quel momento erano grigi, non azzurri come gli erano sembrati alla luce del sole pomeridiano, il giorno che l'aveva conosciuta.
    Faccio il possibile affinché i bambini non vengano toccati. Se io non sono a casa, loro stanno dalla signora Martin, abita due case più giù.
    Per l'ennesima volta il tono usato da Desdemona Hawkins fu indecifrabile, intriso di mistero come la sue stessa figura, così esile all'apparenza ma che sembrava sprigionare una forza straordinaria.
    Des...” ma Dean fu nuovamente interrotto dallo squillare del suo telefono.
    Si affacciò alla finestra e non appena lo vide, fece a Sam il cenno di salire arrampicandosi sull'albero di fronte alla finestra della stanza.
    Nemmeno il minore dei Winchester ebbe difficoltà a scalare l'albero e Desdemona, non appena Sam balzò all'interno della camera, scrutò i due fratelli come a volerne capire i segreti.
    Ma per quanto lei stessa fosse un mistero agli occhi degli altri, Dean e Sam Winchester erano un mistero ai suoi.


    Edited by Robin‹-« - 2/6/2022, 11:19
     
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    Desdemona Hawkins detestava non avere appigli, detestava che qualcuno conoscesse i suoi segreti e detestava sentirsi fragile.
    Desdemona Hawkins, sostanzialmente, detestava mostrarsi agli altri per davvero.
    Tuttavia in quelle due settimane aveva inspiegabilmente stretto un rapporto di amicizia con Sam Winchester, il quale aveva avuto modo di vedere il lato più solare e divertente della ragazza, lato che nessun altro sembrava conoscere.
    Forse perché Sam si era mostrato diverso da tutti gli altri compagni di scuola, forse perché nonostante tutto iniziava a sentirsi stanca di essere sola.
    Dean Winchester, invece, aveva visto una fragilità che Desdemona non aveva mai mostrato a nessuno. Non che avesse intenzione di mostrarla a lui, era semplicemente capitato.
    Desdemona non aveva avuto il pieno controllo delle proprie emozioni e sapeva benissimo per quale motivo: Jane e Dylan erano il suo punto debole, l'affetto sincero per loro l'unica cosa in grado di farla crollare.
    Ma non poteva crollare per davvero.
    Esibì un sorriso furbo e luminoso quando Sam si palesò nella stanza “Hey, Sam!” il tono allegro e vivace sembrava aver cancellato quanto successo sino a poco prima, ma non per Dean che la guardò confuso per qualche istante prima di scuotere la testa e sbuffando una risata ironica e stanca.
    Sam guardò il fratello chiedendogli tacitamente il perché di quell'atteggiamento, sicché il maggiore dei Winchester, con aria infastidita, indicò la ragazza “Sembra di aver a che fare con Dr. Jekyll e Mr. Hyde, io non la capisco” sbottò sedendosi ai piedi del letto e continuando a guardare con attenzione il fascicolo che la ragazza aveva sottratto alla polizia. Stava cercando un collegamento tra Steve Wallace e la precedente vittima, ma nessuno di quei nomi gli suonava famigliare.
    Senti, questo lo prendo io, mh? Devo farlo vedere a mio padre.
    Ma la ragazza sembrava che non lo stesse nemmeno a sentire. Non aveva nemmeno reagito a quel piccolo sfogo di Dean.
    Si era avvicinata a Sam e proprio come aveva fatto col fratello maggiore di lui, gli scrutò il viso con un'attenzione tale da mettere in imbarazzo il giovane Winchester.
    Sam guardò ovunque tranne che il viso di lei, pericolosamente vicino al proprio, aveva il corpo rigido e se non fosse stato impossibile sembrava che volesse essere inghiottito dal muro alle sue spalle, contro il quale si era rifugiato.
    Hai un adorabile nasino all'insù. Mi piace. Sta bene sul tuo viso.” sentenziò infine la ragazza, osando perfino picchiettare con l'indice sul naso del ragazzo il quale fece un sorriso imbarazzato e cercò di scostarsi da lei.
    Desdemona gli piaceva, per quanto fosse ancora un totale mistero aveva scoperto di andare molto d'accordo con lei, ma ogni tanto - spesso a dire il vero - lei era capace di metterlo in imbarazzo come poche altre persone al mondo.
    Dean osservò la scena sbigottito ma un pizzico di divertimento si poteva facilmente notare attraverso i suoi occhi.
    Dici sempre tutto quello che ti passa per la testa?
    A quella domanda la ragazza scoppiò in una sonora risata, allontanandosi da Sam che riprese a respirare, accorgendosi solo in quel momento di aver trattenuto il respiro.
    Oh no. Se dicessi sempre tutto quello che mi passa per la testa finirei in un mare di guai. O farei finire gli altri in un mare di guai.
    Quella risposta non sorprese per davvero i due Winchester. Ma pur silenti entrambi avrebbero concordato sul fatto che quella ragazza era lei stessa un mare di guai.
    Poi, al piano di sotto, la porta d'ingresso sbatté.
    Desdemona si irrigidì per qualche istante e si voltò verso i ragazzi solo quando fu certa che il suo volto avesse assunto un'espressione neutra, lontana dalla paura.
    Andate via passando dalla finestra. Prendete pure quei fascicoli.
    Whoa, frena un attimo! Ci sbatti fuori così, di colpo?
    Alla domanda di Dean e sotto lo sguardo confuso di Sam, Desdemona si umettò le labbra e sospirò.
    Sembrava stanca, ma lo sguardo era fermo e risoluto.
    Devo portare Jane e Dylan dalla signora Martin e Beverly non deve vedervi per nessun motivo al mondo.” rispose guardando il maggiore dei Winchester per poi rivolgersi all'altro con un sorriso stizzito che lasciava intuire che non avesse tempo da perdere “Lui ti spiegherà tutto, ok?



    ***






    Che cosa mi devi spiegare?
    Lo sguardo preoccupato di Sam si scontrò con quello del fratello quando questi con un balzo, scese dall'albero dopo di lui. Dean si passò una mano sul viso mentre Sam serrò le labbra in attesa di una risposta che, sapeva, non gli avrebbe fatto piacere sentire.
    Che Steve lo stronzo era il marito di Beverly la stronza. Jane e Dylan sono due bambini che i Wallace hanno in affido insieme a Desdemona. Li picchiano, ma credo che sia Des a prendersi tutte le botte. Steve almeno ora è fuori dai giochi.
    La voce greve di Dean sembrò trovare forma nello sguardo del fratello.
    La solarità di Desdemona non gli avrebbe mai fatto pensare a qualcosa di simile, si sentì perfino in colpa per non aver intuito qualcosa, per non aver visto magari dei lividi o altri segni di percorse subite su di lei.
    Non ti ha mai accennato nulla?” la voce del fratello lo riscosse da quei pensieri che lo avevano investito all'improvviso e forse il maggiore se ne rese conto portando le mani in avanti quasi si aspettasse di dover sorreggere Sam da un momento all'altro.
    Sam si limitò a scuotere la testa, tetro in volto. Si rese conto che anche tra chi non cacciava i mostri e non era a conoscenza di quel loro mondo oscuro, c'era chi non aveva una vita facile, felice, fatta di staccionate bianche, torte di mele e genitori affettuosi.
    Lo stesso pensiero lo ebbe Dean che con una mano accarezzò la nuca del fratello in un gesto veloce ma di conforto, sentito per davvero.



    ***






    Su, in fretta. Andiamo dalla signora Martin. Fate le scale in silenzio.
    Desdemona era entrata nella stanza dei bambini, l'aria provata che subito nascose dietro un'espressione autoritaria ma resa dolce da quel sorriso atto a farli sentire al sicuro.
    Dobbiamo saltare il sesto gradino?” chiese Dylan afferrando la sua preziosa action figure di Batman, quella che Desdemona gli aveva regalato dopo averla rubata in un negozio di giocattoli.
    Dylan l'aveva vista e l'aveva desiderata, ma Steve e Beverly Wallace non avrebbero mai fatto felice un bambino.
    Sì, saltiamo il sesto gradino.
    Quel dannato gradino scricchiolava rumorosamente ed era stato fonte di guai per tutti e tre.
    Che scricchiolasse sotto il peso di Desdemona tornata oltre il coprifuoco o che scricchiolasse sotto il peso dei due bambini rei di aver svegliato i genitori affidatari, ogni volta che succedeva significava prendere una sonora lezione.
    Dylan ne portava ancora i segni sul sopracciglio sinistro, segni che si sarebbe portato dietro tutta la vita e non solo sol volto.
    Anche Desdemona ne portava ancora i segni. Quella cicatrice sul fianco glielo ricordava costantemente che quel dannato gradino andava saltato a tutti i costi, così come glielo ricordava la cicatrice sul sopracciglio di Dylan e il polso rotto di Jane fino a qualche tempo prima.
    Quel gradirono lo saltarono, salvandosi dalla furia cieca di Beverly Wallace, impegnata a scolarsi la vodka stantia in cucina, accasciata su una sedia ad immaginare ancora l'odore delle Pall Mall che Steve consumava incessantemente.
    Silenti uscirono dalla casa, il lieve click della porta che si chiudeva non era neanche lontanamente rumoroso come il sesto gradino.
    Attraversarono la strada e un sospiro di sollievo abbandonò le labbra piene di Desdemona quando la signora Martin aprì la porta e sorrise a tutti e tre.
    Oh, eccovi! Mi stavo preoccupando. Te li riporto a casa verso le 20, Desdemona?
    La signora Martin aveva il volto segnato dal passare del tempo e gli occhi infangati di dolore. Dolore che sembrava dileguarsi, quel fango ad essere lavato via, ogni volta che Jane e Dylan riempivano quella casa silenziosa di quella vivacità tipica dei bambini.
    Non aveva mai avuto nipoti la signora Martin, un figlio morto troppo presto per dargliene uno, ma Jane e Dylan erano come tali e anche Desdemona, sebbene rimanesse di rado da lei, era considerata tale da lei.
    Un piccolo porto sicuro, l'unico che avessero, lontano dalle angherie e dai soprusi che mai un essere umano dovrebbe subire.
    Possono dormire da te questa notte? Se non è troppo disturbo.
    Ed eccolo il lato lieve di Desdemona, quello che non lasciava intravedere quasi mai ma che al contempo era il più vero e genuino.
    Riteneva che fossero in pochi a meritarlo e la signora Martin era senza dubbio meritevole.
    E forse anche i fratelli Winchester erano meritevoli.
    Desdemona se lo chiese durante quegli attimi trascorsi con Dean e quelle ore trascorse con Sam a parlare delle cose più strampalate che venissero loro in mente e a commentare quei disegni che Desdemona si portava sempre dietro in quel quaderno consunto dalle pagine sgualcite.
    Niente affatto, cara. Ci guardiamo un bel film con un bicchierone di latte e menta e i biscotti al cioccolato. Li ho appena sfornati.
    Era strano come un porto sicuro potesse risiedere nel sorriso di un'anziana signora, nel profumo di biscotti al cioccolato e nel sapore di un bicchiere di latte e menta, ma Desdemona non aveva dubbi al riguardo.



    ***






    Dean, dove sei?
    Sul retro della casa dei Wallace.
    John Winchester si palesò pochi istanti dopo. Lo sguardo scuro, la mascella serrata. Parve cambiare espressione per qualche istante solo quando si accorse della presenza di Sam.
    Ti avevo detto di rimanere al motel.” lo rimproverò puntandogli contro un dito.
    Sam deglutì ma non abbassò lo sguardo, non si sarebbe mai sentito colpevole per aver raggiunto un'amica.
    Desdemona è mia amica. Volevo solo vedere come sono le cose.
    John non volle replicare. Si limitò a guardare il figlio con sguardo severo, passandosi poi una mano sulla barba incolta da giorni.
    È morta un'altra persona, proprio mezzora fa davanti agli occhi dell'agente di polizia con cui ho parlato stamattina davanti al corpo di Steve Wallace. Hanno già chiamato il CDC, ma sappiamo che non è una cazzo di malattia a far fuori questa gente. Dov'è Desdemona?
    Nessuno dei suoi figli rispose, ma prima ancora che potesse aggiungere altro catturò un movimento con la coda dell'occhio, l'istinto del cacciatore a prevalere sul resto.
    Con poche e grandi falcate raggiunse la figura in movimento, attaccandola al muro e tenendola ferma con un braccio sotto il mento, sulla gola.
    Desdemona Hawkins sgranò gli occhi per la paura solo per una frazione di secondo, lasciando spazio ad una risolutezza nello sguardo che John Winchester conosceva bene.
    Era la stessa che aveva lui, la stessa che sapeva scorgere nello sguardo dei sui figli.
    Spavalda, Desdemona sorrise, afferrando il braccio dell'uomo in un inutile tentativo di allentare quella presa ferrea.
    Parla. Chi sono per te Laura Morales e Mark Peterson?
    Desdemona deglutì. Aveva letto il nome di Mark Peterson sul giornale locale, era morto qualche settimana prima di Steve Wallace, ma non aveva idea di chi fosse e non conosceva nessuna Laura Morales.
    Non lo so.
    La voce gli uscì strozzata, quasi afona mentre il respiro veniva meno.
    Papà, lasciala.
    Nell'apparente calma della voce di Dean vi era una sfumatura di terrore, ma John non parve sentirla.
    Non vide nemmeno lo sguardo esterrefatto di Sam.
    PARLA! Tua madre mi ha detto delle cose molto interessanti sul tuo conto. Odiavi tuo padre, vero?” gridò infatti rivolgendosi a Desdemona. Il volto rosso ma senza mostrare paura.
    Non sono i miei genitori” sibilò lei, la voce fioca per la poca aria che le riempiva ancora i polmoni.
    Papà, lasciala. Non è stata lei.” la voce di Dean risuonò più risoluta e John Winchester mollò la presa e Sam corse incontro all'amica, aiutandola ad alzarsi mentre quella tossiva, cercando di riprendere fiato.
    Non puoi saperlo.” fu la risposta secca, gli occhi ancora puntati sulla ragazza che afferrava il braccio di Sam.
    Mezzora fa ero con lei. Non è lei la strega.
    Solo in quel momento John si voltò verso il figlio maggiore. Non ebbe bisogno di fare altre domande, la sicurezza che lesse negli occhi del figlio era più che sufficiente per credergli.
    Ho sentito bene, hai detto strega?


    Edited by Robin‹-« - 2/6/2022, 11:20
     
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    Con lo sguardo perso nel vuoto, Desdemona non si rese conto che Sam le si sedette accanto.
    Perché non me lo hai detto?” le chiese all'improvviso, dopo lunghi attimi di silenzio.
    La ragazza, con lentezza quasi esasperante, si voltò verso di lui, dapprima solo con il viso, poi anche con lo sguardo.
    Piantò con fermezza gli occhi grandi in quelli affilati del ragazzo il cui sguardo era dolce, comprensivo a differenza di quello di lei dapprima sfuggente che poi rivelò un'ironia malcelata dietro le iridi chiare.
    Perché non si parla di queste cose con chi si conosce appena. Nemmeno tu sei stato particolarmente sincero.
    Parole taglienti quanto il suo sguardo che Sam incassò con un lieve sorriso, chinando appena il capo.
    Si sentiva sempre in colpa per non poter dire la verità riguardo il lavoro di suo padre, ma d'altro canto caricare gli altri di una simile verità era un qualcosa di troppo grande.
    Lui stesso desiderava costantemente non sapere cosa si celasse nelle tenebre.
    Dean lo aveva tenuto al sicuro da tutto quello fino a quello strampalato Natale del 1991* quando Sam aveva letto di nascosto il diario di John e Dean era stato costretto a dirgli la verità.
    Ricordava ancora la paura che lo aveva avvolto, paura mitigata solo dalla presenza di Dean e il solo pensiero che qualcun altro provasse quella paura che era stato capace di sconvolgerlo, lo destabilizzava.
    Beh...Nemmeno di quello si dovrebbe parlare con chi si conosce appena.” fu il suo modo di scusarsi.
    Desdemona sbuffò una risata, tornando a guardare davanti a sé, osservando Dean e John che controllavano e ricontrollavano i documenti che Desdemona aveva sottratto alla polizia nel corso di quelle settimane.
    Era rimasta con loro, decisa a sapere cosa stesse succedendo e soprattutto perché John Winchester l'avesse attaccata al muro accusandola di essere una strega.
    Si era fatta raccontare tutto, almeno a grandi linee, dimostrando una risolutezza che di rado si poteva scorgere in una ragazzina di sedici anni.
    Aveva perfino minacciato di dare fuoco ai documenti, che era riuscita a sottrarre a Dean con un gesto abile, veloce, evidentemente abituata a simili cose.
    Poi non aveva più parlato.
    Già. Probabilmente non si dovrebbe parlarne nemmeno con chi si conosce bene. Insomma, date la caccia ai mostri! Siete dei cazzo di Ghostbusters con le giacche di pelle!
    Sam rise appena. Se non altro Desdemona aveva il dono di non appesantire l'atmosfera.
    Nel corso di quelle settimane in cui si erano conosciuti, era stata capace di metterlo a suo agio, di metterlo in imbarazzo, di farlo ridere e di farlo riflettere, perfino nella stessa giornata, in una manciata di minuti.
    Era ancora un mistero per lui, ma un mistero ben più piacevole di quelli che era solito affrontare con suo padre e suo fratello.
    Ghostbusters con le giacche di pelle?
    Sì. Ghostbusters meno nerd e...più fighi. Avevo già appurato che tu e Dean siete tipo...wow, ma conoscendo tuo padre mi sono resa conto che la bellezza ce l'avete proprio nei geni.
    Sam trattenne il respiro per qualche istante mentre il suo viso si colorava di rosso per l'imbarazzo, si scostò perfino da lei quasi avesse il terrore di sfiorarla, ma la guardò comunque, con un'espressione sorpresa sul volto.
    Che c'è? Dovrei negare che siete tutti e tre molto attraenti?” sbottò allegramente lei, allargando appena le braccia.
    Perché forse Desdemona Hawkins non diceva sempre quello che le passava per la testa, ma di certo lo diceva spesso e per quanto avesse lasciato trapelare, forse involontariamente, alcune sfumature di insicurezza, non era una di quelle ragazze che si sarebbero potute definire timide.
    Sam non le rispose, si limitò a scuotere la testa con un sorriso sulle labbra, sotto lo sguardo divertito di lei.
    Ma quel sorriso lasciò in fretta spazio ad un sospiro. Rimase qualche secondo in silenzio, poi si voltò nuovamente a guardarla.
    Come...come ti senti?
    Quella domanda gli vorticava in testa sin da quando aveva visto gli occhi sgranati di Desdemona quando lei aveva appreso la verità.
    La rossa si umettò le labbra e ci mise qualche istante prima di ricambiare lo sguardo del ragazzo.
    Sam poté notare in quegli occhi quella sicurezza che sembrava caratterizzarla.
    Come mi sento? Sconvolta. Spaventata. Affascinata. Non nego che faccia schifo sapere dell'esistenza di mostri e fantasmi, insomma...la vita fa già abbastanza schifo di suo e gli...umani sono dei mostri anche senza artigli o poteri strani, ma trovo che quello che fate sia...incredibile! Siete degli eroi e non avete nemmeno il giusto riconoscimento.”
    Quelle parole spiazzarono il giovane Winchester.
    Forse era vero che lui, suo padre e Dean fossero degli eroi, dopotutto riuscivano a salvare delle persone ovunque andassero, ma Sam si sentiva costantemente in gabbia e voleva allontanarsi da quella vita.
    Non voleva essere un eroe.
    Non voleva essere un cacciatore.



    ***






    John Winchester, con una manata, fece volare alcuni fogli dal tavolino delle loro stanza di motel.
    Era nervoso e stanco e si massaggiò la radice del naso come a voler riprendere il controllo di se stesso.
    Non c'è nessun collegamento tra le vittime, come è possibile?” chiese più che altro a se stesso mentre Desdemona, sotto lo sguardo attonito di Sam e Dean, raccoglieva i fogli caduti per poi controllarli con attenzione.
    Forse state semplicemente cercando nel posto sbagliato. Sì, ok tutta questa gente odiava Steve, ma perché una strega dovrebbe denunciarlo e non maledirlo direttamente? Non mi sembra che si sia fatta scrupoli, ha ucciso tre persone!
    Tutti gli occhi erano puntati su di lei, ma Desdemona non parve intimorita da quello.
    Fece un sorriso sghembo e si diresse al tavolino, afferrò una penna e si chinò per scrivere qualcosa sul retro di un foglio.
    Tre vittime. Mark Peterson, Steve Wallace e Laura Morales. I tre non hanno niente in comune, giusto?
    Accanto ai nomi delle tre vittime scrisse il luogo del decesso di ognuna. Tre luoghi molto vicini tra loro.
    John annuì, guardandola con interesse, incuriosito non solo dai suoi modi di fare ma anche e soprattutto da ciò che la ragazza stava pensando.
    Dean la guardò esortandola a continuare, un mezzo sorriso sulle labbra che sembrava di soddisfazione, Sam sospirò, lasciandosi cadere sul letto alle spalle di lei.
    Mark Peterson era un magazziniere, Steve un nullafacente e Laura Morales è un'estetista. Non c'è un punto di incontro, apparentemente. E se avessero in comune non un qualcosa ma un luogo?
    John si sporse in avanti, guardò ciò che Desdemona aveva scritto, confrontandolo poi con i propri appunti ed esortò Dean a fare altrettanto.
    Il ragazzo, alle spalle del padre, lesse a sua volta, prima di sollevare lo sguardo verso la rossa, che guardava entrambi con crescente apprensione e voglia di sapere.
    Des, c'è qualche luogo che Steve frequentava assiduamente nei dintorni?
    Desdemona annuì con fare rassegnato e una smorfia di disgusto le attraversò il volto.
    Sì, il Black Rose.
    John le posò una mano sulla spalla, aveva un sorriso sereno sulle labbra che lasciava intravedere qualcosa di molto simile all'orgoglio.
    Andiamo, Dean. Faremo lì qualche domanda.
    Non vi diranno niente. Detestano gli sbirri o chiunque porti un distintivo. Ma posso chiedere se hanno visto Paterson o la Morales.
    John la guardò stranito per qualche istante, una bassa risata di gola sembrò sottolineare incredulità.
    Esattamente come Dean e Sam prima di lui, John non era ancora riuscito ad inquadrare la ragazza.
    Dotata di un'indubbia intelligenza, ma ancora immatura per altri aspetti, Desdemona si mostrava sfuggente ma allo stesso tempo sembrava non avere paura di mettersi in gioco.
    Pensi che te lo direbbero?
    La rossa schiuse le labbra per rispondere ma sembrò titubante a farlo. Sembrava che stesse cercando le parole adatte per rivelare un qualcosa che nessuno avrebbe dovuto sapere.
    Ma John Winchester non era per davvero un agente dell'FBI e Desdemona sapeva che poteva fidarsi di lui e dei suoi figli. Non solo perché lei stessa aveva qualcosa di assolutamente concreto contro di loro – quei documenti falsi, quei distintivi altrettanto falsi e lo spacciarsi per un agente federale erano già dei sufficienti motivi affinché i Winchester tenessero la bocca chiusa sul suo conto – ma era qualcosa che sentiva.
    Lei che non aveva mai avuto fiducia in nessuno, sentiva nel profondo che poteva fidarsi ciecamente dei Winchester. Lo aveva percepito da subito, insieme a quel senso di protezione che aveva avvertito il primo giorno che aveva conosciuto i due ragazzi.
    Beh...sì. Diciamo che in quel posto non tutto è propriamente legale e ogni tanto do una mano.
    John e Dean la guardarono entrambi con un sopracciglio inarcato e Sam, che la affiancò in quel momento, le rifilò la stessa occhiata incredula e interrogativa.
    C'è una bisca clandestina e mi occupo di qualche scommessa.
    Ammise in fine la ragazza con un'evidente voglia di tagliare corto, uscendo dalla stanza.
    Dean proruppe in una risata divertita. Non vi era scherno in quella risata ma quella stessa ammirazione che la stessa Desdemona aveva notato nello sguardo di lui quando apprese che lei aveva sottratto importanti documentazioni alla polizia.



    ***






    Mark, Steve e Laura sono stati al Black Rose il giorno prima e il giorno stesso in cui sono morti. Tappa al bancone, poi sono andati nel retro, dove avviene la magia. Non so cosa o quanto abbiano scommesso, né su cosa di preciso. Ma ho un nome: Coleen Matthews. Sembra che ci siano stati dei litigi con tutte e tre le vittime.
    La calma con cui Desdemona espose quei fatti sembrò quasi infastidire Sam che si agitò appena sulla sedia.
    Non riusciva a comprendere come l'amica si fosse lasciata immischiare in una situazione simile.
    Anzi, non riusciva a capire perché si fosse gettata da sola in una situazione simile.
    Le persone normali sarebbero scappate a gambe levate, forse avrebbero dato dei pazzi ai Winchester, forse li avrebbero persino denunciati.
    Ma Desdemona Hawkins non era una persona normale nel modo convenzionale del termine.
    E ai suoi occhi diventava sempre più un mistero.
    La conosci?
    La ragazza annuì alla domanda di John “È arrivata a Carroll poco dopo di me, ma quando io ho iniziato a...lavorare al Black Rose, lei c'era già.”
    John le sorrise “Ottimo lavoro. Credo che sia giunto il momento di parlare con Coleen Matthews.
    ” disse uscendo dalla stanza del motel.
    Rientrò qualche minuto dopo, esortando Dean a muoversi.
    Perché il ragazzo era rimasto a fissare Desdemona con espressione compiaciuta per diversi istanti.
    Le sorrideva e lei sorrideva a lui, fiera di se stessa.
    Pa', possiamo tenerla?
    Desdemona rise, ma sollevò il braccio a mostrargli il dito medio con gran sollievo di Sam che a quella frase aveva guardato allibito il fratello maggiore.
    Non sono un tenero animale da compagnia, chico.
    Dean rise a sua volta e annuì con un'espressione di serena sconfitta sul volto “Quel che è giusto è giusto. Ci vediamo dopo, Bonnie**.”
    Sam sospirò, attirando così l'attenzione della rossa.
    Aveva notato quanto il ragazzo sembrasse sentirsi a disagio, ma aveva cercato di ignorare la cosa, volendosi concentrare per aiutare i Winchester a scovare la strega.
    Non poteva negare che quella situazione le facesse provare quell'adrenalina che lei spesso ricercava anche senza rendersene pienamente conto.
    Furti, risse e scommesse clandestine facevano parte di lei da ormai alcuni anni durante i quali aveva imparato a fare di necessità virtù.
    La vita non era stata clemente con lei.
    Non aveva mai conosciuto sua madre, suo padre morì quando lei aveva dodici anni e le famiglie a cui era stata affidata nel corso degli anni si erano sempre dimostrate poco propense a prendersi cura di una ragazzina in preadolescenza prima e in piena adolescenza poi. Alcune, come i Wallace, si erano addirittura rivelate violente.
    E gli orfanotrofi non erano i posti migliori in cui crescere.
    Desdemona era sempre scappata da ogni struttura che l'avesse accolta, imparando la poco nobile arte del furto per poter sopravvivere.
    Poi, era venuto il resto, quasi come con lei fossero cresciute quelle abilità illegali che riusciva a nascondere il più delle volte.
    Hey, tutto bene?
    Alla domanda della ragazza, Sam esibì un sorriso amaro ”Scappa finché sei in tempo.” aveva risposto lui, dandole conferma di cosa gli passasse per la testa.
    Aveva intuito che quel malumore di Sam fosse dovuto a tutto quello, lo aveva percepito sin da quando lei gli confessò di essere affascinata dal mondo del ragazzo, nonostante la paura.
    Non ho intenzione di mettermi a cacciare mostri, Sam. Ma se posso rendermi utile in qualche modo perché dovrei tirarmi indietro?
    Sam non rispose, parve soppesare le parole dell'amica in silenzio. In fin dei conti non poteva darle torto, ma il suo desiderio di fuggire da quell'orribile vita gli faceva pensare nessun altro avrebbe dovuto invischiarvisi.







    Note dell'autrice: * fa riferimento alla puntata 3x08 A Very Supernatural Christmas.
    ** riferimento alla Bonnie di Bonnie e Clyde.


    Edited by Robin‹-« - 2/6/2022, 11:20
     
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    Desdemona non riusciva a stare ferma.
    Aveva percorso la stanza del motel innumerevoli volte, il rumore dei passi attutito dalla moquette sudicia.
    Sam respirò a fondo. Aveva cercato di non guardare l'amica, ma il suo nervosismo lo aveva percepito comunque, quasi stagnasse nell'aria.
    Si alzò improvvisamente “Des, fermati, ti prego! Mi stai facendo uscire fuori di testa!
    Ma la ragazza si lasciò andare ad una lieve risata nevrotica e si fermò, allargando le braccia e spalancando quei grandi occhi che nella penombra della stanza sembravano verdi “Sto uscendo io fuori di testa. Sono usciti da ore e... E non mi fido di Coleen.
    Sam si irrigidì appena. Ebbe la sensazione che Desdemona avesse tenuto nascosto qualcosa a tutti loro “Sai qualcosa che io non so?
    Esternò in quel modo le proprie paure, guardando l'amica negli occhi con sicurezza disarmante.
    Desdemona lo guardò con aria confusa “Cosa? No! È solo che... Se fosse lei la strega, e tutto porta al fatto che lo sia, non sarebbe pericolosa? E poi è astuta a prescindere che sia o no una strega. In poco tempo ha preso in pugno il Black Rose, ha fatto fuori la concorrenza in credo una settimana. Cioè, sì insomma...Non fatto fuori uccidendoli, ma è quella che tra tutti ha le quote più alte delle scommesse.
    Sam sospirò, sorridendo appena. Guardò l'amica con sguardo comprensivo e forse persino intenerito, ma anche divertito. Quella sicurezza che le aveva sempre visto cucita addosso sembrò dissolversi e Sam trovava la situazione estremamente buffa, in parte surreale.
    Ma vederla in quel modo, gli fece apparire Desdemona molto più normale di quanto non apparisse di solito.
    Des, mio padre e mio fratello sanno cavarsela, te lo posso assicurare.
    Sam aveva pensato di riuscire a calmarla e forse di riuscire a calmare se stesso, perché non poteva negare che un tarlo glielo avesse messo, ma quelle parole non ebbero l'effetto sperato.
    Vado a vedere la situazione.” sentenziò infatti lei, uscendo dalla stanza.
    Sam non ci provò neanche a fermala, quella risolutezza era capace di mettergli paura, anche più dei mostri che aveva già incontrato, seppur da lontano. Si limitò a seguirla, contrariato ma al contempo spaventato, perché se fosse successo qualcosa a suo padre o a suo fratello, non avrebbe saputo che fare.
    Gli venne naturale pensare a Desdemona e alla sua situazione, quella vita passata insieme a chi non era famiglia e che nemmeno si dimostrava tale.
    Non sapeva se sentirsi fortunato. Fino a quel momento aveva sempre pensato di non esserlo, con un padre dispotico e un fratello che ne era l'ombra, un segreto che custodiva ma di cui non avrebbe mai voluto esserne a conoscenza, una vita che detestava e da cui cercava di scappare, costantemente.
    Ma si rese conto che non era l'unico a voler scappare. Non capiva però per quale motivo Desdemona stesse fuggendo in una direzione che, secondo il suo punto di vista, era completamente sbagliata. Perché stava fuggendo verso quella vita che Sam stesso odiava.



    ***






    Coleen Matthews aveva il volto di un pallore delicato, quasi regale, due grandi occhi marroni e un sorriso accattivante.
    All'apparenza non sembrava affatto una strega, nemmeno con quei lunghi capelli neri ad incorniciarle il viso.
    John Winchester l'aveva osservata da lontano, seduto nella sua auto.
    L'aveva osservata attraverso le finestre della sua casa, piccole scene di vita quotidiana e solitaria, lo aveva fatto per ore.
    Aveva continuato ad osservare quella casa anche quando sembrava non esserci più traccia della donna.
    Ma c'era qualcosa che stonava nella perfezione di quella casa, nella tranquillità di quella donna.
    John sbuffò, stizzito diede un pugno al volante della sua Impala, sotto lo sguardo interrogativo del figlio maggiore.
    Dovremmo cercare di capire chi può essere la prossima vittima. In questo modo non abbiamo niente, solo la parola di una ragazzina. Sei sicuro che possiamo fidarci di lei?
    Dean annuì. Anche lui aveva avuto dei dubbi sulla ragazza e ancora adesso lei era per lui un totale mistero, ma era certo che non fosse la strega.
    In quei momenti passati insieme a lei non solo aveva potuto constatare che non avesse fatto qualche incantesimo e porre così fine alla vita di Laura Morales, ma aveva visto un lato di lei che gli impediva di credere che potesse arrivare a tanto, nonostante tutto.
    Forse avrebbe fatto qualunque cosa per proteggere Jane e Dylan. Glielo aveva letto negli occhi, in quei modi di fare troppo materni per una sedicenne, vedendovi un qualcosa di troppo familiare e proprio per questo - nonostante Steve Wallace rappresentasse un pericolo per i due bambini - non si sarebbe mai spinta a tanto.
    Si sarebbe semplicemente assicurata di essere presente, per proteggerli e stare loro accanto, senza rischiare nulla.
    Desdemona avrebbe avuto i suoi motivi per uccidere quello Steve, ma non è stata lei. Sono stato con lei per tutto il tempo in cui hai parlato con la Wallace e poi non rischierebbe tanto. Avrebbe troppo da perdere.
    John rilassò le spalle. Credeva al figlio, non aveva motivo alcuno per non farlo.
    Dean, in più di un'occasione, si era dimostrato non solo un cacciatore in gamba, ma anche un uomo migliore di lui, con una propensione a capire gli altri, avvalendosi di quell'istinto che al contempo era enorme pregio e incredibile difetto.
    John si chiese cosa Desdemona avesse da perdere ma accantonò subito quella domanda ritenendola una curiosità non necessaria.
    E forse era proprio per queste differenze che lui stesso, seppur non lo avesse mai esternato, riteneva Dean un uomo migliore di lui. A dire il vero non lo aveva mai ammesso nemmeno a se stesso, non fino in fondo, quasi quella consapevolezza fosse un qualcosa di labile, impercettibile, un pensiero che non si era mai davvero formato ma che rimaneva lì, nel retro del suo cervello, sepolto dalla caccia, dall'odio verso quella creatura maligna che gli aveva portato via un pezzo di anima, dall'ossessione, dal desiderio di una vendetta non ancora consumata ma che lo stava consumando. E che stava consumando i suoi figli senza che se ne accorgesse.
    Chiama Sam. Vediamo se al Black Rose hanno fatto qualche altro nome a Desdemona.
    Dean annuì a quell'ordine mascherato da richiesta, ma ancor prima che potesse avviare la chiamata, qualcuno bussò al finestrino dell'Impala facendolo sobbalzare prima e imprecare poi.
    Una sorridente Desdemona lo salutò prima di aprire la portiera posteriore e infilarsi nell'auto seguita da Sam che aveva un'aria contrita “Ho provato a dirle di non venire.” si affrettò a dire nel vedere l'espressione furente sul volto di suo padre, ma venne ignorato da Desdemona che si affacciò in avanti posando gli avambracci sul sedile anteriore “Lo sapete, vero, che Coleen è uscita dalla porta sul retro?” disse con un sorriso furbo sulle labbra ben definite.
    Sam parve sorpreso nel sentire quelle parole. Non si era minimamente accorto di nulla, troppo preso dai suoi pensieri, da quel timore che quell'amica appena trovata si potesse cacciare in guai che lei stessa non avrebbe saputo gestire. Aveva il terrore che la caccia l'affascinasse a tal punto da farne un'ossessione come quella di John Winchester.
    Come fai a saperlo?” chiese, ma la sua voce venne quasi sovrastata dalla sonoro e colorita imprecazione di suo padre, che mise in moto l'auto.
    L'ho vista di sfuggita qualche secondo fa.” Desdemona si ritrasse nuovamente nel pronunciare quelle parole, osservando il bel volto di John quasi deformato da una rabbia mal trattenuta.
    Ma John parve calmarsi velocemente. Dopotutto aveva bisogno di parlare con la ragazza.
    Fu Dean però a precederlo, forse timoroso che suo padre si sarebbe posto in maniera troppo aggressiva con lei o forse perché, semplicemente, sembrava che Desdemona si fidasse di lui.
    Era strano come Dean Winchester potesse a volte sembrare l'ultimo ragazzo a cui dare fiducia ma sapesse al contempo riuscire a conquistarla. Aveva un modo di fare dapprima spavaldo, forse anche troppo irruento, ma che sapeva scivolare in una strana affabilità che infondeva sicurezza, una volta che lui stesso aveva capito di potersi fidare.
    Coleen ha litigato con qualcun altro?” chiese in tono calmo voltandosi verso di lei, il braccio posato sopra il sedile e lo sguardo deciso, ma capace di infondere calma.
    Non che io sappia. Mi hanno fatto solo i nomi di Steve, Mark e Laura.
    Causa del litigio?” chiese poi John, il tono aspro, più di quanto avrebbe voluto.
    Ma quel tono non sembrò spaventare Desdemona che, con un sorriso amaro, si strinse nelle spalle “Il più banale tra chi frequenta un posto come quello: tutti le dovevano dei soldi.
    Nell'abitacolo dell'auto calò il silenzio per qualche istante. Solo il rombo del motore faceva da tappeto sonoro a quel mutismo che sembrava aver colpito tutti loro.
    Sam si agitò appena sul sedile, lo sguardo volto quella casa che ora doveva essere ancor più silenziosa di quell'abitacolo.
    Né Laura né Mark avevano famiglia, giusto?
    Fu Dean a rompere quel silenzio, rivolgendosi a suo padre che con un sospiro stanco scosse il capo. Aveva il piede pronto sull'acceleratore, ancor prima che Sam parlasse esponendo i dubbi che avevano colpito il fratello maggiore “Beverly Wallace. Potrebbe cercare lei per il denaro.
    John partì ancor prima che il figlio finisse quella frase e Desdemona deglutì a vuoto.
    Si spinse contro il sedile posteriore, il respiro leggermente affannato in un disperato tentativo di mantenersi calma e non mostrare quella paura che in pochi istanti le si era insinuata sottopelle, facendola rabbrividire.
    Il suo pensiero corse immediatamente a Jane e Dylan, solo apparentemente al sicuro nell'ordinata casa della signora Martin, due case più in là.
    Sam sembrò rendersi conto della paura provata dall'amica. Le strinse una mano e lei ricambiò quella stretta solo qualche secondo dopo.
    Anche Dean sembrò rendersene conto, quasi quella paura fosse scivolata anche a lui sottopelle. Guardò Desdemona dallo specchietto retrovisore sinistro, vide il suo volto pallido contratto, lo sguardo fisso davanti a sé, privo di una vera espressione. Sembrava che Desdemona si fosse completamente estraniata.



    ***






    I muri scrostati del 109 di Crawford Street si illuminavano ad intermittenza di rosso e blu in quell'imbrunire che sembrava essere giunto troppo presto.
    L'Impala di John Winchester si era fermata qualche metro più indietro, il rombo del motore a farsi più greve e più lento fino a cessare del tutto.
    Desdemona si precipitò fuori dall'auto, lasciò la portiera aperta e corse verso la casa, incespicando su quel prato falciato male, tra ciuffi di erba troppo alti e zolle di terreno smosse.
    Un agente di polizia provò a fermarla, ma Desdemona Hawkins era troppo veloce, troppo abituata a sfuggire a chicchessia.
    Non le importò nemmeno di quel nastro giallo che sbarrava la porta. Lo ruppe, come un corridore che taglia il traguardo e solo in quel momento arrestò la propria corsa.
    Il corpo di Berverly Wallace era riverso a terra, gli occhi vitrei, spalancati in un'espressione di terrore rimasto impresso in quel volto senza vita, la bocca insanguinata e quella chiazza di sangue che si era allargata sul pavimento, un lucido rosso vermiglio in cui si rifletteva l'orrore di tutto quello.
    Prima che potesse gridare o avanzare oltre, due forti braccia l'avvolsero, impedendole di indugiare ancora su quell'orribile visuale.
    Non si era resa conto che Dean l'aveva seguita, ma sia aggrappò a lui, a quella camicia a quadri che lei quasi rischiò di strappare per la forza che ci aveva messo nel farlo.
    Dean l'avrebbe trascinata via anche se gli agenti non gli avessero intimato di farlo.
    Solo diversi istanti dopo Desdemona sollevò il capo, scostando il volto dal petto del ragazzo.
    Riconobbe le luci rosse e blu, riconobbe quell'imbrunire giunto troppo presto, il prato falciato male e, finalmente, due case più in là, la signora Martin sulla soglia della porta a farle cenno che i bambini fossero al sicuro.
    Poi si sentì cadere, quasi le forze l'avessero abbandonata all'improvviso, ma Dean fu pronto a sostenerla.
    La fece sedere sul marciapiede prima di inginocchiarsi di fronte a lei ed accarezzarle il viso per far sì che lei lo guardasse negli occhi.
    Dean si sorprese quando vide sulle labbra di lei l'accenno di un sorriso in contrasto con gli occhi lucidi.
    Loro stanno bene. Stanno bene.” disse la ragazza con un sospiro di sollievo, guardando in direzione di Sam che li stava raggiungendo.
    Le si sedette accanto, tornando a stringerle la mano. Questa volta lei ricambiò la stretta velocemente, guardandolo con gratitudine.
    Lo stesso sguardo poi lo rivolse a Dean che le sorrise appena, scostandole i capelli rossi dal volto.
    Rimase qualche attimo in silenzio prima di rivolgersi al fratello.
    Dov'è papà?
    Sam guardò Desdemona, quel profilo delicato e quello sguardo che tornò ad addolcirsi dopo il terrore che aveva offuscato quegli occhi cangianti.
    Ha visto Coleen ed è andato ad inseguirla.” e prima che Dean si precipitasse a raggiungere il padre, Sam parlò ancora “Ha detto di rimanere qua con lei.
    Perché John Winchester aveva visto tutto e aveva immaginato tutto.
    Aveva immaginato quella paura, quel terrore, quel disgusto che avevano colpito Desdemona, senza sapere che tutto sarebbe passato in fretta, nonostante tutto.
    Perché per Desdemona era molto più importante la sicurezza di Jane e Dylan che la vita di Beverly Wallace.
    Ora, ciò di cui aveva paura, era solo un futuro ancora più incerto.
     
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    Coleen Matthews aprì la porta della propria casa esibendo un sorriso “Posso esserle utile?
    Aveva una voce delicata e un tono garbato, uno sguardo attento ma cortese.
    John Winchester, invece di un sorriso, esibì il proprio finto distintivo da finto agente dell'FBI “Coleen Matthews? Sono l'agente Baker, posso farle qualche domanda?
    Coleen si accigliò appena ma si scostò dalla porta per permettere all'uomo di entrare. Lo fece accomodare in salotto, in quella sua casa fastidiosamente immacolata, indicandogli il divano mentre lei prendeva posto sulla poltrona di fronte.
    Posso offrirle del tè freddo, agente Baker?
    No, solo delle risposte.
    Coleen si umettò le labbra, sorridendo in maniera sarcastica prima di frugare nella borsa posta sul tavolino in bambù.
    John si portò una mano al fianco, percependo al tatto il freddo della propria pistola, ma non ebbe bisogno di agguantarla. La donna tirò fuori a sua volta un distintivo, porgendolo al cacciatore.
    Detective Morgan?
    La donna annuì, riponendo il distintivo nella borsa “Coleen Matthews è uno pseudonimo, sono sotto copertura. L'ho vista a casa di Beverly Wallace, sta indagando anche lei sul caso Hawkins?
    John forzò un sorriso, un sorriso che agli occhi della donna parve naturale. Era abituato a mentire e ad improvvisare e anche per quel motivo non si lasciò avvolgere dal panico quando la detective gli porse il distintivo.
    Sto indagando su un caso, non è ancora il caso Hawkins.” ma il suo istinto da cacciatore gli suggeriva che ci fosse qualcosa che non quadrava del tutto.
    Forse è più avanti di me nelle indagini, detective Morgan.
    Un sorriso, quello di John, capace di ammaliare nonostante la furbizia palese.
    Ma Coleen Matthews - o la detective Morgan - era furba quanto lui.
    Sorrise a sua volta, ferma in quella postura professionale ma che richiamava sicurezza “Non posso dire di no ad un agente dell'FBI, giusto?
    John piegò le labbra in un sorriso diverso, rassicurante, ma non rispose a parole. Stava studiando la situazione, stava studiando la donna, quasi fosse certo che qualcosa stonasse in tutto quello.
    Sapeva che non erano le parole del figlio maggiore, quella sicurezza che Dean aveva mostrato nel proclamare innocente Desdemona Hawkins, c'era qualcosa di più, un qualcosa di indefinito ma quasi palpabile.
    La donna si umettò le labbra e sospirò pesantemente, palesando una certa rassegnazione.
    Con dei movimenti lenti si alzò dalla poltrona, dirigendosi ad uno scaffale alle sue spalle da dove prese alcuni fascicoli.
    John non perse un singolo movimento di lei, i muscoli tesi pronti a scattare anche quando lei si sedette nuovamente.
    Non gli porse i fascicoli, li tenne in grembo mostrandosi titubante nonostante lo sguardo fosse fermo e deciso su John.
    Su cosa sta indagando, di preciso, agente Baker?
    La voce le tremò appena, ma John ignorò volutamente ciò che sembrava timore. O ciò che la donna volesse passasse per tale.
    Lei sa che le ultime morti avvenute in questa cittadina non sono accidentali, giusto?
    John non aggiunse altro e la donna annuì, consegnandogli finalmente i fascicoli.
    Stavo indagando su un omicidio avvenuto a Lawrence, in Kansas, meno di un anno fa.
    John serrò la mascella nel sentire il nome della cittadina.
    Si costrinse a sotterrare nuovamente quei ricordi che facevano ancora male nonostante fossero ormai lontani.
    Lontani, ma vividi. Troppo vividi. Era anche per quei ricordi che continuava a combattere quella crociata infinita, mosso dalla vendetta e dal dolore per aver perso la sua Mary.
    Aveva ancora incubi su quella terribile notte anche se non lo aveva mai detto a nessuno, nemmeno ai suoi stessi figli e di tanto in tanto gli sembrava di sentire ancora l'odore di bruciato, l'odore del fumo e il calore di quelle fiamme
    Coleen parve non notarlo e proseguì il suo racconto, il capo lievemente chino e le mani giunte, le dita intrecciate tra loro.
    Jordan Bailey era un assistente sociale. Si occupava di adozioni e alcuni anni fa avrebbe dovuto occuparsi della pratica per l'adozione di Desdemona Hawkins.
    Fece una breve pausa, deglutendo a vuoto e John annuì, sporgendosi in avanti a mostrare maggior interesse.
    Era sano come un pesce! Poi, improvvisamente, ha iniziato a sputare sangue fino a che non è morto. La moglie era terrorizzata, ancora non si capacita di come sia potuto succedere, di cosa sia successo. I medici non hanno dato risposte concrete. Durante le indagini abbiamo sospettato si trattasse di avvelenamento, ma i test non hanno rilevato nulla.
    John aggrottò le sopracciglia, sfogliò brevemente i fascicoli e scosse il capo, ridendo amaramente.
    Come Laura Morales, Mark Peterson e Steve Wallace.” asserì “E la signorina Hawkins è sospettata per quale motivo? Una mancata adozione? Mi sembra un po' poco, detective.
    Coleen sorrise appena e solo per un breve istante distolse lo sguardo dal volto dell'uomo.
    A John non sfuggì, ma non fece nulla per farlo capire a lei.
    Pochi giorni prima che il signor Bailey morisse, era stato visto in compagnia di Desdemona. Lui l'aveva invitata al bar per discutere di una probabile nuova adozione, ma la ragazza andò su tutte le furie. Arrivò persino a colpirlo in viso, può leggere le testimonianze, è tutto in quei fascicoli.
    John si prese qualche istante per leggere. Tutti i sei testimoni sostenevano la medesima cosa: Desdemona Hawkins aveva aggredito verbalmente e fisicamente Jordan Bailey.
    L'avete interrogata.” disse all'improvviso dopo aver voltato pagina.
    Il giorno seguente la morte di Jordan Bailey, Desdemona Hawkins era stata portata alla centrale di polizia per essere interrogata come persona informata sui fatti, ignara che fosse invece una sospettata.
    L'abbiamo interrogata. Il suo alibi non reggeva, venne smentito subito quando interrogammo gli assistenti sociali e le suore che si occupano dei ragazzi e dei bambini dell'orfanotrofio. Solo diversi giorni dopo venne poi confermato dalla fonte: un altro ragazzo dell'orfanotrofio. Non siamo riusciti ad andare avanti con le indagini nonostante i nostri sforzi.
    Coleen sembrava amareggiata, stanca, il sorriso che le illuminava il volto sembrò sparire, quasi avesse abbattuto quella barriera invisibile che si era costruita da sola.
    Ma non mi sono arresa e quando ho saputo che era stata presa in affido qui a Carroll ho fatto carte false per seguirla. Non so se sia un caso o se sia riuscita in qualche modo a farsi affidare ad una famiglia del posto.
    John la guardò con aria interrogativa. Era curioso e voleva sapere cosa la donna avesse da dire ma ancora c'era qualcosa che stonava. Non riusciva ad inquadrarlo totalmente, ma era lì, quasi visibile sebbene fosse quasi certo che la donna non stesse mentendo. Non su tutto, almeno.
    Coleen sospirò, si allungò verso John e sfogliò il fascicolo fino ad una pagina ben precisa. L'unghia laccata di rosa antico picchietto sul foglio dove, nero su bianco, spiccavano due nomi.
    Laura Morales e Mark Peterson avrebbero dovuto adottare Desdemona. Poi hanno rinunciato all'adozione sotto consiglio di Jordan Bailey.



    ***






    Desdemona Hawkins?
    Desdemona sollevò lo sguardo e istintivamente la sua mano andò a cercare quella più vicina. Non si rese conto se stesse stringendo la mano di Sam o quella di Dean, ma percepì quando la stretta venne ricambiata.
    Annuì all'uomo, un giovane agente di polizia che taccuino alla mano si apprestava a farle delle domande.
    Dove si trovava al momento della morte di Beverly Wallace?
    La rossa deglutì a vuoto e un fastidioso brivido le percorse la schiena. Non aveva mai avuto un buon rapporto con le forze dell'ordine, nemmeno quando era poco più di una bambina, ma le cose erano precipitate appena un anno prima.
    Ricordi non lontani furono capaci di scuoterla, di farla sentire con le spalle al muro, messa alle strette. La paura le serpeggiò addosso, infida e prepotente e Desdemona serrò i pugni, conficcandosi le unghie nel palmo della mano libera da quella del Winchester. Si voltò appena, realizzando che a stringerle la mano fosse Sam.
    Ero...ero con loro.” disse indicando i ragazzi. Dean le posò una mano sulla spalla, stringendola con delicatezza.
    L'agente guardò entrambi i ragazzi come a cercare conferma, una conferma che trovò nello sguardo fermo dei due.
    E i due bambini?
    A quella domanda, Desdemona tremò. Si voltò verso la casa della signora Martin trovando la porta chiusa. Il solo pensiero che Jane e Dylan avessero visto qualcosa la destabilizzava, ma la fiducia che nutriva nei confronti dell'anziana vicina riusciva in parte a liberarla da quel peso.
    Quando sono uscita di casa li ho portati dalla signora Martin. Beverly era in cucina in quel momento, probabilmente a bere.
    Celò una sfumatura di rabbia nelle ultime parole che l'agente non notò a differenza di Dean che le strinse maggiormente la spalla in un moto quasi involontario. A quel gesto Desdemona parve calmarsi, irrigidendosi nuovamente un istante dopo quando sentì la risata di scherno del poliziotto.
    Che c'è, rispondi alle domande prima che ti vengano fatte?
    Desdemona ghignò, lasciandosi andare ad una breve risata sarcastica “Non è il mio primo rodeo, agente.
    Lo sappiamo. Quante volte sei stata in centrale in poco più di un mese?
    Lo sguardo strafottente del giovane agente fu in grado di irritarla, lasciando defluire la paura provata fino a poco tempo prima, quel senso di ansia e inquietudine che l'aveva avvolta.
    Se non fosse stato per la presa di Dean sulla sua spalla e quella di Sam che ancora le stringeva la mano, probabilmente si sarebbe avventata con rabbia contro il poliziotto.
    Tecnicamente non sono mai stata arrestata.” fu la lapidaria risposta.
    Dean represse un sorriso che Desdemona non avrebbe comunque avuto modo di vedere, ma sorrideva soddisfatta a sua volta nel vedere l'espressione sbigottita che si era dipinta sul volto dell'agente.
    Quindi la signora Wallace era ancora viva quando sei uscita di casa?” in quella domanda vi era nascosta la speranza di coglierla in fallo, ma Desdemona si limitò ad annuire con lentezza.
    Fu Sam a parlare inaspettatamente “Siamo venuti a prende Desdemona nel primo pomeriggio e sì, la signora Wallace era ancora viva.
    Desdemona gli strinse maggiormente la mano in un silente ringraziamento. Era come se stesse assorbendo il conforto che i due ragazzi erano capaci di darle ed era la loro semplice presenza che le impediva di inveire contro l'agente.
    A prenderla per andare dove?
    Al Burke Inn Motel, dove alloggiano. Dovevamo studiare.” una bugia a metà quella di Desdemona e né Sam né Dean fecero nulla per smentirla.
    Dean, a dire il vero, non si sorprese nemmeno della prontezza dimostrata dalla ragazza nel rifilare quella bugia all'agente. Per quanto Desdemona fosse per lui ancora un mistero, aveva capito alcune sue sfumature.
    In altre circostanze forse avrebbe continuato a non fidarsi di lei, ma complice il legame che la ragazza sembrava aver stabilito con Sam, Dean si era completamente convinto della sua innocenza.
    Tuttavia quel caso era forse il più intricato nel quale si fosse mai imbattuto.
    Posso andare dai miei...fratelli adesso?
    L'agente attese qualche istante prima di rispondere. Guardò Desdemona il cui sguardo richiedeva comprensione. Vi lesse paura in quelle iridi chiare, una paura che decifrò erroneamente, attribuendola al fatto di aver perso entrambi i genitori affidatari. Infine annuì, le fece cenno di andare indicando la casa poco distante della signora Martin, ma quando Desdemona si alzò, lui la fermò per un braccio facendole serrare la mascella in un moto incontrollato di rabbia.
    Non lasciare la città, intesi?
    Desdemona sbuffò una risata sarcastica liberandosi dalla presa dell'agente “Sono minorenne, agente...
    Nichols.
    Agente Nichols. Non potrei lasciare la città neanche se lo volessi.
    Si voltò senza aspettare risposta, dedicò solamente uno sguardo ai due Winchester come a chiedere conforto pur senza parlare.
    I due ragazzi la seguirono, Sam perché non voleva lasciarla da sola, Dean perché doveva eseguire gli ordini di suo padre: restare con lei.
    La signora Martin gli accolse tutti e tre, stringendo Desdemona in un breve abbraccio prima di lasciarla andare. Jane e Dylan le corsero incontro e lei si inginocchiò per stringerli a sé.
    Andrà tutto bene.” mormorò con voce tremante.
    Li osservò come se volesse incidere nella propria memoria ogni più piccolo particolare dei loro visi.
    Forse avrebbero trovato una famiglia migliore, qualcuno che si sarebbe preso cura di loro e che li avrebbe amati per davvero, ma non sarebbero stati più tutti e tre insieme.
    Le si strinse il cuore a quel pensiero e trattenne le lacrime, alcune rimasero intrappolate sulle ciglia scure ma non le scivolarono sul volto segnato dalla stanchezza e dalla preoccupazione, altre le ricacciò indietro facendosi forza da sola come sempre.
    Ora ascoltatemi bene. Steve e Beverly non ci faranno più del male, ma io non potrò più stare con voi. Avete l'un l'altra e io mi farò viva se ne avrete bisogno, ok? Basta chiamarmi e sarò da voi.
    Disse quelle parole a fatica e Jane le gettò le braccia al collo cercando di non piangere. Dylan invece ricercò il suo sguardo, stringendo tra le mani l'action figure di Batman “Come con il Bat-segnale?” le chiese facendola ridere. Lei annuì, sorridendo ancora “Come con il Bat-segnale, pulce.
    Sam guardò la scena in silenzio, Dean distolse lo sguardo, soffermandosi per un istante ad osservare il fratello, provando una paura che era sempre stata assopita in lui: sperarsi dalla sua famiglia.
    Una famiglia imperfetta e incasinata, forse persino maledetta, ma che amava con tutto se stesso.
    Si ripromesse, in quel momento, che avrebbe fatto qualunque cosa per tenerla unita e per proteggerla, come in fondo aveva sempre fatto, anche senza rendersene conto.
    Poi si ritrovò a sorridere a Desdemona. Lei, grata, ricambiò il sorriso e fece cenno a lui e a Sam di seguirla in cucina.
    Offrì loro qualcosa da bere sotto la direzione della signora Martin e si sedette al tavolo, invitando i due ragazzi a fare altrettanto.
    Mi dovete aiutare.” disse sorprendendoli.
    Sam sgranò gli occhi preoccupato, Dean li assottigliò confuso.
    Fra non molto verranno gli assistenti sociali. Non ci voglio tornare in orfanotrofio. Aiutatemi a scappare.”
    Sam e Dean si resero così conto che le parole che lei aveva rivolto a Jane e Dylan erano parole di addio o di uno speranzoso arrivederci.
     
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